M13/40 Italian Medium Tank -- { 1/35 Tamiya }
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- claudio
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M13/40 Italian Medium Tank -- { 1/35 Tamiya }
Aspettando l'inizio del GB A.M.I 2011 ho deciso di fare un Tank italianozzo l' M13/40 della tamya ..........Io non ho esperienza in questo campo sono al mio secondo modello ,mi sono sempre dedicato a soggetti aereonautici , ma dalla prima esperienza fatta ,devo dire che qualche mezzo terrestre è proprio divertente farli , anche perchè ti permette di cimentarti in tecniche che sugli aerei non è possibile applicare .......
Avrò bisogno del vostro aiuto per notizie (ne ho pochissime in mio possesso)
Vi posterò delle foto nei prossimi giorni degli steep ciao a presto
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- claudio
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Re: Tamya 1/35 M 13/40 Italian Medium Tank
Come avevo promesso vi posto delle foto del mio lavoro ...che ne dite.
Ho dato prima di tutto un fondo di grigio fs 36440 lifecolor come primer ,dopo alcune ore ho colorato di giallo sabbia scuro le sospesioni del carro e la scocca centrale del carro ,invece i rulli dell'impianto di rotolamento l' ho verniciati di nero a pennello poi ho iniziato il montaggio.Alle sospensioni ho gia applicato un lavaggio con colori ad olio (una miscela composta al 40 % terra di siena 60% di bruno Van Dyck il tutto diluito per un 80/90%)........
La qualità delle foto lasciano un po a desiderare ,ma comunque rendono l'idea...
Vorrei un consiglio sulla colorazione dei cingoli.....Nei piani della tamya suggerisce di colorarli con un XF 56 alluminio scuro,ma Io ho alcune foto del M 13/40 trovate in rete dove i cingoli sono di colore nero , dirrei più correttamente Gun metal.
Quindi avevo pensato di colorali con un Gun metal e poi fare un dry brush con colori metallici per evidenziare la parte che a contatto con il terreno si consuma di più ,dopo di che fare un lavaggio con un Rust per simulare l'ossidio che si crea nei cingoli.....Che ne pensate . Se quelli più esperti di me di mezzi pesanti hanno altre tecniche gradirei che mi aiutino .....
Ciao ai prossimi giorni....
Ho dato prima di tutto un fondo di grigio fs 36440 lifecolor come primer ,dopo alcune ore ho colorato di giallo sabbia scuro le sospesioni del carro e la scocca centrale del carro ,invece i rulli dell'impianto di rotolamento l' ho verniciati di nero a pennello poi ho iniziato il montaggio.Alle sospensioni ho gia applicato un lavaggio con colori ad olio (una miscela composta al 40 % terra di siena 60% di bruno Van Dyck il tutto diluito per un 80/90%)........
La qualità delle foto lasciano un po a desiderare ,ma comunque rendono l'idea...
Vorrei un consiglio sulla colorazione dei cingoli.....Nei piani della tamya suggerisce di colorarli con un XF 56 alluminio scuro,ma Io ho alcune foto del M 13/40 trovate in rete dove i cingoli sono di colore nero , dirrei più correttamente Gun metal.
Quindi avevo pensato di colorali con un Gun metal e poi fare un dry brush con colori metallici per evidenziare la parte che a contatto con il terreno si consuma di più ,dopo di che fare un lavaggio con un Rust per simulare l'ossidio che si crea nei cingoli.....Che ne pensate . Se quelli più esperti di me di mezzi pesanti hanno altre tecniche gradirei che mi aiutino .....

Ciao ai prossimi giorni....
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Re: Tamya 1/35 M 13/40 Italian Medium Tank
Buon lavoro Cladio! per consigli e suggerimenti ti conviene attendere le sagge parole di Gabriele... è lui l'esperto in questo campo. 

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Re: Tamya 1/35 M 13/40 Italian Medium Tank
ciao! non sono un esperto di mezzi cingolati, io i cingoli li farei più o meno come dici tu, per gli sfregamenti puoi fare del dry brush o usare la matita, forse con questa viene meglio perchè è più precisa...








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Re: Tamya 1/35 M 13/40 Italian Medium Tank
cercasi Gabriele disperatamente.....Starfighter84 ha scritto:....per consigli e suggerimenti ti conviene attendere le sagge parole di Gabriele... è lui l'esperto in questo campo.


Bello fino a qui!
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Re: Tamya 1/35 M 13/40 Italian Medium Tank
Ciao Claudio! Mi sembra veramente che tu sia partito col piede giusto!
Continua così!

- claudio
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Re: Tamya 1/35 M 13/40 Italian Medium Tank
Dato che non ho ricevuto consigli come colorare i cingoli ,ho proseguito con la mia idea di colorarli in gun metal... che ne dite ?????
Ho usato il colore a smalto della molak 153 , anche se non mi piacciono molto i colori di questa marca devo dire che questo e pochi altri li preferisco ad altri ,ha un ottio risultato...Aspettando che si secchi bene il colore per continuare con vari dry brush ,effetti ruggine ecc.ecc. necessari per dare una ulteriore realisticità e trimensionalità ,vi posto alcune foto del W.I.P........
Dimenticavo di dire che ho preferito colorali a pennello ......
Nei prossimi giorni vi posto il risultato finale del mio lavoro su i cingoli ,spero di ottenere un buon risultato.
"SE AVETE SUGGERIMENTI DA DARMI SCRIVETEMI....................."
CIAO A TUTTI CLAUDIO
Ho usato il colore a smalto della molak 153 , anche se non mi piacciono molto i colori di questa marca devo dire che questo e pochi altri li preferisco ad altri ,ha un ottio risultato...Aspettando che si secchi bene il colore per continuare con vari dry brush ,effetti ruggine ecc.ecc. necessari per dare una ulteriore realisticità e trimensionalità ,vi posto alcune foto del W.I.P........
Dimenticavo di dire che ho preferito colorali a pennello ......
Nei prossimi giorni vi posto il risultato finale del mio lavoro su i cingoli ,spero di ottenere un buon risultato.
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CIAO A TUTTI CLAUDIO
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Re: Tamya 1/35 M 13/40 Italian Medium Tank
non male, adesso devi farli vivere!
è la luce che li ha resi un po' verdognoli immagino... bello anche il corsaro!









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Re: Tamya 1/35 M 13/40 Italian Medium Tank
è si!!! ora viene il bello con i vari passaggi che ho in mente dovrei riuscire ad ottenere un bell'aspetto di ossidazione e usura...... L'effetto verdognolo che dici è data dalla luce ,ti assicuro che in realtà a una bella finitura metallica....Psycho ha scritto:non male, adesso devi farli vivere!è la luce che li ha resi un po' verdognoli immagino... bello anche il corsaro!
Re: Tamya 1/35 M 13/40 Italian Medium Tank
eccomi qua e ...grazie della Vs. fiducia
Claudio prima di tutto sappi che il kit Tamiya come l'omologo Italeri è più inerente al carro M 14/41 prima serie (non ha ad esempio la leva cacciafango dietro le ruote motrici anteriori, ha il rialzo in torretta); ti riporto per maggiore chiarezza quanto da me scritta su www.modellismosalento.it sez. modelli sez. mezzi militari su un M 14/41 del Gruppo San Giusto da kit Italeri scala 1/35:
"Alla fine del 1972 la ditta bolognese, allora Italaerei (la ragione sociale fu cambiata anni dopo per la difficoltà degli anglosassoni di pronunciarla…), regalò ai modellisti il primo modello in plastica iniettata ed in scala 1/35 di un mezzo corazzato di produzione italiana costruito negli anni quaranta. Il kit era dedicato in teoria al carro M 13/40 (la sigla vuol significare carro Medio di 13 tonnellate prodotto nel 1940) ma in realtà i tecnici della Italeri in precedenza si erano recati a Roma, presso il Museo della Motorizzazione Italiana, ed avevano preso come riferimento un M 14/41 (ovvero il modello successivo di carro Medio, di 14 tonnellate prodotto nel 1941 con un motore più potente dell’M13/40) che i responsabili del Museo avevano esibito come M 13/40. All’epoca poi la documentazione sui corazzati italiani della 2° guerra mondiale era limitata ad un libro uscito nel 1968 (“Corazzati Italiani 1939-1945” ed. D’Anna, a firma di Benedetto Pafi e Cesare Falessi) e ad un coevo Profile sull’M 13/40, con una notevole confusione fra i due carri M e le loro rispettive versioni. Un primo intervento chiarificatore fu quello di Bruno Benvenuti ed Aldo Maria Bellei sul Notiziario I.P.M.S. Italia n. 3/1973 che misero ordine sulla materia con un pregevole articolo: da questo e dalla successiva pubblicistica sull’argomento si è potuto constatare che il carro M 13/40 fu prodotto in tre serie con alcune peculiari caratteristiche esteriori. La prima serie dell’ M13/40 aveva i parafanghi lunghi e dietro i radiatori c’erano due coppie di rulli di scorta, mentre un martinetto era posto sul parafango sinistro poco avanti alla casamatta; infine il tetto della torretta era liscio come la testa collettrice dei radiatori posta fra le due griglie dei radiatori posteriori: questi carri vennero impiegati in Albania e nelle operazioni in Africa Settentrionale alla fine del 1940. La seconda serie aveva i parafanghi che, partendo dalla ruota anteriore, arrivavano solo all’altezza dello spigolo anteriore della casamatta e di conseguenza il martinetto venne spostato dietro, al posto della coppia di sinistra dei rulli di riserva;. Gli M 13/40 della terza serie oltre a conservare le caratteristiche della seconda serie, ebbero la testa collettrice dei radiatori con due alette laterali che le facevano assumere la forma cd. “a fungo” ed al centro del soffitto della torretta veniva posto un rigonfiamento quadrangolare per consentire una più comoda manovrabilità in senso verticale del cannone . I carri M 13/40 della seconda e della terza serie vennero impiegati in Africa Settentrionale e comunque tutte le versioni degli M 13/40 hanno le griglie dei due radiatori disposte in senso longitudinale ovvero parallelamente alla lunghezza del carro. Al termine della produzione dell’M13/40 si decise l’adozione di un motore più potente: le dimensioni del carro rimanevano inalterate ma il peso aumentava di una tonnellata per cui il nuovo carro venne denominato M14/41. Di questo modello ne vennero prodotte due serie entrambe caratterizzate dal ritorno dei parafanghi lunghi come la prima serie dell’M 13/40 (forse da questo era sorta la confusione fra i due carri…); in alcuni carri della prima serie degli M 14 le griglie dei due radiatori erano disposte trasversalmente rispetto alla lunghezza del carro. E’ la prima serie dell’M 14/41 che è stata la protagonista italiana insieme al semovente 75/18 su scafo M 41 della battaglia di El Alamein. La seconda serie dell’M14/41 aveva la caratteristica di avere su ognuno dei due parafanghi due costolature a forma di X e le griglie dei due radiatori erano disposte trasversalmente rispetto alla lunghezza del carro : questi carri vennero impiegati nelle ultime operazioni in Africa Settentrionale anche se oramai si preferiva puntare sui semoventi che furono i mezzi corazzati di produzione italiana che meglio si disimpegnarono contro i carri avversari, anche contro gli Sherman. Sull’M 14/41 infine, dietro la ruota motrice, poteva esserci anche una leva caccia fangoUlteriore sviluppo della famiglia fu infine il carro M15/42, più lungo e con cofani motore e radiatori molto diversi rispetto ai precedenti , con motore a benzina (gli M 13 e gli M 14 erano diesel) , armamento principale in torretta di poco superiore (il 47/32 utilizzato in precedenza venne sostituito dal 47/40) mentre le due mitragliatrici per la difesa ravvicinata erano sempre da 8 mm. Molti carri medi delle varie versioni erano rimasti in Italia e dopo l’armistizio vennero recuperati e riutilizzati dall’E.N.R. e da altre formazioni armate della R.S.I.. I responsabili dell’epoca del Museo della Motorizzazione, evidentemente non conoscendo tutte queste sottigliezze tecniche che distinguevano i due tipi di carri, ebbero l’idea di prendere un M 14/41 seconda serie e con leva caccia fango e di fargli recitare la parte dell’M13/40 (forse volevano rappresentare un carro medio italiano con i parafanghi lunghi impiegato ad El Alamein e non erano a conoscenza del precedente impiego in Albania dellM13/0…) spostando il martinetto sulla parte anteriore del carro e mettendo al suo posto una coppia di rulli: fu così che fu trovato dai tecnici dell’Italaeri e questo erroneo mix venne ripreso pari pari dal modello in scala 1/35 (e dall’omologo kit della Tamija…) e dal successivo kit dedicato al semovente da 75/18 (ovvero un M 41 venduto sempre come semovente 75/18 su scafo M 40…). Il modello Italeri quindi, malgrado fosse dedicato all’M13/40, in realtà, sia pure con alcune correzioni (martinetto messo al posto della coppia di sinistra dei rulli riserva), è molto più idoneo alla riproduzione di un M 14/41 con la leva caccia fango e le griglie dei radiatori trasversali"
La colorazione che stai applicando mi sembra perfetta !!! ora attento alle targhe e alle insegne di reparto: che documentazione hai ?
Qui https://www.modelingtime.com/forum/viewt ... =104&t=769 puoi vedere il mio M 14/41 del San Giusto dell'E.N.R.



"Alla fine del 1972 la ditta bolognese, allora Italaerei (la ragione sociale fu cambiata anni dopo per la difficoltà degli anglosassoni di pronunciarla…), regalò ai modellisti il primo modello in plastica iniettata ed in scala 1/35 di un mezzo corazzato di produzione italiana costruito negli anni quaranta. Il kit era dedicato in teoria al carro M 13/40 (la sigla vuol significare carro Medio di 13 tonnellate prodotto nel 1940) ma in realtà i tecnici della Italeri in precedenza si erano recati a Roma, presso il Museo della Motorizzazione Italiana, ed avevano preso come riferimento un M 14/41 (ovvero il modello successivo di carro Medio, di 14 tonnellate prodotto nel 1941 con un motore più potente dell’M13/40) che i responsabili del Museo avevano esibito come M 13/40. All’epoca poi la documentazione sui corazzati italiani della 2° guerra mondiale era limitata ad un libro uscito nel 1968 (“Corazzati Italiani 1939-1945” ed. D’Anna, a firma di Benedetto Pafi e Cesare Falessi) e ad un coevo Profile sull’M 13/40, con una notevole confusione fra i due carri M e le loro rispettive versioni. Un primo intervento chiarificatore fu quello di Bruno Benvenuti ed Aldo Maria Bellei sul Notiziario I.P.M.S. Italia n. 3/1973 che misero ordine sulla materia con un pregevole articolo: da questo e dalla successiva pubblicistica sull’argomento si è potuto constatare che il carro M 13/40 fu prodotto in tre serie con alcune peculiari caratteristiche esteriori. La prima serie dell’ M13/40 aveva i parafanghi lunghi e dietro i radiatori c’erano due coppie di rulli di scorta, mentre un martinetto era posto sul parafango sinistro poco avanti alla casamatta; infine il tetto della torretta era liscio come la testa collettrice dei radiatori posta fra le due griglie dei radiatori posteriori: questi carri vennero impiegati in Albania e nelle operazioni in Africa Settentrionale alla fine del 1940. La seconda serie aveva i parafanghi che, partendo dalla ruota anteriore, arrivavano solo all’altezza dello spigolo anteriore della casamatta e di conseguenza il martinetto venne spostato dietro, al posto della coppia di sinistra dei rulli di riserva;. Gli M 13/40 della terza serie oltre a conservare le caratteristiche della seconda serie, ebbero la testa collettrice dei radiatori con due alette laterali che le facevano assumere la forma cd. “a fungo” ed al centro del soffitto della torretta veniva posto un rigonfiamento quadrangolare per consentire una più comoda manovrabilità in senso verticale del cannone . I carri M 13/40 della seconda e della terza serie vennero impiegati in Africa Settentrionale e comunque tutte le versioni degli M 13/40 hanno le griglie dei due radiatori disposte in senso longitudinale ovvero parallelamente alla lunghezza del carro. Al termine della produzione dell’M13/40 si decise l’adozione di un motore più potente: le dimensioni del carro rimanevano inalterate ma il peso aumentava di una tonnellata per cui il nuovo carro venne denominato M14/41. Di questo modello ne vennero prodotte due serie entrambe caratterizzate dal ritorno dei parafanghi lunghi come la prima serie dell’M 13/40 (forse da questo era sorta la confusione fra i due carri…); in alcuni carri della prima serie degli M 14 le griglie dei due radiatori erano disposte trasversalmente rispetto alla lunghezza del carro. E’ la prima serie dell’M 14/41 che è stata la protagonista italiana insieme al semovente 75/18 su scafo M 41 della battaglia di El Alamein. La seconda serie dell’M14/41 aveva la caratteristica di avere su ognuno dei due parafanghi due costolature a forma di X e le griglie dei due radiatori erano disposte trasversalmente rispetto alla lunghezza del carro : questi carri vennero impiegati nelle ultime operazioni in Africa Settentrionale anche se oramai si preferiva puntare sui semoventi che furono i mezzi corazzati di produzione italiana che meglio si disimpegnarono contro i carri avversari, anche contro gli Sherman. Sull’M 14/41 infine, dietro la ruota motrice, poteva esserci anche una leva caccia fangoUlteriore sviluppo della famiglia fu infine il carro M15/42, più lungo e con cofani motore e radiatori molto diversi rispetto ai precedenti , con motore a benzina (gli M 13 e gli M 14 erano diesel) , armamento principale in torretta di poco superiore (il 47/32 utilizzato in precedenza venne sostituito dal 47/40) mentre le due mitragliatrici per la difesa ravvicinata erano sempre da 8 mm. Molti carri medi delle varie versioni erano rimasti in Italia e dopo l’armistizio vennero recuperati e riutilizzati dall’E.N.R. e da altre formazioni armate della R.S.I.. I responsabili dell’epoca del Museo della Motorizzazione, evidentemente non conoscendo tutte queste sottigliezze tecniche che distinguevano i due tipi di carri, ebbero l’idea di prendere un M 14/41 seconda serie e con leva caccia fango e di fargli recitare la parte dell’M13/40 (forse volevano rappresentare un carro medio italiano con i parafanghi lunghi impiegato ad El Alamein e non erano a conoscenza del precedente impiego in Albania dellM13/0…) spostando il martinetto sulla parte anteriore del carro e mettendo al suo posto una coppia di rulli: fu così che fu trovato dai tecnici dell’Italaeri e questo erroneo mix venne ripreso pari pari dal modello in scala 1/35 (e dall’omologo kit della Tamija…) e dal successivo kit dedicato al semovente da 75/18 (ovvero un M 41 venduto sempre come semovente 75/18 su scafo M 40…). Il modello Italeri quindi, malgrado fosse dedicato all’M13/40, in realtà, sia pure con alcune correzioni (martinetto messo al posto della coppia di sinistra dei rulli riserva), è molto più idoneo alla riproduzione di un M 14/41 con la leva caccia fango e le griglie dei radiatori trasversali"
La colorazione che stai applicando mi sembra perfetta !!! ora attento alle targhe e alle insegne di reparto: che documentazione hai ?
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