Cannone da 149G. Autocostruzione in scala 1:10
Inviato: 8 gennaio 2023, 0:37
Comincio con questo primo post ad illustrare le fasi di realizzazione del Cannone da 149G in scala 1:10.
Questo progetto ho cominciato a pensarlo dopo aver concluso la realizzazione del modello della bombarda da 240 sempre in scala 1:10.
Quando cominciai a ragionare sul modello della bombarda presi in esame la possibilità di realizzarlo in una scala che mi consentisse di ottenere un
modello abbastanza grande tanto da apprezzarne i dettagli. Insomma, la classica scala 1:35 mi avrebbe portato ad ottenere un oggetto troppo piccolo per i miei gusti.
I modelli sul mercato in 1:35 della bombarda non mi parevano inoltre un gran che sia come precisione che realizzazione. Stessa cosa per il 149G. I due modelli
presenti sul mercato di cui sono a conoscenza non sono esenti da gravi lacune.....spessori errati, pancone di coda totalmente sbagliato, totale assenza del freno di via ecc ecc.
Sarà un lavoro molto lungo e non privo di difficoltà. La scala 1:10 se da un lato ti semplifica certe cose dall'altra richiede una precisione notevole sia nel rispetto delle misure che degli spessori
e dei vari dettagli.
Per realizzarlo farò uso di plasticard, stampate 3D in resina, parti metalliche e legno. Come documentazione mi saranno d'aiuto le numerose fotografie d'epoca reperibili in rete, molte altre
provenienti dalla mia collezione di fotografie originali oltre ad immagini dei pochi pezzi originali rimasti nei musei.
Fondamentale è stata la possibilità di visionare un serie di volumi straordinari in possesso di un collezionista che mi ha permesso di digitalizzare le tavole di mio interesse.
I volumi, titolati "Atlante del Materiale di Artiglieria adottato dal Ministero della Guerra. Tavole", furono pubblicati ogni anno a partire dal 1862 fino al 1912...almeno quello è l'ultimo anno in
possesso del collezionista. Le tavole, a colori, riproducono ogni singolo elemento fino alla più piccola vite che componeva il pezzo d'artiglieria. Il tutto comprensivo di misure.
L'esemplare conservato presso il Sacrario di Redipuglia
149G abbandonato dopo la ritirata di Caporetto fotografato dagli austriaci.
Notare la mancanza del blocco otturatore asportato prima dell'abbandono onde renderlo inutilizzabile.
Ora un minimo di storia su questo iconico cannone in dotazione al Regio Esercito già utilizzato durante la guerra Italo-Turca e la Prima Guerra Mondiale.
Venne costruito dagli stabilimenti Ansaldo col nome "15 GRC Ret" e in successione rinominato 149G e 149/23. Il nome 149G rimase però di uso comune durante i vari conflitti e tutt'ora utilizzato.
Le sigle GRC Ret rispettivamente indicavano: G la costruzione della canna in ghisa, R indicava l'utilizzo della canna rigata e C che la canna in ghisa era cerchiata in acciaio.
L'ultima, Ret, indicava il sistema di caricamento a retrocarica.
Il 149G era un cannone corto a retrocarica su affusto rigido a ruote. La canna era in ghisa acciaiosa cerchiata in acciaio. La sua elevazione era regolata da un vitone a volantino sottostante la culatta.
L'otturatore, pesante 69 kg, era del tipo Welin, in acciaio con anello plastico. L'affusto era a coda unica, in acciaio, con due ruote in legno a 12 razze di 1560 mm di diametro. Per facilitare il traino e
per contenere il rinculo, negli anni precedenti alla guerra sui battistrada delle ruote vennero installate le "rotaie a cingolo" brevettate dal maggiore italiano Crispino Bonagente.
Questi cingoli erano formati da 12 piastre rettangolari unite da 12 elementi su ogni ruota, che allargavano il piano d'appoggio delle ruote permettendo il transito su terreni soffici e cedevoli.
Inoltre, la ruota girava con una velocità angolare maggiore all'interno del cingolo e l'attrito tra il battistrada ed il cingolo stesso dissipava parte dell'energia del rinculo.
I cingoli Bonagente si rivelarono talmente efficienti che vennero impiegati da altre nazioni belligeranti, sia dagli alleati che dagli imperi centrali.
Altre dotazioni erano i cunei freno ed il pancone di coda. I cunei freno erano due piani inclinati in legno che venivano posizionati dietro alle ruote. Al momento dello sparo il cannone rinculava sui due cunei
che grazie al suo peso ne frenavano la corsa esaurita la quale il cannone, per gravità, tornava nella posizione di partenza.
Il pancone di coda era una sorta di slitta in legno e metallo posizionata sotto alla coda dell'affusto, esso accompagnava la coda dell'affusto nel rinculo evitando, di concerto con i cunei, il
disallineamento del pezzo. Contemporaneamente, per attrito, ne frenava la corsa retrograda.
Detto questo nei prossimi post passerò alle immagini delle varie fasi di realizzazione...e che Dio me la mandi buona.
Questo progetto ho cominciato a pensarlo dopo aver concluso la realizzazione del modello della bombarda da 240 sempre in scala 1:10.
Quando cominciai a ragionare sul modello della bombarda presi in esame la possibilità di realizzarlo in una scala che mi consentisse di ottenere un
modello abbastanza grande tanto da apprezzarne i dettagli. Insomma, la classica scala 1:35 mi avrebbe portato ad ottenere un oggetto troppo piccolo per i miei gusti.
I modelli sul mercato in 1:35 della bombarda non mi parevano inoltre un gran che sia come precisione che realizzazione. Stessa cosa per il 149G. I due modelli
presenti sul mercato di cui sono a conoscenza non sono esenti da gravi lacune.....spessori errati, pancone di coda totalmente sbagliato, totale assenza del freno di via ecc ecc.
Sarà un lavoro molto lungo e non privo di difficoltà. La scala 1:10 se da un lato ti semplifica certe cose dall'altra richiede una precisione notevole sia nel rispetto delle misure che degli spessori
e dei vari dettagli.
Per realizzarlo farò uso di plasticard, stampate 3D in resina, parti metalliche e legno. Come documentazione mi saranno d'aiuto le numerose fotografie d'epoca reperibili in rete, molte altre
provenienti dalla mia collezione di fotografie originali oltre ad immagini dei pochi pezzi originali rimasti nei musei.
Fondamentale è stata la possibilità di visionare un serie di volumi straordinari in possesso di un collezionista che mi ha permesso di digitalizzare le tavole di mio interesse.
I volumi, titolati "Atlante del Materiale di Artiglieria adottato dal Ministero della Guerra. Tavole", furono pubblicati ogni anno a partire dal 1862 fino al 1912...almeno quello è l'ultimo anno in
possesso del collezionista. Le tavole, a colori, riproducono ogni singolo elemento fino alla più piccola vite che componeva il pezzo d'artiglieria. Il tutto comprensivo di misure.
L'esemplare conservato presso il Sacrario di Redipuglia
149G abbandonato dopo la ritirata di Caporetto fotografato dagli austriaci.
Notare la mancanza del blocco otturatore asportato prima dell'abbandono onde renderlo inutilizzabile.
Ora un minimo di storia su questo iconico cannone in dotazione al Regio Esercito già utilizzato durante la guerra Italo-Turca e la Prima Guerra Mondiale.
Venne costruito dagli stabilimenti Ansaldo col nome "15 GRC Ret" e in successione rinominato 149G e 149/23. Il nome 149G rimase però di uso comune durante i vari conflitti e tutt'ora utilizzato.
Le sigle GRC Ret rispettivamente indicavano: G la costruzione della canna in ghisa, R indicava l'utilizzo della canna rigata e C che la canna in ghisa era cerchiata in acciaio.
L'ultima, Ret, indicava il sistema di caricamento a retrocarica.
Il 149G era un cannone corto a retrocarica su affusto rigido a ruote. La canna era in ghisa acciaiosa cerchiata in acciaio. La sua elevazione era regolata da un vitone a volantino sottostante la culatta.
L'otturatore, pesante 69 kg, era del tipo Welin, in acciaio con anello plastico. L'affusto era a coda unica, in acciaio, con due ruote in legno a 12 razze di 1560 mm di diametro. Per facilitare il traino e
per contenere il rinculo, negli anni precedenti alla guerra sui battistrada delle ruote vennero installate le "rotaie a cingolo" brevettate dal maggiore italiano Crispino Bonagente.
Questi cingoli erano formati da 12 piastre rettangolari unite da 12 elementi su ogni ruota, che allargavano il piano d'appoggio delle ruote permettendo il transito su terreni soffici e cedevoli.
Inoltre, la ruota girava con una velocità angolare maggiore all'interno del cingolo e l'attrito tra il battistrada ed il cingolo stesso dissipava parte dell'energia del rinculo.
I cingoli Bonagente si rivelarono talmente efficienti che vennero impiegati da altre nazioni belligeranti, sia dagli alleati che dagli imperi centrali.
Altre dotazioni erano i cunei freno ed il pancone di coda. I cunei freno erano due piani inclinati in legno che venivano posizionati dietro alle ruote. Al momento dello sparo il cannone rinculava sui due cunei
che grazie al suo peso ne frenavano la corsa esaurita la quale il cannone, per gravità, tornava nella posizione di partenza.
Il pancone di coda era una sorta di slitta in legno e metallo posizionata sotto alla coda dell'affusto, esso accompagnava la coda dell'affusto nel rinculo evitando, di concerto con i cunei, il
disallineamento del pezzo. Contemporaneamente, per attrito, ne frenava la corsa retrograda.
Detto questo nei prossimi post passerò alle immagini delle varie fasi di realizzazione...e che Dio me la mandi buona.