martedì, Aprile 16, 2024

Desert Storm Viper – F-16 C dal kit Tamiya in scala 1/48.

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Non penso ci sia bisogno di presentare l’arcinoto kit Tamiya dedicato all’F-16 C, è sicuramente il migliore in circolazione con incastri e accoppiamenti pressoché perfetti. L’uso dello stucco è limitato solo ad alcune zone e persino la giunzione più a rischio, quella fra le due parti superiori della fusoliera, se supportata da diverse prove a secco si può portare a termine senza l’uso del filler. La scatola permette di realizzare diverse versioni dell’F16C Block 25 e 30 della Guardia Nazionale Americana ma ho preferito optare per un Viper Block 25 del comandante del 33°FS/363 TFW di stanza in Arabia Saudita, durante l’operazione Desert Shield/Desert Storm, usando il foglio decals Aeromaster n°48-556. Come set di dettaglio ho scelto alcune parti delle fotoincisioni Eduard BigEd – 4908, le mascherine per trasparenti, i set in resina Aires per abitacolo, vani carrelli e ugello di scarico che danno un notevole miglioramento all’aspetto finale del modello. Per le piastre di rinforzo avevo in magazzino quelle Tamiya ma devo ammettere che sono abbastanza deludenti perché realizzate in un metallo troppo duro da manipolare; per questo sono andato alla ricerca di qualcosa di meglio trovando risposte nel set Voyager Model VA480105. Le resine Aires sono, come da loro tradizione, di eccellente dettaglio quanto di laboriosa lavorazione per poterle inserire correttamente nei rispettivi alloggiamenti: occorre, come sempre, assottigliare le pareti del kit e carteggiare generosamente le stesse parti aftermarket soprattutto per quel che riguarda l’abitacolo e il vano carrello anteriore; quello del carrello principale entra più facilmente. Anche l’anello solidale alla fusoliera dello scarico comporterebbe un buon lavoro di adattamento, ma per questa parte ho escogitato un rimedio usando lil pezzo originale Tamiya modificato come spiegherò più avanti. Come referenze ho usato gli ottimi libri della Daco “Uncovering the Lockheed Martin F-16 A/B/C/D  e “ The Modern Viper Guide” di Jake Melampy.

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Ho iniziato, come prassi, con l’abitacolo. Non mi soffermo sulla qualità dei pezzi Aires, sicuramente superiori al pur ben dettagliato cockpit da scatola. Come anticipato qualche riga sopra, per adattare i set della ditta ceca al modello occorre assottigliare la fusoliera fino al limite ed eseguire decine di prove a secco (e controlli con lo spessimetro per non rischiare di forare la plastica). Quando i vari componenti vanno in posizione, però, l’effetto è davvero bello!

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Il pilot’s office, dopo una mano di Gunze Mr.Surfacer 1000, è stato verniciato col  Gunze H-308 ovvero il F.S. 36375; ho, poi, mascherato e spruzzato il nero opaco Humbrol 33 sul meccanismo di sollevamento del canopy, mentre le consolle laterali le ho dipinte a pennello con lo stesso colore. Ho fatto un leggero dry-brush con un grigio chiaro sul retro del sedile e sui pannelli neri e, successivamente, ho messo in risalto tutti i pulsanti e comandi usando un grigio chiaro. Qualche dettaglio in rosso e giallo, seguendo le referenze fotografiche, ha completato il lavoro. Sui tubi corrugati dell’ossigeno, per dare un po’ di varietà tonale, ho steso un mix di grigio chiaro e Khaky Drab Humbrol 159. Ho, infine, fatto un lavaggio con uno smalto grigio scuro opaco senza dare il lucido per ottenere sia la profilatura dei particolari, sia un leggero effetto filtro.

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Lo stesso trattamento è stato eseguito sulle paratie laterali.

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Sono, quindi, passato al sedile: ho adattato le belle cinture foto-incise alle varie parti su cui si appoggiano dando loro il giusto movimento. La tecnica usata è semplice: basta sistemare al di sotto della cinghia nel punto voluto, un pezzetto di filo di rame del diametro giusto e pressare con la pinzetta, creando una curvatura morbida e molto realistica. La maniglia di espulsione fra le gambe del pilota è fissata con un “chiodino” fatto con una ago da 0,3mm.

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La verniciatura l’ho eseguita con la stessa procedura della vasca: Mr.Surfacer 1000 e Gunze H-308, i cuscini li ho dipinti a pennello con Humbrol Khaki Drab 159 seguito da un lavaggio con un mix di Khaki Drab e marrone scuro. Successivamente ho lumeggiato a pennello asciutto, sempre con Khaki Drab schiarito con del giallo. Per creare un po’ di varietà tonale sul paracadute pilota all’interno del poggiatesta ho miscelato un grigio appena verdastro e ho evidenziato tutte le fibbie con argento prelevato da un pennarello Tamiya. Ho dato alcune mani di lucido,  ho applicato le decal, ripassato l’opaco e quindi ho dipinto tutti i particolari secondo le documentazione. Infine, anche in questo caso ho eseguito un leggero lavaggio con grigio scuro direttamente sull’opaco per avere, di nuovo, un lieve effetto filtro.

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La palpebra del cruscotto è dipinta con nero opaco Humbrol 33, seguito da due toni di grigio a pennello asciutto. I pulsanti del pannello strumenti sono evidenziati con grigio chiaro, mentre i quadranti della strumentazione e gli schermi sono stati resi lucidi con una goccia di trasparente Humbrol 35. La lente dell’HUD l’ho creata con un mix di trasparente lucido e verde smeraldo Humbrol.

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A questo punto mi sono dedicato alla presa d’aria….bel problema verniciare l’interno di un tubo…e anche la stuccatura della linea di giunzione. Inizialmente avevo pensato al metodo della vernice latex (o similare) ma ho preferito desistere. Invece, ho sperimentato un metodo alternativo sfruttando la buona qualità degli stampi Tamiya: dopo alcune prove a secco ho notato che le due valve del condotto chiudevano abbastanza bene senza presentare scalini insuperabili, per cui  ho unito i due semi gusci con del nastro adesivo e ho carteggiato per eliminare del tutto o quasi il piccolo scalino che si era formato. A seguire ho separato i pezzi e ho dato parecchie mani leggere di bianco opaco Tamiya formando un certo spessore. Li ho, poi, saldati definitivamente con colla e ho stuccato le piccole imperfezioni rimaste con Milliput bianco carteggiandolo, una volta asciutto, con attenzione e con grane 600/800  (per non far diventare lucida la vernice opaca e mantenere una finitura setosa). Infine ho di nuovo spruzzato del bianco opaco per uniformare il tutto.

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Per favorire l’adesione della decals “HOT” alla base della lama antighiaccio (è risaputo che sull’opaco il rischio di “silvering” delle decalcomanie è altissimo) ho fatto separare lo stencil dal supporto e l’ho fissato con un pochino di trasparente lucido Tamiya. L’operazione è molto delicata perché si ha pochissimo tempo per trovare la posizione giusta prima che la vernice tiri.

Alla presa d’aria ho aggiunto il vano carrello anteriore Aires che, come al solito, ha necessitato di una generosa carteggiatura per adattarsi senza forzare e/o deformare il guscio esterno. Ho auto costruito alcuni cablaggi realizzati con filo di rame da 0,2mm e ho stuccato la linea in corrispondenza della freccia gialla lasciando le altre perché effettivamente presenti sull’aereo reale.

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Sono, quindi, passato ai carrelli, e al loro vano principale, dettagliandoli con filo di rame di diverso diametro (0,2 – 0,3 – 0,4mm). Le fascette che stringono i fili sono fatte con nastro adesivo di alluminio.

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I vani carrelli sono stati verniciati col bianco opaco XF-2 Tamiya.

 

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A questo punto ho dato alcune mani di lucido Tamiya (2/3) in modo da proteggere il bianco e poter verniciare i dettagli con gli Humbrol; sfruttando la diversa composizione dei colori a smalto e gli acrilici, infatti, è possibile correggere senza problemi i, sempre possibili, errori senza che la finitura lasciata opaca assorba la vernice creando anti estetiche sbavature. Dopo aver completato tutti i dettagli e posizionato le decal, ho fatto i lavaggi miscelando nero e marrone opachi, sempre della Humbrol. Alla fine ho sigillato nuovamente il tutto con un’altra mano di clear.

 

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Incollando il muso ho notato che, stranamente per la qualità degli incastri del modello, non si raccordava perfettamente alla fusoliera; il primo pensiero è andato all’abitacolo Aires che, con molta probabilità, ha deformato quel tanto che bastava le linee del modello. Comunque ho raccordato con carta abrasiva che ha, purtroppo, eliminato il dettaglio degli scaricatori elettrostatici stampati sul radome (rifatti, in seguito, con del tondino di plasticard da 0,5mm).

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La parte terminale della fusoliera in resina Aires dove si inserisce l’ugello di scarico, come da previsioni, forma un vistoso scalino rispetto la fusoliera. Per evitare ulteriori interventi troppo invasivi ho preferito utilizzare il pezzo originale che ha un incastro pressoché perfetto. Per permettere l’unione dei petali in resina occorre, però, eliminare dall’anello Tamiya la parte iniziale e assottigliare il bordo facendo molte prove a secco fino ad adattarlo perfettamente al resto del set Aires. Ho dovuto inserire alcuni spessori in Plasticard per poter incollare le parti fra loro ma, alla fine, il risultato è stato ottimo.

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Prima di procedere oltre le mie attenzioni si dono rivolte al tettuccio che è stato bagnato con la cera Future assieme al cupolino fisso.

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Dopo aver atteso 24 ore per una completa asciugatura, ho dettagliato i montanti interni con le fotoincisioni Eduard.

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L’unione fra la vasca in resina ed il retro dell’abitacolo crea questa fastidiosa fessura che ho eliminato con il Milliput bianco modellandolo e stirandolo con un pennello bagnato per ridurre al minimo le successive carteggiature.

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Il risultato finale, dopo aver rispruzzato il nero opaco e applicato il dry brush, è stato questo:

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A questo punto tutto è pronto per iniziare la verniciatura, finalmente! Dapprima ho steso una mano di fondo col Mr.Surfacer 1200, poi ho  realizzato il pre-shading con nero opaco.

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A seguire ho aerografato lo schema mimetico che prevede i seguenti colori:

  • Gunze H-308 (F.S.36375) sulla parte inferiore.
  • Gunze H-306 (F.S.36270) sulla deriva e la parte anteriore in corrispondenza dell’abitacolo
  • Gunze H-305 (F.S.36118) sul resto del dorso (la linea di separazione è stata ricreata usando un “salsicciotto di Patafix).

Il radome l’ho verniciato con un mix di Gunze H-305 e nero opaco per simulare una maggiore usura e invecchiamento.

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Ho mascherato il portello del ricettacolo per il rifornimento in volo e, dopo aver dato una mano di Mr.Surfacer 1000, l’ho verniciato con lo Steel della Alclad. Ho anche completato il labbro della presa d’aria dipingendolo con un colore simile a quello del radome.

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A questo punto ho dato diverse (almeno 7/8) mani di lucido Tamiya X-22 diluito al 70% col diluente della stessa marca, fino ad ottenere una superficie ben “caramellata” e liscia, ideale per applicare le decal. Prima, però, ho preferito effettuare i lavaggi con due toni di grigio, più scuro sull’H-305 e più chiaro su H-306 e H-308.

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Ad asciugatura avvenuta ho iniziato ad applicare le insegne con l’ausilio dei liquidi Microscale.

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Lo stesso trattamento è stato ripetuto anche sui serbatoi sub-alari.

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Sui fuel tank ho realizzato, a pennello, le varie colature d’olio con uno smalto marrone scuro in modo da poter correggere e, alla bisogna anche cancellare, gli eventuali errori d’applicazione. Il vantaggio di usare gli smalti su superfici coperte da vernici acriliche risiede nel fatto che i rispettivi diluenti non intaccano minimamente i due tipi di pigmenti. A questo punto ho dato diverse mani di trasparente opaco Gunze H-20 e un paio di passate velocissime e leggere di trasparente opaco Humbrol 49 che ha un potere opacizzante notevole. Mi raccomando, però, andateci piano! Col tempo, infatti, i trasparenti sintetici tendono ad ingiallire ed è meglio non esagerare stendendo mani troppo “corpose”. Dopo l’asciugatura del Flat Clear ho caricato l’aerografo col Gunze H-308 scurito con del nero opaco e ho dato alcune passate leggere, sottili e veloci nella parte ventrale, ed in particolare sulle ali, per simulare usura e invecchiamento.

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Con lo stesso grigio ho leggermente profilato le linee dei pannelli in corrispondenza del motore e, sulla stessa zona, ho applicato una leggerissima ombreggiaura di marrone chiaro per simulare l’usura dovuta al calore.

A questo punto ho completato le gambe di forza dei carrelli, già dipinte in bianco opaco XF-2 Tamiya assieme ai pozzetti: ho effettuato i lavaggi con uno smalto marrone scuro, verniciato gli ammortizzatori idraulici con argento da pennarello Tamiya e i cablaggi con smalti nero opaco e argento secondo le referenze fotografiche. Infine, ho dato uno smalto marrone scuro (nero + marrone) a pennello asciutto solo sulle parti mobili, sugli snodi e nelle vicinanze delle ruote, ovvero dove è più facile trovare macchie di lubrificanti e/o grasso.

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Ho verniciato allo stesso modo le ruote dopo aver ricreato, carteggiando lo pneumatico, la deformazione dovuta al peso.

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Fin’ora non ho ancora accennato all’armamento. Per il mio Viper ho optato per una configurazione decisamente offensiva: due GBU-12, due AIM-120 e due AIM-9. Le bombe guidate della Tamiya sono belle, ma l’ogiva, se montata da scatola, resterebbe rigidamente orizzontale mentre in realtà, con l’aereo a terra, spesso sono ruotare verso il basso. Ho deciso di modificare la parte terminale tagliando via il perno e praticando un foro da 0,7mm dove ho incollato uno spezzone di ago ipodermico. Sulle testine, invece, ho fatto un ulteriore foro da 0,4mm in cui ho fissato un pezzetto di filo di rame da 0,4mm. Unire, in seguito, i pezzi è stato estremamente semplice.

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A seguire ho verniciato gli ordigni con tre mani di Olive Drab Gunze diluito al 70%; una volta asciutto ne ho preparato un pochino schiarito con del giallo e diluito all’80% e ho fatto alcune passate leggere a banda. Poi ho elaborato una seconda miscela, sempre con Olive Drab, ma scurito con un pò di nero e diluito all’80%, e ho arricchito le tonalità con alcune passate veloci.  Poi, a pennello, con del rosso opaco e Flat Earth Humbrol ho ricreato il color mattone da passare fra le alette anteriori. Per questo mix non ho usato il rapporto di 1/1 che indicava la Tamiya perchè, secondo me, troppo tendente al rossiccio; ho preferito utilizzare queste proporzioni:

  • 26 parti di marrone e 3 di rosso.

Infine ho applicato la tecnica del pennello asciutto sui rilievi delle pinne di coda e sui margini di quelle anteriori con un mix di Olive Drab e giallo Humbrol.


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Gli AIM-120 e AIM-9 sono stati verniciati secondo le istruzioni, quindi ho dato il trasparente lucido Tamiya X-22 (con diluizione 70%) e applicato le decals inerenti gli stencil di manutenzione e le bande colorate che ne identificano il tipo di esplosivo installato.

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Il pod ECM ed i TER sono stati colorati con il grigio F.S. 36375, le parti nere in Matt Black Humbrol e pennello asciutto con un grigio medio, lavaggi in grigio medio, usura con uno smalto grigio a pennello asciutto, opaco Gunze.

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I serbatoi subalari sono stati ultimati con l’opaco Gunze e con sporcature e colature fatte a pennello asciutto con uno smalto Humbrol grigio medio.

 

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Un paio di viste del modello dopo la stesura dell’opaco, il montaggio dei carrelli e dei portelli e la rimozione delle mascherature.

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Per fissare i carichi alari ho preferito non usare la colla ma affidarmi al metodo, più che collaudato, dei perni in filo di rame ad incastro. Questi permettono un montaggio sicuro, pulito e senza nessun pericolo di sbordature della colla. Il filo usato in questo caso è stato da 0,4mm.

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Una vista del modello con i carichi sub-alari e i carrelli finiti.

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E siamo al complesso scarico Aires in resina che rappresenta il Pratt & Whitney F-100 montati sugli F-16 Block 25 e 32. Per prima cosa ho passato, sulla ventola,  l’Alclad Sepia e il nerofumo fatto con Marrone Gunze H-310 e Semigloss Black X-18 Tamiya in proporzione 2 a 4, rispettivamente. Infine un tocco di Metallic Grey da pennarello Tamiya e l’opaco.

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La parte interna dell’ugello è in Bianco Opaco Tamiya. L’esterno è in Alclad Dark Alluminium seguito da velature di Jet Exhaust; l’uso, provvidenziale, del Metallic Gray con la tecnica del dry brush ha messo ulteriormente in evidenza tutti i particolari.

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Sul rivestimento ceramico bianco ho passato, con molta attenzione e a pressione bassa, il nerofumo come detto sopra e secondo le referenze. Le striature di gas incombusti che si vedono anche nelle immagini che ritraggono il motore vero le ho ricreate usando un tocco di Burnt Red dal Weathering Set D Tamiya e dei lavaggi mirati in marrone scuro (nero + marrone) fatti con smalti Humbrol. Ovviamente l’opaco Gunze ha dato la giusta finitura finale.

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Sui petali esterni ho dato, in sequenza, il Dark Alluminium e il Pale Burnt Metal Alclad. Poi, con la solita miscela di nerofumo dato a pressione bassa (non più di 0,7 bar), ho amalgamato i due toni metallizzati stendendone una quantità maggiore alla base dei petali stessi per simulare un po’ di accumulo di sporcizia. La ghiera è stata messa in risalto, ancora una volta, con il pennarello Tamiya dato a pennello asciutto.

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L’anello solidale alla fusoliera è stata verniciato con una base Alclad Dark Alluminium a cui ho aggiunto delle sfumature di Hot Metal Blue. All’interno del condotto, sul bianco opaco Tamiya precedentemente steso, ho dato l’Alclad Hot Metal Sepia solo nella parte più interna (quella vicina allo stadio finale del reattore) facendo sfumare il colore attraverso la “raggiera” del post bruciatore, fornita in fotoincisione dal set Aires. Ho anche aggiunto le solite strisciate col nerofumo e col Burnt Red dal Weathering Set set D Tamiya.

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Ho incollato, con colla epossidica,  il tubo di pitot e i sensori AOA in metallo.

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E ho inserito il seggiolino nell’abitacolo.

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Tra i particolari omessi dalla Tamiya ci sono i dispersori di elettricità statica, ma sono parti la cui mancanza si noterebbe subito e che, se ben realizzati, danno un tocco di realismo in più. Li ho auto costruiti con filo di di rame da 0,2mm e aghi da 0,5mm, importantissimo è ricordasi di fare, nelle primissime fasi di montaggio e soprattutto prima di verniciare,  i relativi scassi forando gli alloggiamenti gi stampati sui bordi d’uscita di ali, timone di profondità e piani di coda.

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Si fissano sul modello con una micro goccia di cianoacrilato e per tagliarli tutti alla stessa misura (5mm in tutto) ho realizzato una mascherina con nastro da mascheratura Tamiya.

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Eccoli, infine, verniciati in nero opaco con l’estremità in metallic grey da pennarelo Tamiya.

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Con il montaggio del tettuccio il modello è finalmente finito!

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Buon Modellismo a tutti! Paolo.

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1 Comment

  1. Un modello da par tuo, preciso e dettagliato. Però qui di aerei ce ne sono fino alla nausea, a quando un’altra auto?

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