A questo punto, dato che sono usciti fuori molti aneddoti e curiosità, magari a qualcuno può far piacere conoscere l'origine dello stemma che lo Spit numero 26/2011 portava sotto al parabrezza.
Inizialmente gli storici che studiano la IAF fin dagli albori credevao che lo stemma fosse quello del 312° stormo della CzaAF ma, col passare degli anni e continue ricerche, le convinzioni su questo stemma sono variate. Ami Roch, uno dei collaudatori più esperti della IAF e, all'epoca, uno dei piloti che provò e testò in volo la maggior parte dei velivoli della Velveta I e II direttamente in Cecoslovacchia, riporta che il simbolo fu dipinto direttamente in territorio straniero dai meccanici e dagli specialisti israeliani.
I piloti della IAF erano per lo più ragazzi molto giovani e con poca esperienza di volo e, tra questi, vi erano due giovanissimi neo-brevettati di nome Dani Shapira e Moti Fein. Come segno di buon auspicio per il lungo volo di trasferimento, il meccanico assegnato al velivolo di Shapira verniciò una fenice sotto l'abitacolo con l'intento che questa "potesse guidare ed aiutare i giovani piloti lungo il loro lungo e difficile viaggio".
Ma la fenice stava a rappresentare anche il risorgere del nuovo stato d'Israele dalle ceneri del tempo (a ricordo della diaspora e di tutte le vicende - in ultimo i campi di concentramento nazisti - a cui il popolo ebreo era stato costretto), appunto la fenice che risorgeva dalle sue ceneri.
Ho scelto questo esemplare per la riproduzione in scala proprio per questa curiosità storica che aveva alle spalle.
AH, molto interessante questa immagine! però vedo subito un paio di imperfezioni... oltre alla finitura lucida data dai tecnici per tentare di preservare il più possibile l'integrità della mimetica dagli agenti atmosferici.squawk71 ha scritto: Per cambiare argomento, restando però in tema, posto una foto dell’aereo reale rappresentato da Valerio. Si trova oggi al museo della IAF e (tristezza!!) nel restauro è stato riverniciato con tinte lucidissime. Che perdita di fascino!!
By releone71 at 2010-09-12
- antenna a filo: gli Spit IAf, come del resto tutti gli Spit Mk.IX, non presentavano antenne a filo bensì solamente l'aerial mast (o meglio, il traliccio dell'antenna). Il motivo l'ho spiegato agli inizi del WIP... ripropongo il post:
- Cerchioni dei pneumatici: dalle foto dell'epoca si nota come il 26, l'esemplare oggetto della mia riproduzione in scala, non montasse quel tipo di cerchioni "pieni", bensì il tipo "4 spoked"... questo:
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Re: The Shield of David - Spitfire Mk.IXE Israeli AF - ICM 1/48
Messaggioda Starfighter84 » 12/06/2010, 10:48
Ciao Marco,
dalla documentazione che ho (tra cui il libro principale a cui sto facendo riferimento è Spit Mk.IX in IAF Service di Alex Yofe), non mi risulta che i velivoli israeliani montassero l'antenna a filo con la doppia derivazione anche in fusoliera. Nelle foto, infatti, non si nota neanche l'alloggiamento tendi-cavo alla sommità del timone... quindi non riprodurrò questo dettaglio.
Volendo approfondire un pò più il discorso cavi ed antenne degli Spit, leggendo sul web e sui vari testi (e meno male che sullo Spit ci sono tonnellate di libri) ho appreso che i primi Mk.I del 1938 erano equipaggiati con degli apparati radio HF (High Frequency - versione TR9) che necessitavano del filo dal traliccio in fusoliera fino al timone per funzionare. Il filo, lungo circa 68 centimetri, era presente nella serie di 310 esemplari che andavano dalla serial K9787 al L1096.
Gli esemplari equipaggiati con antenna a filo erano facilmente riconoscibili da un "triangolino" metallico montato sul traliccio che fungeva da ancoraggio per il cavo, e da un altro aggancio (sempre triangolare) posto alla sommità del timone (come detto anche qualche riga più sopra).
A partire dal 1940, un primo lotto di Spit Mk.I fu equipaggiato con un nuovo apparato radio VHF (very High Frequency - versione TR1133) che utilizzava lunghezze d'onda differenti e per cui non era più necessario il cavo oggetto della nostra discussione.
Tutto l'apparato era contenuto all'interno del traliccio, ma non su tutti gli esemplari furono smontati i punti di ancoraggio che rimasero ben visibili ma inutilizzati. Oltre alla radio, furono sostituite anche le vecchie eliche in legno con le più recenti Rotol metalliche a passo fisso... ma questo è un altro discorso.
La configurazione del traliccio senza l'antenna a filo rimase standard fino all'avvento dello Spit Mk.XVI con motore Griffon quando il Mast (il traliccio) rigido venne eliminato e sostituito da una sezione di cavo "morbido" installato più o meno nel medesimo punto sulla fusoliera.
Quindi, in realtà, nessun Mk.IX era equipaggiato con l'antenna a filo - compresi quelli utilizzati dalla IAF (dalla versione Mk.II in poi tutti i trinagoli metallici di ancoraggio furono rimossi). Esistono però eccezioni: gli esemplari venduti al Portogallo (Mk.I e Mk.V), Russia (Mk.V e IX) e Turchia (Mk.V) furono retrofittati con il vecchio apparato radio TR9... per cui gli Spit di queste nazioni presentavano di nuovo il cavo antenna dal timone al traliccio in fusoliera.![]()

immagine inserita al solo scopo di discussione, fonte http://spitfiresite.com
Anche l'ogiva mi lascia un pò perplesso... non ha la caratteristica forma appuntita ed affusolata che, in effetti, sbagliano anche parecchi kit compreso l'ICM (sul mio modello l'ho dovuta sostituire con una copia in resina corretta della Ultracast).
Questi a sottolineare il fatto che, spessissimo, anche chi lo fa di mestiere o è un addetto ai lavori non potrà mai avere la preparazione di un modellista. Anzi, aggiungo anche che, a volte, un modellista è anche più preparato rispetto ad uno specialista che su quel velivolo ci lavora praticamente tutti i giorni!