Però sarebbe una bella base per provare ad invecchiare come dicono gli altri amici, che ne dici????
Una buona occasione per vendicarti

Moderatore: Madd 22
Ciao a tutti,microciccio ha scritto:...Off TopicJacopo ha scritto:... non avevano la tecnolognia per fare in modo che l'hard point cambi l'angolo d'attacco mentre l'ala si "muove"...
PS: affermazione forte Jac. Mi permetto, motivando, di contestarla.![]()
I sovietici erano in grado di sviluppare dei piloni posti sotto le semiali rotanti come avvenne in molti velivoli occidentali, in fondo basta un semplice quadrilatero articolato (nel caso in esame un parallelogramma) che meccanicamente è piuttosto elementare da realizzare ma implica comunque un certo grado di complicazione costruttiva in più rispetto ai piloni fissi.
Il vincolo principale, a quanto ricordo, fu legato alla filosofia costruttia delle macchine belliche dell'ex-Unione Sovietica che, come abbiamo spesso detto anche su questo forum, erano concepite per essere assai più spartane delle occidentali. Questo modo di pensare aveva, come è ovvio lati positivi quali la producibilità semplice che consentiva grossi numeri produttivi, la riparabilità sul campo eseguibile con supporti tutto sommato rudimentali ecc. (in verità, per il tipo di guerra che si prefigurava all'epoca, penso fossero probabilmente scelte efficaci) e negativi come le difficoltà a raggiungere livelli prestazionali di rilievo nella componentistica elettronica (le soluzioni aerodinamiche erano invece talvolta all'avanguardia perché ben studiate dall'Istituto Centrale di Fluidodinamica - ricorderete, anche se l'esempio è successivo, le configurazioni simili di MiG-29 e Su-27 - così come lo studio dell'efficienza termodinamica dei propulsori che però non era supportata da una altrettanto avanzata capacità metallurgica - in altre parole i sovietici erano in grado di progettare motori anche più efficienti di quelli occidentali senza però poterli realizzare - pensiero liberamente adattato e tratto dai racconti di Maria Battiston, docente di Fisica Tecnica del Politecnico di Milano negli anni '80/'90, dopo non so) .
I velivoli sviluppati negli Stati Uniti e in Europa, fin troppo copiona in questo senso, avevano invece elementi tecnologici spinti a limiti estremi che in molti casi manifestavano una eccessiva delicatezza (es.: il propulsore RB199 dei Tornado, pur essendo meccanicamente un gioiellino, è un complicato trialbero, soluzione unica per prodotti similari) rilevabile dalla necessità di lunghi periodi di messa a punto (trovatemi un fly-by-wire che sia diventato operativo rapidamente e non sia mai stato messo a terra) e abbisognante di specialisti preparati e attrezzature sofisticate anche sul campo di battaglia. Altro che rimettere tutto insieme con un pezzo di spago, come si usa dire, e sul campo di battaglia può diventare un elemento fondamentale.
Dilungato troppo, sorry!