Storia di un vecchio plastico
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Storia di un vecchio plastico
Salve a tutti ragazzi, sono Yoshi.
Io e Koboki siamo appassionati di diorami e stiamo realizzando un plastico di ambientazione fantasy per le miniature del Signore Degli Anelli. Sto documentando le varie fasi e credo per il 2027 di poterne pubblicare il resoconto.
Nel frattempo ho pensato di pubblicare un articolo sul nostro precedente plastico (scomparso prematuramente), sperando che le (poche) (e scadenti) foto possano essere utili come spunto riguardo cosa fare e cosa non fare.
Storia di un vecchio plastico
scritto da: Yoshi
fotografie: Yoshi
Questa è la storia del nostro vecchio plastico.
Il fatto è che, un giorno, Koboki viene coinvolto in un incidente stradale e si ritrova bloccato a letto per diverso tempo: qualcuno gli porta un fascicolo di una orrenda versione di Warhammer e allora lui inizia a dipingere miniature. Non sapendo dove appoggiarle, prende un lastrone di polistirolo ed un panno di erba finta e ci appiccica sopra degli alberelli. A questo punto entro in scena io, che disgustato dalla grossolana struttura, inizio a modellare una montagna assemblando delle lastre di polistirolo a muzzo e bruciacchiandole con l'accendino.
Delle mirabolanti imprese che compimmo di lì in poi vi parlerò in seguito, fatto sta che il plastico è stato mangiato dai topi.
Insomma, non c'è niente da ridere! Purtroppo Koboki non è proprio quello che si dice una persona accorta, e succede che, dopo anni di cazzeggio a tempo perso, ci ritroviamo senza stanza da utilizzare. Il plastico viene <b>accuratamente</b> ritirato da Koboki, ed io me ne frego. Passa qualche anno e capita che io mi ritrovi una stanza in piu': decidiamo allora di rispolverare il vecchio plastico per riprendere i lavori. Dovesse mai capitarvi, evitate di ritirare senza imballarli dei pannelli di compensato e polistirolo in uno scatolone, senza sigillarlo, appoggiandolo su un vecchio armadio in una rimessa in campagna, vicino al mangime per le galline ed i conigli. Dovesse mai capitarvi.
Beh, perlomeno quando abbiamo aperto lo scatolone i topi erano già morti.
Come ho già detto, questo è un breve resoconto di quanto facemmo fino al disgraziato episodio, alla memoria del nostro vecchio plastico.
Iniziamo a fare polvere
Un pannello di polistirolo da un metro e mezzo per ottanta fa un casino di briciole. Anche la balsa, tagliata con un coltello da cucina su di un mobiletto da computer scassato, fa un bel po' di polvere. La mamma di Koboki guardava di sbieco il nostro plastico. Non sa apprezzare l'arte, quella donna.
Koboki scavò un piccolo fiume (una roggia) di traverso, e lo dipinse di blu. Gli alberelli, oltre ad essere cari come il fuoco, erano poco adatti alle miniature utilizzate perchè realizzati sulla stessa scala dei trenini elettrici.
Le miniature erano le prime dipinte da Koboki dell'edizione del Signore degli Anelli della de Agostini, più qualche intruso dei vecchi fascicoli di una di Warhammer. A Koboki piacevano molto i nanetti, anche se a me sembravano grezzi e privi di raffinatezza. Già, Koboki era nel frattempo passato ai fascicoli di SdA, decisamente molto più curati. Decidemmo però di tenere gli scheletri, a quel tempo dipinti di un bianco perlaceo che ne smussava le forme nascondendo però i particolari.
Come usare tanta balsa
Costruite una struttura larga 40 centimetri, alta quasi 20 e ben spessa. Fatele un bel portone, un ponte levatoio, merli begli spessi; una passatoia ed una bella scala per raggiungerla; ricopritela di grossi mattoni di balsa. Ecco che avrete usato un casino di legno.
Questo castello un po' fanciullesco nacque per fare compagnia alla torre, la nostra prima costruzione. Il complesso era sproporzionato, assurdo e decorato: ne siamo tutt'ora molto orgogliosi. Investimmo moltissimo tempo (e anche abbastanza lavoro) sulla cura dei particolari: il mio castello era dotato di ingresso con inferriata e ponte levatoio, collegato con delle catene ad un verricello (che girava); aveva sul retro una scalinata (con gradini enormi) che portava sulle mura, dotate di merli possenti. La parte posteriore era pavimentata con graziosissime pietre smussate ricoperte di erbetta ben tenuta, mentre l'edera si abbarbicava tra le fessure delle mura... Insomma era un po' da maniaci del ricamo e un po' giocattolo per bambini.
Castello e torre furono anche e soprattutto gli oggetti di ogni prova che facessimo, dai mattoni allo stucco. Alla mamma di Koboki non piaceva lo stucco.
La torre nacque da un parallelepipedo di balsa inizialmente costruito da Koboki, al quale applicai una testa ottagonale merlata e delle bordature per ispessirla e darle una struttura più massiccia. A quel tempo ero un vero e proprio maniaco del taglio della balsa. Iniziammo ad attaccare i pezzettini di balsa di scarto come mattoni: grave errore! Fummo infatti costretti a finirla in quel modo. Se incollare qualche mattoncino di legno può essere un'attività rilassante, ritagliarne e carteggiarne a centinaia non lo è tanto. C'è da dire che non avevamo fretta.
Come dettagli costruii un paio di finestre ed un balcone massiccio e pieno di particolari. La tettoia (estraibile per infilarci la miniatura) era composta da un telaio e da quelle bellissime placchette di rame che non so da dove fossero arrivate.
[continua]
Io e Koboki siamo appassionati di diorami e stiamo realizzando un plastico di ambientazione fantasy per le miniature del Signore Degli Anelli. Sto documentando le varie fasi e credo per il 2027 di poterne pubblicare il resoconto.
Nel frattempo ho pensato di pubblicare un articolo sul nostro precedente plastico (scomparso prematuramente), sperando che le (poche) (e scadenti) foto possano essere utili come spunto riguardo cosa fare e cosa non fare.
Storia di un vecchio plastico
scritto da: Yoshi
fotografie: Yoshi
Questa è la storia del nostro vecchio plastico.
Il fatto è che, un giorno, Koboki viene coinvolto in un incidente stradale e si ritrova bloccato a letto per diverso tempo: qualcuno gli porta un fascicolo di una orrenda versione di Warhammer e allora lui inizia a dipingere miniature. Non sapendo dove appoggiarle, prende un lastrone di polistirolo ed un panno di erba finta e ci appiccica sopra degli alberelli. A questo punto entro in scena io, che disgustato dalla grossolana struttura, inizio a modellare una montagna assemblando delle lastre di polistirolo a muzzo e bruciacchiandole con l'accendino.
Delle mirabolanti imprese che compimmo di lì in poi vi parlerò in seguito, fatto sta che il plastico è stato mangiato dai topi.
Insomma, non c'è niente da ridere! Purtroppo Koboki non è proprio quello che si dice una persona accorta, e succede che, dopo anni di cazzeggio a tempo perso, ci ritroviamo senza stanza da utilizzare. Il plastico viene <b>accuratamente</b> ritirato da Koboki, ed io me ne frego. Passa qualche anno e capita che io mi ritrovi una stanza in piu': decidiamo allora di rispolverare il vecchio plastico per riprendere i lavori. Dovesse mai capitarvi, evitate di ritirare senza imballarli dei pannelli di compensato e polistirolo in uno scatolone, senza sigillarlo, appoggiandolo su un vecchio armadio in una rimessa in campagna, vicino al mangime per le galline ed i conigli. Dovesse mai capitarvi.
Beh, perlomeno quando abbiamo aperto lo scatolone i topi erano già morti.
Come ho già detto, questo è un breve resoconto di quanto facemmo fino al disgraziato episodio, alla memoria del nostro vecchio plastico.
Iniziamo a fare polvere
Un pannello di polistirolo da un metro e mezzo per ottanta fa un casino di briciole. Anche la balsa, tagliata con un coltello da cucina su di un mobiletto da computer scassato, fa un bel po' di polvere. La mamma di Koboki guardava di sbieco il nostro plastico. Non sa apprezzare l'arte, quella donna.
Koboki scavò un piccolo fiume (una roggia) di traverso, e lo dipinse di blu. Gli alberelli, oltre ad essere cari come il fuoco, erano poco adatti alle miniature utilizzate perchè realizzati sulla stessa scala dei trenini elettrici.
Le miniature erano le prime dipinte da Koboki dell'edizione del Signore degli Anelli della de Agostini, più qualche intruso dei vecchi fascicoli di una di Warhammer. A Koboki piacevano molto i nanetti, anche se a me sembravano grezzi e privi di raffinatezza. Già, Koboki era nel frattempo passato ai fascicoli di SdA, decisamente molto più curati. Decidemmo però di tenere gli scheletri, a quel tempo dipinti di un bianco perlaceo che ne smussava le forme nascondendo però i particolari.
Come usare tanta balsa
Costruite una struttura larga 40 centimetri, alta quasi 20 e ben spessa. Fatele un bel portone, un ponte levatoio, merli begli spessi; una passatoia ed una bella scala per raggiungerla; ricopritela di grossi mattoni di balsa. Ecco che avrete usato un casino di legno.
Questo castello un po' fanciullesco nacque per fare compagnia alla torre, la nostra prima costruzione. Il complesso era sproporzionato, assurdo e decorato: ne siamo tutt'ora molto orgogliosi. Investimmo moltissimo tempo (e anche abbastanza lavoro) sulla cura dei particolari: il mio castello era dotato di ingresso con inferriata e ponte levatoio, collegato con delle catene ad un verricello (che girava); aveva sul retro una scalinata (con gradini enormi) che portava sulle mura, dotate di merli possenti. La parte posteriore era pavimentata con graziosissime pietre smussate ricoperte di erbetta ben tenuta, mentre l'edera si abbarbicava tra le fessure delle mura... Insomma era un po' da maniaci del ricamo e un po' giocattolo per bambini.
Castello e torre furono anche e soprattutto gli oggetti di ogni prova che facessimo, dai mattoni allo stucco. Alla mamma di Koboki non piaceva lo stucco.
La torre nacque da un parallelepipedo di balsa inizialmente costruito da Koboki, al quale applicai una testa ottagonale merlata e delle bordature per ispessirla e darle una struttura più massiccia. A quel tempo ero un vero e proprio maniaco del taglio della balsa. Iniziammo ad attaccare i pezzettini di balsa di scarto come mattoni: grave errore! Fummo infatti costretti a finirla in quel modo. Se incollare qualche mattoncino di legno può essere un'attività rilassante, ritagliarne e carteggiarne a centinaia non lo è tanto. C'è da dire che non avevamo fretta.
Come dettagli costruii un paio di finestre ed un balcone massiccio e pieno di particolari. La tettoia (estraibile per infilarci la miniatura) era composta da un telaio e da quelle bellissime placchette di rame che non so da dove fossero arrivate.
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Re: Storia di un vecchio plastico
Un ingegnere è sempre un ingegnere
Il plastico iniziale, realizzato su una semplice lastra di polistirolo, era poco maneggevole e si sbriciolava facilmente. La mia indole ingegneristica non mi lasciò altra scelta che progettare un plastico suddiviso in basette quadrate indipendenti: scambiandole e ruotandole avremmo potuto ottenere combinazioni infinite! (ehm)... costruii 4 scatole di 66 cm di lato, non perchè sia satanista ma perchè quella era la massima porzione di vecchio plastico che potevamo riciclare in una singola basetta. Inoltre mettendo 3 basette in fila si ottiene un rettangolo di 2 metri di lunghezza (vi interessa?). E devo dire che l'effetto che dava una singola basetta era molto bello. Insomma, quella misura si è rivelata così perfetta che le ne nuove basette le faremo di 50 cm di lato.
La prima basetta era composta da un prato pianeggiante ed un piccolo rivo che l'attraversava su un lato. Il ponticello era carino ma secondo me un po' sproporzionato.
Secondo i progetti, la seconda basetta doveva contenere una zona rialzata, estesa quanto un intero lato, di modo da poterla legare con una successiva altra basetta collinare. Il lato opposto era occupato da un laghetto, collegabile con il rivo della prima basetta. Dal laghetto partiva una grotta rocciosa, solida, profonda e talmente sicura da essere stata scelta come tomba da un topo... L'accesso all'altopiano avveniva tramite una ripida salita erbosa.
Il tema principale della seconda basetta furono senz'altro i sassi di polistirolo: ne fabbricai a tonellate (in scala).
[continua]
Il plastico iniziale, realizzato su una semplice lastra di polistirolo, era poco maneggevole e si sbriciolava facilmente. La mia indole ingegneristica non mi lasciò altra scelta che progettare un plastico suddiviso in basette quadrate indipendenti: scambiandole e ruotandole avremmo potuto ottenere combinazioni infinite! (ehm)... costruii 4 scatole di 66 cm di lato, non perchè sia satanista ma perchè quella era la massima porzione di vecchio plastico che potevamo riciclare in una singola basetta. Inoltre mettendo 3 basette in fila si ottiene un rettangolo di 2 metri di lunghezza (vi interessa?). E devo dire che l'effetto che dava una singola basetta era molto bello. Insomma, quella misura si è rivelata così perfetta che le ne nuove basette le faremo di 50 cm di lato.
La prima basetta era composta da un prato pianeggiante ed un piccolo rivo che l'attraversava su un lato. Il ponticello era carino ma secondo me un po' sproporzionato.
Secondo i progetti, la seconda basetta doveva contenere una zona rialzata, estesa quanto un intero lato, di modo da poterla legare con una successiva altra basetta collinare. Il lato opposto era occupato da un laghetto, collegabile con il rivo della prima basetta. Dal laghetto partiva una grotta rocciosa, solida, profonda e talmente sicura da essere stata scelta come tomba da un topo... L'accesso all'altopiano avveniva tramite una ripida salita erbosa.
Il tema principale della seconda basetta furono senz'altro i sassi di polistirolo: ne fabbricai a tonellate (in scala).
[continua]
Ultima modifica di Yoshitsune il 3 marzo 2009, 23:32, modificato 1 volta in totale.
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Re: Storia di un vecchio plastico
Evoluzioni
La nostra escalation sembrava non avere mai fine: esaltati dagli ottimi (...) risultati ottenuti con lo stucco non potemmo più accontentarci dei miseri alberi fuori scala. I mirabolanti fascicoli di SdA ci vennero in aiuto con una tecnica per costruire nuovi e portentosi alberi: intrecciare del filo di ferro, foderarlo con nastro adesivo di carta e ricoprire di stucco; dipingere ed appiccicare le fronde. Le fronde le realizzammo strappando dei pezzettini di spugna e pucciandoli nel colore diluito.
La preparazione richiede diverso tempo, ma pensiamo tuttora che ne valga la pena.
Realizzamo cinque alberi, con fronde verdi, rosse e marroni, ed il tronco di un gigante sul quale ci sarebbe piaciuto costruire una serie di piattaforme per gli elfi o gli uomini di Rohan.
L'ultima costruzione che realizzai fu la torre d'assedio, in questa foto ancora in fase di completamento.
Morale
Questa storia ci insegna a: ritirare con cura le cose, non aspettare che altri facciano quello che dovremmo fare noi, non usare troppa balsa, prendere la vita con filosofia.
.
La nostra escalation sembrava non avere mai fine: esaltati dagli ottimi (...) risultati ottenuti con lo stucco non potemmo più accontentarci dei miseri alberi fuori scala. I mirabolanti fascicoli di SdA ci vennero in aiuto con una tecnica per costruire nuovi e portentosi alberi: intrecciare del filo di ferro, foderarlo con nastro adesivo di carta e ricoprire di stucco; dipingere ed appiccicare le fronde. Le fronde le realizzammo strappando dei pezzettini di spugna e pucciandoli nel colore diluito.
La preparazione richiede diverso tempo, ma pensiamo tuttora che ne valga la pena.
Realizzamo cinque alberi, con fronde verdi, rosse e marroni, ed il tronco di un gigante sul quale ci sarebbe piaciuto costruire una serie di piattaforme per gli elfi o gli uomini di Rohan.
L'ultima costruzione che realizzai fu la torre d'assedio, in questa foto ancora in fase di completamento.
Morale
Questa storia ci insegna a: ritirare con cura le cose, non aspettare che altri facciano quello che dovremmo fare noi, non usare troppa balsa, prendere la vita con filosofia.
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- Che Genere di Modellista?: Prediligo i Jet moderni ma non rifiuto qualche bella elica! cultore sfegatato dei velivoli IAF, perdo completamente la testa di fronte al mio amore di sempre... il mitico F-104!
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Re: Storia di un vecchio plastico



ma quanto era grosso?? un monolcale??! che gran bel lavorone ragazzi! complimenti...

-
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Re: Storia di un vecchio plastico
Uh uh in realtà completammo solo 3 basette, per cui la massima estensione raggiunta fu 200 x 66!
Adesso stiamo lavorando su un nuovo plastico composto da basette di 50 cm di lato, sto preparando
una rocca che dovrà (dovrebbe) estendersi su 4 basette!
Intanto grazie mille per i complimenti, sono felice che il nostro vecchio lavoro sia piaciuto!
Adesso stiamo lavorando su un nuovo plastico composto da basette di 50 cm di lato, sto preparando
una rocca che dovrà (dovrebbe) estendersi su 4 basette!
Intanto grazie mille per i complimenti, sono felice che il nostro vecchio lavoro sia piaciuto!
- pitchup
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Re: Storia di un vecchio plastico
Ciao a tutti
Mamma mia ragazzi che lavorone!
A me piace un sacco, traspare l'entusiasmo del progetto che si realizza man mano!
bravi
saluti
Massimo da Livorno
Mamma mia ragazzi che lavorone!

A me piace un sacco, traspare l'entusiasmo del progetto che si realizza man mano!
bravi
saluti
Massimo da Livorno
- simmons
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Re: Storia di un vecchio plastico
Fantastico!!!!!!
più sono grossi e più sono belli!!! chissà che scena facevano tutti affiancati!!!
la tecnica degli alberi la conoscevo ma non ci ho mai provato.
che ne diresti di fare un articoletto per il sito così da poter dare una seconda versione di quello che ho fatto io???
sarebbe bello creare uno standard e lavorarci su così da poterci riunire un giorno e unire tutti i pezzi!!!!!!! per creare LA TERRA DIORAMA!!!
ah ah
Ciao e ancora complimenti!
più sono grossi e più sono belli!!! chissà che scena facevano tutti affiancati!!!
la tecnica degli alberi la conoscevo ma non ci ho mai provato.
che ne diresti di fare un articoletto per il sito così da poter dare una seconda versione di quello che ho fatto io???
sarebbe bello creare uno standard e lavorarci su così da poterci riunire un giorno e unire tutti i pezzi!!!!!!! per creare LA TERRA DIORAMA!!!

ah ah
Ciao e ancora complimenti!
- flankedd
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Re: Storia di un vecchio plastico
lavoro eccezzionale....bellissimo, ma una domanda...dove li tenete sti bestioni...? 

-
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Re: Storia di un vecchio plastico
flankedd:
quelli vecchi furono sbranati da topi assassini
, ed hanno avuto un funerale di fuoco
le nuove basette sono da 50x50 cm, ho preparato 6 scatole e stiamo lavorando su 2; adesso
devo fare qualcosa per poterle appoggiare, per cui pensavo di comprarmi 2 cavalletti (dal
Brico li trovo al max a 5 euro l'uno) e un bell'asse da 100x150 (che costa una bella fucilata).
C'e' da dire che le scatole vecchie le avevo verniciate con l'impregnante, e mi sembravano
cosi' belle che le avrei tenute pure in salotto (ma mi rendo conto che, come si dice, ogni
scarafone è bello a mamma sua), quelle nuove non le ho verniciate perchè sono pigro,
avevo fretta di iniziare a riempirle, ed essendo inverno fa freddo...
simmons:
questa volta sono partito per tempo e sto cercando di curare decentemente le foto! Ho intenzione
di documentare tutti i nostri lavori, l'unico problema è che mi sa tanto faremo tempo a diventare
vecchi prima che li finiamo!
A parte gli scherzi (ma neanche tanto) abbiamo quasi finito il secondo albero; il primo è stato fatto
in fretta con la tecnica vecchia, per il secondo stiamo lavorando sulle fronde perchè non siamo più
tanto soddisfatti di usare la semplice spugna; ho pensato di adottare un mix delle due tecniche,
incollando del flock sui pezzetti di spugna strappati. Sembra che le fronde vengano in maniera
fantastica, ma abbiamo qualche difficoltà nel far stare il flock attaccato alla spugna (stiamo facendo
qualche prova col vinavyl).
In futuro non si sa mai che riusciamo davvero a standardizzare, vi dico che gia' solo ruotando e combinando
le 3 vecchie basette (pianura, collina, pianura con fiume) potevamo ottenere più di 10 scenari diversi,
immaginate con 9 o 12!
Grazie ancora a tutti per il supporto! Speriamo di continuare a migliorare!
Yoshi
quelli vecchi furono sbranati da topi assassini


le nuove basette sono da 50x50 cm, ho preparato 6 scatole e stiamo lavorando su 2; adesso
devo fare qualcosa per poterle appoggiare, per cui pensavo di comprarmi 2 cavalletti (dal
Brico li trovo al max a 5 euro l'uno) e un bell'asse da 100x150 (che costa una bella fucilata).
C'e' da dire che le scatole vecchie le avevo verniciate con l'impregnante, e mi sembravano
cosi' belle che le avrei tenute pure in salotto (ma mi rendo conto che, come si dice, ogni
scarafone è bello a mamma sua), quelle nuove non le ho verniciate perchè sono pigro,
avevo fretta di iniziare a riempirle, ed essendo inverno fa freddo...
simmons:
questa volta sono partito per tempo e sto cercando di curare decentemente le foto! Ho intenzione
di documentare tutti i nostri lavori, l'unico problema è che mi sa tanto faremo tempo a diventare
vecchi prima che li finiamo!
A parte gli scherzi (ma neanche tanto) abbiamo quasi finito il secondo albero; il primo è stato fatto
in fretta con la tecnica vecchia, per il secondo stiamo lavorando sulle fronde perchè non siamo più
tanto soddisfatti di usare la semplice spugna; ho pensato di adottare un mix delle due tecniche,
incollando del flock sui pezzetti di spugna strappati. Sembra che le fronde vengano in maniera
fantastica, ma abbiamo qualche difficoltà nel far stare il flock attaccato alla spugna (stiamo facendo
qualche prova col vinavyl).
In futuro non si sa mai che riusciamo davvero a standardizzare, vi dico che gia' solo ruotando e combinando
le 3 vecchie basette (pianura, collina, pianura con fiume) potevamo ottenere più di 10 scenari diversi,
immaginate con 9 o 12!
Grazie ancora a tutti per il supporto! Speriamo di continuare a migliorare!
Yoshi