sia di gradimento.
CENNI STORICO/TECNICI
Alla fine del 1940 l’SKF richiese un incremento del raggio d’azione dei propri caccia, almeno di 1000km al 90% della velocità di crociera, avvalendosi del solo serbatoio interno.
L’azienda costruttrice modificò la già esistente versione I-200 (Mig-1) con quella denominata Mig-3.
Le modifiche applicate furono:
• Il nuovo serbatoio da l.250 venne alloggiato nella zona inferiore del cockpit , precisamente sotto il sedile.
• per dar spazio al serbatoio, il radiatore più grande del precedente (denominato OP-310) venne spostato posteriormente.
• per alloggiare il radiatore venne installato nella parte inferiore, tra le due semiali, un lungo contenitore chiamato ‘kakrakatitsa (osso di seppia) .
• gli attacchi esterni per serbatoi ausiliari, vennero tolti per risparmiare peso.
• Il diedro alare venne incrementato di 1°, passando da 6° a 7°, incrementando così la stabilità laterale.
• I carrelli anteriori vennero equipaggiati con gomme da 650x200mm per meglio supportare l’incremento di peso della nuova cellula.
• al carrello posteriore venne aggiunta ora una ruota con pneumatico, costringendo il costruttore a realizzare nuovi portelli con rigonfio, atto a contenere il ruotino una volta retratto.
• Le chiusure dei carrelli vennero modificate, le piccole porte interne vennero sostituite da altre più ampie.
• I serbatoi erano ora auto stagnanti
• Per controbilanciare il peso dato dal nuovo serbatoio, il motore venne spostato avanti di 100mm, portando così la lunghezza totale a 8250mm contro gli 8150mm della versione precedente.
E’ importante sapere che tutti i Mig-3 erano costruiti in metallo e legno. Le zone metalliche comprendevano la fusoliera fino alla linea di giuntura posta dietro la cabina e i piani orizzontali di coda.
La parte in legno comprendeva la zona posteriore della fusoliera,e l’impennaggio verticale . Le ali erano metalliche nella parte vicino alla fusoliera, flap compresi.
L’attacco ben visibile a circa metà della superficie alare, costituito da una lamiera di rinforzo longitudinale, delineava la divisione tra la parte metallica e quella esterna in legno .
Tutte le parti mobili avevano l’anima in metallo e ricoperte in tela.
IL MODELLO
Il soggetto è un kit Trumpeter (non so ma devo avere una sfiga nei confronti di questa azienda perchè di tutti quelli che
ho fatto non ne ho trovato uno che non mi desse problemi). Ho iniziato dal cockpit ed immediatamente avevo capito che il
lavoro da fare era tanto.
Trumpeter ha concepito l'interno di quest'ultimo con la classica pavimentazione da inserire negli appositi attacchi posti nelle due semi fusoliere.
Non ha assolutamente pensato che la pavimentazione era effettivamente una piccola porzione fissata alla struttura a tubi in traliccio che caratterizzava
questo velivolo. Ho tracciato quindi sulla parte interessata, ciò che era errato, mantenendo solo la porzione dove il pilota posava i piedi potendoli stendere
fino alle pedaliere, e il complesso cje alloggiava la barra di comando. Ho 'pulito' le paratie interne delle due semi fusoliere togliendo qualsiasi asperità incollando
le fotoincisioni della Eduard, più consone. Anche sulla pavimentazione ho posizionato una fotoincisione, sempre dal set Eduard fatto per questo modello.
Sapendo ora quanto spazio potevo utilizzare, ho costruito la 'gabbia' che simula l'intelaiatura di tubi, avvalendomi di filamenti di stirene tondi della Evergreen.
Doveroso in queste fasi fare molte prove a secco per constatare di che tutte le parti combacino alla perfezione, trattandosi soprattutto di zone autocostruite.
Ho mantenuto il sedile originale ed alcune parti del kit per completare le zone laterali del cockpit

La pavimentazione dove ho tratteggiato le parti da eliminare

Alle paratie, una volta lisciate, sono state incollate le fotoincisioni Eduard


L'intelaiatura autocostruita conporzione della pavimentazione in fotoincisione. La parte bassa del sedile è quella da scatola. Alcune parti del kit componenti le paratie sono state mantenute


Prove a secco