Dopo il WIP, purtroppo, prematuramente abortito del Bronco venezuelano torno con un nuovo kit sul banco. Non temete però... quello con l'OV-10 non è un addio ma solo un arrivederci.
Nel frattempo che aspetto l'arrivo di nuovi pezzi per sistemare le magagne del set Reskit (ne ho parlato QUI) non potevo stare con le mani in mano e ho iniziato a pensare ad un nuovo progetto. Nuovo mica tanto in realtà, perchè l'idea di un F-16 italiano mi frulla nella testa già da un bel pò di anni. Per la precisione 16, da quando nel lontano 2008 ebbi la possibilità di visitare la base di Cervia-Pisignano che all'epoca ospitava ancora il 23° Gruppo Caccia Intercettori dotato dei Viper. Ovviamente scattai un bel pò di foto, in particolare al velivolo matricola 7243 che nel giorno della mia visita montava di allarme ed era armato (con armamento reale) e pronto nello shelter. Eccolo:
Quindi, come avrete ben capito, l'esemplare che riprodurrò sarà proprio questo! oltretutto il velivolo presentava anche una "gustosa" particolarità che, ovviamente, avevo subito notato e di cui avevo scattato delle foto a supporto della documentazione:
L'aereo, probabilmente durante un rischieramento a Decimomannu per una campagna ACMI, fu "zappato" presumo dal 155° Gruppo e ricevette in "dono" tre zampette di pantera: due sul timone di profondità, e una sotto l'abitacolo. Tutti i fregi erano presenti solo sul lato SX e comunque durarono relativamente poco perchè già dopo poche settimane furono cancellati. Se fate caso nella prima foto che inserito, sul timone si vedono proprio i segni della riverniciatura mentre sotto il cockpit l'obliterazione è appena percettibile.
Un pò di cultura generale! la pratica dello "zapping" ha origini lontane e fu adottata per la prima volta, almeno che io sappia, dalla US Navy. I velivoli che per problemi tecnici o per insufficienza di carburante dovevano appontare su una portaerei che non era quella di appartenenza, venivano "segnati" con gli stemmi degli Squadron di stanza sulla nave o con frasi goliardiche tipo quelle in foto:

Immagine inserita a scopo di discussione, fonte historynet.com
La pratica negli anni si è diffusa in tutte le aeronautiche militari del mondo e la RAF, in particolare, l'ha "ingentilita" portando avanti uno spirito di sana rivalità con quel pizzico di caratteristico humor inglese.
Ovviamente anche nell'AM lo "zap" è largamente diffuso (anche se osteggiato). Negli anni mi è capitato più di una volta vedere dei velivoli con gli stemmi delle squadriglie collegamenti di altri reparti... questo succedeva spesso soprattutto in tempi passati perchè gli aeroplani provenienti da altre basi, quando atterravano su altri aeroporti erano assistiti e parcheggiati proprio sui piazzali delle "collegamenti". I Crew Chief non perdevano occasione per fare la classica "pisciatina del cane" marcando il territorio con un adesivo del proprio reparto o, molto più facile, uno stencil "sbombolettato" in fretta e furia direttamente sulle superfici del velivolo malcapitato (normalmente in zone più nascoste).
Inutile dire che questi dettagli a me fanno impazzire... impreziosiscono il soggetto e lo rendono ai miei occhi ancor più interessante e particolare da riprodurre!
Scelto il soggetto restava da risolvere il problema di come riprodurre tutti gli stemmi, i codici e i sopracitati "zap". Per i primi due non c'è da preoccuparsi, tempi addietro la Italian Kits mise in commercio un foglio (codice IK48001) abbastanza corposo che conteneva numeri, matricole, araldica e stencil con cui poter realizzare tutti gli F-16 italiani. Ma per le zampette? come fare?
E qui entra in gioco il nostro Jacopo che durante una chattata su Whatsapp mi dice di ricordare qualcosa.. tempo 10 minuti e mi mostra un altro foglietto (stampato su supporto unico) che la Italian Kits aveva commercializzato a completamento del set 48001 e che conteneva proprio le famose zampette!
Peccato che la nuvola fantozziana del modellista ha colpito ancora... nel foglietto le zampe stampate sono solo due. Mancava da reperire la terza.. e qui entra in gioco l'amico Fulvio Spillone che mi ha ceduto il suo foglio mettendomi in condizioni, finalmente, di avere tutto il necessario per poter partire!
Quindi se questo progetto sta prendendo vita devo ringraziare prima di tutto Fulvio e Jacopo per essere corsi in mio aiuto... grazie mille ragazzi!

E adesso veniamo al kit e agli aftermarket:


Dovuta premessa: tutti i 32 esemplari avuti in carico dalla nostra Aeronautica Militare, tramite il programma Peace Caesar, erano degli F-16A Block 15 ADF (Air Defence Fighter) - variante specifica per la difesa aerea. Oltre a questi ricevemmo anche un F-16 B ADF e tre F-16 Block 5/10 per scopi addestrativi, oltre a quattro F-16A Block 10 utilizzati come fonti di ricambi.
Il kit che ho scelto è l'Hasegawa. Vi starete chiedendo... perchè non un Kinetic? i punti a favore dello stampo giapponese sono ancora molti nonostante il prodotto sia datato 1983 (ha un anno più di me sto kit!).
- Il modello rappresenta il Block costruttivo più vicino all'ADF.
- La qualità delle pannellature Hasegawa è ancora nettamente migliore del Kinetic.
- Il montaggio è più agevole (avendolo già affrontato) e le forme più corrette (il muso del Kinetic nelle scatole "early" è ancora quello abbastanza cannato).
- La plastica Hasegawa è ancora una delle più facili da lavorare, al contrario di quella utilizzata dalla Kinetic che è gommosa e con una finitura superficiale rugosa.
Comunque, di roba negli anni ne ho accumulata veramente tanta e alcuni dei set che vedete in foto sono oramai introvabili. In particolare il cockpit della Black Box (non più in attività da un bel pò di anni), la presa d'aria seamless della Cutting Edge e il set di conversione della Wolfpack sono diventati delle specie di chimere e sono contento di essere stato una diligente formichina che nel tempo ha messo da parte tutto il necessario per realizzare un Italian Viper..!
Oltre ai pezzi più rari ci sono anche gli after più recenti e che ancora sono facilmente reperibili. Tra questi:
- Ruote Brassin (ricordo che i nostri F-16 usavano i cerchioni "late" come quelli installati sugli MLU olandesi, belgi ecc.
- Scarico per il motore Pratt & Whitney F-100-220E e pozzetti carrello della Aires... oldie but goldie oserei definirli!
- Pitot, sensori AOA e scaricatori elettrostatici della Master (set imprescindibili a prezzi tutto sommato economici).
- AIM-120 C (i nostri ADF erano cablati per poterli lanciare), AIM-9L e serbatoi dal 370 galloni della Reskit.
- Seggiolini della DEF Model stampato in 3D (quello della Black Box è ancora bello... ma niente a che vedere con la nuova tecnologia di stampa).
- Piastre di rinforzo della Cross Delta (davvero belle e autoadesive, ma non le dovrò usare tutte).
- Fotoincisioni Eduard che potevo anche risparmiarmi ma che contengono dei piccoli particolare molto utili per il cockpit.
- Set di dettaglio della Verlinden. Credo che non lo userò ma ho deciso comunque di postarlo anche per una certa nostalgia verso i bei tempi dove Francois Verlinden fu pioniere del super dettaglio! l'accessorio è oramai non più al passo con i tempi... ma ha un gran valore affettivo.


Parto dal cockpit. Paradossalmente in giro non c'è ancora nulla per rappresentare correttamente l'abitacolo di un Block 15, e quello che si avvicina maggiormente il vecchio e introvabile Black Box. La qualità del dettaglio è quella di un'altra epoca ma, nonostante tutto, è ancora accettabile. Certo, c'è da lavorarci...
Ad ogni modo già a Cervia avevo avuto modo di documentarlo bene con una buona serie di scatti... di recente ho avuto la possibilità di aprire, misurare e fotografare ancora meglio l'esemplare conservato presso il museo di Vigna di Valle, e lì la voglia di Italian Viper è cresciuta a dismisura!
Piccola nota a margine: si sta veramente comodi nel cockpit! la vista è praticamente a 360° e la posizione reclinata del seggiolino ti fa assumere una posa molto ergonomica. L'unica cosa veramente scomoda? la manetta! come potete vedere, nella posizione di IDLE è davvero molto indietro rispetto alla naturale postura del braccio.
Questa è la configurazione del cruscotto ed un estratto del manuale di volo del Viper:
La freccia in rosso mette in evidenza il riposizionamento dell'altimetro, spostato al centro sopra allo schermo del radar sui Block 15, mentre quella in giallo dell'indicatore dell'angolo d'attacco e dell' "Instrument Mode Select Panel" (con cui il pilota poteva selezionare varie funzionalità sull'Horizontal Situation Indicator e sull'Aircraft Direction Indicator - due strumenti di navigazione) spostato accanto agli indicatori del motore. Sui Block 10 la posizione di questi strumenti era invertita.
Il cruscotto della Black Box ha praticamente tutte le veglie al posto giusto. Quella che non è del tutto corretta è la palpebra, che presenta delle forme e delle dimensioni abbastanza di fantasia.
La Aires, da questo punto di vista, fece meglio i compiti ma non ha mai messo in commercio un set per i Block 15. Avendo a disposizione alcuni pezzi avanzati da un set della ditta ceca, alla fine ho pensato di creare un mix utilizzando la palpebra più corretta e innestandoci sopra il pannello strumenti della Black Box. L'operazione richiede un pò di attenzioni ma è fattibile limando nei punti giusti. Ecco un confronto:


Si nota bene come anche i fori di sfiato dell'aria calda per lo sbrinamento del canopy siano nel punto errato sulla palpebra Black Box, e di come siano più corretti e meglio definiti su quella Aires.


Le paratie laterali della Black Box fittano abbastanza bene all'interno della fusoliera ma alla fine risultano leggermente corte non "chiudendo" a dovere rispetto alla vasca dell'abitacolo; per questo ho riempito le fessure con un pò di Magic Sculpt modellato a dovere.

Ovviamente per far posto alla nuova palpebra in resina e a tutta la zona che comprende il meccanismo di apertura del canopy, alle spalle del seggiolino, ho rimosso la plastica del kit facendo attenzione a non asportarne troppa.

Sulla consolle di DX è adagiato anche il tubo dell'ossigeno ma, nella realtà, era poco comune trovarlo in quella posizione. Approfondirò il tema più avanti con foto di riferimento ma, nel frattempo, vi dico che ho eliminato il dettaglio e provvederò ad autocostruirlo per renderlo più fedele.





La strada da percorrere è tanta ma questo modello mi sta prendendo davvero molto... e ci voleva dopo la delusione del Bronco.
Stay tuned... al prossimo aggiornamento!
