Che Genere di Modellista?: 1:48 (aerei prevalentemente WWII ma mi piacciono anche i jet della guerra fredda, i sottomarini antichi e lo stoccafisso accomodato)
Ciao Matt, sempre un bel vedere uno zero, un pò come uno Spit o un fw190! Non sono un grande amante di Eduard (ottime stampe ma danno spesso problemi di allineamento e fitting, almeno a me!), questo sembra molto ben fatto, poi nelle tue mani non può che venirne fuori un pezzo da scuola. Ti seguo in quanto giappofilo, interessato di guerra del Pacifico e soprattutto per la gestione dei colori, in particolare l'annoso quesito degli Aotake.
Ciao!
Buongiorno a tutti e buon fine settimana,
oggi vi mostro come procede lo Zero, in questo wip non mi soffermerò tanto sul montaggio quanto sulla verniciatura poichè voglio realizzare un A6M2 dalle sembianze operative che si discosti nettamente dal primo Zero che ho realizzato qui sul forum (ossia questo qui!). Ho assemblato il modello senza troppi problemi per bontà dello stampo, ho mascherato i trasparenti con le maschere in kabuki incluse nell'edizione Profipack e ho utilizzato il tettuccio in posizione chiusa direttamente come maschera per proteggere l'interno dell'abitacolo.
Il modello ha ricevuto una mano di Mr.Surfacer 1200 diluito al 70% con Leveling thinner per controllare tutte le pannellature raccordate e i rivetti che vanno ripristinati lungo tutti i punti di giunzione di semifuoliere, semiali etc.
A seguire ho eseguito un pre-shading con un marrone opaco, Tamiya XF-10 Flat brown, nellee aree che ho pensato fossero più soggette a usura per calpestio, manutezione, sporco etc. e con un nero opaco ho verniciato esteriormente i frames dei trasparenti.
Ho verniciato lo Zero con lo stesso mix di colori utilizzato per il precedente A6M2 Type 21 ma ho modificato la proporzione aggiungendo una percentuale maggiore di bianco per ottenere una verniciatura più consumata.
Il mix è il seguente: 4 parti di H70 (RLM02 Gray) + 4 parti di H336 (Hemp) + 2 parti di XF-2 (Flat white)
Per quanto riguarda il colore delle superfici telate il mix è similare ma con le seguenti proporzioni: 4 parti di H70 + 4 parti di H336 + 4 parte di XF-2
Che Genere di Modellista?: Principalmente aeromodellismo e navimodellismo statico, ma anche veicoli e spazio. Modelli in plastica, carta, legno ecc. Collezionismo di die-cast di veicoli e soldatini
Molto umilmente chiedo: il pre non è rimasto forse un pelo troppo visibile sotto al colore di base o hai in mente di applicare filtri che in qualche modo ne attenueranno l’effetto?
Che Genere di Modellista?: Modellista aereonautico di tutte le scale possibili ed immaginabili..nel modellismo "mai dire mai"..ma prevalentemente,appassionato alle leggendarie eliche della WW2!
Davide ha scritto: ↑1 novembre 2023, 12:53... Una curiosità, quale è il motivo della scelta giapponese di avere le mitragliatrici posizionate fin dentro al cockpit?
Ciao Davide,
vado un po' a memoria e altrettanto a braccio, quindi spero di non scrivere inesattezze titaniche.
Le armi giapponesi della Seconda Guerra Mondiale, mediamente, non hanno rappresentato l'apice della qualità intesa in senso generale pur denotando in alcuni cassi caratteristiche specifiche degne di nota.
La mitragliatrice Type 97 (l'analoga per uso terrestre fu la Type 89), sviluppata per impiego aeronautico, era l'evoluzione di una Vickers classe E. Saburo Sakai ne parla tutto sommato bene in questa intervista evidenziandone il tiro teso e la buona dotazione di colpi (non altrettanto si poteva dire per le prime versioni dei cannoni da 20 mm alari) mentre ne critica l'efficacia (leggi il secondo post di questa discussione) in combattimento contro i velivoli statunitensi.
Le differenze tra le due armi sono evidenziate anche dalla seguente figura tratta da qui.
La posizione delle mitragliatrici in caccia dello Zero, praticamente poco dietro il propulsore che provvedeva a mantenerle ad una temperatura tale da allontanare il pericolo di inceppamento per freddo, era buona ma restavano gli altri motivi di inceppamento quali, ad esempio, la qualità delle munizioni, quindi l'interruzione del fuoco dell'arma era possibile.
A quanto ricordo, per consentire ai piloti di trarsi d'impaccio, come extrema ratio, la disposizione delle mitragliatrici scelta dai progettisti giapponesi, consentiva l'uso manuale delle leve di riarmo che sono indicate dalle frecce rosse nell'immagine che segue.
Aggiungo una intervista del 1975 a Sakai che può essere interessante guardare.
Ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare...E tutti quei momenti andranno perduti come lacrime nella pioggia...
Nota: i siti linkati nei miei post hanno il solo scopo di mostrare i prodotti di cui si discute e non vogliono in alcun modo essere sollecitazioni all'acquisto.
Che Genere di Modellista?: Modellista Generico, importante che voli, velivoli AMI ed Elicotteri FF.AA. e FF.PP. Italia, non disdegno Jet o eliche di altre nazionalità!
microciccio ha scritto: ↑5 novembre 2023, 17:46
Ciao Mattia,
praticamente già pronto per l'imbasettamento!
Off Topic
Davide ha scritto: ↑1 novembre 2023, 12:53... Una curiosità, quale è il motivo della scelta giapponese di avere le mitragliatrici posizionate fin dentro al cockpit?
Ciao Davide,
vado un po' a memoria e altrettanto a braccio, quindi spero di non scrivere inesattezze titaniche.
Le armi giapponesi della Seconda Guerra Mondiale, mediamente, non hanno rappresentato l'apice della qualità intesa in senso generale pur denotando in alcuni cassi caratteristiche specifiche degne di nota.
La mitragliatrice Type 97 (l'analoga per uso terrestre fu la Type 89), sviluppata per impiego aeronautico, era l'evoluzione di una Vickers classe E. Saburo Sakai ne parla tutto sommato bene in questa intervista evidenziandone il tiro teso e la buona dotazione di colpi (non altrettanto si poteva dire per le prime versioni dei cannoni da 20 mm alari) mentre ne critica l'efficacia (leggi il secondo post di questa discussione) in combattimento contro i velivoli statunitensi.
Le differenze tra le due armi sono evidenziate anche dalla seguente figura tratta da qui.
La posizione delle mitragliatrici in caccia dello Zero, praticamente poco dietro il propulsore che provvedeva a mantenerle ad una temperatura tale da allontanare il pericolo di inceppamento per freddo, era buona ma restavano gli altri motivi di inceppamento quali, ad esempio, la qualità delle munizioni, quindi l'interruzione del fuoco dell'arma era possibile.
A quanto ricordo, per consentire ai piloti di trarsi d'impaccio, come extrema ratio, la disposizione delle mitragliatrici scelta dai progettisti giapponesi, consentiva l'uso manuale delle leve di riarmo che sono indicate dalle frecce rosse nell'immagine che segue.
Aggiungo una intervista del 1975 a Sakai che può essere interessante guardare.