L’antefatto
Per capire le origini dei dissapori tra USA e Libia bisogna risalire ad una quindicina d’anni prima, quando nel 1973 la Libia rivendicò gran parte del Golfo della Sirte (a sud di Latitudine 31 ° 30 ′) come sue acque territoriali e tracciando successivamente una "linea di morte", il cui attraversamento avrebbe provocato una risposta militare. Gli Stati Uniti non hanno mai riconosciuto le rivendicazioni territoriali della Libia continuando ad oltrepassare la linea, il che ha portato a scontri nell'agosto 1981 (con l’abbattimento di una coppia di Su22 libici da parte di 2 F-14 del VF-41) e nel marzo 1986 (con l’affondamento di motovedette libiche a seguito di lancio di missili antiaerei contro velivoli americani in azione di pattugliamento nello spazio aereo conteso). Un attacco terroristico in una discoteca di Berlino Ovest che ha ucciso due soldati americani il 5 aprile 1986 è stato collegato alla Libia e ha spinto gli Stati Uniti dieci giorni dopo ad una ritorsione su vasta scala con quella che venne denominata Operazione El Dorado Canyon.
L’ingaggio
La mattina del 4 gennaio 1989, l'USS John F. Kennedy stava navigando verso il Mediterraneo orientale diretta al porto di Haifa, in Israele. La portaerei era a più di 120 miglia (190 km) a nord della Libia ed in quel momento aveva diversi aerei che operavano a circa 80 miglia (130 km) a nord del paese.
Gli aeromobili della Kennedy erano impegnati in un’esercitazione e la squadra comprendeva diversi A-6 Intruder, due coppie di F-14 Tomcat del VF-14 e VF-32 in missione CAP e un E-2 Hawkeye del VAW-126 in funzione AWACS.
La CAP situata ad EST era costituita da due F-14 del VF-32, I segnali di chiamata degli aerei erano:
Gypsy 207 (BuNo. 159610; Pilota Cdr. Joseph Bernard Connelly, RIO Cdr.Leo F. Enwright)
Gypsy 202 (BuNo. 159437; Pilota Lt. Herman “Munster” C. Cook III, RIO Lt.Cdr. Steven Patrick Collins).
Alle 11:55 ora locale, l'E-2 rileva due MiG-23 Flogger libici decollare dall'aeroporto di Al Bumbah, vicino a Tobruk, dirigendosi a nord verso gli aeromobili statunitensi.
Gli F-14 del VF-32 furono diretti a intercettare i MiG-23, mentre gli F-14 del VF-14 vennero destinati alla copertura degli A-6 in rientro a bordo della JFK.
Usando i loro radar AWG-9, gli F-14 iniziarono a tracciare i MiG-23, che a questo punto si trovavano a 72 miglia nautiche di distanza, a un'altitudine di 8000 piedi, e viaggiavano a una velocità di 420 nodi.
A differenza di alcuni precedenti incontri aerei, in cui i piloti libici avevano ricevuto l'ordine di tornare indietro dopo aver rilevato un segnale di rilevamento radar da parte degli F-14, i MiG-23 hanno continuato a avvicinarsi ai velivoli americani con un approccio frontale.
Mentre entrambe le coppie di avversari convergevano, l'E-2 monitorava l’attività nell'area ed altri aeromobili (probabilmente RC-135) ascoltavano le comunicazioni radio tra i MiG-23 e i loro controllori di terra, e sentirono i libici ricevere istruzioni per intercettare gli F-14 guidati da una stazione radar di Al Bumbah.
Alle 11:58, gli F-14 virarono a sinistra, lontano dai MiG-23, per saggiare le intenzioni dei libici.
Sette secondi dopo i MiG-23 virarono a loro volta scendendo di quota per riposizionarsi frontalmente al nemico.
A questo punto, gli equipaggi dell'F-14 iniziarono a impiegare tattiche che avrebbero ridotto l'efficacia dei radar del MiG-23 e dei missili Apex AA-7 che potenzialmente trasportavano.
Gli F-14 iniziarono a scendere da 20.000 piedi (6.100 m) a 3.000 piedi (910 m) per volare più in basso dei caccia libici, eseguendo contemporaneamente un’altra virata a sinistra.
Pochi istanti dopo che gli F-14 hanno creato un offset di 30 gradi, i MiG-23 hanno virato per rimettersi in rotta di collisione accelerando a 500 nodi (930 km/h).
I piloti ricevettero l’ordine dal comando AW l'autorità di sparare se ritenevano che i MiG-23 fossero ostili, per provare questo gli F-14 si allontanarono altre due volte dal MiG-23 in avvicinamento, ma ogni volta gli aerei libici tornavano verso di loro per un approccio frontale.
Gli equipaggi americani armarono i loro missili quando i velivoli avversari si trovavano a meno di 32 miglia di distanza e si avvicinavano a una velocità di 1.000 nodi (1.900 km / h).
A una distanza di circa 14 miglia nautiche (26 km), il pilota di Gipsy 207, il comandante Joseph Connelly, fece una chiamata radio al comandante del gruppo AW per vedere se c'erano altre informazioni riguardo ai MiG-23 senza ricevere risposta.
Alle 12:01:20 da una distanza di 12 miglia nautiche (22 km), Enwright lanciò un AIM-7 che sorprese Connelly, che non si aspettava di vedere un missile partire dal suo aereo, ma lo Sparrow non riuscì a seguire il bersaglio.
A circa 10 miglia nautiche (19 km), Enwright lanciò un secondo AIM-7, ma anche questo non riuscì a raggiungere il suo obiettivo.
I MiG-23 continuarono a volare direttamente verso i Tomcat a 550 nodi (1.020 km / h), gli F-14 eseguirono una manovra difensiva, in cui entrambi gli aerei viravano in direzioni opposte, ed entrambi i libici a questo punto virarono a sinistra in direzione di Gypsy 202.
Mentre Gypsy 207 si preparava ad una virata a destra per andare all’inseguimento dei MiG-23 che fronteggiavano Gipsy 202, il Lt.Cdr Steven Collins, RIO di Gypsy 202, lanciava un AIM-7 da circa cinque miglia di distanza abbattendo con successo uno degli aerei libici.
Dopo aver eseguito una brusca virata a destra, Gypsy 207 guadagnava una posizione favorevole nel quadrante posteriore del MiG-23 superstite lanciando un Sidewinder mentre il Flogger eseguiva una virata a sinistra e ad una distanza di un chilometro e mezzo, abbattendolo.
Gli F-14 a questo punto tornarono verso la JFK, confermando l’avvistamento di entrambi i paracadute dei piloti libici ed il successivo ammaraggio. Non è noto se l'Aeronautica libica sia stata in grado di recuperarli con successo.
Il giorno seguente, la Libia accusò gli Stati Uniti di aver attaccato due aerei da ricognizione disarmati che erano in missione di routine sulle acque internazionali. Il leader libico Gheddafi chiese una sessione di emergenza delle Nazioni Unite per affrontare l'incidente. Gli Stati Uniti affermarono che gli equipaggi aerei americani agirono per legittima difesa a causa di dimostrazioni di intenti ostili da parte degli aerei libici. Due giorni dopo l’incidente, il Pentagono pubblicò fotografie tratte dalle videocassette sugli F-14 che, secondo gli analisti dell'intelligence navale statunitense, mostravano uno dei MiG-23 armato con due missili Apex AA-7 e due missili Afid AA-8. Le immagini furono usate per dimostrare che i libici erano armati e contribuirono a sostenere la posizione degli Stati Uniti secondo cui i MiG-23 erano ostili.
Tutto questo preambolo (che si può trovare anche su Wikipedia), per introdurre il WIP che prevede di dare un senso alla catapulta in costruzione, quindi ormai avrete capito che si tratterà dell’F-14A BuNo.159437 (103° esemplare costruito) denominato Gipsy 202.
Questo aereo appartiene al block 80, ma deve aver subito vari interventi nel corso della sua vita, quindi nel 1989 presentava alcune differenze rispetto a quello cui siamo abituati;
Gun Vent di primo tipo, con 7 sfiati alettati invece dei 2 soliti
Derive con rinforzo sagomato invece dei 3 originali di forma vagamente esagonale (particolare ben descritto e riprodotto nel WIP di Valerio su “Fast Eagle 107”)
Cerchioni di secondo tipo (almeno così sembra da tutte le foto che ho consultato).
Fonte: Wikimedia Commons
Fonte: Airliners.net
Il Kit:
Ho scelto la scatola Hobbyboss in 1/48, mi sarebbe piaciuto fare il Tamiya ma non sarebbe stato possibile farlo in posizione di lancio, se non a prezzo di una lunga e laboriosa conversione delle ali.
Il kit a prima vista sembra ben fatto, ma ad un più attento esame si notano alcune mancanze non di poco conto, un’eccessiva semplificazione della copertura del cruscotto posteriore e la mancanza di dettaglio della zona motori sono le prime cose che saltano all’occhio.
Di contro, ci sono rivettature in abbondanza, su ali e stabilizzatori i progettisti si sono sbizzarriti… magari ci sono anche nella realtà ma si tratta di rivettature a filo, quindi pressochè invisibili (stesso “errore” dello Starfighter Hasegawa nel troncone di coda e sulle ali).
I rinforzi sulle derive ci sono, così come i cerchioni di secondo tipo; quello che manca è il Gun Vent e il sensore TCS sotto il radome, quest’ultimo lo posso recuperare nella scatola dei pezzi avanzati da altri kit, ma il Gun Vent devo per forza ricostruirlo.
Pe quel che riguarda le prese d’aria vedrò se sarà possibile correggere qualcosa nell’inclinazione della parte inferiore, che gli stampisti di HB hanno toppato di brutto.
Capitolo aftermarket:
Essendo il velivolo con canopy chiuso non ho ritenuto necessario sostituire il cockpit o parte di esso, necessarie invece le decals Furball e gli scarichi Aires (quelli del kit sono passabili esternamente ma dovrebbero essere assottigliati e dettagliati all’interno); per i piloti ho dei pupazzetti Hasegawa nel cassetto degli avanzi ed userò quelli, il problema è che i caschi del VF-32 non sembrano essere decorati, quindi saranno desolatamente bianchi.
Tornando al kit il dettaglio superficiale sembra buono, con pannellature finemente incise (anche troppo) e rivettature in negativo (anch’esse poco visibili, ho già dei pensieri per i lavaggi).
Le prove a secco per ora le ho fatte solo sulle coperture del cannone e sono abbastanza precise,tant'è che mentre c'ero le ho anche incollate direttamente. Di sicuro non è un Tamiya e qualcosa bisogna stuccare; certo se ci fosse stata la seconda possibilità di una semifusoliera sinistra non sventrata (come ha fatto Kinetic per l'Hornet solo per la presenza di un faro laterale) sarebbe stato molto meglio. Per le stuccature, a differenza del solito, complice il fatto che le fessure erano veramente piccole, ho optato per lo sprue stirato incollato con tappo verde, questo mi aiuterà nella fase di ripasso delle pannellature.
Sempre sulla semifusoliera anteriore in corrispondenza del gradino del RIO c'è una specie di piastra di rinforzo che non ho visto in in nessuna delle foto consultate, quindi mi sono limitato a spianarla senza sensi di colpa...
Le ali e gli stabilizzatori non mi piacevano proprio con tutti quei rivetti, quindi ancor prima di staccare i pezzi dall'albero mi sono armato di primer Tamiya e li ho tappati applicandolo con uno stecchino formando un cordolo spesso che poi ho eliminato con una lama affilata e rifinito con una lima da unghie.
Stabilito che il Gun vent era da modificare ho preso un pezzo di plasticard da 1mm e l'ho scaldato con il phon 500° dandogli la curvatura avvolgendolo ad un'asta metallica cilindrica, ho disegnato la forma ricalcando l'originale del Kit e ho praticato i fori di massima per gli sfiati. Lavorare così in piccolo non è semplice, infatti i fori sono venuti un pò sovradimensionati, ma ciò mi ha permesso di giocare sugli ingombri in fase di realizzazione delle alettature; alla fine sono riuscito a fare qualcosa di decente, ma le dimensioni delle alette degli sfiati sono troppo grandi e rifarò il pezzo con del plasticard più sottile.
Ho scoperto poi che in commercio esiste il pezzo in resina quickboost, ma è dedicato al Tamiya e guardando le differenze sembra essere decisamente più largo ma più basso del pezzo HB; poco male, il mio non sarà perfetto ma non ci perderò il sonno.
Per ora è tutto