
Ecco il mio pensiero sul Macchi mc.72C “Sputafuoco” :
Ho pensato di riprodurre un aereo il piu veritiero possibile, in base a date storiche, conoscenze del tempo e modifiche cronologiche.
Si presume che l’ultimo volo del mc.72 (mm.181) sia stato il 23 ottobre 1934, con il conseguente record di velocita di 711,462 è custodito nel Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle.
Accantonate le prove di velocita’ e di abbattimento di ulteriori record si arriva al 10 febbraio 1936 quando viene emessa una specifica per la fornitura di un “Caccia Intercettore Terrestre” con una velocità massima di 500 km/h, salita a 6.000 metri in 5 minuti, autonomia di due ore e armamento di una o due mitragliatrici da 12,7 mm. Che avesse tra le caratteristiche tecniche una configurazione alare monoplana ad ala bassa, l'adozione di un carrello d'atterraggio retrattile, e che utilizzasse per la propulsione il motore radiale Fiat A.74. Vengono proposti nei termini, quasi contemporaneamente, i progetti del Fiat G.50 e del Macchi M.C.200, considerato migliore del Fiat.
Ecco che in questo periodo entra in gioco un progetto parallelo al “Caccia Intercettore Terrestre” sviluppato sempre dall’ing.Castoldi Mario, assemblando la nuova ala disegnata ad un unico troncone del mc.200 con la longilinea fusoliera del mc.72 riuscendo a trovare un equilibrio di manovrabilita’ grazie alla nuova ala, velocita’ con il motore gia testato Fiat AS.6 e la rapidita’ dal progetto al prototipo in quanto l’aereo era gia’ praticamente disegnato e costruito nella versione idro. (L’ala fu l’innovazione dello Spitfire)
Il primo volo del prototipo del mc.200 risale al 24 dicembre del 1937 con i suoi vari problemi di autorotazione.
Ed è qua che l’ing.Castoldi decide di concretizzare il suo progetto nominato “Sputafuoco”.
Le modifiche devono essere piu reali possibili, e bisogna mettersi nei panni di Castoldi, con i materiali,disegni e conoscenze in possesso. Ricordiamo che è un prototipo, e come tale deve volare e dare piu’ o meno garanzie nel volo.
Di base, essendo una modifica dalla versione idro a quella terrestre, non deve esserci uno stravolgimento drastico del modello originale, ma una prima rimozione e aggiunta di ruote retrattili.
Capitolo motore, modificando l’mc.72, Castoldi utilizza una delle cellule dei 5 idrovolanti costruiti, mantenendo quindi il motore, e con l’idea di creare un innovativo caccia ad eliche contro rotanti, ovviando al problema di coppia.
Come gia detto Castoldi fa fissare l’ala del mc.200 appena creato. Per ovviare alla rimozione dei 2 serbatoi nei galleggianti, utilizza i 2 serbatoi posti nella parte centrale dell’ala da 40 litri ciascuno, ne piazza un altro da 100 litri nella parte posteriore dell’abitacolo. Calcoliamo che difficilmente i piloti si sarebbero spinti al massimo delle prestazioni del motore, a seconda delle situazioni.
Il raffreddamento del motore del mc.72 era a liquido, come si puo’ notare dai pannelli sparsi per quasi tutte le superfici, e quindi venne installato un radiatore sotto il ventre dell’aereo, come poi fu utilizzato nel mc.202 e 205, ma di dimensioni leggermente piu’ larghe.
Vengono mantenute le prese d’aria del motore nella parte superiore e il foro nel muso sotto l’ogiva viene allargato e filtrato da una rete metallica.
Reparto armamenti si mantiene l’originale configurazione del mc.200 con 2 mitragliatrici alari BREDA-SAFAT da 12,7 mm.
L’unica modifica fatta in fusoliera fu la segatura dell’ appendice di coda, utilizzata negli idrovolanti con la conseguente istallazione
del ruotino di coda, che venne subito progettato come l’ mc.200 ma in versione fissa, come poi venne utilizzato sui alcuni mc.202, Ma si penso anche alla configurazione retrattile.
I piani di coda vennero mantenuti per le prime prove.
L'ing.Castoldi lascio il tettuccio nella versione originale, la visibilita' non era gran che, cosi inclino di qualche grado l'armatura del vetro, e alzato il posto di ppilotaggio con intallazione del sedile metallico.
L'abitacolo era presso che lo stesso del mc.72 , ma con l'aggiunta della strumenzazione base di volo, l'utilizzo della barra di comando del mc.200, come detto il seggiolino metallico con cinghie, non presenti nel mc.72.
Una volta fatte le dovute modifiche, la mia storia si ferma qui, alla partenza dal campo di volo, con l'ing.Mario Castoldi presente con il suo inconfondibile cilindro…
Lasciate che sia la vostra fantasia a farvi sbirciare nell’ abitacolo del Macchi mc.72C detto “Sputafuoco” , del meccanici che dopo la messa in moto osservano il caccia alzarsi sul fondo della pista oppure la soddisfazione
di Castoldi di vedere un caccia che per le innovazioni subite potrebbe passare alla storia, e chissa, il Re dei cieli....
Sarebbe potuto essere un valido caccia, o un aborto totale...
Io sono convinto che…
Grazie per la pazienza
Stefano Simonetti
Storia non vera, ma inventata da me
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