Le classi dei Gladiatori
I giochi gladiatori (
munera gladiatores) erano così diffusi che vennero regolamentati affinché le diverse palestre gladiatorie che si affrontavano nelle più svariate province, potessero contrapporre i loro atleti in base al livello di abilità, alle caratteristiche fisiche ed all'equipaggiamento indossato.
Per questo motivo Augusto codificò le classi gladiatorie.
TIRONES
Era la classe minore, rappresentata dai principianti che entravano per la prima volta nel Ludus, la palestra dove veniva svolta la formazione di un gladiatore.
In seguito, divenivano TIRONES: si specializzavano nel combattimento di una classe gladiatoria per poi esordire di fronte al pubblico. Quest’esordio li avrebbe resi gladiatori a tutti gli effetti.
All'inizio della sua carriera il gladiatore utilizzava durante l'addestramento un bastone di legno, chiamato Rudis. Questo per evitare che l'atleta si ferisse in allenamento, ricordate che l'acquisto, il mantenimento o l'ingaggio di un gladiatore erano molto costosi.
MIRMILLONE (MYRMILLO)
Una delle classiche categorie gladiatorie era quella del Mirmillone, pesantemente armato, che quindi basava la sua tecnica su forza e potenza.
L’ armamento consisteva in un elmo a tesa larga, un grande scudo rettangolare, simile a quello utilizzato dai legionari, ed una manica sul braccio armato.
L’arma d’offesa, era il gladio, spada corta con una lama di circa 40 centimetri, armamento della fanteria pesante delle legioni.
L’armatura del mirmillone era molto pesante, il suo combattimento non era incentrato sull’agilità, bensì sulla difesa, in quanto disponeva di un enorme scudo. La stessa armatura, oltre a renderlo meno vulnerabile, ne limitava le capacità respiratorie e di resistenza. Gli avversari tipici del Mirmillone erano il trace, l'oplomaco o un altro mirmillone.
OPLOMACO (HOPLOMACUS)
Un’altra tipica categoria gladiatoria, era quella dell'Oplomaco, molto simile al Mirmillone, quindi appartenente alla categoria degli scutati.
Il suo nome trae origine dal greco “oplon”, che significa grande scudo. A differenza dello scudo da mirmillone però, quello dell’oplomaco era mistilineo.
Come il mirmillone, aveva un’arma di offesa rappresentata da un gladio. I suoi avversari tipici erano il trace ed il mirmillone.
PROVOCATOR
Il Provocator solitamente combatteva contro un altro provocator, ma non si esclude che abbia combattuto anche contro altre categorie.
L'arma d'attacco era una lama di media o corta lunghezza (come l'odierno pugnale o daga), tuttavia spesso utilizzava il pugio, piccolo pugnale.
Lo scudo, utilizzato anche come arma d'offesa, era di forma rettangolare o mistilineo, cioè con parti dritte e parti curve, di medio-grandi dimensioni. Indossava inoltre un elmo, una manica (protezione per il braccio che impugnava il pugio), uno schiniere alto sulla gamba sinistra ed un cardiophilax (o spongia oectoris) per proteggere il torace.
Portava gli attacchi molto rapidamente: il combattimento tra due provocatores ricorda sotto molti aspetti un moderno combattimento pugilistico, in quanto i colpi privilegiati erano quelli di affondo e l'utilizzo dello scudo a ghigliottina.
TRACE (THRAEX)
Un'altra categoria gladiatoria era quella del Trace. A differenza dei gladiatori scutati, questa categoria si dice “parmulata”, in quanto lo scudo aveva dimensioni molto più ridotte rispetto a quello dell'oplomaco e pertanto il combattimento del Trace era incentrato sull'agilità.
Questa figura gladiatoria deve la sua origine ai guerrieri della Tracia (attuale Bulgaria). Il gladiatore Trace portava un elmo a tesa larga con in cima un ornamento rappresentante la testa del grifone; ai lati della calotta erano presenti due forellini per inserire piume ornamentali. Oltre all’elmo il Trace affidava la sua protezione ad una manica, ad un piccolo scudo rettangolare e ad alti schinieri (cnemides).
L’arma d’offesa era, invece, la sica, una corta spada con la lama ricurva, che consentiva di colpire più facilmente l’avversario nelle parti posteriori del corpo. Il Trace costituiva l’antagonista tipico del Mirmillone e dell'Oplomaco.
La sua tattica si basava fondamentalmente sugli affondi, che gli consentivano di raggiungere l’avversario oltre il grande scudo.
In molti dipinti e bassorilievi il trace viene invece rappresentato in modo diverso: rimangono l'elmo pesante e gli alti schinieri, ma cambiano le armi di offesa e di difesa.
Pur esendo un “parmulato”, ovvero gladiatore armato di scudo piccolo, stavolta l'arma di difesa è un piccolo scudo tondo che viene impugnato, nella prima parte del combattimento, insieme ad un gladio.
Nell'altra mano il trace impugna invece una lancia.
Dopo aver scagliato la lancia, il combattimento di questa tipologia di trace continua con il gladio ed il piccolo scudo tondo.
Gli avversari di questa categoria di trace sono il mirmillone e l'oplomaco, oppure un altro trace.
Il trace più famoso? Spartaco
REZIARIO (RETIARIUS)
Questo tipo di gladiatore, ispirato al dio Tritone, fu introdotto nel periodo imperiale. La sua armatura prevedeva: una placca metallica (galerus) posta sulla spalla sinistra a protezione della gola; una manica sul braccio sinistro; una rete (iaculum) di circa tre metri di diametro, un tridente (tridens o fuscina) ed un pugio. Era privo di elmo. Alcuni portavano delle frange alle gambe come ornamento. L’aspetto di questo gladiatore richiamava esplicitamente quello di un pescatore e simile era anche la sua tecnica di combattimento, basata sul lancio della rete con la quale doveva imbrigliare il suo avversario, che tipicamente era il Secutor.
In caso di fallimento, il Reziario affidava le sue speranze al tridente, contando sulla sua maggiore mobilità, derivante dall’assenza di ogni altra armatura pesante e dello scudo.
Questo tipo di gladiatore spesso affrontava i Secutores o i Mirmillones, entrambi armati pesantemente, in giochi come il pons (ponte), nel quale un solo Reziario, posto su una piattaforma sopraelevata, doveva affrontare gli attacchi di due avversari contemporaneamente.
La tattica del Reziario era quella di tenere l’avversario a distanza, in quanto aveva a disposizione il tridente per allontanare l’antagonista, e la rete, che permette di ferire, intrappolare l’avversario o strappargli via le armi.
SECUTOR
Il gladiatore Secutor (Insecutore) rappresentava un‘evoluzione del Mirmillone.
Infatti i Secutores erano armati di scudo grande rettangolare (scutum) e gladio, come i Mirmilloni, ma si distinguevano da questi per l’ elmo arrotondato ovoidale , con due fori per la visibilità e privo di cimiero, concepito per non offrire alcun appiglio alla rete del Reziario.
Portava una manica al braccio armato (a volte squamata) e uno schiniere (ocrea) sulla gamba dalla parte in cui teneva lo scudo, come il Mirmillone.
Scopo principale del Secutor , dopo aver cercato di evitare la rete dell’ avversario, era quello di avvicinarsi al Reziario, facendo affidamento sul proprio armamento più pesante, che lo proteggeva quasi interamente dai colpi del tridente, per poter meglio sfruttare la sua arma d’attacco, il gladio, che è un’arma da combattimento ravvicinato.
AMAZZONI
Molti documenti storici ci parlano anche di donne combattenti, quindi Gladiatrici.
Tra questi, Marco Valerio Marziale, elogia il coraggio di alcune gladiatrici che affrontavano i leoni.
Cassio Dione scrive di spettacoli notturni in cui combattevano le gladiatrici.
Il fatto che il loro combattimento notturno coincidesse con gli eventi principali dei giochi è segno della importanza o rarità delle gladiatrici. Ma esistono molte altre fonti a conferma della realtà storica della figura delle amazzoni. Addirittura nel 19 d.C. Sotto l'Imperatore Tiberio venne emanato un ordine del senato con il quale si proibiva a donne di età inferiore ai 20 anni o appartenenti o imparentate con classi sociali elevate di scendere in arena.
Si può quindi pensare che fare le gladiatrici fosse diventata una moda.
Al British Museum di Londra c’è la Stele di Alicarnasso, un bassorilievo del II secolo rinvenuto in Turchia, dove vengono rappresentate, delle gladiatrici che combattono a torso nudo e che non indossassero l'elmo, a prescindere dalla figura gladiatoria rappresentata.
Per concludere: I Gladiatori di un Ludus formavano
la familia gladiatoria che era retta dal Lanista, una figura che faceva da impresario nonché proprietario ed allenatore dei Gladiatori.
Non si hanno comparazioni di quanto potesse costare allenare e mantenere un Gladiatore, ma gli storici sono concordi nel ritenere che costasse parecchio, quindi “il lanista” con un gladiatore doveva come minimo recuperare quello che aveva investito in acquisto e allenamento.
Se poi diventava famoso ci guadagnava anche parecchio, in quanto era molto richiesto.
Un po’ come i calciatori di oggi..
Gladiatore_08.jpg
Gladiatore_09.jpg
In questo passaggio ho provato a realizzare la tecnica del colore bronzo descritta sul libro di Danilo Cartacci.
E' la prima volta che la provo e devo dire che non è così immediata come me la aspettavo, ma mai ci provi, mai capisci.
Comunque: sul metallo nudo si stende una velatura di Clear Orange poi si effettuano dei lavaggi ad olio con una miscela di nero avorio e terra d'ombra bruciata.
Qui occorre che sia asciutto perfettamente per poi eventualmente ripassare il lavaggio fino a quando non si è soddisfatti.
Non mi entusiasma un granché, anche se comunque l'effetto si ottiene, direi che preferisco il bronzo in smalto.
Ho anche definito la maggior parte della carnagione visibile con la solita tavolozza che uso da sempre.
per quanto riguarda la cotta di maglia sulla manica destra invece, sul metallo nudo si effettuano dei lavaggi sempre con nero avorio e terra d'ombra bruciata, andrà poi rifinito con dello smoke, ma quando darà perfettamente asciutto.
Questi sono i problemi del colore ad olio, bisogna aspettare la perfetta asciugatura.
alla prossima con la conclusione del wip
ciao da Luca
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