UN VECCHIO "DESERT VIPER"!
Inviato: 12 novembre 2010, 14:45
Ciao a tutti, amici! voglio raccontarvi una storia che non vi dovrebbe annoiare. Nel lontano Natale 1973 ricevetti per regalo una meravigliosa scatola di montaggio: quella dello Junkers Ju.87B "Stuka" della Revell, in scala 1/32.
Allora facevo appena la 5^ elementare e stavo appena cominciando a fare modellismo. Fu il primo modello in assoluto che colorai. Mio padre mi comprò una serie di boccette della Testors che scelse il negoziante per lui su mie vaghe indicazioni (verde scuro... marrone...); ricordo ancora il "beret green".
Ci mettemmo all' opera io e mio fratello più piccolo e nel giro di un paio di mesi assemblammo alla meno peggio questo povero modello. "Povero" perché cominciammo a fare esperienza con lui, e gli sbagli - come immaginate - si sprecavano. Il tettuccio macchiato di vernice, pezzi dipinti male e con colori sbagliati (motore argento, ruote e bombe nere ....) seguendo pedissequamente le istruzioni - che ancora conservo - tradotte da una bella amica di mamma prof. di inglese... le superfici inferiori lasciate del colore della plastica, grigio chiaro, perché somigliavano all' illustrazione sulla scatola, e così via.
Come Dio volle, una volta finito, il modello fu collocato in cima ad una scaffalatura che allora ospitava "all' aperto" i miei modelli (v. foto in B/N). Lo Stuka si intravede in alto a sinistra.
Ricordo ancora il commento del mio donatore:" uhm... bello... ma il prossimo deve venire meglio", il che - con piena ragione - voleva dire:" fa schifo, devi ancora imparare". Capìì subito la metafora. Il modello stette lì parecchi anni, sopportò polvere, mani curiose e un trasloco.
Nei primi anni '80, essendo malconcio, lo smontai e lo immagazzinai in attesa di pensare cosa farne. Se ne stette altri anni semi-distrutto, praticamente da buttare, chiuso in una busta di plastica dentro un armadio.
Un giorno pensai addirittura di buttarlo via!
fortuna che non feci quella pazzia!
"Il peggior peccato che un modellista [o un neofita] può commettere è quello di isolarsi". Conscio di questo mio errore, tempo dopo mi diedi da fare e conobbi degli esperti modellisti: uno di loro mi ha letteralmente insegnato il mestiere. Un altro mi ha suggerito di tenere i modelli della mia infanzia, "un giorno li avrei desiderati".
Ho dato loro ascolto e un giorno di undici anni fa mi misi all' opera. Se vi interessa il seguito ve lo dirò man mano: perchè quello Stuka l' ho ricostruito pezzo per pezzo e oggi è nella mia vetrina!
Allora facevo appena la 5^ elementare e stavo appena cominciando a fare modellismo. Fu il primo modello in assoluto che colorai. Mio padre mi comprò una serie di boccette della Testors che scelse il negoziante per lui su mie vaghe indicazioni (verde scuro... marrone...); ricordo ancora il "beret green".
Ci mettemmo all' opera io e mio fratello più piccolo e nel giro di un paio di mesi assemblammo alla meno peggio questo povero modello. "Povero" perché cominciammo a fare esperienza con lui, e gli sbagli - come immaginate - si sprecavano. Il tettuccio macchiato di vernice, pezzi dipinti male e con colori sbagliati (motore argento, ruote e bombe nere ....) seguendo pedissequamente le istruzioni - che ancora conservo - tradotte da una bella amica di mamma prof. di inglese... le superfici inferiori lasciate del colore della plastica, grigio chiaro, perché somigliavano all' illustrazione sulla scatola, e così via.
Come Dio volle, una volta finito, il modello fu collocato in cima ad una scaffalatura che allora ospitava "all' aperto" i miei modelli (v. foto in B/N). Lo Stuka si intravede in alto a sinistra.
Ricordo ancora il commento del mio donatore:" uhm... bello... ma il prossimo deve venire meglio", il che - con piena ragione - voleva dire:" fa schifo, devi ancora imparare". Capìì subito la metafora. Il modello stette lì parecchi anni, sopportò polvere, mani curiose e un trasloco.
Nei primi anni '80, essendo malconcio, lo smontai e lo immagazzinai in attesa di pensare cosa farne. Se ne stette altri anni semi-distrutto, praticamente da buttare, chiuso in una busta di plastica dentro un armadio.
Un giorno pensai addirittura di buttarlo via!

"Il peggior peccato che un modellista [o un neofita] può commettere è quello di isolarsi". Conscio di questo mio errore, tempo dopo mi diedi da fare e conobbi degli esperti modellisti: uno di loro mi ha letteralmente insegnato il mestiere. Un altro mi ha suggerito di tenere i modelli della mia infanzia, "un giorno li avrei desiderati".
Ho dato loro ascolto e un giorno di undici anni fa mi misi all' opera. Se vi interessa il seguito ve lo dirò man mano: perchè quello Stuka l' ho ricostruito pezzo per pezzo e oggi è nella mia vetrina!
