Allora, rieccomi. Lavori cominciati anche se un po' a rilento causa i tanti impegni... potessi dedicarmici a tempo pieno sarei l'uomo più felice del mondo.
Partendo dal progetto postato all'inizio di questo thread, ho deciso di suddividere i vari pannelli che costituiranno le facciate dei palazzi in diversi pezzi, da sagomare singolarmente e unire insieme alla fine. Avevo già in mente di usare il gesso come materiale di base, per la facilità di incisione, rispetto ad altri materiali più comuni quando parliamo di presepi, tipo il polistirene o il sughero. A dire il vero è la prima volta che uso il gesso, sto avendo risultati altalenanti che vado a mostrarvi.
Prime immagini:

Questo è il pezzo che costituisce la prima facciata, siamo sui 70x20 cm circa. Come vedete si tratta di un pezzo di polistirene con il disegno di finestre e porte, e una serie di paratie laterali tenute insieme con gli stuzzicadenti: l'obiettivo era di usarlo come stampo per la colata di gesso (prima tecnica, detta "catalana", molti di voi sicuramente la conosceranno). Si tratta di usare il rilievo di porte e finestre in modo che la colata copra tutta la parte circostante, venendo trattenuta dai bordi laterali. Questi, insieme ai rilievi, vengono poi rimossi dopo che il gesso si è solidificato, il risultato è una lastra di gesso incollata a un sottostrato di polistirene (ma va bene anche il compensato) che lo mantiene rigido e stabile verticalmente, con i buchi rettangolari in corrispondenza di finestre e porte. Lo spessore ideale del polistirene che fa da supporto non deve essere inferiore ai 2 cm, semmai meglio il contrario: infatti se troppo sottile, la lastra rischia di imbarcarsi e il gesso va in mille pezzi.
Gli accorgimenti principali, parlando di colate di gesso della consistenza di yogurt, ma anche più liquido, sono oltre alle paratie laterali anche le toppe sul retro del pannello, fatte con del banale nastro carta. Hanno lo scopo di evitare che l'acqua scappi da tutte le parti imbrattando tutto il piano da lavoro, con il risultato che la colata non arriverà allo spessore desiderato per la lavorabilità ideale:
E qui veniamo al PROBLEMA: non ho un risultato finale da mostrarvi, poiché questo mio primo approccio alla Tecnica Catalana è fallito miseramente. Vi spiego il perché:
1) Troppa acqua e troppo gesso. Spessore colata di 1 cm quando bastava la metà;
2) Ho mescolato troppo il composto, si è solidificato quasi istantaneamente e al momento di colarlo si sono staccati dei grossi pezzi che è stato impossibile “spalmare” lungo il polistirene;
3) Ho riutilizzato i pezzi rotti, cercando di scioglierli di nuovo, il che è praticamente impossibile dopo che si sono già induriti
4) Ambiente dove ho conservato la lastra: la cantina. MAI pensare che in una cantina non ci sia umidità. Il gesso teme anche la più piccola percentuale di umidità. Serve tempo per solidificarsi, se poi l’ambiente non è adatto si moltiplica tutto esponenzialmente, con il risultato che il presepe esce a Pasqua.
Ho smantellato la lastra e deciso di optare per la seconda tecnica, il CARTONGESSO, che all’inizio è più laboriosa, ma poi permette di velocizzare alcuni passaggi fondamentali.
PRO: il cartongesso è asciutto. Non deve solidificarsi, arriva a casa già così;
CONTRO: il cartongesso ha il CARTONE, che va raschiato via come prima cosa, e ti fai 2 palle così.
Questo è quello che ho ottenuto lavorandolo:
Sono partito da una lastra di 100x120 cm, ho sagomato il mio rettangolo, vale a dire la prima parte di facciata del diorama. Con uno spruzzino ho inumidito di acqua calda un lato del pannello (attenzione: l’altro lato non va toccato!), e poco alla volta sono riuscito a tirarlo via, servendomi anche di questo strumento indispensabile (nella foto è appoggiato al maledetto gesso colato):
Nel grattare via il cartone non serve andare troppo per il sottile, anche se bisogna stare attenti a non rompere il gesso. Ho grattato via anche della polvere, che ho recuperato per poterla riutilizzare in un secondo momento (più avanti si capirà come).
Il gesso si taglia comodamente con un cutter, ma va sostenuto da una base perfettamente rigida e senza imperfezioni altrimenti non spiana e si rompe. Un vantaggio del cartongesso, tuttavia, è che se si rompe lo fa in maniera netta, senza sbriciolarsi, per cui la situazione è recuperabile anche in caso di rottura. A salvarci c’è sempre lo strato posteriore di cartone, che deve rimanere al suo posto.
Nel mio caso ho rotto in un punto preciso, cioè esattamente a metà dove ho eseguito il taglio orizzontale della finestra… a fine incisione una mano di acqua e vinavil e il giorno dopo la lastra è tornata come nuova, pronta per sagomare i mattoni.
La parte che è rimasta segnata dalle incisioni perpendicolari, in corrispondenza della finestra, la sistemerò con dello stucco, dopodiché passerò all’incisione dei mattoni su tutta la superficie:
Notate che non tutte le finestre e porte hanno bisogno di "luce"; alcune finestre avranno delle grate o delle persiane chiuse, e quindi sono cieche, le ho intagliate nel gesso scalpellando qua e là, il risultato non è male e si hanno dei rettangoli della profondità ideale per montare le persiane chiuse, queste ultime saranno di legno di balsa.
A domani per il prosieguo!
