Wildcat con sorpresa
Inviato: 15 ottobre 2014, 16:38
Ciao a tutti,
credo che siano passati più di dieci anni (forse anche 15? boh, chi se lo ricorda...) da quando ho costruito questo modello che uscì ben 20 anni fa e che nonostante tutto è ancora un buon kit.
Ve lo ripropongo giusto per raccontare un aneddoto che lo riguarda e un po' di storie correlate.
Gli anni '90 sono stati, a parer mio, l'epoca d'oro dell'espansione del nostro hobby in cui abbiamo visto proliferare di tutto e di più. Oltre a un mare di kit, accessori e documentazione che ora riempiono gioiosamente i nostri scaffali e armadi (di noi vecchietti, ovvio), apparvero anche una serie sconcertante di nuove tendenze e terribili patologie modellistico/comportamentali ad esse associate. Mi stupisco che nessun laureando in medicina abbia fatto un tema d'esame su queste ultime, giovani....pensateci.
Sono tante e un giorno magari le elencherò, ma quella che è più rappresentativa in questo caso è una variante della S.P.A., ovvero, “sindrome da perfezionismo acquisita” che colpì una marea di modellisti. Soffrirono in tantissimi di queste patologie.
La variante di cui vi parlo, che ho battezzato “plane-anatomy”, è caratterizzata dall'ossessiva apertura di tutto quello che si può aprire in un aereo. È una sindrome pericolosa indotta dalla tendenza omonima (tendenza e disturbo portano lo stesso nome) che porta in moltissimi casi alla paranoia, frustrazione e addirittura all'abbandono del tanto amato hobby per l'ovvia impossibilità di andare “oltre certi limiti”.
Ad un certo punto pareva che non ci fosse alternativa a questa tendenza per partecipare ad una mostra rischiando di passare inosservati e non apprezzati per le proprie opere (e qui un'altra patologia, il P.I.C., protagonismo identificativo compulsivo, tradotto: “devo farmi un nome nell'ambiente”)e....e con questo mi fermo perché, avrete notato, è un pericoloso concatenarsi di disturbi che rischiano di portarci fuori tema (Mirabella, chiamami, facciamo una puntata di Elisir).
Questo poema per dire che, ahimè, fui colpito anche io da queste e altre patolo/tendenze. Fortunatamente in modo lieve, ma che mi spinsero a fare il Wildcat in questo modo.
Mentre lo costruivo però pensai che incollare tutto il muso era un peccato, così decisi di creare dei piccolissimi incastri per renderlo smontabile, altro virtuosismo folle.
E veniamo all'aneddoto;
in quel periodo partecipai ad un concorso organizzato da un noto gruppo. Tra i vari partecipanti ricordo un modellista che portò un caccia italiano in scala 1/48 con carrello retrattile e, se non ricordo male, con le superfici mobili comandate dalla cloche. Alla fine della mostra, con mano tremante e una pinzetta, il nostro collega illustrava agli appassionati le caratteristiche dinamiche del suo modello con grande soddisfazione. Ma come sempre accade in queste occasioni ci fu una piccola “frattura”, credo di un portello del carrello. Nulla di grave. Uno degli organizzatori colse l'occasione per ribadire la fragilità dei modellini e che anche il mio Wildcat scricchiolava in modo preoccupante. “È vero” dissi “perché è smontabile” ….rimasero un po' sconcertati. Non avevo detto a nessuno che lo era. Ovviamente mi fu richiesto di vedere come. Involontariamente tolsi la scena all'altro modellista che ci rimase un po' male per quel fuori programma (sintomi da P.I.C.?). Non era nelle mie intenzioni, se non ci fosse stata quella “frattura” nessuno ne avrebbe saputo nulla. In seguito lo incontrai ad altre mostre ma mi dava l'impressione che mantenesse un certo distacco. Spero di sbagliarmi, in fin dei conti questo è un hobby che dovrebbe avvicinare ma la competizione incombe...peccato. Quando poi mi resi conto che anche io ero stato contagiato da queste manie ritornai a fare quello che mi piaceva senza troppe preoccupazioni, be happy guys! Tutto fa brodo e anche questo fa parte del nostro mondo.
Ecco il soggetto incriminato, Grumman F4F-4 Wildcat Hasegawa in scala 1/72. parte prima
credo che siano passati più di dieci anni (forse anche 15? boh, chi se lo ricorda...) da quando ho costruito questo modello che uscì ben 20 anni fa e che nonostante tutto è ancora un buon kit.
Ve lo ripropongo giusto per raccontare un aneddoto che lo riguarda e un po' di storie correlate.
Gli anni '90 sono stati, a parer mio, l'epoca d'oro dell'espansione del nostro hobby in cui abbiamo visto proliferare di tutto e di più. Oltre a un mare di kit, accessori e documentazione che ora riempiono gioiosamente i nostri scaffali e armadi (di noi vecchietti, ovvio), apparvero anche una serie sconcertante di nuove tendenze e terribili patologie modellistico/comportamentali ad esse associate. Mi stupisco che nessun laureando in medicina abbia fatto un tema d'esame su queste ultime, giovani....pensateci.
Sono tante e un giorno magari le elencherò, ma quella che è più rappresentativa in questo caso è una variante della S.P.A., ovvero, “sindrome da perfezionismo acquisita” che colpì una marea di modellisti. Soffrirono in tantissimi di queste patologie.
La variante di cui vi parlo, che ho battezzato “plane-anatomy”, è caratterizzata dall'ossessiva apertura di tutto quello che si può aprire in un aereo. È una sindrome pericolosa indotta dalla tendenza omonima (tendenza e disturbo portano lo stesso nome) che porta in moltissimi casi alla paranoia, frustrazione e addirittura all'abbandono del tanto amato hobby per l'ovvia impossibilità di andare “oltre certi limiti”.
Ad un certo punto pareva che non ci fosse alternativa a questa tendenza per partecipare ad una mostra rischiando di passare inosservati e non apprezzati per le proprie opere (e qui un'altra patologia, il P.I.C., protagonismo identificativo compulsivo, tradotto: “devo farmi un nome nell'ambiente”)e....e con questo mi fermo perché, avrete notato, è un pericoloso concatenarsi di disturbi che rischiano di portarci fuori tema (Mirabella, chiamami, facciamo una puntata di Elisir).
Questo poema per dire che, ahimè, fui colpito anche io da queste e altre patolo/tendenze. Fortunatamente in modo lieve, ma che mi spinsero a fare il Wildcat in questo modo.
Mentre lo costruivo però pensai che incollare tutto il muso era un peccato, così decisi di creare dei piccolissimi incastri per renderlo smontabile, altro virtuosismo folle.
E veniamo all'aneddoto;
in quel periodo partecipai ad un concorso organizzato da un noto gruppo. Tra i vari partecipanti ricordo un modellista che portò un caccia italiano in scala 1/48 con carrello retrattile e, se non ricordo male, con le superfici mobili comandate dalla cloche. Alla fine della mostra, con mano tremante e una pinzetta, il nostro collega illustrava agli appassionati le caratteristiche dinamiche del suo modello con grande soddisfazione. Ma come sempre accade in queste occasioni ci fu una piccola “frattura”, credo di un portello del carrello. Nulla di grave. Uno degli organizzatori colse l'occasione per ribadire la fragilità dei modellini e che anche il mio Wildcat scricchiolava in modo preoccupante. “È vero” dissi “perché è smontabile” ….rimasero un po' sconcertati. Non avevo detto a nessuno che lo era. Ovviamente mi fu richiesto di vedere come. Involontariamente tolsi la scena all'altro modellista che ci rimase un po' male per quel fuori programma (sintomi da P.I.C.?). Non era nelle mie intenzioni, se non ci fosse stata quella “frattura” nessuno ne avrebbe saputo nulla. In seguito lo incontrai ad altre mostre ma mi dava l'impressione che mantenesse un certo distacco. Spero di sbagliarmi, in fin dei conti questo è un hobby che dovrebbe avvicinare ma la competizione incombe...peccato. Quando poi mi resi conto che anche io ero stato contagiato da queste manie ritornai a fare quello che mi piaceva senza troppe preoccupazioni, be happy guys! Tutto fa brodo e anche questo fa parte del nostro mondo.
Ecco il soggetto incriminato, Grumman F4F-4 Wildcat Hasegawa in scala 1/72. parte prima