finalmente vado in gallery con questo modello,
devo dire che in questo hobby non si può dare mai nulla per scontato, infatti, anche se questo lavoro non è stato particolarmente stressante, ci sono stati i momenti negativi e intoppi come sempre capita.
Ho deciso di fare questo restauro in quanto volevo valorizzare maggiormente questo bel kit e personalmente credo ne sia valsa la pena.
Il modello rappresenta un esemplare della Shaw AFB rischierato in Italia per Allied force nel 1999.
Durante lo smontaggio dei pezzi ho proceduto con estrema cautela ma nel momento di assemblare tutto di nuovo mi sono accorto che alcune parti non combaciavano più bene , soprattutto nel carrello centrale dove alcuni bracci ho dovuto reciderli per poterli rimuovere ed evitare di spezzarli.
Ho dovuto penare parecchio per sistemarlo, con il difetto che le ruote sono leggermente divergenti, ma ho dovuto accettarlo per non avere l’aereo inclinato visto da davanti.
La presa d’aria è stato un altro ostacolo non banale, l’ho rifatta 4 volte, in quanto era difficile gestire l’aerografo con la presa montata perché la fusoliera era di intralcio, in oltre la mascheratura non veniva mai bene, non ostante utilizzassi la tecnica del nastro arrotolato sullo stecchino, alla fine ho ottenuto un risultato accettabile.
Altra parte che ha soffermo molto lo smontaggio iniziale sono stati gli aero freni, in quanto le parti in resina si sbriciolavano, ho rimosso con cautele gli eccessi di ciano del precedente assemblaggio , ho ricostruito i supportini sulle parti mobili, ma le controparti fisse in fusoliera ne hanno risentito e devo dire che è la parte più bruta del modello.
In corso d’opera ho deciso di aggiungere l’arfter dello scarico, (Aires), e sono contento perché ha dato un bel boost al modello, tra l’alto il pezzo, anche se necessita di un pò di lavoro per essere adattato, è scomposto in modo da facilitare molto la verniciatura.
La verniciatura del modello è andata via liscia, ho ripreso l’effetto piastrelle e bilanciato il post in maniera soddisfacente per me, volutamente non ho fatto il pre shading per non avere un modello troppo scuro nel finale, ho gestito i colori diluendoli con l’80% di nitro, diversamente al solito 70% e lo raccomando, in quanto l’effetto finale è molto più delicato.
Ho sperimentato la lucidatura con la mola e il polish, penso sarà un passaggio da ripetere sui prossimi modelli.
I lavaggi sono stati fatti con un mix di olii per ottenere un grigio scuro con una vena di blu.
Volutamente non ho calcato la mano con il weathering, altro tema con cui sto lottando negli ultimi tempi, in quanto mi ero appassionato molto a varie tecniche che ho voluto applicare sia sull’F-15 che sul Su-27, ma mi sono anche accorto che appesantiscono visivamente il modello, e forse ritornare ad un utilizzo mirato dell’aerografo e lavaggi più tradizionali alla fine rende meglio e magari utilizzare un weatherig mirato solo dove realmente serve, anche questo fa parte dell’esperienza.
Soffro un pò il fatto di non aver ancora trovato un mio stile, ma piuttosto di farmi ispirare e attrarre molto, forse troppo da modelli che vedo in rete o sui libri,
per la prima volta con questo F-16 sono riuscito a dare una interpretazione più personale al modello, basandomi sui riferimenti fotografici ma senza farmi influenzare troppo da altri stili modellistici.
Gli static discharger li ho realizzati con dei pezzetti di sprue tagliati ad hoc (5mm) e verniciati a pennello dopo il fissaggio con la ciano.
Le decals sono fantastiche, oltre ad essere un bellissimo foglio dedicato agli F-16 wild weasel, si applicano molto bene e con un paio di passaggi di ammorbidente , copiano perfettamente il modello e i recessi dei pannelli, zero silvering, unica pecca che nel foglio mancano le decals per i serbatoi alari.
Ho sfruttato una striscia nera in calce al foglio che delimitava le decals del modello dai riferimenti della ditta produttrice, per realizzare la guarnizione attorno al canopy.
Sono dovuto ricorrere ad un foglio Hasegawa, l’unico a mia disposizione con queste decals, e non serve che commenti la loro qualità infima.
L’aspetto di cui sono maggiormente soddisfatto alla fine del lavoro svolto, è nell’approccio con cui ho affrontato tanti passaggi, calma e soprattutto riflessione, mi sono spesso fermato prima di agire a pensare cosa volevo fare e come volevo farlo, non sempre ci sono riuscito ma quando sbagliavo trovavo un senso nell’errore e il rimedio mi portava dove volevo andare, questo è stato di grande soddisfazione e insegnamento.
Lo scopo principale di questo modello era ravvivare il mio entusiasmo modellistico dopo l’odissea del Flanker, e devo dire che l’obbiettivo è stato raggiunto, infatti sono carico come un 3000 per il prossimo lavoro che è già sul banco

Non c’è altro da aggiungere se non mostravi le foto nella speranza che vi piaccia,
ciao e buon modellismo!