venerdì, Aprile 19, 2024

Modeling Time High School – Migliorare la propria tecnica con il nostro aiuto – L’Harrier Gr.3 di Flankedd.

Modeling Time inaugura con questo articolo la “Modeling Time High School”, un’iniziativa intrapresa da me,  Mauro “CoB” e da Valerio, “Starfighter84”,  per aiutare le nuove leve del modellismo a crescere e di conseguenza  arrivare ad un buon livello…magari senza montare una montagna di kit…come abbiamo fatto tutti!!

In questi mesi abbiamo preso sotto la nostra ala protettrice uno dei più giovani utenti e perchè no talenti del nostro forum, il promettente Edgar, nome di battaglia “flankedd” (colgo l’occasione anche per invitarvi ad iscrivervi o a fare una visitina al forum di Modeling Time). Questo Hawker Siddeley Harrier è il suo terzo modello ad aerografo, il quarto in totale e già utilizza tecniche come il post shading, fa ottime personalizzazioni in scratch e si documenta molto bene soprattutto per la parte tecnica dell’aereo…

Dato che ci sta mettendo molto impegno abbiamo deciso di premiare il nostro “discepolo” con il suo modello in prima pagina, dando un po’ di meritata visibilità a chi nonostante la Playstation e i reality, che tanto attirano i ragazzi,  ha voglia di trafficare con plastiche, colle e stucchi!! Benvenuto nel nostro mondo in scala Ed!!

Ma ora passiamo la palla al giovane “flankedd” che ha scritto questo articolo tutto d’un fiato, con l’energia che solo un sedicenne può avere…

Hawker Siddeley Harrier Gr.3

modello ed articolo di : “flankedd”

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L’Hawker Siddeley Harrier è il primo esempio concreto di caccia in grado di decollare ed atterrare verticalmente. Costruito in Gran Bretagna da Hawker Siddeley ed in seguito sviluppato da British Aerospace per andare incontro ad una richiesta NATO che prevedeva un caccia capace di decollare da piste semi-preparate  e di facile manutenzione.   E’ ricordato per il suo valore bellico ed operativo mostrato durante la guerra delle Falkland nel 1982. All’epoca fu soprannominato dai piloti argentini “la muerte negra” per via delle terribili perdite che inflisse ai Dagger ed agli A4 contro cui si batteva. L’Harrier GR.3, la versione da me realizzata, monta due motori turboventola Pegasus Mk 103 ed un tracciatore laser alloggiato nel muso ed un radar di avvertimento sul boom di coda.

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Il kit che ci offre Italeri è l’ottimo stampo ESCI re-inscatolato, piuttosto vecchio ma che dimostra ancora il suo valore modellistico. Aprendo la scatola troviamo 4 stampate di plastica grigia ed un bel foglio di decals che ci permette di fare 3 esemplari di diversi Squadron. E’ presente anche una lastrina di trasparenti. Ulteriore e gradita sorpresa è l’ottimo libricino illustrato presente nel box.

Le stampate sono in negativo, ed il modello mostra qualche pecca nella fusoliera e nelle prese d’aria, ma nell’insieme è molto ben fatto. Inizio il montaggio come d’obbligo dal cockpit che purtroppo è molto spoglio, quindi armato di pazienza e buona volontà ho iniziato ad aggiungere plasticard, filo di rame da 0.2mm e plastirod a sezione tonda da 0.5mm. Successivamente ho stuccato entrambe le palpebre e rimosso il vecchio HUD e dopo un’ attenta documentazione ho arricchito l’abitacolo con tubi, fili e cablaggi come sul vero Harrier.

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Il seggiolino, che invece di un sedile eiettabile sembrava una sedia a sdraio ha necessitato di molto lavoro per assomigliare ad un Martin Baker MK.9A. E’ stato infatti modificato con del milliput per simulare il paracadute, del filo di rame e cinture di sicurezza in stagno autocostruite. Il passo successivo consiste nel dare una mano di Humbrol 145 schiarito del 20% e si colora il seggiolino in olive drab e alluminio.

In seguito, provando a chiudere i due gusci che formano la fusoliera in una prova a secco ho riscontrato un problema, le pareti erano troppo spesse ed ho dovuto carteggiare per far entrare il cockpit nell’aereo. Dopo aver colorato il carello centrale in Tamiya XF-2 e X-1, ho chiuso la parte anteriore e quella posteriore della fusoliera. Ora si dovranno unire le due valve che formano l’ala, stando molto attenti alla simmetria dei due gusci e alle stuccature sul bordo alare, in corrispondenza con l’unione alla fusoliera.

Iniziando a verniciare questo stupendo velivolo per prima cosa si da una mano di bianco XF-2 all’interno delle prese d’aria dopodiché si assemblano, vi preannuncio che ci sarà da faticare per rispettare le forme delle inusuali prese d’aria dell’Harrier. Forse queste sono l’unico tallone d’Achille di questo kit che in quanto a montaggio è veramente ottimo.

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Passando all’armamento, il kit ci fornisce: bombe da 1000 libbre, missili AIM-9L, CBU BL775 ma stranamente non sono presenti le razziere FFAR da 70mm. Dalle molte foto passate sotto esame, ho constatato che la normale attività di volo del 1SQ (dui cui fa parte il modello da me costruito) è in genere il bombardamento, per questo ho deciso di montare le CBU insieme ai serbatoi supplementari indispensabili per allungare il tempo di missione. Il kit fornisce per l’armamento fisso i cannoni ADEN o in alternativa ad essi delle pinne aerodinamiche… va quasi automatico pensare di mettere i due cannoni.

Guardando attentemente i particolari ho notato che l’aerofreno durante la normale attività sul ponte della portaerei era sempre estratto e così l’ho realizzato in questa posizione. Gli ugelli di scarico, che in questo caso ho deciso di indirizzare verso il basso per dare maggiore autenticità all’aereo, devono essere lavorati con la carta abrasiva, colorati con dell’ XF-16 Tamiya ed in seguito scuriti e sporcati con dei lavaggi e qualche passata delll’ottimo smoke Tamiya. Si asseblano poi pinne, antenne ed un gran numero di congengi elettronici. Alcune delle peculiarità dell’Harrier sono i piani di coda inclinati verso il basso ed il muso dalla insolita forma, che però io trovo un po’ bruttino.

Dopo aver chiuso questa parentesi posso dedicarmi alla mimetica a due toni in grigio e verde, (rimasta immutata per anni come veste dei velivoli RAF). Per la prima volta ho provato l’uso del patafix per mascherare. La verniciatura vera e propria consiste in una prima leggera passata di Humbrol 125, si maschera e si da l’Humbrol 116. Si ripassa poi l’interno dei pannelli con dell’ Humbrol 149 per simulare l’effetto di usura e si dà finalmente l’ultima mano di grigio scurito…

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Non c’è rimasto ora che dare il lucido, posizionare le decals, ed incollare piloni e tutto il carico subalare che lascio sempre come ultimo step per non incorrere in incidenti o spiacevoli smarrimenti…ora con queste foto vi lascio e torno al tavolo da lavoro devo dedicarmi un po’ alla mia nuova fatica in 1/72. Uno stupendo Saab Draken…

…a presto…Flankedd….

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