Apro ufficialmente il WIP dell’aereo oggetto del thread, il Fairchild Republic A-10C “Thunderbolt II” dal kit Italeri in scala 1:48.
Per chi non lo conoscesse, l’A-10 è un aereo progettato con lo scopo principale di fornire appoggio tattico alle truppe a terra (CAS: Close Air Support) migliorando le prestazioni del suo “predecessore”, l’A-1 Skyrider che, una volta dismesso, non sembrava avesse un degno sostituto così come l'Esercito statunitense avrebbe voluto. I punti cardine che l'aviazione inizialmente fissò per il progetto furono:
1. Possibilità di decollo e atterraggio da piste improvvisate;
2. Alta affidabilità e facilità di essere manutenuto, anche sul campo ed eventualmente con pezzi di ricambio presi da altri aerei;
3. Grande capacità di carico bellico, essendo in grado principalmente di mettere fuori uso carri armati nemici e altri mezzi corazzati;
4. Sufficiente autonomia da permettergli di poter pattugliare le zone interessate e, quando chiamato per missioni CAS, avere abbastanza carburante da permettere più passaggi sull'obiettivo e il susseguente ritorno alla base;
5. Velocità minima di 350 nodi e sufficiente manovrabilità da permettere al pilota di non perdere mai di vista il bersaglio durante le operazioni di attacco al suolo;
6. Essere in grado di incassare i colpi del fuoco nemico e permettere il ritorno alla base del pilota incolume;
7. Riuscire a mantenere i costi di esercizio.
Innanzitutto, la domanda più urgente alla quale i progettisti dovettero rispondere fu quella del carico bellico: in che modo questo aereo sarebbe stato in grado di distruggere i carri armati? Le bombe erano fuori questione, troppo difficile colpire un soggetto in movimento, d'altronde alla fine degli anni 60 i sistemi di guida laser non erano quelli di oggi. L'opzione rimasta era quindi un qualche sorta di cannone, tanto che in una modifica progettuale nel Maggio del 1970, (probabilmente grazie all'esperienza maturata dall’aviazione israeliana durante la guerra del 1967) l'USAF richiese specificatamente che l'aereo in fase di sviluppo fosse armato con un cannone da 30mm. Così, visto che la scelta obbligata era una mitragliatrice di tipo Gatling, il capo progettista Robert Sanitor disse “we literally sat down and designed a plane around the gun that we had to have" (ci sedemmo letteralmente e progettammo l'aereo attorno al cannone che dovevamo avere). Non si tratta dunque solo di una leggenda o di una storia tesa a esaltare il ruolo e l’efficacia del cannone dell’A-10 nelle missioni CAS. Superato lo scoglio dell’armamento, sorse quello della motorizzazione. Un turboelica non avrebbe garantito le prestazioni necessarie, e un eventuale danno alle pale avrebbe avuto un’incidenza troppo critica sull‘efficienza generale della propulsione. Oltretutto, un’elica avrebbe richiesto una distanza eccessiva dall’asse longitudinale con la generazione, in caso di danneggiamento di uno dei due motori, di un’imbardata difficile da gestire. Un turbogetto al contrario non avrebbe garantito il requisito di autonomia, avrebbe fatto lievitare enormemente i costi di esercizio e aumentare la dimensione dei serbatoi avrebbe messo troppo a rischio la sopravvivenza del velivolo proprio vista la natura della missione che sarebbe stato normalmente chiamato a svolgere. Fortunatamente, proprio a quel tempo si stava affermando sulle rotte commerciali il turboventola, un nuovo tipo di motore molto più efficiente e affidabile, sebbene con prestazioni minori del jet ma comunque migliori dell’elica. Alla fine la scelta cadde su due turboventola della General Electric che però riuscirono a malapena a soddisfare le specifiche di potenza richieste e infatti la poca potenza a disposizione è stato da sempre il punto debole di questo velivolo… a tal proposito girerebbe una battuta ai danni dell’A-10 sopratutto da parte dei piloti supersonici: “hai saputo di quell’A-10 che si è beccato un birdstrike… da dietro?”.
Alla fine, comunque, il posizionamento peculiare dei motori e le linee generali, figlie delle scelte progettuali, hanno da sempre reso questo aereo immediatamente riconoscibile, e l’impressionante mitragliatrice GAU/8 l’ha definitivamente posto, che piaccia o meno, nella Hall of Fame dell’aviazione statunitense.
Al kit, regalato da mia moglie, ho affiancato il libro “The Modern Hog Guide - 2nd Edition”. Insieme, ciò dovrebbe teoricamente permettermi di realizzare il No. 82-0661, aereo “ammiraglio” (si può dire anche in aviazione?) del 163rd FS, 122nd FW dell’Air National Guard di base a Fort Wayne, Indiana.
Non ho ancora ben deciso la configurazione dell’aereo. Siccome è il primo quarto di pollice che affronto, mi piacerebbe approfittare delle dimensioni più “umane” per qualche lavoro di scratch partendo dal cockpit che quello OOB è piuttosto deludente: pannello strumenti e consolle laterali sono lisce e ci si affida alle decal (approssimative), quindi andrà tutto dettagliato da zero. Per il resto vediamo un po’ come va, a seconda del risultato che otterrò man mano deciderò se farlo liscio con gli armamenti caricati, se farlo parcheggiato coi pannelli aperti previsti dal kit o se addirittura esagerare aprendo qualche altro pannello oltre a quelli previsti dal kit. In ogni caso, l’idea principale è di fare tutto da me senza l’utilizzo di aftermarket.
A presto!