venerdì, Aprile 26, 2024

A difesa del Reich: Fw 190 D-9 Hans Dortenmann – dal kit Tamiya in scala 1/48.

La bellezza di questo magnifico hobby, spesso, risiede nelle piccole cose: ad esempio entrare in un negozio di modellismo e rimanere ore per far due chiacchiere in compagnia, progettare, scambiare opinioni con i propri amici modellisti, documentarsi sul prossimo modello da mettere sul banco di lavoro. Ecco, a proposito del “prossimo” modello… da quella visita al mio rivenditore di fiducia sono tornato con un bel kit sottobraccio… un FW.190 D9 della Tamiya in 1/48!

Non avevo mai affrontato questo soggetto prima ed ero curioso di capire come me la sarei cavata con le intrigate mimetiche della Luftwaffe…

Il soggetto:

Hans Dortenmann è stato uno dei più prolifici assi della Luftwaffe durante il secondo conflitto mondiale e si pensa che Costermano sia stato abbattuto per mano sua.

Ha partecipato a 150 missioni di combattimento e gli furono accreditate ben 38 vittorie,16 sul fronte orientale e 22 sul fronte occidentale, incluso un bombardiere quadrimotore e sei Mustang.
Ha volato inizialmente con il JG.54, che il 25 febbraio del 1944 fu accorpato al JG.26. I reparti erano noti per avere il timone o l’intera coda dei propri Dora verniciata in giallo.
Il 29 marzo del 1945 a seguito della promozione a Staffelkapitain, il suo velivolo “Black 1” divenne “Yellow 1” con cui terminò la guerra. Le sue memorie raccontano che, poco tempo dopo, pur di non far cadere il suo velivolo in mani maniche, lo distrusse e cambiò radicalmente vita. Divenne un architetto è morì durante gli anni ‘70.

È proprio lo “Yellow 1” quello che ho deciso di realizzare.

Il kit:

Il Fw-190 D9 è un soggetto proposto da tantissime ditte costruttrici fin dagli albori, basti pensare addirittura al Trimaster/Dragon (annata 1987) che è più vecchio del sottoscritto!

Per il mio progetto, invece, ho scelto il classico kit made in Tamiya, cod. 61041, con pregi e difetti che mostrerò nel corso di quest’articolo.

Lo stampo ha un costo contenuto e il dettaglio di superficie e nel solito fine e ben definito negativo. Questa volta non ho utilizzato alcun tipo di aftermarket, se non le decal provenienti dal kit Eduard cod. 8184, gentilmente donato dall’amico Stefano/Tomcat97 del forum che saluto e ringrazio ancora affettuosamente!

Il montaggio:

Come di consueto il montaggio ha avuto inizio dalla cabina di pilotaggio, che si è rivelata più che discreta già da scatola rendendo inutile, secondo me, alcun tipo di accessorio in resina. Personalmente mi sono limitato a realizzare solo ed unicamente le cinture di sicurezza del seggiolino in nastro Tamiya con fibbie prelevate da alcuni kit di auto da corsa in scala 1/43.

L’intero cockpit è stato dipinto in RLM66 (Gunze H-416) in accordo con la documentazione, ricevendo successivamente dei lavaggi in bruno leggermente scurito per mettere in evidenzia i recessi della vasca. Una mano di satinato Mig ha dato la finitura finale all’intera zona.

Per far risaltare i dettagli ho usato la tecnica del dry-brush con un grigio medio della Vallejo ed un beige della Life Color. Questa volta ho impiegato anche le matite acquerellabili della Mig per simulare qualche graffio e usura; si sono rivelate un prodotto valido ed efficace per questo genere di lavori.

Il pannello strumenti, dopo essere stato lucidato con il Gunze H-30, è stato completati con la strumentazione in decalcomania della Airscale cod. AS-48. Per simulare il vetro, all’interno di ogni quadrante ho applicato una puntina di cera Future.

Il montaggio della vasca con tutti i suoi accessori è stato davvero facile, non crea alcun tipo di interferenza nell’accoppiamento delle due semi-fusoliere che combaciano alla perfezione.

La nota dolente di questo kit è la presenza nei vani carrello delle piastre di rinforzo, assenti sulla variante D9.

Perciò, armato di documentazione, cutter e lime diamantate ho asportato i dettagli superflui, aiutandomi con una mina fine per tracciare i contorni da usare come riferimenti.

Dopo aver verniciato l’intero vano in RLM02 (Gunze H-70) ho applicato, nuovamente, la tecnica del dry-brush sui rilievi in beige. Il pozzetto è stato, inoltre, completato dei vari tubi idraulici e cavi elettrici in modo da non lasciare un antiestetico vuoto al suo interno.

Un altro importante particolare che ho ricostruito da zero è stato il collimatore Revi EZ42 perché quello fornito nella scatola è davvero improponibile. Ho utilizzato Plasticard per la base e filo di rame per simulare i supporti, il tutto contenuto in ben tre millimetri di grandezza! I vetri per la riflessione del mirino li ho riprodotti con due piccoli pezzi di acetato trasparente e hanno donato quel tocco in più di realismo.

Il montaggio del modello procede veloce, ma non senza piccole difficoltà; è necessario, infatti, porre una certa attenzione sul raccordo ali/fusoliera per evitare fastidiosi scalini o un non corretto diedro alare. Per allineare tutto correttamente mi sono aiutato con dei piccoli spessori del solito Plasticard e, dopo le necessarie prove a secco per verificare che tutto fosse a posto, ho effettuato un incollaggio con colla Revell Contacta e ciano-acrilica. Successivamente il raccordo è stato stuccato col bicomponente Milliput, ottimo per la possibilità di poterlo levigare con l’acqua senza carteggiare.

La ciano-acrilica mi è tornata utile anche per riempire altre fessure, in particolare quella che si forma sulla linea di giunzione dei portelli del vano armi, perché per meta è stampato sulle ali e per metà, invece, sulla fusoliera. Sul più recente kit Eduard, ad esempio, questa zona è meglio ingegnerizzata poiché i portelloni sono a parte, in un unico pezzo.

Il resto dei componenti ha un ottimo fitting come Tamiya ci ha abituato, compreso il parabrezza che è stato incollato per capillarità con la colla tappo verde Tamiya.

Un altro dettaglio su cui ho lavorato è la presa d’aria posizionata a destra della cofanatura motore a cui ho aggiunto, con del filo elastico della SBS, il cordone di saldatura.

Verniciatura e decal:

La colorazione è uno dei momenti più divertenti del nostro hobby, soprattutto quando si ha a che fare con le mimetiche della Luftwaffe. Come detto all’inizio di questo articolo, l’esemplare che ho scelto è lo “Yellow 1” che aveva una uno schema in RLM 82/83/76.

Innanzitutto ho dipinto le parti in giallo Tamiya XF-3 (precisamente la sezione di coda e la cofanatura motore inferiore nella quale ho anche inserito due tubicini per simulare gli scarichi del radiatore dell’acqua e dell’olio), tipiche del Focke Wulf 190 di Dortenmann poiché durante il 1945, quando ebbe la promozione in Staffelkapitain, il “Black 1” divenne “Yellow 1”. L’intera coda fu dipinta in giallo obliterando la svastica e il Werknummer, e lasciando intravedere parte del colore sottostante.

Sono partito dal tono delle superfici inferiori, l’RLM 76 (Gunze H-417), che ho trovato ottimo come corrispondenza. Per donare tridimensionalità a questa tinta, sfruttando il concetto del pre shading, ho riprodotto una texture sul modello utilizzando il Tamiya XF-64 Red Brown.

Successivamente ho steso di nuovo un’altra mano, molto diluita e leggera, di l’RLM76 in modo da far intravedere il lavoro di pre-ombreggiatura fatto in precedenza.

La mimetica, infine, è stata completata con l’applicazione delle altre due vernici, il Gunze H-422 per l’RLM82 ed il Gunze H-423 per l’RLM83. In questi due casi non ho lavorato in alcun modo la base optando per dare volume alle vernici con la tecnica del post-shading, applicata solo dopo aver atteso la loro completa asciugatura. Ai colori di base ho aggiunto delle quantità graduali di bianco insistendo sulle zone più esposte e soggetto all’invecchiamento. Considerando che questo velivolo ha totalizzato ben 38 vittorie, un invecchiamento più spinto è lecito realizzarlo.

La linea di separazione fra le tinte in fusoliera non era netta e con delle piccole “mottle” per cui, con i colori ben diluiti (almeno all’80% con diluente nitro antinebbia), ho realizzato la sfumatura a mano libera.

Ho dipinto anche la fascia bianco/nera in fusoliera, con del nastro Tamiya accuratamente posizionato, che era l’insegna di teatro applicata su tutti i velivoli a difesa del Reich.

Terminata la fase di invecchiamento ad aerografo, ho proseguito simulando qualche scrostatura sulle aree di calpestio del raccordo ala/fusoliera (utilizzando la mia fidata penna gel) e, con le matite acquerellabili, ho aggiunto dei graffi sulla vernice. Queste matite, ancora una volta si sono rivelate molto efficaci, utilizzandole sia asciutte, sia leggermente inumidite con acqua.

Sulle ali e sulla fusoliera ho optato per il “Neutral Grey” e “Streaking Grimes”, invece sulle superfici inferiori per “Rubber” e, nuovamente, “Streaking Grimes” al fine di simulare perdite e colature di liquidi idraulici, e non.

A questo punto il modello è stato lucidato con il clear Gunze H-30, diluito con nitro antinebbia, che ha conferito quel bell’aspetto liscio e lucido che ha scongiurato il pericolo di silvering delle decal.

Quest’ultime, come detto prelevate dal kit Eduard, sono state applicate dopo le canoniche 12 ore di asciugatura e si sono rivelate ottime. Grazie ai liquidi Miscroscale Sol e Set hanno copiato alla perfezione le pannellature sottostanti.

Per i lavaggi ad olio ho scelto un marrone medio sul grigio, ed un bruno scurito su entrambi i verdi.

Per mettere la parola fine, a mesi di studio e di lavoro, ho spruzzato il trasparente opaco della Alclad ALC-313 che ha un potere opacizzante molto buono e che, personalmente, consiglio.

È arrivato il momento di dedicarsi agli ultimi particolari e procedere all’assemblaggio finale del mio Dora: per primi, i carrelli, i quali sono stati arricchiti con dei cavetti in rame per simulare il filo dei freni. Sulla parte bassa dei portelloni ho simulato la polvere che si accumulava durante i movimenti a terra rivolgendomi, ancora una volta, alle matite acquerellabili. Sul battistrada degli pneumatici, invece, ho spruzzato un grigio acrilico ad aerografo molto diluito.

Attenzione a quando andrete a montare le gambe di forza perché, con gli incastri proposti dalla Tamiya, il modello assumerà un assetto non proprio realistico (i pezzi tendono ad avere una posizione troppo avanzata rispetto a quella reale).

Gli scarichi hanno ricevuto un trattamento molto particolare, proveniente dagli Stati Uniti! Colgo infatti l’occasione per salutare l’amico del forum Dario Giuliano, che ci ha reso partecipi del suo modus operandi. Qui troverete il suo breve ma efficace tutorial:

Dalle pochissime foto reperite on line del velivolo di Dortnemann è inequivocabile che il canopy fosse di tipo late (siamo durante il 1944), per questo ho prelevato il pezzo con la forma a goccia dalle stampate del kit.

Le pale dell’elica sono state dipinte in RLM 70 (Gunze H-65) e l’ogiva in Nato Black Tamiya.

Anche qui è stato divertente invecchiarla ricorrendo alle onnipresenti matite già usate in precedenza. Ho scelto toni caldi, come il beige, per riprodurre graffi e weathering. Inoltre, con una spugnetta, ho applicato il verde chiaro della Mig, precisamente l’A-Mig-060, per ottenere un leggero fading.

Il filo dell’antenna, accuratamente incollato in posizione morbida come vuole la documentazione, è della SBS. Le volate delle armi originali in plastica sono state sostituite con del rod in rame di opportuno diametro, che ha degli spessori molto più in scala.

Sono finalmente al termine di questa avventura, vissuta ancora una volta con gli utenti, ma che dico, gli amici, del forum di Modeling Time! Importantissimo è stato il confronto avuto durante il Work in Progress che mi ha fatto sempre scegliere la strada corretta da prendere e per certi versi, mi ha fatto anche andare oltre le mie capacità…non si smette mai di imparare, un aspetto bellissimo di questo hobby!

Bene, adesso non mi resta che augurarvi come al mio solito, buon modellismo…ma soprattutto… che cosa aspettate ad inscrivervi nel nostro forum ed aprire il vostro primo topic?!

Su Modeling Time, il modellismo è soltanto l’inizio!

Saluti dallo Stretto di Messina – Roberto “rob_zone” Boscia.

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