giovedì, Aprile 25, 2024

Kit Review – F-14D Tomcat AMK 1/48, Seconda Parte.

F-14D AMK VS. F-14D TAMIYA: SCONTRO FRA TITANI?

Una premessa: i miei commenti non vogliono essere esaustivi e sono ovviamente soggetti a discussione; vi prego però di leggere tutto l’articolo fino alla fine perché le conclusioni, secondo me, potrebbero essere interessanti a prescindere dalle vostre preferenze istintive per l’uno o l’altro modello.
Dopo aver analizzato il nuovo kit AMK in dettaglio (la PRIMA PARTE della recensione la trovate QUI!), è giunta l’ora di metterlo di fronte al suo rivale per antonomasia, l’F-14D offerto dalla Tamiya.
I due kit sono abbastanza diversi, sia per impostazione che per scelte progettuali. Da una parte abbiamo il prodotto giapponese che eccelle nella qualità delle parti e nell’ingegnerizzazione (molti modellisti hanno montato e verniciato il kit in sezioni separate, per poi unirle a verniciatura già conclusa), mentre dall’altra abbiamo il nuovissimo modello cinese che promette di essere il riferimento assoluto per dettaglio e progettazione.

Dettaglio:

Innanzitutto, il dettaglio. AMK ha realizzato un modello molto dettagliato, con alcune finezze assolutamente di prim’ordine ma anche con alcune complicazioni inaspettate. Il livello generale di tutto il kit è comunque davvero alto: il cockpit presenta particolari ben fatti e definiti, con cruscotti e console ben riprodotti. I seggiolini sono buoni, con la parte posteriore (purtroppo la meno visibile) al livello di un set in resina. L’ala e l’aerofreno aperti sono ben realizzati e con elementi notevoli. Le prese d’aria hanno tutti gli attuatori riportati e anche i motori (parliamo di quelli aperti) sono ben studiati e suddivisi in 5 parti. Il carrello e i relativi vani sono molto curati, in fusoliera troviamo griglie traforate con piastre e rivetti ben riprodotti. La scaletta è buona, peccato per la mancanza di dettagli all’interno dei predellini e alle prese NACA del muso poco tridimensionali e molto schiacciate.
Di contro, il Tamiya ha tutto al suo posto ma con qualche semplificazione (ala e aerofreno chiusi, pozzetti carrello buoni ma non eccezionali, motori un po’ troppo piatti, canopy con struttura interna parziale e prese d’aria complete ma meno dettagliate del concorrente). Di contro, le prese NACA sono ben fatte e le ruote di livello superiore.

NOTA: questi voti si basano su una scala da 1 a 5, dove 1 è “pessimo” e 5 “ottimo”.

Per dettaglio, si intende il livello di particolari riprodotti nelle varie zone del velivolo. Ad esempio, le tubazioni nei vani, rivetti, attuatori, i cruscotti nel cockpit, etc. Non si sta valutando la loro fedeltà al reale ma la loro esecuzione.

Fedeltà:

Qui il divario è netto. L’AMK nel complesso è sufficiente ma i difetti (già elencati nella prima parte di questa review) presenti nella zona posteriore, nel muso, nel parabrezza e nelle ruote del carrello giustificano i voti bassi. I problemi sono molteplici e evidenti, una volta notati è difficile far finta di niente…
Scendendo più nello specifico si può affermare che la rappresentazione complessiva dei taileron è discreta, che il cockpit (pannelli e posizione degli strumenti) è molto fedele ma che i seggiolini hanno il poggiatesta leggermente sovradimensionato e i rostri non riprodotti correttamente. Le derive sembrano giuste e l’ala è anch’essa ben riprodotta.
Grazie a una riproduzione molto fedele sia delle forme che delle dimensioni del velivolo vero, il modello Tamiya emerge decisamente nel confronto tra i due. Dal mio punto di vista c’è poco da aggiungere: gli ingegneri nipponici hanno catturato le forme del velivolo e le sue peculiarità in maniera ottima, non sbagliando nemmeno i profili più difficili e subdoli della controparte reale. Le derive Tamiya, rapportate ai disegni, sembrano più basse di circa 0,2 mm. ma questa differenza non ha impatti sull’aspetto finale del modello.

Nella foto sopra si nota come l’andamento del modello Tamiya sia molto più fedele e armonico rispetto al vero. Mentre il kit AMK è già incollato, il Tamiya è solo assemblato a secco. Si possono osservare diverse fessure e disallineamenti nell’AMK ma anche come il dettaglio dei motori sia molto più ricco e completo.

Sopra è possibile apprezzare sia il bel dettaglio dell’AMK nel vano aerofreno, sia la forma più squadrata dei motori del prodotto cinese. Anche qui, scalini e gap sono abbastanza evidenti, con il Tamiya che non presenta fessure di sorta malgrado sia bloccato solamente dal nastro adesivo.

AMK: anche con l’ala in posizione di parcheggio, l’errore della depressione all’altezza della griglia resta in bella vista.
Inoltre qui si nota ulteriormente la poca precisione dell’accoppiamento tra le varie parti della zona motori. Nel mio modello la parte sinistra è più problematica della destra che invece chiude molto meglio.
L’ala, invece, si inserisce perfettamente nella fusoliera, con un accoppiamento solido e preciso. Le derive sono fissate temporaneamente con colla vinilica, la fessura risultante sparirà al momento dell’incollaggio definitivo.

Tamiya: di seguito, invece, un ulteriore confronto della stessa zona dove si notano chiaramente dei profili più fedeli e forme più realistiche.

NOTA: questi voti si basano su una scala da 1 a 5, dove 1 è “pessimo” e 5 “ottimo”.

Per fedeltà al prototipo si intende il rispetto di forme, dimensioni e particolari rispetto al velivolo originale. Per le decal, ci si riferisce alla fedeltà rispetto alle insegne dei velivoli riprodotti.

Montaggio:

Il Tomcat è un velivolo grande e complesso che rende una sua riproduzione in scala un’operazione giocoforza complicata. Le caratteristiche peculiari dell’F-14 quali, ad esempio, l’ala a geometria variabile o la particolare tecnologia delle prese d’aria, fa sì che i kit ad esso dedicati adottino una scomposizione articolata e con molte parti da assemblare, aumentando la mole di lavoro e i potenziali mal di testa per i modellisti.
La grandissima differenza tra i due kit la fanno proprio il montaggio e l’ingegnerizzazione. Anche qui non c’è storia: il Tomcat Tamiya è il riferimento assoluto per quanto riguarda la precisione, la facilità di accoppiamento e la scomposizione intelligente. Si monta senza problemi e non ha passaggi difficili o complicati; di contro, AMK presenta soluzioni macchinose che hanno come conseguenza un fitting non sempre preciso, con errori di progettazione (ad esempio le consolle laterali dell’abitacolo svasate di 45 gradi sul lato sbagliato) e la complicazione (secondo me inutile) della fusoliera anteriore in un solo pezzo.
Tolleranze millesimali del Tamiya comportano fessure o scalini inesistenti sul prodotto nipponico, mentre le parti AMK hanno spesso bisogno di aggiustamenti vari. Il kit Tamiya si monta senza bisogno di nessun tipo di correzioni o modifiche, al punto che può essere assemblato in sotto-insiemi separati e verniciato a pezzi. In effetti, si rasenta quasi la perfezione.
Il kit AMK, al contrario, ha dei passaggi difficili e non sempre le scelte progettuali hanno semplificato la vita di noi appassionati. La parte più ostica è, manco a dirlo, l’unione tra la fusoliera anteriore e la posteriore dove, malgrado tutte le attenzioni possibili, si forma un vistosissimo scalino tra le due sezioni accompagnato da importanti fessure sia verticali che orizzontali. In generale, il lato destro risulta più problematico del sinistro e non si riesce ad ottenere una superficie omogenea.
Inoltre utilizzando i riscontri previsti da AMK, si formano gap e moltissimi accoppiamenti da rifinire, costringendo anche a re-incisioni non sempre agevoli.

(NOTA: nel mio esemplare, ho scelto di mitigare il problema sul lato sinistro e di spessorare la fusoliera a destra. Nelle foto potete vedere la striscia bianca di Plasticard inserita per portare a misura la fusoliera in quel punto. Altri modellisti hanno preferito stringere con delle morse la fusoliera posteriore all’altezza della presa d’aria, guadagnando così il millimetro circa di spazio necessario all’allineamento delle due parti. In entrambi casi, però, il lavoro è decisamente lungo e antipatico. Un esempio di questo approccio alternativo lo trovate QUI).

Una curiosità: montando i seggiolini così come previsti da scatola non è possibile posizionare il canopy chiuso perché i rostri, oltretutto sbagliati, interferiscono col trasparente.

A proposito dei sedili, i poggiatesta presentano una fessura difficile da chiudere proprio al centro, nella zona più visibile; le dimensioni generose acuiscono il problema. Complessivamente la resa è buona ma non eccezionale (soprattutto per i cuscini e il poggiatesta stesso).

La parte inferiore: non perfetta ma accettabile. Si notino i disallineamenti delle pannellature e le prese NACA per il cannone molto piatte.

AMK: da sottolineare le fessure sulle carenature dei motori. Un disallineamento della parte superiore della fusoliera è evidente, con uno scalino difficile da correggere. La fusoliera stessa è stata montata come da istruzioni sfruttando i riscontri e i perni predisposti dal kit.

AMK, bordo d’attacco: bene ma non benissimo. Anche qui, troviamo fessure e qualche incollaggio difficile da realizzare. Inoltre il lato destro del mio modello sembra affetto da qualche strano problema che lo rende peggiore dell’altro. Questa cosa è davvero buffa!

NOTA: questi voti si basano su una scala da 1 a 5, dove 1 è “pessimo” e 5 “ottimo”.

In questa sezione ho fatto riferimento alla facilità di assemblaggio delle varie parti della cellula usando le opzioni disponibili (ad esempio, ala estesa aerofreni aperti etc) .
Per le decal, si intende la facilità di applicazione con metodo tradizionale usando liquidi Microscale (di media intensità).

Esecuzione:

Come detto l’ingegnerizzazione dell’AMK, concettualmente molto avanzata, non si sposa con un’esecuzione finale altrettanto valida. La plastica rugosa, alcune parti stampate abbastanza approssimativamente o scarsamente rifinite, oltre al disallineamento delle pannellature (già segnalato anche nella prima parte) fanno pendere la bilancia dalla parte del Tamiya che, manco a dirlo, presenta pezzi stampati in maniera perfetta e senza alcun tipo di incertezza. La pulizia e l’accuratezza del prodotto nipponico si conferma anche verificando l’assenza di segni di estrattori in punti difficili da raggiungere e dalla finitura degli stampi, liscia e senza rugosità di sorta.


La plastica AMK è abbastanza morbida ma si lucida e si incolla bene sia con colle capillari (es. Tamiya Extra Thin Cement, la tappo verde per capirsi) sia con colle tradizionali di buona qualità (es. Faller Expert). Anche le colle ciano-acriliche lavorano bene, la porosità del materiale ne favorisce l’azione anche usando quantità minime di prodotto. La plastica Tamiya è, se possibile, di qualità ancora superiore. Sia la consistenza che la finitura del polistirene è eccellente, garantendo un’esperienza modellistica davvero appagante.


Passando alle decal, le AMK sono poco sature e con colori poco fedeli, particolarmente nell’abitacolo (grigio al posto del nero) ma stampate con dettagli ottimi e scritte molto definite. Il film è molto sottile e abbastanza delicato, applicando le insegne si rischia di strapparlo se non si presta la dovuta attenzione. Le Tamiya sono invece più spesse ma al contempo più robuste; anch’esse sono ben stampate e con una saturazione dei colori decisamente migliore. Entrambi i set reagiscono bene ai liquidi Microscale, le Tamiya sono sensibili anche al calore quindi un panno caldo o un colpo di asciugacapelli le aiuta ulteriormente ad aderire alle superfici.

NOTA: questi voti si basano su una scala da 1 a 5, dove 1 è “pessimo” e 5 “ottimo”.

Per esecuzione si intende il modo in cui i pezzi sono stati fisicamente realizzati. Vengono presi in considerazione, ad esempio, la mancanza di bave, la rifinitura superficiale dei pezzi, i segni degli estrattori, la qualità della plastica etc.

Gli altri aspetti:

La confezione AMK può piacere o no; il soggetto della box-art però è davvero bruttino, con la coda tozza e le proporzioni sballate. La scatola Tamiya ha un disegno più accattivante anche se la grafica generale può sembrare forse un po’ meno moderna.
AMK ha inserito alcune sprue con parti delicate all’interno di scatole di cartone più piccole per maggiore protezione. Malgrado questo, in diverse confezioni alcuni pezzi si sono rotti durante il trasporto (scaletta, frame del canopy, alette dei missili) facendomi pensare che forse questa non è la soluzione migliore per imballare le parti, soprattutto se in fabbrica ce le fanno entrare per forza…
Il packaging Tamiya è invece molto classico, con scatola sovradimensionata e sprue separati in buste singole. La spaziosità della scatola evita sfregamenti e danni risultando protettiva e abbastanza sicura.

AMK ha optato per un libretto a colori che stranamente riporta gli schemi delle livree all’inizio. Le istruzioni non sono sempre chiare e contengono qualche errore sia nella sequenza di montaggio che nei riferimenti (vedi ad esempio il vano della sonda, le rampe delle prese d’aria e i perni di fissaggio dei taileron).

Un dettaglio che mi ha lasciato perplesso del modello AMK: perché fornire la possibilità di rappresentare l’aereo in decollo (o in atterraggio) senza inserire i figurini dei piloti?

NOTA: questi voti si basano su una scala da 1 a 5, dove 1 è “pessimo” e 5 “ottimo”.

Qui si sono giudicati tutti gli altri aspetti non direttamente valutati nelle altre categorie.

Pregi e difetti:

Pregi:
Livello di dettaglio elevato, molte opzioni di montaggio (es. ali con superfici di governo separate), livree accattivanti.
Difetti:
Forme e dimensioni, rispetto al vero, lasciano molto a desiderare. Montaggio ostico.

Pregi:
Forme e dimensioni rispondenti al vero, montaggio incredibilmente facile e veloce, realizzazione (stampaggio, precisione delle parti) eccellente.
Difetti:
Alcuni dettagli semplificati, poche opzioni di montaggio disponibili.

CONCLUSIONI (mescolate, non shakerate):

Poco più di mezzo punto. I miei voti dicono che tra i due kit c’è poco più di mezzo punto di differenza e io, che avrei voluto ridurre questa seconda parte della recensione a due parole (cioè “comprate Tamiya!”) mi sono ritrovato a dover fare delle considerazione diverse.

Quindi quale scegliere?

In sintesi:
⦁ volete un po’ di dettaglio in più, non amate troppo l’aftermarket e riuscite a chiudere un occhio su forme e dimensioni non proprio perfette? Riuscite a non prendervela troppo se non tutto si monta come dovrebbe (o non si monta affatto)? Vi piace stuccare, reincidere, fare decine di test a secco perché “bisogna provare, provare, provare e provare”? (cit. “Non ci resta che piangere”) Sì? Allora prendete l’AMK.
⦁ volete un modello che si monta praticamente da solo, vi piace usare qualche aftermarket e siete dei fanatici del Tomcat che conoscono bene la macchina vera e a cui piace trovare tutto al posto giusto? Prendete il Tamiya. Stop. Non cercate altrove.

Di sicuro, per me, c’è che AMK non è il modello definitivo che molti aspettavano. Entrambi i kit hanno pregi e difetti ma dal mio punto di vista la resa finale del Tamiya resta, nel complesso, superiore a AMK (ben più del mezzo punto che emerge dalle pagelle).

Considerazione personale: appena dopo l’uscita montai l’F-14A Tamiya e fu uno dei modelli più divertenti che abbia mai realizzato. L’AMK, invece, sta mettendo a dura prova la mia pazienza al punto che ho pensato più di una volta di accantonarlo. E’ davvero un kit che consente di dare un nuovo significato al termine “perseveranza” (almeno per me).

Il fattore prezzo nei negozi (AMK 69€ vs. Tamiya 89€) può essere un ulteriore elemento importante nella vostra decisione. La facilità di montaggio del giapponese, per me che ormai non ho più nessuna voglia di spendere ore a correggere i difetti di accoppiamento di un modello in scala, vale ampiamente la differenza di costo.

Ultime considerazioni sparse, per dar seguito a qualcuno dei commenti (apparsi nei vari forum e gruppi tematici su Facebook) che la prima parte dell’articolo ha suscitato:

1) l’AMK è un kit complesso, difficile e che non si monta facilmente. Non basta un colpo di lima o una stuccatura qua e là; arrivare al modello pronto per la verniciatura richiede tempo, pazienza e abilità.

2) di modelli complicati ne ho montati tanti ma erano prodotti progettati trent’anni fa, non usciti nel 2020. Al giorno d’oggi mi aspetto che i kit chiudano meglio delle ultime scatole di montaggio cinesi che ci sono state propinate, nessuna esclusa.

3) 69€ non sono esattamente pochi, almeno per la maggior parte dei modellisti che conosco. Se voglio plastica mediocre e dettagli inventati, a meno di 10€ trovo dei fantastici kit Zhengdefu. Se la Zhengdefu vi sembra troppo esotica, sono sicuro che cercando bene qualcosa si trovi anche qui da noi, zona colline bolognesi.

Detto questo, vi saluto e vi do appuntamento alla terza e ultima parte di questo di questo articolo infinito in cui (forse) un F-14 AMK montato e completo si paleserà in tutto il suo giunonico splendore e che, per una volta, sarà fotografo senza trucchi e senza inganni. Nessuna ripresa stile Barbara D’Urso (nota conduttrice televisiva italiana – nota di riguardo per tutti i lettori stranieri che leggeranno questa recensione!), nessun Photoshop per “ammazzare” le ombre e foto fatte da tutte le angolazioni, comprese le più scabrose e “pericolose”!


Stay tuned, the Bounty Hunters are coming to town!

Buon modellismo a tutti!
Fulvio “Spillone” Felicioli.

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6 Comments

  1. Letto tutto, fino alla fine, letto anche la precedente Review dell’AMK e… complimenti ottimi articoli, interessanti ed esplicativi, se mai dovessi fare un F-14D, non essendo proprio un grande modellista, sceglierei il Tamiya per la facilità di montaggio ma come dici tu anche altri modelli meno costosi.
    Premetto comunque che non sono un “Jettofilo” e molto probabilmente non lo farò mai un Tomcat.
    Ancora complimenti per la precisa disamina dei modelli.

  2. Il livello di imprecisione nella giunzione tra il muso e la fusoliera, mi ricorda in modo drammatico il medesimo problema del kit Tornado Italeri.
    Grazie a quel modello ho finito mezzo tubetto di stucco Tamiya, che avevo comprato qualche anno prima. Ho ancora gli incubi.
    Per fortuna st’estate mi sono aggiudicato un bel kit Tamiya.

  3. I have heard reports that people have threatened you because of the honesty of your review. I would love to know the names and addresses of those people! Your review is outstanding, and full of factual information that is not subject to “opinion”. I applaud you for the amount of time and effort you have put into it. Grazie mille!

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