

Trae origine da un pezzo francese dello stesso calibro, il 155 mm GPF, fornito agli Stati Uniti nel corso della prima guerra mondiale. Dopo la fine della guerra il pezzo francese fu studiato approfonditamente, modificando soprattutto l'otturatore. Verso la fine degli anni '30, il nuovo cannone fu omologato come M1 155 mm e ne iniziò la produzione. L'affusto era a code divaricabili su due carrelli, uno (anteriore) su cui appoggiavano le code nella marcia con due ruote, l'altro (dalla parte della bocca da fuoco) era su quattro ruote binate. Mentre il carrello anteriore in batteria era tolto e spostato per poter divaricare le code, il carrello posteriore era sollevato, in modo da fornire un contrappeso ed abbassare il baricentro della bocca da fuoco all'atto dello sparo. Alcuni miglioramenti di dettaglio portarono alla versione M1A1 e, poco prima della fine della Seconda guerra mondiale, alla versione M2. Dopo la fine della guerra fu riclassificato come M59. Era capace di scagliare un proietto a circa 30 km di distanza con la massima carica di lancio. In servizio nell’Esercito Italiano dagli Anni ’50 nei Reggimenti di Artiglieria Pesante ,è stato sostituito dall’FH70.