venerdì, Marzo 29, 2024

Mitsubishi A5M2b “Claude” dal kit Wingsy Kits in scala 1/48.

 

Nato per rispondere a una specifica della Marina imperiale giapponese, la 9-shi per la fornitura di un nuovo modello di caccia avanzato del 1934, l’A5M si dimostrò essere un aereo decisamente innovativo e robusto per la sua epoca.

Prodotto dalla Mitsubishi Heavy Industries il piccolo caccia-intercettore imbarcato (conosciuto dagli alleati con il  nome identificativo di “Claude”) fu il diretto progenitore del Mitsubishi A6M “Zero” e adottava soluzioni notevolissime per l’epoca: era munito di una fusoliera interamente metallica con struttura alare monoplana a sbalzo dall’apertura elevata, una corda ampia, l’adozione di flap per aumentare la portanza, una bombola d’ossigeno per il volo ad alta quota nonostante l’abitacolo aperto e la presenza di un’antenna radio (installata a partire dalla versione A5M2b, la stessa del kit oggetto di questo articolo).

Il Claude era motorizzato da un Bristol Jupiter migliorato a 9 cilindri costruito su licenza dalla Nakajima ed era armato con due mitragliatrici da 7,7 tipo 89 con collimatore a cannocchiale; sebbene il propulsore e l’armamento rappresentassero i suoi principali punti deboli il nuovo velivolo si dimostrò efficace già dal suo battesimo del fuoco avvenuto nel 1937, quando i primi esemplari vennero utilizzati in combattimento all’inizio della seconda guerra sino-giapponese contro i piloti dell’aeronautica militare della Repubblica di Cina.

Dotato di un’eccellente manovrabilità il Claude ed era in grado di assorbire i danni provocati dai colpi nemici grazie alla robustezza della cellula, una caratteristica che al contrario sarà penalizzante per il fratello maggiore, lo Zero, in termini di resistenza strutturale e protezione per il pilota.

Il Work In Progress completo lo trovate QUI!

Il kit:

La confezione di questo A5M2b contiene sette stampate in plastica grigia, morbida e priva di residui di stampa, più una per i pochi trasparenti. Completa la dotazione una lastra di fotoincisioni (ben 48 pezzi), un piccolo acetato per il quadro strumenti e un foglio decal per quattro esemplari, due “early” sprovvisti di antenna radio e due “late”.

Da subito si percepisce la qualità eccellente del prodotto caratterizzato da pannellature sottili e ben definite; medesima impressione la danno anche i rivetti che ricoprono la maggior parte di ali e fusoliera!

Sena dubbio il bellissimo dettaglio contribuisce ad aumentare il realismo e a dare un bel contrasto su una superficie altrimenti piatta se realizzata in metallo verniciato.

Gli unici elementi ai quali consiglio di prestare attenzione sono le fotoincisioni, ben fatte ma molto sottili e facilmente deformabili, e la separazione di alcuni pezzi dallo sprue: in particolare per la corona dei tubi di scarico dei cilindri è obbligatorio utilizzare un seghetto sottile. Utilizzando la tronchesina, purtroppo, correte il rischio di ritrovarvi qualche componente spezzato (com’è successo al sottoscritto).

Montaggio:

Se il buongiorno si vede dal mattino, iniziare dal cockpit di questo A5M2b è una vera e propria goduria perché ogni elemento calza alla perfezione nel rispettivo alloggiamento. Personalmente mi sono limitato a dettagliare qualche strumento delle pareti laterali con alcuni cablaggi, il resto è tutta farina del kit.

Per il verde dell’abitacolo mi sono affidato al “Mitsubishi Cockpit Green” della Mr. Color, asciuga in un attimo e permette di effettuare i lavaggi ad olio senza l’ausilio di un trasparente lucido. Le due mitragliatrici Type 89 da 7,7mm sono state colorate in nero opaco Tamiya e hanno ricevuto il dry brush con grafite di una matita 2B.

Le cinture foto incise, la cloche e gli altri dettagli sono stati dipinti con colori Vallejo, dopo una mano leggera di trasparente opaco il tutto è stato incollato e messo al proprio posto con colla ciano acrilica. L’unico accorgimento riguarda il quadro strumenti che va leggermente piegato per farlo combaciare con la pedaliera sottostante.

L’abitacolo è un piccolo modello nel modello, peccato che una volta chiusa la fusoliera si vedrà ben poco di quanto realizzato.

Il secondo step è lo Jupiter a 9 cilindri. Prima di assemblare le varie componenti ho provveduto a forare i due scarichi che sono stampati pieni, successivamente ho dipinto il blocco motore in Alclad White Aluminium e sottoposto il tutto ad un lavaggio col nero ad olio molto diluito. Infine ho aggiunto i cavi delle candele in sottile filo di rame, e li ho dipinti in Flat Black Vallejo.

Chiudendo la naca è necessario prestare attenzione nel pulire dai segni della stampata ognuno dei 4 pezzi che la compongono; ho avuto la fretta di staccare con la tronchesina alcuni pezzi e ho dovuto colmare dei brutti buchi che si sono formati. In definitiva con accortezza potrete risparmiare un passaggio tedioso evitando di dover carteggiare e perdere, inevitabilmente, qualche rivetto.

Quelli che vedete nella foto successiva sono i miei numerosi tentativi di ricostruire una fotoincisione, che rappresenta della struttura anti vibrazione all’interno della cofanatura, e che si è spezzata appena vi sono passato accanto con una forbicina. Il primo tentativo di colore nero (troppo spesso) è stata realizzato con dei profilati della Evergreen; il secondo in sprue filato bianco ha avuto successo e vedendo il bicchiere mezzo pieno posso dire che accidentalmente è stata una buona soluzione per dare una forma correttamente cilindrica ad una fotoincisione altrimenti piatta.

La naca è nero semilucido che mi ha aiutato col successivo lavaggio ad olio in un grigio molto chiaro.

Passiamo al montaggio delle componenti principali: il cockpit si inserisce senza alcun problema all’interno delle due semi fusoliere che non necessitano di alcuna stuccatura… sembra di lavorare su un kit Tamiya di ultima generazione! l’unico intervento riguarda la re incisione delle pannellature che corrono lungo il dorso della struttura, lavoro rapido e abbastanza indolore.

Anche l’innesto delle ali è assolutamente preciso così come la copertura superiore dell’abitacolo che comprende l’alloggiamento per il parabrezza anteriore con relativo collimatore a cannocchiale.

Verniciatura:

Questa è sempre la fase che preferisco, soprattutto quando parliamo di una livrea metallica. Osservando le foto a disposizione di diversi A5M2b appare evidente come fossero verniciati di un argento molto chiaro per cui all’inizio pensavo di optare per l’H-8 Mr. Color. Avendo deciso di non utilizzare alcuni primer, ho preferito cambiare la scelta e virare verso l’Alclad White Alluminium perché mi avrebbe permesso di eseguire la tecnica dei lavaggi ad olio senza proteggere le superfici con il classico trasparente lucido (la ragia minerale o il diluente Humbrol utilizzato per diluire i colori ad olio non intaccano le lacche della Alclad).

Osservando le foto si può notare come la rivettatura del modello sia molto leggera, non invasiva e dona al modello un aspetto già molto piacevole. Dopo la fusoliera ho dipinto gli alettoni e il timone in Alclad Semi Matt Alluminium per simulare le superfici telate con cui erano realizzati.

Superata la veste in alluminio mi sono dedicato alle Hinomaru che ho deciso di dipingere un po’ per sperimentare, un po’ per limitare al massimo l’utilizzo delle decalcomanie. Per riprodurre le insegne ho scelto il mio fedele cerchiometro, nastro kabuki e il Gunze H-3, rosso lucido, diluito con la nitro antinebbia che accorcia di gran lunga i tempi di asciugatura.

A conti fatti l’operazione è stata lunga e laboriosa soprattutto per evitare che il rosso, colore notoriamente ostico, aggrappasse correttamente e non si infilasse in punti dove non doveva arrivare. Col senno di poi vista la qualità delle decal contenute nella scatola, consiglierei vivamente di utilizzare quelle incluse trattandole con un uso sapiente di Microset e Microsol… secondo me l’effetto “painted on” è garantito.

Anche deriva e piani di coda sono stati dipinti con lo stesso rosso lucido Gunze H-3.

La banda in fusoliera bicolore è stata mascherata e verniciata con l’onnipresente rosso già nominato e Flat White Tamiya XF-2. La scelta di quest’ultimo è stata dettata dall’ottimo potere coprente che mi ha permesso di realizzare solo poche passate.

Successivamente ho passato una mano ben diluita di trasparente lucido Gunze H-30 per preservare il bianco dal lavaggio generale cui ho sottoposto tutto il modello. Per i washing ho utilizzato un mix di colori ad olio per ottenere un grigio medio non troppo scuro. Di seguito le foto del risultato:

Dando un’occhiata alla documentazione ho deciso di modificare leggermente il serbatoio ventrale perché stampato con delle pannellature di troppo; le ho colmate e carteggiate con colla cianoacrilica e successivamente ho ricreato con nastro kabuki e Plasticard le fasce di rinforzo. Ho anche modificato il sistema di ancoraggio alla fusoliera aggiungendo, al momento dell’assemblaggio, il tubo di aspirazione del carburante.

Ultimi dettagli: l’elica tripala è in Alclad Alluminium e le bande in rosso lucido Gunze H-3. Il retro è in marrone Mr. Color 131 (Propeller color). Gli scarichi sono stati dipinti con l’Alclad Burnt Metal e opacizzati con gessetti di vari colori.

Le decal fornite dalla casa sono davvero sottili, forse troppo perché se non state attenti nel maneggiarle si corre il rischio di farle accartocciare su se stesse. La nota positiva è che basta un sottilissimo strato di trasparente lucido per sigillarle e farle diventare un tutt’uno col fondo. Il mio esemplare, fortunatamente, aveva davvero poche insegne e posizionarle ha richiesto un tempo esiguo.

Assemblaggio finale:

C’è poco da dire, tutta la bellezza e la precisione del kit viene sfoggiata in questa fase!  È impressionante constatare come il parabrezza i carrelli principali calzino perfettamente nei rispettivi alloggiamenti… se qualcosa va storta la colpa si può imputare solo e solamente alla distrazione del modellista!

Del mio esemplare ho trovato una sola foto nella quale non appare affatto invecchiato pesantemente, per cui mi sono limitato a riprodurre delle piccole scrostature in prossimità dei piani di coda e della deriva, tracce di terra e fango sulle carenature del carrello anteriore (dato che spesso questi aerei operavano da piste semi preparate), e un po’ di sporco lungo le walkways in prossimità del cockpit. I fumi degli scarichi sono realizzati con colori ad olio spruzzati ad aerografo.

In conclusione:

Solitamente non ci si aspetta molto dal primo modello di una ditta emergente, ma con questo kit mi sono ricreduto al 100%: è un vero gioiello e la scatola offre tutto l’indispensabile per tirar fuori un gran riproduzione in scala rifinita in ogni aspetto. Di contro il prezzo è un abbastanza alto considerando che il soggetto ha dalle dimensioni contenute anche nella scala del quarto di pollice.  Ad ogni modo la qualità si paga sempre con piacere…

Un saluto a tutti gli amici di Modeling Time!

Mattia “Pankit” Pancotti.

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