st0rm ha scritto:Non ci credo che i vetrini dei fari d' atterraggio ti si sono opacati accidentalmente nel montaggio, la verità è che hai voluto ricreare la zozzeria esterna e quella condensa che vi si forma dentro con gli sbalzi di temperatura... Giusto?
L'effetto infatti rende pienamente, complimenti!

Magari fosse così st0rm! purtroppo si sono opacizzati... e non per mio volere. Non si nota poi molto ma, a me che lo sò, dà un fastidio tremendo questo inconveniente.
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GRAZIE A TUTTI, COME AL SOLITO, PER GLI APPREZZAMENTI!
E' partita, ufficialmente, la fase verniciatura! ma prima di mettere le foto del primo colore steso sul modello, vi mostro qualche altro lavoretto fatto in questi giorni:
Lo scarico è senza dubbio un dettaglio caratteristico degli Harvard H4M, la versione canadese oggetto di questo mio WIP. Si sà, in Canada fa freddo... quindi, anche i piloti preferiscono starsene al calduccio.. sopratutto quando volavano sui T-6 (immagino che gli spifferi di aria gelida entrassero da tutte le parti in questo aeroplano!).
Lo scarico lungo tipico degli H4M, infatti, serviva anche per riscaldare l'abitacolo. Anzi, per essere più precisi, all'interno dello scarico correva un ulteriore condotto che inviava una parte dei gas di scarico all'interno del cockpit, i quali riscaldavano un radiatore e fuoriuscivano da un foro posto proprio sul lato della fusoliera.
Ovviamente, tutti questi dettagli nel kit Ocidental sono totalmente assenti... quindi ho dovuto fare un pò di lavoro di autocostruzione.
Partiamo dallo scarico fornito nel kit:
Questo, invece, è quello vero:
DSC_5007.JPG
DSC_5011.JPG
Come vedete, lo scarico originale è molto poco realistico nelle forme... quello vero, in pratica, è un cilindro con sezione costante in tutta la sua lunghezza, la copia in scala ha una sezione che varia man mano che l'exhaust si avvicina ai collettori dei cilindri. Che fare? ecco le foto:
Inizialmente avevo pensato a ricrearlo da zero piegano quel tubo di ottone dal diametro di 4,6 millimetri che vedete nella prima foto. Dopo qualche tentativo, come sospettavo, il risultato non è stato dei migliori... piegandolo, il tubo si "abbozzava" e non assumeva le forme corrette.
Ho, quindi, utilizzato parte dello scarico originale tagliando il terminale e incollandolo ad una estremità del tubo di ottone. La parte in plastica è stata fresata, forata e assottigliata. Al suo interno, ho anche aggiunto il condotto per il riscaldamento di cui parlavo prima (rifatto con un rod di ottone da 0,5 mm). All'altra estremità ho incollato una "curva", sempre in plastica, ottenuta scaldando un pezzo di sprue che teneva i pezzi del kit, e piegandolo a 90°.
Una dose massiccia di Attack e stucco hanno permesso di ottenere il risultato che vedete in foto. Non è il massimo, ma sempre meglio della soluzione proposta dal kit! ho aggiunto anche altri dettagli, come le saldature riprodotte con delle striscioline sottili di nastro Tamiya, e quello che dovrebbe essere la sonda della temperatura dei gas di scarico (quel tubicino che fuoriesce proprio davanti) ricreata con un pezzo di ago ipodermico da siringa.
Se qualcuno sà dirmi l'esatta funzione di quella sonda... mi leva una curiosità!
Anche i flap, come temevo, non sono stati una passeggiata. partendo dal presupposto che, così come li fornisce la Eduard non sono affatto utilizzabili (credo che abbiano sbagliato completamente a prendere le misure sul kit), li ho adattati eliminando le parti che non potevano essere adattate, ed utilizzando quelle che vedete in foto.
In pratica, ho prelevato solamente il dettaglio che rappresenta le rivettature interne del flap, l'ho incollato sul flap in plastica originale (precedentemente assottigliato fino a fargli assumere uno spessore consono alla scala) ed, infine, ho aggiunto le fotoincisioni relative alle centinature della struttura.
Veniamo ora alla verniciatura!
Questo che vedete è l'esemplare che sto riproducendo... ripropongo la foto:
Le frecce mettono in risalto dei punti della cellula verniciati in modo differente. L'Harvard in questione fu oggetto di una ricostruzione quasi totale, e molte parti provenivano da velivoli differenti.
In questa ed altre foto in mio possesso, scattate nel lontano '93, si nota come le ali, i piani di coda e quel pannello in fusoliera all'altezza dell'abitacolo, erano verniciati con una tonalità differente rispetto al Giallo Limone 22 (colore d'ordinanza per gli H4M italiani). Probabilmente, quella utilizzato non era neanche una vernice, bensì il primer lasciato alla luce e non ricoperto dal colore vero e proprio.
In effetti, quella vernice color verde acido (tendente al giallognolo) ha tutta l'aria di essere un protettivo al Cromo di Zinco. Guardando oggi l'esemplare, lasciato alle intemperie da molti anni oramai, questa differenza di tonalità è quasi impercettibile ma, comunque, osservando meglio le lamiere si nota.
Comunque, anche questa è una particolarità del mio T-6 "Frankestein" (è proprio il caso di chiamarlo così!) quindi, dopo qualche prova, sono riuscito a trovare una tonalità più o meno simile:
Alla fine, ho mixato 14 gocce di Gunze Duck Egg Green H74 con 5 gocce di Tamiya Yellow Green XF-4. La miscela ottenuta è volutamente un pò più chiara rispetto all'originale, contando che i lavaggi dovrebbero scurire il tutto.
Immagini d'insieme del modello. L'inquadratura ventrale vi fa vedere anche il dettaglio interno dei flap in fotoincisione.
Domani dovrò cimentarmi con il Giallo Limone 22... un colore stranissimo e un pò infimo. Partirò da una base di Humbrol 81 (l'unica via purtroppo... questa volta dovrà tornare, ahimè ad utilizzare gli smalti) aggiungendo un pò di giallo. Stremo a vedere cosa ne esce fuori!
Stay tuned...

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