Mi ripeto nel dire che, a quanto ne so, il motivo per il quale fu scelta la soluzione dei punti d'attacco fissi sulle semiali rotanti del MiG-23 è relativa ad una scelta di semplificazione progettuale piuttosto che di capacità realizzative.
Per capire la mia posizione sappiate che negli anni '80/'90 frequentavo gli ambienti della facoltà di ingegneria del
Politecnico di Milano e posso assicurarvi che, oltre a degli ovvi scambi con europei e statunitensi, vi erano contatti anche con i sovietici. Il blocco dell'Est Europeo vincolava i segreti di alto/medio livello, non lo scambio e l'apprendimento delle tecnologie ordinarie. In ogni caso, a parte il racconto della mia docente che ho riportato in sintesi sul post precedente, un cugino di mia madre è ingegnere elettronico, oggi in pensione, e all'epoca lavorò parecchio al di la del Muro di Berlino, quindi riporto impressioni tutto sommato di prima mano e di una persona competente.
Egli all'epoca sosteneva che a livello di elettronica e, di informatica in particolare, il blocco sovietico scontava una consistente arretratezza. Il suo esempio, enfatizzato, era che mentre negli USA si studiavano i primordi delle possibilità di informatizzazione di massa i sovietici si arrangiavano ancora con il pallottoliere.

Anche in questo caso se ci pensate è una questiona legata all'arretratezza nel campo dello sviluppo dei materiali (nel post faccio riferimento a quella in campo metallurgico - basta pensare al
MiG-25 che, come si scoprì sul velivolo di
Belenko, ha la sua bella tacca rossa sul
machmetro a
mach 2,8, anche se per comodità diciamo che arriva a
mach 3, e che è realizzato principalmente in materiali tradizionali quali
leghe di alluminio e
acciaio senza l'uso di sofisticate leghe di
titanio o simili) che è indispensabile per spostare l'equilibrio dalle vecchie
valvole, alle
componenti allo stato solido, alla
microminiaturizzazione.
Per quanto riguarda invece le capacità di progettazione di elementi meccanici gli ingegneri sovietici erano invece almeno alla pari con quelli occidentali (l'ha detto lo stesso Jacopo che furono in grado di dar vita al carrello del
MiG-23 che è un gioiellino capace di occultarsi un uno spazietto ristrettissimo e di venir maltrattato su piste indegne di questo nome

). Per questo dico che la realizzazione meccanica della possibilità di mantenere i piloni paralleli all'asse del velivolo, richiedendo un accorgimento di meccanica elementare che si studia ai primi anni di ingegneria, era tranquillamente alla loro portata e fu più una questione di opportunità legate alla filosofia costruttiva semplificata di questi velivoli a decretarne il mancato utilizzo.
Aggiungo, ma questa è una mia interpretazione, che magari si trattò anche di una questione aerodinamica perché magari il carico rasportato su piloni sotto le semiali avrebbe potuto creare delle interferenze o della resistenza aerodinamica indesiderate (provate a dare uno sguardo a
questo intervento sul
Super Hornet di
Francesco - i carichi bellici vengono sempre testati specificamente sui velivoli perché spesso fonte di grossi problemi sia di trasporto sia al momento del distacco).