FreestyleAurelio ha scritto: ↑28 ottobre 2024, 11:38
In effetti anche a me non è chiara la storia degli elevator.
I velivoli con questa architettura, in quel periodo ricordo avevano l'unico compito di controllare e governare il momento di beccheggio sull'asse del pitch e non del rollio. Quest'ultimo era demandato agli alettoni.
pitchup ha scritto: ↑28 ottobre 2024, 14:21
Ciao
devo ammettere che quando ho visto il colore blu della foto ho pensato al fantomatico RLM 83 interpretato come un blu ultimamente!!!
Poi invece ho visto che dipendeva dalla luce.
Per il resto io invece quando ho realizzato splinter il primo colore lo davo sempre a mano libera e ne mascheravo poi i bordi prima del secondo colore.
Invece vedo che tu sei già geometrico dal primo colore
saluti
credo di aver generato confusione col mio intervento.
Facevo riferimento alle superfici mobili orizzontali di coda (frecce rosse nell'immagine), i cosiddetti equilibratori, non a quelle verticali (frecce verdi), i timoni che non vedevo perché coperte dal nastro.
Entrambi questi tipi di superfici mobili, in una configurazione classica come nel caso del Dornier Do.217, hanno movimento coordinato, cioè si muovono all'unisono nello stesso verso.
Per gli equilibratori recupero l'immagine di un precedente post in cui sono orientati verso il basso, a picchiare (si nota anche l'aletta di compensazione, posta vicino alla radice del bordo d'uscita della superficie mobile, con posizione inversa).
microciccio
Ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare...E tutti quei momenti andranno perduti come lacrime nella pioggia...
Nota: i siti linkati nei miei post hanno il solo scopo di mostrare i prodotti di cui si discute e non vogliono in alcun modo essere sollecitazioni all'acquisto.
microciccio ha scritto: ↑28 ottobre 2024, 18:42
Ciao Bruno,
credo di aver generato confusione col mio intervento.
Facevo riferimento alle superfici mobili orizzontali di coda (frecce rosse nell'immagine), i cosiddetti equilibratori, non a quelle verticali (frecce verdi), i timoni che non vedevo perché coperte dal nastro.
Entrambi questi tipi di superfici mobili, in una configurazione classica come nel caso del Dornier Do.217, hanno movimento coordinato, cioè si muovono all'unisono nello stesso verso.
Per gli equilibratori recupero l'immagine di un precedente post in cui sono orientati verso il basso, a picchiare (si nota anche l'aletta di compensazione, posta vicino alla radice del bordo d'uscita della superficie mobile, con posizione inversa).
microciccio
Buongiorno Paolo
credo invece di aver capito male io dato che citavi gli equilibratori mentre invece mi sono focalizzato sulla posizione non neutra.
Ti posso confermare che tutte le superfici orizzontali sono in posizione neutra. Lo si evince meglio da questa foto che avevo già postato:
Bruno P ha scritto: ↑29 ottobre 2024, 7:35... tutte le superfici orizzontali sono in posizione neutra. ...
microciccio
Ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare...E tutti quei momenti andranno perduti come lacrime nella pioggia...
Nota: i siti linkati nei miei post hanno il solo scopo di mostrare i prodotti di cui si discute e non vogliono in alcun modo essere sollecitazioni all'acquisto.
Il modello è stato completamente dipinto.
I colori mimetici sono l'RLM76 sulle superfici inferiori e RLM74 e RLM75 su quelle superiori e a chiazze su quelle laterali di fusoliera e aree esterne degli impennaggi di coda.
Ho utilizzato gli smalti della AK Color che hanno una finitura semilucida, per cui prima di effettuare le macchie laterali e le desaturazioni nelle zone centrali dei pannelli, sia sopra che sotto, ho dato una mano di trasparente opaco Ultra Matte della AK onde evitare lo spiacevole effetto delle zampe di ragno. Infatti, sia le desaturazioni sia le macchie sono state effettuate con i colori di base schiariti al 40% e diluiti al 90%. Infine con l'RLM74 puro è stata realizzata la macchia di forma squadrata in fusoliera, la dove troverà posto la croce bianca. I vani carrello e le zone interne degli ipersostentatori sono ovviamente in RLM02.
Le immagini non sono di primissima qualità e me ne scuso.
Dopo aver steso una mano di trasparente lucido sono state applicate le decals, davvero poche.
Le insegne di nazionalità sulle superfici inferiori, opportunamente ritagliate, provengono dal kit Italeri mentre quelle sulle superfici superiori e lateralmente in fusoliera sono dipinte. Per esse, e non solo, mi sono rifatto alla seguente foto che riproduce il GG+YG coetaneo di quello invece scelto:
Sarebbe stato un velivolo interessante da riprodurre se non fosse per il fatto che le capottature motore presentano degli sfiati d'aria in uscita sulla parte superiore che eventualmente avrei dovuto realizzare precedentemente.
Il velivolo riprodotto è invece il Do.217N-1 con codice SO+QY: sul web più fonti lo classificano come un N-2 (vedi il disegno qui sotto) ma mi sono affidato al libro di Manfred Grihel che invece lo classifica come N-1. Una delle rare immagini di questo velivolo non risolve completamente i dubbi:
Il codice SO+QY, come per il GG+YG, è l'identificativo radio e non segue dunque la consueta denominazione dei velivoli della Luftwaffe.
Le cifre che riproducono tale codice provengono dal foglio decal FP901 della Fantasy Printshop mentre le svastiche in coda provengono dal foglio 72101G della Techmod.
Dopo l'applicazione delle decals sono state evidenziate le pannellature delle superfici inferiori con i Panel Liner Tamiya: Grigio per le pannellature, Dark Brown per i vani carrello e interni degli ipersostentatori, Black in corrispondenza delle parti mobili di governo Dark Grey per i contorni della stiva bombe.
Le rivettature sono appena percettibili ad uno sguardo attento: è l'effetto che volevo ottenere.
Seguiranno a breve le immagini delle superfici superiori.