Come si svolgevano i giochi?
Generalmente erano organizzati nelle provincie da un “
editor”, a Roma invece dal
Procurator imperiale, che rendeva noto ai cittadini, con scritte sui muri, il motivo per cui offriva i munera, i nomi dei gladiatori che avrebbero combattuto nell’arena e la loro specializzazione.
Inoltre precisava se avessero avuto luogo aspersioni profumate (
sparsiones), distribuzione di cibo (
missilia) o denaro, se nel circo era previsto il
velarium a protezione della calura o della pioggia e se lo spettacolo includeva anche le
venationes.
Venationes (cacce con animali, non l’ho descritta prima perché non era classificata ufficialmente come classe di gladiatori).
L’organizzatore dei combattimenti gladiatori era chiamato munerarius. La sera prima veniva offerto un banchetto (
coena libera) dove i cittadini potevano osservare da vicino i gladiatori.
I giochi cominciavano alla mattina e seguivano un cerimoniale prestabilito: un corteo rituale (
pompa) rendeva gli onori alle autorità o all’Imperatore (se presente).
ALLA MATTINA: aprivano lo spettacolo le venationes (se in programma), che si protraevano fino all’ora di pranzo. Queste cacce potevano prevedere lotte tra uomini e animali o tra animali, anche legati tra loro. Scenografie riproducevano ambienti esotici o mitologici.
DA MEZZOGIORNO: nell’intervallo avevano luogo le esecuzioni dei condannati a morte, molto gradite dal pubblico, dove persone inermi venivano trucidate in ogni modo, fatte sbranare dalle fiere (
damnatio ad bestiam) o immolate nei modi più barbari, crocifisse, arse vive, e qui la fantasia non mancava di certo....
Sempre durante l’intervallo, scendevano in arena i gladiatori Meridiani (che prendevano il nome proprio dall’ora in cui venivano fatti esibire). Questi secondo alcune fonti storiche combattevano con armi inoffensive, per intrattenere il pubblico durante l’intervallo.
POMERIGGIO: alla ripresa pomeridiana avevano luogo i ludi gladiatorii veri e propri.
L’editor dava quindi inizio ai combattimenti tra le urla della folla entusiasta e il baccano dei musici che accompagnavano lo svolgersi dei giochi.
I primi gladiatori a scendere nell’arena erano gli
equites, (a cavallo). Poi i gladiatori delle altre categorie.
Più coppie si affrontavano contemporaneamente (
gladiatorum paria). Se qualche gladiatore non si batteva con sufficiente impegno, veniva sollecitato a colpi di frusta (
lora) dai loraii presenti nell’arena.
La vita del gladiatore sconfitto dipendeva dall’editor, il quale prendeva la sua decisione valutando da un lato l’impegno profuso nel combattimento ascoltando gli umori del pubblico presente, e dall’altro tenendo conto delle spese sostenute per l’affitto dei gladiatori.
Quest’ultima argomentazione spesso era determinante, pertanto, contrariamente all’immaginario collettivo, era raro che i gladiatori venissero puniti con la morte per essere stati sconfitti.
In ginocchio davanti al vincitore, lo sconfitto attendeva il verdetto offrendo la gola e la propria spada. Se si era battuto male la folla gridava: “
iugula” (sgozzalo) e, l’editor o se era presente l’Imperatore, decideva se seguire l’umore del pubblico, decretando la morte del gladiatore; se si era battuto alla pari riceveva la grazia (
missio).
I morti venivano portati in una sala denominata
spoliarum attraverso la porta libitinaria da inservienti mascherati da Caronte.
La tradizione popolare e la cinematografia classica ci hanno rappresentato i combattimenti come qualcosa di estremamente truculento e dall’esito sempre mortale, ma la realtà doveva essere sicuramente ben diversa visti i costi sostenuti per mantenere e allenare i “morituri”, e ancor più per le spese sostenute dagli editores per offrirli al pubblico.
La loro morte nell’arena non era così frequente, fatta eccezione per quei combattimenti denominati “munera sine missione”, che tradotto appunto “senza grazia”.
Con l’affermazione del Cristianesimo ebbe inizio il declino dei combattimenti gladiatori. In particolare con l’editto di Beirut, emesso da Costantino nel 325, furono aboliti i
munera sine missione (combattimenti fino alla morte) e vennero introdotti i lavori forzati.
L’Imperatore Onorio nel 402 abolì definitivamente i combattimenti. Secondo alcune fonti, l’ultimo spettacolo dei gladiatori si ebbe nel 438 d.C. e fu l’imperatore Valentiniano III a vietarli definitivamente. Il sipario calò così anche sul Colosseo, dove nel 523 d. C. si svolsero le ultime
venationes.
Nonostante i divieti introdotti dagli imperatori, per lungo tempo i combattimenti dei gladiatori continuarono clandestinamente, tanto era l’amore del pubblico per questi spettacoli e per i suoi eroi.
Ma dove vivevano i Gladiatori?
A Roma esistevano quattro caserme: il Ludus Dacicus, il Ludus Gallicus, il Ludus Matutinus (dove risiedevano i venatores e i bestiararii, gladiatori specializzati nei combattimenti con animali) ed il Ludus Magnus le cui rovine, sono vicine al Colosseo. e si possono vedere ancora oggi.
Nei mosaici rappresentanti
le pugnae (combattimenti) compaiono scritti i soprannomi dei gladiatori, questo a significare l’attaccamento del pubblico durante tutta la carriera dei propri campioni. I più famosi arrivarono a combattere circa quaranta volte nell’arena. La loro prestanza fisica inoltre non sfuggiva alle nobildonne romane, meritandosi l’appellativo di
suspiria puellarum. (lascio a voi la traduzione, ma mi sembra abbastanza chiara).
Uno scritto ritrovato da’ l’idea del fanatismo dei sostenitori verso i propri idoli, a seguito di una rissa che scoppiò nel 59 a.C. nell’anfiteatro di Pompei tra “tifosi” locali e nocerini.
Gli incidenti iniziati durante un combattimento tra gladiatori, provocarono morti e feriti cosicché lo stadio fu squalificato per 10 anni.
2000 e rotti anni dopo, non è cambiato nulla…
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Ringraziamenti:
Questo wip per quanto riguarda le nozioni storiche non esisterebbe senza Angelo, mio carissimo amico e appassionato di storia romana, gallica, barbara e affini. Lui è il mio storico di riferimento quando sono in difficoltà nel reperire notizie soprattutto in determinati periodi storici. (o più semplicemente non ne ho voglia)
Volontario come me di Croce Rossa (centralino emergenze), 60 anni e da 30 circa su una sedia a rotelle a causa di un ”
pirata della strada” e, che tutti i giorni che il Buon Dio manda sulla terra, deve combattere con le “
famigerate barriere architettoniche” ed altre difficoltà che vi lascio immaginare.
E’ lui e gli altri come lui che sono i “veri gladiatori”.
Grazie per aver seguito questo wip e alla prossima.
Ciao da Luca
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