I mie primi quarant'anni ... modellistici

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miki68
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I mie primi quarant'anni ... modellistici

Messaggio da miki68 »

Nel lontano ottobre 1984 ho iniziato questa avventura …. Aeronautico/modellistica.
Per festeggiare questo traguardo sto preparando un modello particolare, ma siccome è ancora in lavorazione, ci sarà un’ulteriore puntata dedicata quando (chissà) sarà finito.

Quindi come quando si cammina lungo un ripido sentiero di montagna e ci si ferma a guardare il percorso fatto, ha buttato di getto 10 argomenti di riflessione sul tema: cosa è cambiato in questi quattro decenni a livello modellistico?
1) La Documentazione
Nel 1984 chi voleva documentarsi aveva i soli canali editoriali. Una rivista di modellismo (Aerei Modellismo) con testi, disegni, alcune recensioni e delle buone monografie. Poi l’Enciclopedia l’Aviazione della De Agostini (15 volumi a fascicoli settimanali da 1985 al 1988) per documentazione mainstream con foto e descrizione generale, riviste (Aerei, JP4, Volare) su vari temi e poi libri che per chi abitava in provincia come me erano normalmente di difficile reperimento. Il primo libro: collana Aeroplani di tutto il Mondo della Mondadori.
Oggi c’è una miriade di informazioni, libri, documentazione storica, manuali, materiale fotografico, articoli on-line, siti internet. Qualsiasi dettaglio può essere sviscerato, qualsiasi curiosità soddisfatta, qualsiasi scatola di montaggio vivisezionata in tutte le sue parti prima di essere acquistata.

2) Troppo di tutto
Nel 1984 si entrava in negozio, si sceglieva la scatola di montaggio (tra poche marche: Italeri, ESCI, Matchbox, Monogram, Revell, Heller), si sceglievano i colori (tra due marche: Humbrol e Molak) e si costruiva. Al massimo un foglio decal aggiuntivo, per i progetti più evoluti. Poi si sfogliavano i cataloghi, guardando e riguardando le copertine.
Oggi c’è una marea di scatole in tutte le scale con stampi in plastica. Short-run, resina. Riproduzione di aeroplani rimasti al livello di prototipo, velivoli esotici, versioni particolari. Poi i set di dettaglio in resina, fotoincisioni, strumenti 3D, mascherine pretagliate. Il modello finale è una sorta di tacchino farcito di aftermarket. Districarsi tra set di miglioria e aggiunte è diventato complesso. La costruzione da scatola è ormai sinonimo di basso livello modellistico, anche se la scatola è l’ultimo stampo high tech disponibile. Ma non tutto viene poi utilizzato e una buona parte di set di dettaglio, colori, decal rimarranno nel magazzino modellistico. Sono scomparsi i colori Humbrol e Molak a smalto e oggi abbiamo una miriade di altri colori acrilici lacche, vinilici, olii, matite colorate e diluenti ad alcool e nitro.

3) Produzione del modellista sempre più ridotta
Nel 1984 la costruzione di un modello poteva impiegare al massimo 15 giorni, tra assemblaggio e colorazione. A volte si impiegava anche pochi giorni. Magazzino modelli sempre vuoto.
Oggi si impiegano anni per lo sviluppo, costruzione, colorazione e weathering. Il magazzino modelli sempre più pieno, i kit vengono buttati intonsi perché ormai superati da nuovi stampi. La maggior parte delle scatole prodotte non sarà mai costruita.

4) Aeropenna
Nel 1984 le aeropenne c’erano ed erano utilizzate normalmente dagli illustratori. I modellisti si erano impossessati per le prime sessioni di colorazione. Il problema riguardava i costi dell’attrezzatura. Un aerografo costava come circa 5/6 modelli in scala grande, mentre un compressore era fuori dalla portata del modellista medio che era un giovane studente. Si utilizzavano le bombolette contenenti CFC, poi messo al bando per il buco dell’ozono. A metà della sessione di colorazione la bomboletta si poteva scaricare e ghiacciarsi. Costava comunque come una scatola di montaggio e ti potevano servire 1 o 2 per colorare un modello in scala grande. Si doveva lavorare in fretta. Nessun passaggio lucido/opaco.
Oggi l’aeropenna è lo strumento principe nella colorazione ed un compressore è alla portata di tutti. Le sessioni di colorazione possono essere lunghe senza particolari problemi. Layer successivi di colore, sfumature, lucido, opaco, senza nessun limite.

5) Scatole di montaggio in negativo
Nel 1984 le scatole di montaggio si compravano in base al disegno di copertina. A volte si poteva vedere il contenuto, tante altre volte no. Pannellature in positivo, alcuni produttori giapponesi con le prime in negativo, ma non si faceva caso. Tecniche di lavaggio ed invecchiamento, non erano presenti nel dizionario. Progettazione degli stampi su foglio di carta, lavorazione con pantografo e frese, poche parti essenziali, interni ridotti al minimo sindacale, produttori europei ed americani. Prezzi abbordabili.
Oggi basta consultare il sito internet di scalemates e si conoscono tutti i dettagli di una scatola di montaggio e la sua storia. Stampi in positivo messi al bando dagli anni ‘90. Solo negativo, reincisione dei pannelli, lavaggi, invecchiamento, tecniche coloristiche. Progetto dello stampo e costruzione CAD/CAM. Una montagna di stampate. Prezzi sempre più alti. Produttori sempre più cinesi. Stampa 3D.

6) Tecniche pittoriche
Nel 1984 l’obiettivo era trovare la corrispondenza tra il colore suggerito dal foglio istruzioni o dal libro di riferimento (Falconi) con il colore Molak o Humbrol. Poi si dipingeva le parti. Fine.
Oggi c’è un’analisi dei colori utilizzati nel particolare contesto, quali marche lo realizzano più correttamente, quali miscele le più adatte. Poi Preshading, postshading, lumeggiature, weathering, colori ad olio, pigmenti. Tecniche pittoriche avanzate. Propedeutico un diploma alla scuola d’arte.

7) Età dei modellisti
Nel 1984 i modellisti erano prevalentemente adolescenti o ragazzi studenti. Eventuali adulti rari. Budget disponibile dei ragazzi sempre limitato. I modelli acquistati subito costruiti. Concetto di magazzino e pila modelli sconosciuto.
Oggi i modellisti sono prevalentemente adulti, uomini di mezza età o pensionati. Hanno capacità di spesa e pensano a progetti complessi con tempi di gestazione lunghissimi. Magazzino scatole e materiali modellistici a livello di un negozio degli anni ’80.

8) Tempo a disposizione
Nel 1984, il periodo estivo si modellava perché si era in vacanza scolastica. Durante l’inverno si costruiva velocemente, tra un impegno scolastico e l’altro.
Oggi il tempo a disposizione per modellare si trova con difficoltà. Molti impegni di varia natura.

9) Contatto con altri modellisti
Nel 1984 o si aveva dei compagni di classe o amici modellisti oppure si abitava in qualche grande città dotata di un club modellistico. Altrimenti si era soli ed inevitabilmente si smetteva.
Oggi i vari forum possono mantenere vivo il contatto tra modellistici di tutta Italia e di tutto il mondo. Scambio continuo di materiale fotografico e consigli. Da adulti si ha la possibilità di partecipare a fiere, contest, concorsi ed incontrare svariati modellisti, oppure far parte di club.

10) Il negozio modellistico
Nel 1984 per acquistare i prodotti modellistici era necessario andare nel negozio specifico che era sempre in una grande città. Ma nei paesi di provincia si potevano trovare scatole nei supermercati o nei negozi di cartoleria. Per i colori o si andava nei negozi modellistici o si passava dal colorificio. Attrezzatura minima: tagliabalsa, tronchesina, barattolo di colla, pennelli.
Oggi il negozio modellistico è quasi sparito soppiantato dal negozio on-line. Non più un locale dove entravi e giravi tra le mani la scatola o i colori, ma un monitor in cui puoi ordinare qualsiasi cosa ti passi per la testa in un qualsiasi punto della terra. Strumentazione modellista impressionante: colle, pinzette, tronchesini a taglio raso, stucchi a profusione, colla cianoacriliche, set di pennelli di tutte le misure e marche, diluenti per tutte le marche dei colori, plotter da taglio ed attrezzi vari.

Infine non posso esimermi con delle foto di alcuni modelli che conservo (i sopravvissuti), costruiti 4 decenni fa.


Attrezzatura per la colorazione con aeropenna (1986): Aerografo ACM Spitfire, Bomboletta Propellette con CFC, colori Humbrol e Molak. Diluente Molak. Questo era il massimo che si poteva avere all'epoca.


Primo modello dipinto ad aerografo con l'auito dell'amico Lorenzo. Primavera 1986. Attrezzatura quella sopra.


Primo modello dipinto in autonomia con l'aerografo.


Modello Tamiya con decals del kit ESCI. Modello realizzato per il mio primo ed unico concorso fotografico su JP4 (estate 1986)
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Re: I mie primi quarant'anni ... modellistici

Messaggio da Poli 19 »

ciao Michele,
che bella storia hai raccontato raffrontata coi tempi d'oggi!
Un caro saluto Fiorenzo

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xDm
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Re: I mie primi quarant'anni ... modellistici

Messaggio da xDm »

Bellissima storia !!
Io non ho date precise ma credo di aver cominciato con le buste Airfix a fine anni '60 vagando anche in altri campi del modellismo.
Sono particolarmente d'accordo con il punto "2 - Troppo di tutto", e , francamente, la situazione attuale mi sta nauseando.
Comunque BUON COMPLEANNO !!
Ultima modifica di xDm il 27 dicembre 2024, 20:15, modificato 1 volta in totale.
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Re: I mie primi quarant'anni ... modellistici

Messaggio da microciccio »

Ciao Michele,

un bel salto nel passato ed un confronto interessante con l'evoluzione di questo splendido hobby.

Personalmente ho vissuto molto di ciò che hai scritto avendo cominciato a pasticciare con plastica e colla ancor prima.

Auguri e che siano davvero i primi quaranta. ;)

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Ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare...E tutti quei momenti andranno perduti come lacrime nella pioggia...

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Re: I mie primi quarant'anni ... modellistici

Messaggio da fearless »

Una riflessione davvero interessante..... Io ho 40 anni esatti, e ovviamente ho iniziato con il modellismo negli anni 90, ma anche un decennio circa più tardi, era come hai detto tu.
E da un certo punto di vista, le cose erano più "genuine", soprattutto ai punti 2 e 3... Ma com'è logico, è normale che ci sia stata un'evoluzione di tutto quello che ci sta intorno... delle tecniche, della tecnologia, della voglia di migliorarsi... E questo comporta anche più spesa economica, meno tempo a disposizione, e paradossalmente in alcuni casi meno divertimento...
Detto questo, te ne auguro altrettanti di anni da dedicare al modellismo Miky!
Odio la plastica bianca!!

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Re: I mie primi quarant'anni ... modellistici

Messaggio da VorreiVolare »

Buona sera Michele, mi stai rigirando il coltello nella ferita :-asp
Quindi ... ogni periodo , come ogni cosa, ha i suoi aspetti negativi e quelli positivi ... e allora prendiamo il buono e releghiamo quanto più possibile il meno buono ;)
Ciao :wave:
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Re: I mie primi quarant'anni ... modellistici

Messaggio da Starfighter84 »

Nonostante non sia tanto vecchio, ma oramai neanche più giovane, sono stato uno di quelli che ha vissuto il passaggio del modellismo dall'analogico (prima di internet) al digitale (con l'avvento del web).
Non rimpiango quasi nulla del tempo pre internet... il modellismo era approssimazione e, spesse volte, si tirava ad indovinare.
Prima si prediligeva sicuramente più il lato ludico... ma anche vero che un approccio più scientifico era praticamente impossibile, a meno che non si avesse la possibilità di rintanarsi dentro qualche archivio o biblioteca.

L'unica cosa che mi manca veramente è il tempo... quella sì che è una grave mancanza.
"I migliori modellisti sono costantemente alla ricerca di metodi per migliorare la qualità del loro lavoro e non sono mai pienamente soddisfatti dei loro risultati" (Bill Horan)

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Re: I mie primi quarant'anni ... modellistici

Messaggio da Cox-One »

Mamma mia ... la Spitfire 251 black delle ACM!!!! Io ho la 202 Silver a depressione che uso ancora!!!!
Erano definite impropriamente a doppia azione, ma in realtà si potrebbero definire una singola azione plus.
Difatti la corsa dell'ago permetteva il dosaggio del colore come in una doppia azione, ma la regolazione dell'aria poteva essere fatta solo con il riduttore di pressione. Costavano cari, sul finire degli anni 80, inizio 90, li pagavi oltre le 200.000 lire (4 mesi di paghetta!!!) a Milano, dove ebbi la possibilità di comprarlo nel 1992 o giù di lì. Qualità però ottima. Credo fossero il meglio che si potesse recuperare in quei anni.

Concordo con Valerio sulla qualità delle fonti e la possibilità di dettagliare e anche migliorare ..... però devo sottolineare che il modellismo allora aveva anche funzione pedagocica. Nei ragazzi, come me ad esempio, aiutava a comprendere che per arrivare a dei risultati ci voleva pazienza e metodo: le scorciatoie portavano a pasticci da buttare.
Era anche un mondo che per ovvi motivi aveva scarsa competizione ( la cosa era ridotta ai relativi pochi amici che la praticavano) in cui il vero metro eri tu con te stesso che migliorava modello dopo modello. E se non eri il figo della comitiva, non avevi i risultati sportivi degli altri ... eri comunque il più informato sul mondo militare, in definitiva ti ritagliavi un tuo spazio dove essere il top. Come lo erano i primi appassionati di PC negli anni 80 ... oggi diremo NERD :-).

Diciamo che ho paura che abbiamo buttato il bambino insieme all'acqua sporca .... e seppur innegabilmente oggi c'è la possibilità di una qualità superiore, quel mondo aveva molte luci da salvare a fronte delle innegabili ombre.
Il mio modello più bello?
Sicuramente il prossimo!
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Re: I mie primi quarant'anni ... modellistici

Messaggio da miki68 »

Grazie per i commenti. Il titolo era una citazione di un famoso libro e film degli anni '80.
Nei 4 decenni ho fatto meno della metà modellismo, in almeno tre cicli, il resto mi sono dedicato ad altre passioni o impegni.

Però ho una data precisa d'inizio che corrisponde a quando scelsi cosa fare al triennio delle superiori. E scelsi la specializzazione Aeronautica "a sentimento", perché ero partito per fare altro, ma in quel momento (non so perché) decisi così. Mi convinsi che era giusto così. Il primo mese avevo molte materie che parlavano di aeronautica ed io non ne sapevo nulla. Grazie all'amico Lorenzo che mi passo delle fotocopie dell'enciclopedia l'Aviazione per capire di che aerei parlavano. Poi mi consigliarono di costruire un modello così avrei capito com'era fatto. Ricordo che chiesi a mia madre il permesso e lei mi diede i soldi per comprarne uno in una cartoleria del mio paese. Ho ancora negli occhi i vari modelli dello scaffale e poi scelsi un Harrier Gr.1 in 1/32 della Revell. Era Ottobre 1984. Rientrato a casa e poi fatto vedere ai compagni di classe capì l'errore fatto, ma ormai la frittata era fatta. Due mesi per costruirlo, ma cominciai a capire le parti dell'aereo ed almeno durante le lezioni d'inglese capivo così il rudder o l'engine! E da lì tutto partì!
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Re: I mie primi quarant'anni ... modellistici

Messaggio da miki68 »

Cox-One ha scritto: 29 dicembre 2024, 18:58 Mamma mia ... la Spitfire 251 black delle ACM!!!! Io ho la 202 Silver a depressione che uso ancora!!!!
Erano definite impropriamente a doppia azione, ma in realtà si potrebbero definire una singola azione plus.
Difatti la corsa dell'ago permetteva il dosaggio del colore come in una doppia azione, ma la regolazione dell'aria poteva essere fatta solo con il riduttore di pressione. Costavano cari, sul finire degli anni 80, inizio 90, li pagavi oltre le 200.000 lire (4 mesi di paghetta!!!) a Milano, dove ebbi la possibilità di comprarlo nel 1992 o giù di lì. Qualità però ottima. Credo fossero il meglio che si potesse recuperare in quei anni.
La ACM Spitfire c'è l'aveva l'amico Lorenzo, mio compagno di classe che all'epoca era un modellista bravo ed esperto, e non aveva scelto la specializzazione di aeronautica a caso! Lui oggi è un alto ufficiale dell'AMI. Io lo aiutai in alcune materie scientifiche che mi erano particolarmente congeniali e lui alla fine mi regalò un F-4E della ESCI in scala 1/48, colla, colori Molak e pennelli e mi insegno tutta la tecnica di base del modellismo. Poi l'anno seguente, decisi che era il momento di fare il grande salto, ovvero dotarsi dell'aerografo, l'unico strumento hitech che permetteva di fare il salto di livello. La mia evoluzione modellistica procedeva a vista d'occhio, anche perchè si mangiava pane ed aerei ogni giorno!
Ricordo che la acquistai nella primavera del 1986 presso il negozio di Modellismo Dorio a Udine. Costava circa 120.000 lire ed era un investimento importante per uno studente, ovvero 8 volte il Phantom della ESCI. Poi alcuni mesi più tardi dopo aver imparato ad adoperarla feci il secondo acquisto, ovvero il riduttore di pressione per la bomboletta, costo 35.000 lire. Le bombolette di gas CFC costavano 10.000 lire, considerando che Phantom della ESCI di cui sopra si aggirava sulle 17.000 lire. Insomma l'investimento era importante, ma la resa finale era un'altro pianeta rispetto ai pennelli!
Il problema di questo aerografo erano le guarnizioni e gli o-ring in gomma che si distruggevano (ne dovetti cambiare svariati) ed il grilletto piuttosto duro e la regolazione detta doppia azione progressiva, come descritto. Dopo alcuni anni, la mia attività modellistica s'interruppe per parecchio tempo e quando ripresi alla metà degli anni '90, acquistai un Badger. L'aerografo rimase fermo per 15 anni. Nel 2012, visto che la ACM era ancora attiva, lo mandai a Marco Camerotto, il titolare, che per 40 euro me lo riportò a nuovo cambiando vari pezzi e sostituendo le guarnizioni originali con analoghe in teflon. Ho dipinto un modello e poi l'ho riposto e oggi sta lì nella sua scatola.
Oramai utilizzo solo aerografi Badger e lo Spitfire è un aerografo ormai superato, ma all'epoca era l'unico abbordabile. In alternativa erano si disponibili i Badger, ma i loro costi erano veramente fuori dalla portata dei modellisti.
Ultima modifica di miki68 il 29 dicembre 2024, 20:25, modificato 1 volta in totale.
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