Note storiche:
Il Lavochkin LaGG-3 era un monoplano monomotore ad ala bassa, la cui struttura era quasi completamente lignea. Le componenti principali erano costruite impiegando pannelli di legno laminato, trattato con lacca alla bachelite. Solamente le superfici di controllo erano metalliche con rivestimento in tela. Il carrello era retrattile, di tipo triciclo posteriore, dotato di ampia carreggiata.
Le ali in legno del LaGG-3 (con superficie in compensato) erano di pianta trapezoidale, con pronunciata rastrematura alle estremità; si presentavano analoghe a quelle dello Yakovlev Yak-1, tuttavia, quelle del Lavochkin erano costruite in due sezioni. Gli impennaggi erano di tipo tradizionale.
La fusoliera, era la stessa del Mikoyan-Gurevich MiG-3 e, nel tronco posteriore, raccordava direttamente la cabina di pilotaggio con la deriva, costituendo (in tal modo) un limite alla visione posteriore del pilota.
Il LaGG-3 era giunto ai reparti della VVS nel 1941 e venne impiegato senza indugio fin dai primi momenti dell'invasione tedesca e, più a nord, contro le forze finlandesi (in quella che venne definita la guerra di continuazione).
Malgrado l'impiego generalizzato, il LaGG-3 non dimostrò particolari capacità di intercettore mentre trovò maggior apprezzamento impiegato nella scorta ai bombardieri, nelle missioni di attacco e nel contrasto ai bombardieri avversari.
Gli aviatori sovietici generalmente non amavano questo aereo. Il pilota Viktor M. Sinaisky ricordava: "Il LaGG-3 era un brutto cliente! Prepararlo per il volo richiedeva più tempo che con altri aerei. Tutti i cilindri dovevano essere sincronizzati: Dio non volesse che variassi la distribuzione del gas! Ci era severamente proibito toccare i motori! Ma c'erano continui problemi con il suo propulsore raffreddato a liquido: specialmente d'inverno, in quanto non avevamo antigelo. Quindi, siccome non potevi tenere il motore in moto per tutta la notte, dovevi versare acqua bollente nel sistema di raffreddamento di prima mattina. Inoltre i piloti non amavano volare su questo aereo, una brutta bestia con un motore M-105 di scarsa potenza. Alla fine ci abituammo, ma anche così subimmo perdite gravi, più pesanti di quelle registrate pilotando gli I-16."[6]
Circa la struttura lignea del LaGG-3, combinata con le sue prestazioni non eccezionali, i piloti sovietici scherzavano sul fatto che piuttosto che essere l’acronimo dei nomi dei progettisti (Lavočkin, Gorbunov, e Gudkov) - "LaGG" derivasse da lakirovanny garantirovanny grob ("bara laccata garantita" - лакированный гарантированный гроб)
Il velivolo da me rappresentato era quello del Capitano L. Galtchenko, famoso perché anche in inverno preferiva volare senza la capottina scorrevole...








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Saluti dal Ruggi