sabato, Aprile 20, 2024

Natale 1917 – Lettere dal Fronte della Grande Guerra. Diorama in 54mm.

A volte si possiedono tesori senza neanche saperlo. Essi sono lì sotto i nostri occhi ma spesso non li osserviamo e non gli diamo importanza. Poi, come è successo a me, accade qualcosa e all’improvviso li riscopriamo.

Il tesoro in questione era una scatola di lettere conservata da mia nonna e ritrovata per caso mentre mettevo ordine in un vecchio armadio. Tra di esse vi era la corrispondenza di mio nonno, Angiolino Nanni, scritte prima e durante la Grande Guerra. C’erano missive redatte dalla scuola alla madre vedova fino al 1915, altre appena arruolato e infine quelle spedite dal fronte del Carso e da quello Macedone poi.

Documentandomi ho scoperto l’importanza della scrittura per i soldati al fronte. Mai come in quel periodo ci sono state tante corrispondenze che andavano da e verso le zone di guerra. Una delle richieste che più spesso facevano i soldati erano carta e matite, al pari di cibo e vestiti caldi.

Sarà che crescendo si impara a guardare con più attenzione al proprio passato, ma la loro lettura mi ha preso e affascinato come un libro di avventura.  Ho potuto vedere il ragazzo impaurito e allo stesso tempo orgoglioso di servire la patria, l’incoscienza dei primi tempi trascorsi nell’Esercito fatti di marce e addestramento, fino alla presa di coscienza dell’orrore della guerra.

Essendo le lettere (per lo più cartoline postali) soggette a censura, difficilmente mio nonno poteva esprimere pensieri troppo intimi e mai si poteva dubitare dell’esito del conflitto. Ma anche in un piccolo diario personale ho ritrovato tra le righe un uomo che, seppur cosciente di quello che stava affrontando, cercava sempre di esorcizzare le battaglie scherzandoci sopra, come quando paragonava il bombardamento austriaco ai fuochi di artificio che probabilmente la sua famiglia osservava a casa in tempi di pace.

In poco tempo il ragazzo, arruolato nel 40° Reggimento Bologna e poi passato nel 64° Reggimento Cagliari, si fece valere. Un po’ per il forzoso “ricambio” dovuto ai caduti e un po’ per alcune azioni che gli valsero la croce di bronzo al valor militare, mio nonno divenne ufficiale e si ritrovò ad avere il comando di altri uomini. Il ragazzo fu costretto a crescere e diventare uomo.

E proprio a questo periodo risale la lettera scritta nel Natale del 1917 che ho trovato tra le tante altre. In essa descrive come in quel magico giorno la guerra si fosse fatta un poco da parte. La giornata era passata relativamente tranquilla. E in quel momento, guardando negli occhi dei suoi soldati, aveva scorto le loro menti volare verso gli affetti più cari, verso quelle persone il cui ricordo permetteva di non impazzire e sopravvivere alle tragedie che li circondavano. Perché, come ha scritto in un’altra epistola, loro che vivevano immersi nell’odio sopravvivevano solo grazie al pensiero che a casa li aspettavano i propri cari, permettendogli di mantenere quel minimo di umanità e di equilibrio.

Ispirato da questi pensieri impressi per sempre su carta ho deciso di costruire un diorama che fotografasse quel momento, con i soldati assorti nella lettura mentre ripensano ai momenti felici. Per far questo da una parte ho ricreato la realtà, con la trincea e la fatica di sopravvivere ogni giorno, tra la neve e il freddo. Dall’altra il mondo dei ricordi, nel tepore degli affetti verso i propri figli e la donna amata. Come base ho usato le copie di alcune lettere e cartoline scelte per l’aspetto o per le frasi contenute. Sullo sfondo la lettera di natale, in cui il testo è stato trascritto in caratteri di stampa per facilitarne la lettura.

La realizzazione:

Sono partito da una trincea in resina della Andrea Miniatures avanzata dal mio precedente lavoro che trovate QUI (avevo utilizzato i soli figurini).

Non ho avuto molta scelta per i personaggi. I soggetti WW1, specie italiani, sono ben pochi. Per fortuna Italian kits ha realizzato una scenetta con tre soldati che giocano a carte in trincea e un fante venduto singolarmente. Mentre quest’ultimo è davvero ben fatto, ho trovato qualche difetto nei volti degli altri tre con occhi un po’ troppo pronunciati. Per quello in piedi sono ricorso alla seconda testa in dotazione al figurino singolo, mentre per quello seduto ho dovuto usare un po’ di carta abrasiva ed ho cercato di ricostruire i lineamenti a pennello.

Non trovando figure femminili dell’epoca in resina mi sono adeguato ed ho utilizzato quella della Modelkasten che, sebbene in plastica morbida, ha un discreto dettaglio.

Ho quindi unito il pezzo di trincea della scenetta dei fanti a quello della Andrea raccordandoli con del Milliput e scagliola. Poichè le due sezioni hanno altezze diverse, le ho disposte sfalsate costruendo una piccola rampa ricoperta di assicelle in legno. Allo stesso modo ho riscostruito una parte di steccato che mancava. Sopra le trincee ho lasciato una porzione di terreno per formare un angolo e dare un miglior colpo d’occhio alla scena.

Passato il primer e soddisfatto di come si erano integrate tra loro, ho realizzato la basetta in legno di abete su cui ho definito un bordo con la fresa e lasciato uno scalino per alloggiare un’eventuale teca in plexiglass.

Non avendolo a portata di mano, ho ricostruito il filo spinato in scala reale che doveva andare ad incorniciare la lettera, posta su una tavoletta verticale, facendo da sfondo al diorama. In un momento successivo per verniciare il filo spinato ho utilizzato l’Alclad Burnt Iron e poi lo ho invecchiato con pigmenti Truck Rust e Black della Mig.

Definiti gli spazi ho iniziato a colorare la scena e per livellare le due parti delle trincee ho usato un fondo della AK, il Dark Earth. In pratica è una pasta molto morbida, da passare anche con un pennello, che una volta indurita ha una buona texture.

Con la pasta ho coperto le parti in gesso e in Milliput. Poi ho usato il Chocolate Brown Vallejo con qualche goccia di nero per dipingere tutta la parte terrosa ed avere una tinta uniforme. A questo punto ho lavorato il terreno con un dry brush usando varie tinte di marroni via via più chiare per far risaltare i particolari. In alcuni punti ho effettuato lavaggi con verde ad olio sporcato di marrone e aggiunto qua e là zone bagnate applicando trasparente lucido per dare l’idea di terriccio umida.

Le parti in legno le ho verniciate dapprima con un marrone medio cui ha fatto seguito un lavaggio con ombra bruciata; successivamente ho utilizzato di nuovo la tecnica del dry brush con un marrone chiaro e Khaki Grey 880 Vallejo. Il tocco finale sono stati dei ritocchi con colore ad olio Grigio Payne , sia al naturale che schiarito, che hanno simulato l’azzurro grigiastro del legno umido e vecchio.
I sacchi sono stati dipinti con il succitato Khaki schiarito con bianco opaco, aggiungendo Uniforme Inglese 921 Vallejo e un po’ di nero per le ombre.
I sassi hanno una base in grigio medio (nero – bianco- marrone e una punta di verde tutti della Vallejo), con un lavaggio in ombra bruciata (Vallejo Air 71040 ulteriormente diluito) e schiariti aggiungendo bianco.
Sacchetti e sassi sono stati poi sporcati con pigmenti color terra della Mig (Russian Earth e Graveyard Dirt).

Per riempire la zona superiore e inserire qualche dettaglio in più che potesse catturare l’occhio dell’osservatore, ho deciso di utilizzare dei pezzetti di legno per simulare alberi sradicati e spezzati dai bombardamenti. Dopo averli protetti con trasparente, per invecchiarli li ho trattati con colore ad olio Terra di Cassel e Grigio Payne.

È giunto il momento della neve che ho voluto aggiungere per aumentare il contrasto tra le due zone del diorama. Ho provato per la prima volta dei prodotti della AK, sono tre e ognuno ha un utilizzo diverso.
Il primo è lo Snow della serie “Terrains” e serve per ricreare il fondo e, più in generale, è adatto per la neve di una certa consistenza.
Poi c’è lo Snow Sprinkles che ha un aspetto più “trasparente” ed è più liquido. L’ho usato per accentuare l’aspetto della neve che tende a perdere consistenza e si scioglie o trasforma in ghiaccio.
Infine ci sono i Microballoons, in pratica una polvere bianca finissima. Essi, in base alla percentuale di diluizione con il Clear della Vallejo, sono utili per simulare strati fini di ghiaccio o piccoli fiocchi freschi. Spolverati sullo Snow servono per dare l’idea della neve fresca e polverosa appena caduta.

Combinando le caratteristiche dei tre effetti ho innevato la basetta. La parte superiore l’ho lasciata quasi bianca seguendo il principio secondo cui difficilmente qualche fante si sarebbe esposto salendo oltre il limite della trincea. Per la parte inferiore, invece, ho utilizzato di più gli Sprinkles e i Microballoons con abbondante clear per dare l’impressione di neve sciolta e semighiacciata. Inoltre ho effettuato dei lavaggi diluitissimi con marrone e grigio ad olio per simulare la sporcizia della terra mista a neve a causa del calpestio. In alcuni punti poi ho lasciato cadere delle gocce di Vallejo Still Water per ricreare un ghiaccio più spesso.

Ho prestato particolare attenzione a non innevare tutto in maniera indiscriminata per non cancellare i bei dettagli della basetta. Anche i fiocchi sugli oggetti e pareti verticali della trincea sono stati posizionati in modo da rispettare la gravità e probabilità che rimanessero tracce di neve sugli stessi.

Dopo la “bufera” il diorama aveva questo aspetto:

Mi sono dedicato poi al filo spinato in scala, a protezione della trincea, usando quattro fili da 0,1 mm di rame. Dopo averne intrecciati due, con l’aiuto di uno stuzzicadenti ho passato intorno ad essi la seconda coppia creando dei semicerchi che, una volta tagliati a misura, hanno ricreato le spine.

Per il colore mi sono regolato come per quello scala 1:1.

Visto che il lato destro rimaneva spoglio ho deciso di realizzare una parete di assicelle di legno di tiglio incollate tra loro. Anche per queste, dopo una base di Chocolate Brown Vallejo e dry brush con marrone chiaro, sono stati necessari lavaggi ad olio con bruno Van Dyck e Grigio Payne per dare una patina di invecchiamento.

Ho così posizionato la trincea sulla basetta, incollandola su dei rialzi in legno, insieme all’asse su cui fissare la lettera e il filo spinato ad incorniciare il tutto.

Successivamente sono passato alle lettere da inserire nel contesto. Naturalmente ho fatto una scansione e le ho ristampate il più fedelmente possibile, le originali sono rimaste al sicuro. Tra le tante ho scelto una cartolina postale che mi ha colpito per la ricchezza dei colori.

Poi una cartolina illustrata del 64° Reggimento.

Ho scelto anche una cartolina in cui il nonno descriveva le montagne al fronte e chiedeva alla mamma abbigliamento caldo (“robba di lana, che ci vuole buona”).

Infine una cartolina che riporta una frase che mi è rimasta impressa durante tutta la realizzazione del progetto e che ho evidenziato sulla carta e poi riportato sulla targhetta posta sulla base: “Noi costretti a vivere tra l’odio non viviamo che d’amore. Senza l’amore e la speranza che ci sorregge tutti morremmo” .

Ho poi ristampato la lettera di Natale, lasciando solo l’inizio e la fine della scrittura di mio nonno. Ho preferito sostituire la parte centrale con caratteri “brush script” per favorirne la lettura e comprensione allo spettatore.

Da ultime le buste delle lettere, anch’esse copie delle originali. Per la carta ho invecchiato dei fogli A4 immergendoli in un mix di the e caffè. Su di esse ho ristampato una lettera inviata a quella che sarebbe diventata mia nonna Letizia cui ho aggiunto lo stemma del 64° Reggimento.


Ed eccoci giunti alla realizzazione dei protagonisti.

Per il colore delle uniformi, cercando in rete, ho trovato delle indicazioni per il mix da adottare. Poi, con la divisa originale davanti (quella di mia nonno che custodisco gelosamente), ho trovato la seguente miscela Vallejo per il grigio-verde : MC 866 Grey Green 10 gocce , MC886 Green Grey 10 gocce, MC924 Uniforme Russa 10 gocce , MC905 Blugrey Pale 4 gocce.
Per le ombre ho aggiunto il Grey Green e per le luci il Green Grey Vallejo.

Per le parti verniciate in verde, come le giberne e gli elmetti, ho aggiunto al mix base un poco di Luftwaffe Camo Green 823 schiarito con Grey Green 886. Cinghie e borse del fante hanno una base Marron Caki 988 e Tan Deck 986.

A tutti quanti i soldati ho sostituito le carte da gioco nelle mani con delle lettere. Ai due fanti in trincea ho aggiunto delle mantelle in Magic Sculpt per accentuare il senso di freddo date le condizioni climatiche che ho deciso di ricreare.

Per rendere, invece, l’idea del mondo dei ricordi sulla destra del diorama, ho deciso di ricreare con pochi elementi gli affetti a cui i soldati rivolgevano la mente. Ad un soldato ho affiancato una culla realizzata con Plasticard e verniciata ad olio per riprodurre l’effetto del legno. Vicino ad essa dei giochi in miniatura della Plusmodel.

Al secondo fante ho affiancato la figura femminile che, di fronte al manifesto del soldato ferito, lascia cadere i fogli della lettera che idealmente giungono al milite al fronte.

Entrambi i soldati osservano la scena defilati proprio per accentuare il distacco dalla realtà.

Le basette sono state realizzate con Magic Sculpt e per la texture del pavé e dei mattoni mi sono avvalso dei rulli della Green Stuff.

Una volta posizionati i personaggi e la targhetta con la frase, ho terminato il lavoro apponendo la foto dei veri protagonisti sulla palizzata del diorama. Il più basso, all’estrema destra, era Angiolino che, in questa notte di Natale 101 anni dopo, sento un poco più vicino… accanto a me.


Buon Natale e buon modellismo a tutti. Andrea “nannolo” Nanni.

Il Work In Progress completo lo trovate QUI.

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2 Comments

  1. Se non fosse che questo lavoro, per la profondità dei valori che esprime, esige un rispettoso silenzio, ti meriteresti un applauso di venti minuti: davvero complimenti!!!

  2. Opera ineccepibile e di profondo coinvolgimento emotivo. Ammirevoli l’aspetto tecnico e la grandissima sensibilità.

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