Cedo immediatamente la parola al babbo e alla sua presentazione!
Storia ed evoluzione
Il 20 settembre 1943 a Hatfield, vola il primo prototipo del De Havilland Vampire, prodotto dalla britannica Havilland Aircraft Company.
Continuarono i test fino a tutto il 1944 e solo dopo il 1945 iniziarono a volare i primi esemplari di serie.
Ne verranno costruiti circa 3268 esemplari utilizzati da oltre 30 forze aeree.
Il De Havilland DH.100 Vampire era un caccia monomotore : fu il secondo jet da combattimento britannico ad entrare in servizio (preceduto dal Gloster Meteor), ma, pur volando nella versione di serie nel 1944, non fece in tempo a entrare in linea prima della fine della seconda guerra mondiale.
La lunghezza di soli 9,37 metri lo faceva considerare un “caccia tascabile” e la doppia trave di coda gli dava un aspetto facilmente riconoscibile; a spingere il caccia era un turbogetto a compressore centrifugo montato nella cellula centrale che era veramente l’unica vera innovazione. La struttura era di tipo convenzionale, con ali dritte a profilo sottile, travi e impennaggi in metallo e gondola centrale in legno. Un accoppiamento tipicamente britannico con fusoliera in legno, alluminio e acciaio con il gruppo in metallo costituito dall'ala, dai travi di coda e dagli impennaggi.
Era armato con quattro cannoni da 20mm sotto il muso. La dotazione strumentale era limitata; non vi erano né radar né, all’inizio, seggiolino eiettabile.
Tuttavia le scelte tecniche dei progettisti inglesi non furono, a caso, definite “di sicurezza”. Infatti : la scelta dell’ala dritta invece di una a freccia era dettata sia da cautela sia da esigenze pratiche, per alloggiare il voluminoso motore Goblin, l’evoluzione produttiva dell’H.1. Le due travi di coda consentivano di avere un cono di scarico corto, senza perdite di spinta, e di evitare problemi di impennaggio con i gas roventi. Questo garantiva anche stabilità in caso di avaria al motore. Gli ipersostentatori sul bordo d’uscita e gli aerofreni sul dorso e ventre rendevano la manovra d’atterraggio sicura nonostante l’alta velocità . Altre caratteristiche innovative erano il carrello triciclo anteriore interamente retrattile e la costruzione mista anche se già collaudata.
Tutte queste caratteristiche ne fecero un caccia facile da pilotare, garantendo il non facile passaggio di transizione tra l’elica e i jet che già si affacciavano.
Il Vampire ebbe proprio per questo, una grande diffusione nel dopoguerra, e per molte forze aeree fu il primo velivolo a reazione.
I Vampire italiani
Dovendo sostituire i vetusti P-47, P-38 e P-51, la neonata AM, nel 1949, ebbe la possibilità di poter acquistare e costruire su licenza i DH-100, utilizzando le riserve di sterline della Banca d’Italia, il cui valore era crollato per la svalutazione inglese.
In Italia furono prodotti 195 Vampire FB.52A, dei quali 89 usciti dalla linea di montaggio Macchi ed i restanti dalla FIAT. (FB stava per Fighter Bomber). Insieme a 19 aerei di produzione inglese, equipaggiarono dal 1949 al 1959 la scuola di Amendola, tre stormi (4°(Capodichino), 6° (Ghedi) e 2°(Orio al serio)) ed alcuni reparti minori dell’Aeronautica Militare. I Vampire italiani, oltre ad essere dotati dei quattro cannoni Hispano Mk.V da 20 mm sotto al cokpit, potevano portare 910 Kg di bombe o razzi alloggiati sui 2+2 Hard Point sub alari.
Con quattro Vampire guidati dal tenente Giovan Battista Ceoletta, in seno al 4° Stormo nacque nel 1952 la prima pattuglia acrobatica ufficiale italiana.
Due parole su Ceoletta: alla fine della seconda guerra mondiale all’approdo in AM, annovera due croci di guerra, tre MAVM, una medaglia d’oro al valore aeronautico, medaglia d’oro di lunga navigazione, due di bronzo, una promozione ad ufficiale per merito di guerra e Cavaliere della Repubblica Italiana. Sarà lui a creare il solista e sempre lui ad inventare la bomba.
Nel 1955-56 la Macchi esportò in Egitto 58 Vampire ricondizionati.
Il 1° gennaio 1951 viene ricostituito a Treviso il 6° Stormo a partire dal 155° Gruppo e dotato di velivoli P(F)-51D, il 15 giugno dello stesso anno si traferiscono a Ghedi.
Da ottobre del 1951 iniziarono a rotazione i corsi di addestramento sul velivolo Vampire. I primi 11 DH100 arrivarono a maggio del 1952 ma non essendo ancora ultimata la pista restarono dislocati nelle basi di Capodichino e Amendola. Solamente dopo la parata del 2 giugno i Vampire poterono finalmente atterrare a Ghedi. Il 1° Settembre del 1952, 27 Vampire appartenenti al 6° Gruppo del 4° Stormo, si trasferirono a Ghedi prendendo il nome di 154° Gruppo.
I Vampire del 6° continuarono la loro intensa attività di volo partecipando a Parate, esercitazioni militari e missioni congiunte, questo fino al 1953 quando, con l’arrivo dei primi F-84G, iniziarono ad essere sostituiti.
Il Vampire oggi
Il Vampire esposto presso Volandia con le insegne di un FB.52A del 154° Gruppo del 6° Stormo di Ghedi (BS) è in realtà l’FB.6 n° 668 costruito in Svizzera nel 1952 dalla EFW. Ha prestato servizio con l’aeronautica svizzera con la matricola J-1159. Venduto all’asta nel 1991, è stato acquistato dall’Association Varoise Avions de Collection che lo ha mantenuto in condizioni di volo come F-AZHJ nei colori dell’aviazione di marina francese. Acquistato dalla Fondazione Museo dell’Aeronautica, ha concluso la carriera atterrando a Malpensa l’8 aprile 2010.
Conclusioni finali
Personalmente mi è sempre piaciuto anche se non l’ho né mai visto volare e né ho potuto apprezzarne il suono. Leggendo la sua storia, devo dire che mi hanno stupito la serie importante di incidenti e di inconvenienti che hanno costellato la sua permanenza in AM. Il caccia all’apparenza robusto e massiccio, era, forse, già al limite delle sue prestazioni.
Eppure vedere un pilota ancora con caschetto e tuta Marus del trascorso conflitto, pilotare un aereo che voleva essere all’avanguardia, è, sinceramente una adorabile contraddizione.
Passando al kit trovate tutto nel Wip!
Per quanto riguarda l'impressione generale del kit devo dire che sia io che il Babbo abbiamo sentimenti contrastanti, è si ben dettagliato ma alcune cose avrebbero potuto esser meglio dettagliate, come il sedile e soprattutto per quanto mi riguarda ancora non mi va giù la luce di navigazione.
Per il resto è quasi del tutto da scatola salvo P.E. Eduard, sedile in resina e mascherine per la verniciatura, le decal sono della Italian Kit e attualmente sono le meno peggio! hanno diversi errori di forma e mancano dei numeri individuali nell'intradosso alare.
Il colore è il White alluminium della A-Stand
Per il resto è tutto, come sempre se avete domande siamo qui! spero che vi piaccia!
VAMPIRE 1/48 AIRFIX
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VAMPIRE 1/48 AIRFIX by Jacopo Ferrari, su FlickrP.s. riguardando le foto mi sono accorto che si vede il 10 storto, ora vedo di raddrizzarlo
a presto!





























