Psycho ha scritto:Non ti dico quanto sono contento di vedere che ti sei autocostruito i raggi!! Ho sempre trovato queste auto affascinanti ma non ho mai portato avanti un progetto perchè non sapevo come migliorare i raggi delle ruote dei vari kit, spesso stampati o fotoincisi e, fidati, fotoincisi non rendono bene quanto i tuoi fili di cotone! Vero che adesso ci spieghi come si fa?

Stima +1000 per il lavoro che hai eseguito!

Ok, io lo spiego - tanto mica l'ho brevettato! - ma gli straordinari chi me li paga?
Scherzi a parte, son qui per imparare, anche se tento di dare qualcosa in contraccambio non andrò comunque mai in pari con tutti voi.
Meno male che durante la costruzione ho scattato quell'unica foto postata in precedenza che già in pratica spiega tutto, comunque ho predisposto alla bellemeglio qualche immagine aggiuntiva, sperando possa chiarire ulteriormente il procedimento.
Premetto che il sistema impiegato nel kit, che utilizza un elemento trasparente per simulare i raggi ruota, è persino commovente nella sua semplicità, ma purtroppo inadatto per gli standard odierni:
Svantaggi:
1- il metodo è pensato per questo kit specifico, probabilmente lo si può adattare per altri ma sicuramente non ha valore modellistico universale;
2- richiede una discreta mole di pazienza, tempo, impegno, dedizione e lavoro... ossia gli elementi base che ogni modellista già applica!
3- non prevede fotoincisioni.
Vantaggi:
1- si utilizzano materiali ed attrezzi comuni;
2- il costo è prossimo allo zero;
3- vuoi mettere la soddisfazione di farteli tu?
Per iniziare, decidiamo quale materiale vogliamo utilizzare per i raggi. Io li ho fatti con del sottile filo di cotone da cucito "rubato" a mia mamma, che funziona abbastanza bene (il filo, mica la mamma, che oramai poverina è anziana e piena d'acciacchi: flessibile, resistente, di sezione costante e senza "pelucchi" sporgenti visibili ad occhio nudo), ma basta la fantasia per trovarne di certo molti altri, con relativi pro e contro: immediatamente penso al classico filo di rame, ma un'ottima alternativa potrebbe essere la cosiddetta "bava" (filo di nylon usato dai pescatori sportivi; un diametro 0,18 max 0,20 mm dovrebbe andare), cha dato il materiale probabilmente è da incollare più col cianoacrilato che con la colla da polistirolo. Il cotone ha il vantaggio di essere comprimibile ove sia necessario ridurne lo spessore, es. intorno al mozzo ruota.
Tagliamo un pezzo di filo (es. 30-40 cm) e lo mettiamo in leggera tensione tra due punti, fissandolo provvisoriamente con del nastro adesivo; l'importante è che ci sia "aria" tutto attorno per potervi lavorare (ad. es. non va bene attaccarlo sul tavolo o altro piano). Quindi lo impregnamo leggermente con la colla (io ho usato quella da polistirolo, penso che un vinilico leggermente ammorbidito con acqua sia comunque altrettanto valido), cercando di essere il più possibile uniformi onde non ispessire e irrigidire troppo alcune sezioni del filo a scapito di altre.
Da un sottile foglio di materiale plastico ritagliamo un elemento che ci servirà per completare e rendere più realistico il mozzo ruota. Io ho usato della plastica recuperata da contenitori per alimenti, spessa circa 1mm, sicuramente chi ha il plasticard viaggerà pure meglio (vedi foto sotto). Nello specifico la misura è 6 mm per il cerchio esterno e 4 mm per il foro interno da infilare sul mozzo ruota: sono misure leggermente maggiorate, ma occorre tener presente il materiale che andrà perso durante il taglio. Le nuove immagini le ho fatte sui pezzi del kit gemello dell'Alfa, che son quasi uguali.
Calcoliamo la circonferenza utile del cerchio ruota, cercando ovviamente d'essere il più precisi possibile, quindi la suddividiamo per il numero di coppie di raggi che desideriamo inserire. Nel caso specifico, dato un diametro di circa 15,8 mm, abbiamo una circonferenza di circa 49,61 mm, diviso 12 otteniamo circa 4,1 mm (tanto poi bisogna aggiustare "ad occhio") che segnerò con un pennarello sull'interno del cerchio ruota.
Io ho fatto 12 coppie di raggi, quindi 24 per faccia (interna ed esterna), totale 48 raggi per ruota, che mi pareva (anche in confronto a foto dell'epoca, mentre negli esemplari restaurati i raggi sono molti di più) il minimo per avere un cerchio realistico senza compromettere il rapporto pieni-vuoti (secondo me se si mettono molti raggi poi il cerchio appare troppo pieno, perchè credo sia quasi impossibile avere dei fili tanto sottili da essere nel contempo lavorabili ma anche esattamente in scala, considerando pure lo spessore aggiuntivo dato dal colore ed eventuali vernici). Ovviamente ciscuno può fare come crede o preferisce, questa è soltanto la mia opinione personale e certo non un dogma di fede.
Ho disegnato un incoprensibile schema con in sezione il pezzo ruota del kit (in nero) e le parti aggiuntive autocostruite (in rosso):
A questo punto occorre armarsi di pazienza e incollare i fili uno ad uno...

cerchiamo di attaccarli abbastanza in tensione, in modo da sembrare realistici. Si noti la figura a "stella", ma quando si incolla l'altra parte di ruota rimane chiusa all'interno, così da lasciare una piccola luce tra i raggi, che appariranno staccati come nella realtà. Chi fa i raggi a stella a vista (per carità, liberissimo di farlo ci mancherebbe) fa un bell'effetto grafico, ma che però non corrisponde al vero. Questo per quanto riguarda la faccia interna (a proposito, si noti che all'interno il cerchio è pieno: non è un'errore o un'eccessiva approssimazione del kit, ma è anzi tutto sommato corretto, dato che queste auto avevano enormi freni a tamburo, grandi come tutto l'interno ruota! Nonostante questo, complici anche le ruote strette, gli pneumatici di certo tutt'altro che ribassati e con carcasse e mescole probabilmente più adatte per le moto o le biciclette del tempo, frenare era più un atto di fede che una componente fondamentale della guida sportiva, dal che traspare una volta di più – se ce ne fosse bisogno! - la grandezza e il coraggio di tutti i piloti di quel periodo).
Dopo aver incollato sul mozzo ruota il pezzo quasi-toroidale ovvero a cilindro forato (perdonate, non so se ci sia un termine adatto, al momento non mi sovviene altro, semmai correggetemi) costruito in precedenza e averlo raccordato per sembrare più realistico (con della colla, stucco o quel che preferite) si procede attaccando i raggi esterni, che sono i più visibili. Il procedimento è più o meno lo stesso, semmai per maggior realismo sfalsateli un poco rispetto a quelli sottostanti e ricordate di lasciare sempre uno spazio minimo tra i due raggi della stessa coppia, come nella realtà. Si noti, per quel poco che si può vedere, l'immagine sottostante:
Sicuro d'aver suscitato il vostro interesse

vi saluto, rimanendo ovviamente a disposizione per varie ed eventuali, e a Dio piacendo arrivederci a presto!