sabato, Aprile 20, 2024

A volte ritornano… – Lockheed F-104 G dal kit Italeri in scala 1/72.

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PREMESSA: “A volte ritornano”.

Come direbbero le più  blasonate riviste modellistiche??? “….Il soggetto è troppo arcinoto per cui sorvoliamo sulla storia e descrizione del mezzo…..”, ed in effetti, per chi ci ha volato sopra o se l’è visto (e sentito soprattutto) sfrecciare sulla testa per più di 40 anni potrebbe anche essere così. In realtà lo “spillone” continua a fornire interessanti spunti di ricerca storica ogni qual volta il modellista si appresti al montaggio di uno Starfighter. E’ innegabile, per noi italiani il ‘104 è un po’ come la mamma, la sorella o la squadra del cuore…guai a chi ce lo tocca!!!

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Per carità poi si sbaglia, ma sarà sempre e comunque fatto in buona fede oppure perché si è convinti di essere nel giusto!!! Se poi ci si accorge dell’errore macroscopico, com’è che si dice???? Quando la moglie ti scopre nel letto con l’amante negare sempre!!! Detto questo, visto che siete ancora qua a leggere e visto che il soggetto è troppo arcinoto, direi invece di raccontarvi qualcosa sul kit Italeri! I modellisti che sono sulla quarantina ne riconosceranno sicuramente lo stampo di provenienza della ESCI. Quando uscì negli anni ’80 era sicuramente il miglior kit di F-104 in questa scala, ed anzi, qualcuno (ebbene si lo ammetto sono io!) afferma che, come linee generali, è  tutt’oggi ancora il più fedele. Il dettaglio generale (pannellature, interni, particolari) è però chiaramente molto più povero rispetto ai concorrenti Revell ed Hasegawa.

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Di contro, però, direi che: la dotazione armi/serbatoi è completa (vengono forniti 4 serbatoi, un pod esercitazioni ventrale, due AIM-9 Sidewinder), il foglio decals Italeri è molto bello come scelte ed inoltre viene fornito un bel pod Orpheus per una possibile configurazione della versione “G” in Recce” (quindi non un RF si badi bene!). Inoltre nelle stampate sono previsti (oltre a due tipi di seggiolini) anche tutti i piloni di carico subalari, rotaie missili, e strakes ventrali aggiuntivi, cosa che faciliterà la possibilità di trasformare (con le dovute modifiche mi raccomando) il nostro “G” in un bel “S” o “ASA” procurandosi  AIM-7 (o Aspide) e AIM-9 L  per una bella configurazione “ready in 5’ ”. Il mio soggetto è stato completato per onorare un Group Build dedicato ai velivoli (e mezzi) che abbiano inalberato le insegne tedesche fino ad oggi (intesi anche come ex DDR, Ex RFT) partito sul Forum di “Modeling Time”. Quindi il tema e le possibilità di rappresentazione erano veramente vastissime. Avendo sotto mano questo “kittino” mi son chiesto: visto che ho un po’ più di esperienza sulle spalle (da teenager ne ho montati un paio) cosa se ne potrebbe tirare fuori lavorandoci un po’ su?

Montaggio:

Per prima cosa ho provveduto, con molta cautela, a tagliare il tettuccio (fornito in un unico pezzo) in tre parti distinte come l’originale. Poi un momento di raptus  mi ha preso ed ho tagliato via alcuni vani dell’avionica, il vano inferiore di ispezione motore ed i flaps. L’idea era di ricostruire alcuni particolari interni mediante “scratch” e particolari fotoincisi. Le parti in “scratch” sono il vano e componenti dei circuit breakers, il vano turbinetta RAT in fusoliera, il portello del vano ispezione motore ed il ribaltabile dell’avionic bay.

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Avendo aperto il vano ispezione motore stavo dunque per accingermi ad autocostruire un pezzo del motore J-79 da inserire in fusoliera quando ecco che mi appare in aiuto l’amico Jacopo, vera colonna portante del forum Modeling Time che mi dice: “fermati… nel sacro nome di Verlinden e della sua resina….ci penso io!!!” In un paio di giorni ecco arrivare a casa mia un sacchetto pieno di pezzi in resina (tra cui, appunto, un pezzo di motore) e fotoincisioni. Grazie Jacopo che Dio ti benedica!!!

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A questo punto ho inserito il motore in resina nella fusoliera, ricostruito il pannello elettrico presente in fusoliera, migliorato il cockpit e le “scatole nere” posteriori mediante l’aggiunta di particolari in fotoincisione. Ho avuto come l’impressione che un seggiolino aftermaket in resina non sarebbe mai entrato nel cockpit senza essere pesantemente modificato ed adattato, quindi, ho deciso di modificare e migliorare quello del kit (con cinghie e levette varie). Altro miglioramento auspicabile è quello dei carrelli, specie quello principale, visto che quelli del kit mancano di molti particolari quali aste di rimando, ganci, faretti. Per il resto una volta fatte (se vogliamo) le nostre migliorie (sono andato un po’ a rilento ma il particolare che mi ha fatto perdere molto molto tempo è stato la ricostruzione del vano ribaltabile posto dietro il cockpit) il kit si monta velocemente.

Colorazione:

La colorazione è la classica “Norm72” cioè a splinter grigio/verde superiormente ed alluminio per le superfici ventrali. Dopo un paio di prove e valutazioni ho usato i seguenti colori Tamiya:

  •  Tamiya XF-66 grigio F.S.36132;
  •  Tamiya XF-13 verde oliva F.S.34079
  •  Tamiya XF-19+bianco per simulare l’alluminio (che poi sembra un grigio in effetti).

Tutto ciò è  la base di partenza perché poi al solito ho provveduto ad “effettare” le vernici per movimentare po’ il risultato finale (a proposito, se fate un esemplare tedesco con questa colorazione lasciate perdere lo schema proposto dalle istruzioni Italeri in quanto lacunoso ed impreciso). Quindi ho fatto un robusto preshading in nero (tanto la mimetica è scura) su una base di primer bianco opaco Tamiya.

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Poi ho dato il grigio XF66 sul quale ho poi effettuato un ulteriore postshading per schiarire i pannelli centrali e lumeggiare le parti più esposte alla luce. Si procede poi alla mascheratura per le macchie verdi (XF13) ed al successivo postshading (uso il giallo per schiarire il verde).

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L’effetto iniziale è pesante come vedete in foto ma tanto la Future rimetterà tutto in riga successivamente. Poi si passa alla mascheratura per dare il grigio ventrale. Detto fatto direte???? Non proprio, sembra facile ma, in realtà, il procedimento diventa lungo specie se qualche mascheratura cede un po’ facendoci perdere la linearità delle macchie di tale schema mimetico così particolare.

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Se poi è andato tutto bene si maschera e si procede alla verniciatura del radome che negli esemplari tedeschi è bianco, ma non un bianco latte come quello dei ‘104 italiani, bensì un pò meno brillante, quindi aggiungete una goccia di grigio (in pratica un Off White tipo F.S.36622). Poi si passa alla verniciatura del pannello antiriflesso (anche qui valutate bene la documentazione perché si passa dal grigio scuro al verde scuro a seconda del velivolo). Una passata finale di trasparente lucido sigillerà il tutto ed attenuerà gli effetti speciali troppo marcati.

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Si passa alle decals. Io ho usato un mix di decals avanzate da vari kit (ESCI, Italeri, Revell) combinandole tra loro ed ottenendo quindi un F104G del JG 74 “Moelders”, codice individuale 25+97, basato a Neuburg (ex RFT) alla fine anni ’70. Ammetto di non essere riuscito a scontornare bene alcune delle decals quindi ho pagato un minimo sindacale di silvering che impietoso appare sulle foto ravvicinate!!! Ovviamente ho dato una mano di grigio diluitissimo per desaturare e spegnere la brillantezza delle decals. Incollo gli ultimi pezzi ed il lavoro è concluso!

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Basetta:

E ora vogliamo lasciare tutto solo il nostro ‘104????? Giammai!!!!


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Una basettina minimale si impone, ed anche un figurino (mi piace dare riferimenti dimensionali a chi guarda). Non mi andava di mettere il solito specialista o pilotino solitario questa volta.

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Frugando tra i miei avanzi all’inizio ho trovato un bel …… cane, pastore tedesco ovviamente (provenienza “Airfix NATO Ground crew”), poi però ho trovato anche un fante inglese moderno in tenuta anti NBC. Inglese appunto che disdetta!!!! Ma no, a pensarci bene la ex RFT a quei tempi era disseminata di basi RAF Germany dunque perché non immaginare il velivolo fermo in una di quelle basi per una sosta tecnica o esercitazioni con a guardia un soldato inglese?????

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Come base per la pista uso carta abrasiva 500, incollata su una basetta di legno e verniciata ad aerografo, su cui delimito qualche striscia di colore giallo e simulo un po’ di sporco.

Ringrazio gli insostituibili amici del Forum Modeling Time e tra tutti, soprattutto, Jacopo!

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Saluti.

Massimo Maria “Pitchup” De Luca.

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4 Comments

  1. Un grande modello per un grande aereo e un grande Massimo.
    Prenderò spunto da questo articolo per il mio crucco!

  2. Grande Massimo, bello l’aereo, spiegato bene in un articolo simpatico… e che vuoi di più?

  3. Veramente molto bello. Bravissimo l’artefice. Ma permette una critica alla Esci/Italeri, sbaglio o AMI e LUTWAFFE avevano le ruote maggiorate anche sui G e quindi gli sportelli dovrebbero avere il caratteristico rigonfiamento e non essere lisci (vedi Hasegawa)? Correggetemi se non e’ cosi’.

  4. Bellissima realizzazione, sei un artista. Ed io che mi fermo xche’ avendolo perso devo termoformare il tettino avendo anche realizzato il maschio in milliput. Il tuo é cosí bello che m’invoglia a continuare, ancora complimenti. Ciao a tutti gli appassionati!

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