Storia del modellismo

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Re: Storia del modellismo

Messaggio da Starfighter84 »

gabriele65 ha scritto: 5 luglio 2022, 18:42 Io fino alla fine degli 80 leggevo Aerei Modellismo
Con gli articoli di Melloni che costruiva tutti i kit (a volte anche una quindicina) a disposizione di quel determinato soggetto in due settimane... e li metteva tutti sui piedistalli!!!
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Fly-by-wire ha scritto: 12 luglio 2022, 13:45 Quale scala è nata per prima?
La 1:72 con la inglese Frog... anche per questo viene definita la "gentleman's scale".
La 48 e la 32, invece, sono state importate dagli americani.
"I migliori modellisti sono costantemente alla ricerca di metodi per migliorare la qualità del loro lavoro e non sono mai pienamente soddisfatti dei loro risultati" (Bill Horan)

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Re: Storia del modellismo

Messaggio da miki68 »

Fly-by-wire ha scritto: 12 luglio 2022, 13:45 Qual è stato il primo modello nella storia ad essere inciso in negativo?
Domanda non facile da rispondere, in quanto gli stampi in negativo sono nati approssimativamente nella seconda metà degli anni '70 in Giappone.
La diffusione degli stampi in negativo è iniziata a cavallo degli anni '70 ed '80.

Una domanda che ci possiamo fare è perchè sono nati gli stampi in negativo. Su questo fatto ho discusso lo scorso inverno con Enzo Maio, gran conoscitore della nostra plastica e collaboratore ai tempi di ESCI e di altri marchi. Lui ha visto i primi stampi ESCI prodotti in Giappone alla fine degli anni '70 (il primo in assoluto è stato il Mirage F1 in scala 1:48, ancora edito dalla Italeri) e gli stampi convenzionali in positivo. OLtre alla differenza enorme di qualità, lo stampo in negativo consentiva di essere modulare, mentre lo stampo in positivo lavorato a macchine utensili era monolitico.

La Tamiya, ad esempio, era già in grado di produrre stampi in negativo fin dai primi anni '70, ma continuò a fare le pannellature in positivo (finissimo) fino alla fine del decennio. Solo ai primissimi anni '80 ha abbandonato definitivamente il positivo ed è passato al negativo. Idem per Hasegawa. La Monogram ha continuato in positivo fino ai primi anni '90. ESCI è stata una delle prime ad avere stampi in negativo nel catalogo, assieme a quelli in positivo a seconda dei fornitori che utilizzava. Italeri ha lavorato in positivo fino ai primi anni '90 e poi è passata al negativo.
Negli anni '80 era ancora tollerato lo stampo in positivo. Negli anni '90 invece il mercato richiedeva solo negativo.
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Re: Storia del modellismo

Messaggio da pitchup »

Ciao
miki68 ha scritto: 12 luglio 2022, 14:42 Negli anni '80 era ancora tollerato lo stampo in positivo. Negli anni '90 invece il mercato richiedeva solo negativo.
...in effetti, per una volta, ciò che è negativo è da considerarsi positivo! :?
Starfighter84 ha scritto: 12 luglio 2022, 14:14 Con gli articoli di Melloni che costruiva tutti i kit (a volte anche una quindicina) a disposizione di quel determinato soggetto in due settimane... e li metteva tutti sui piedistalli!!!
Che ricordi... celebre il suo adagio, quando li fotografava in gruppo: "Stormo di XXX colti in volo a bassa quota"!
...diciamo che è stato un periodo un po' di transizione quello e credo che in redazione non abbiano capito la rivoluzione in atto e che non solo il modellismo ma, soprattutto, i modellisti, stavano cambiando.
In pratica arrivarono gli allora modellisti sui trent'anni (come me all'epoca) tutto aerografo, Verlindenmaniaci e tanto sangre ispanico nelle vene, i quali soppiantavano la precedente generazione (alla quale però dobbiamo tanto perchè da teenager sbavavamo guardando i loro modelli) :-king
saluti
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Re: Storia del modellismo

Messaggio da gabriele65 »

Per gli stampi, mi sembra doveroso citare la Matchbox, faceva modelli metà in positivo e metà in negativo!
Starfighter84 ha scritto: 12 luglio 2022, 14:14 Che ricordi... celebre il suo adagio, quando li fotografava in gruppo: "Stormo di XXX colti in volo a bassa quota"! :-sbraco
Io ricordo con piacere i modelli di Giampiero Piva, tutti a pennello, puliti, alcuni anche visti oggi mi fanno un bell'effetto.
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Re: Storia del modellismo

Messaggio da VorreiVolare »

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Re: Storia del modellismo

Messaggio da pankit »

Bella discussione interessante, grazie ragazzi :-oook
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Re: Storia del modellismo

Messaggio da Fly-by-wire »

Grazie per aver soddisfatto le mie curiosità :-oook
Per arricchire la discussione propongo altre domande :-Figo

Quando sono nati i vari generi modellistici?
Immagino che figurini, carri e navi siano arrivati prima dei kit aeronautici o sbaglio?

Qual’è la più grande azienda attiva in ambito modellistico?
Quando penso alle varie Tamiya, Hasegawa, Italeri ecc… non riesco a quantificare quante persone ci siano dietro e di che realtà si tratti.

In passato, per forza di cose, i modelli potevano essere realizzati di carta o di legno. Ora ci sono plastica e resina e sta avanzando sempre di più l’uso delle stampanti 3D…

Dite che il modellismo abbia raggiunto il suo apice nel campo dei materiali?
Cosa ci potrà essere in futuro per costruire i nostri modelli?
La plastica verrà soppiantata da qualche altro materiale?

Oppure, dato che ogni cosa ha un inizio ed una fine, il modellismo cesserà di esistere in futuro?
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Re: Storia del modellismo

Messaggio da pitchup »

Ciao
gabriele65 ha scritto: 12 luglio 2022, 18:50 Io ricordo con piacere i modelli di Giampiero Piva, tutti a pennello, puliti, alcuni anche visti oggi mi fanno un bell'effetto.
Re: Storia del modellismo

da pitchup » 12/07/2022, 18:26
Un caposcuola, all'epoca prendeva delle ciofeche assurde di kit degli anni '60 (FROG, Aurora, revell, Airfix) e li trasformava in capolavori. Se è per questo ancora modella e vernicia sempre rigorosamente a pennello: https://www.britmodeller.com/forums/ind ... -finished/
Fly-by-wire ha scritto: 14 luglio 2022, 0:20 Oppure, dato che ogni cosa ha un inizio ed una fine, il modellismo cesserà di esistere in futuro?
...secondo me si evolverà anche se non so bene verso cosa, soprattutto col mercato degli aftermarket grazie alle nuove tecnologie.
Ma penso che alla fin fine tutto rimarrà più o meno come oggi. Più che altro alla luce di questa situazione bisognerà capire quanto comincerà a pesare sulle nostre tasche?
saluti
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Re: Storia del modellismo

Messaggio da miki68 »

Starfighter84 ha scritto: 12 luglio 2022, 14:14 Con gli articoli di Melloni che costruiva tutti i kit (a volte anche una quindicina) a disposizione di quel determinato soggetto in due settimane... e li metteva tutti sui piedistalli!!!
Il livello modellistico di quel periodo fu sicuramente basso rispetto al precedente, ma Delta Editrice (ed il suo proprietario) erano (e sono) molto attenti alla parte economica. In quel periodo Andrea Melloni (oggi è un medico) costruiva e pubblicava i modelli (a quanto pare) per la gloria e con tempi molto stretti per soddisfare le richieste dell'editore.
Ultima modifica di miki68 il 14 luglio 2022, 12:11, modificato 1 volta in totale.
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Re: Storia del modellismo

Messaggio da miki68 »

pitchup ha scritto: 14 luglio 2022, 10:49 Ciao
gabriele65 ha scritto: 12 luglio 2022, 18:50 Io ricordo con piacere i modelli di Giampiero Piva, tutti a pennello, puliti, alcuni anche visti oggi mi fanno un bell'effetto.
Re: Storia del modellismo

da pitchup » 12/07/2022, 18:26
Un caposcuola, all'epoca prendeva delle ciofeche assurde di kit degli anni '60 (FROG, Aurora, revell, Airfix) e li trasformava in capolavori. Se è per questo ancora modella e vernicia sempre rigorosamente a pennello: https://www.britmodeller.com/forums/ind ... -finished/
Gianpiero Piva apparteneva alla "scuola veronese" a cui appartenevano altri modellisti come Laberto Anastasi (mancato di recente), Angelo Falconi che hanno contribuito fortemente alla rivista Aerei Modellismo negli anni '80. Piva in particolare era (ed è) un profondo conoscitore della Luftwaffe e realizzava modelli a partire da quanto (all'epoca) il mercato forniva e siccome erano prodotti basici anni '60/'70 era in grado di effettuare incredibili taglia e cuci e colorazioni (a pennello) tali da rendere delle vere opere miliari. Era inoltre in grado di produrre disegni e tavole grafiche che la Delta Editrice ha riciclato per anni.
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