Ciao a tutti e buona domenica
Sapevo in cuor mio che il modello avrebbe scatenato l'inferno.
SPILLONEFOREVER ha scritto:Anche io ho notato la linea di giunzione sul bordo d'attacco alare
...in molti hanno visto questo e mi hanno fatto notare quello che è uno strafalcione e devo dire che, quando ho scaricato la foto, anche io sono inorridito!!! Possibile che non mi sia accorto della presenza di un simile cratere????
Ebbene ovviamente sono corso a prendere il modello tirando giù una serie di santi. Ora, io non sono un esperto di metadati, pixel, formati ma il problema è che guardando il modello quella linea non esiste o, almeno, esiste in quanti giunzione di due parti incollate ma è praticamente invisibile. Non so perchè le foto esaltino in questo modo tale linea
SPILLONEFOREVER ha scritto:inoltre i compasso antitorsione delle gambe carrello in silver mentre le ricordo nere come il resto delle gambe.
...avendo usato in pratica solo foto in B/n sicuramente avrò fatto confusione tra i colori ...vedrò di dare un colpetto mirato di nero (ed anche sul cerchione come fatto notare da Cosimino).
Per il resto il modello è totalmente "così come mamma Tamiya l'ha fatto" con l'aggiunta di sole cinture di sicurezza al sedie.
Livrea:
Volevo rappresentare uno Zero così come l'immaginario collettivo lo conosce: grigio con le "palle" rosse. Tutti noi (e non solo) abbiamo visto film come Tora Tora Tora, La Battaglia delle Midway, La squadriglia delle Pecore nere, e qui lo Zero era quello. In una puntata di StarTrek (quello genuino) su un pianeta che faceva materializzare i sogni, il sig. Sulu venne mitragliato da due Zero che erano grigi (perchè nel suo immaginario di uomo del 24° secolo lo Zero era così).
Inoltre ho volontariamente spinto il vissuto per "drammatizzare" e contestualizzarne l'ambiente operativo.
Col mio Zero in pratica ho voluto, o meglio ho cercato, di rappresentare tutti gli Zero "grigi" della guerra. Anche la basetta è stata concepita per questo rappresentando la bandiera della marina imperiale giapponese e non una pista o un ponte di volo.
Io non so questo Zero in particolare quanto sia sopravvissuto e se abbia mai raggiunto tale stato di vissuto ma mi piace pensare che chiunque guardi il modello venga come trasportato nel tempo e possa comprendere la mattanza e la follia di quei tempi.
Forse questo approccio è troppo azzardato parlando di modellismo (in due parole riduttivamente io sempre dico "ma è solo come la vedo io") ma oltre la ricerca storica a me piace anche molto, soprattutto, la ricerca visiva e l'impatto drammatico, da raggiungersi attraverso la verniciatura e trattamenti vari.
Ovviamente "è solo come la vedo io" e tengo sicuramente conto delle critiche mosse, anzi, forse sono io il primo a dire che sicuramente in quel momento storico quello Zero non era così. Diciamo che la mia è una rilettura di un classico
saluti