martedì, Marzo 19, 2024

Jordan 191 dal kit Tamiya in scala 1/20. Seconda Parte.

SECONDA PARTE DELL’ARTICOLO! la prima parte la trovate QUI!

Ora si può iniziare la verniciatura: per prima cosa do un paio di mani leggere di fondo, un semplice bianco satinato Humbrol.

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Poi inizio col verde Emerald Green n°2, sempre Humbrol, passandone alcune mani leggere e poi un paio più “pesanti” (bagnate) per formare uno strato uniforme e liscio. Questi strati “pesanti” vanno dati al limite della colatura del colore cercando di non esagerare e combinare qualche disastro! Anche se le vernici sintetiche impiegano molte ore per asciugare, ho proceduto stendendo  una mano pesante e poi, dopo pochi minuti, ho aerografato un nuovo strato ….è un “gioco”  pericoloso ma se viene bene si ottiene una superficie lucida e liscia che necessita di pochi interventi di lucidatura ad essiccazione ultimata( a meno di trovare i soliti “pelucchi” che, se visti in tempo, è a volte possibile rimuoverli prima che la vernice “tiri”. Se il pelucco salta fuori dopo l’asciugatura si utilizzano le solite carte abrasive fini, e finissime, e il compound Tamiya).

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Decido di non utilizzare le decals blu per la carrozzeria, ma di mascherare e verniciare direttamente usando French Blue n°14. Per precauzione faccio asciugare molto bene la mano pesante di verde per non correre rischi con il nastro Tamiya; nel frattempo mi dedico al motore.

Dopo la mano di primer, do il nero satinato e poi secondo le indicazioni Tamiya e le referenze fotografiche applico gli altri colori, Alluminio e Gun Metal  in particolare. E’ molto difficile mascherare il blocco motore/cambio per lasciare le parti che devono restare nere, per cui decido di fare a pennello (lo smalto Gun Metal, date le superfici limitate, viene steso comunque molto bene). Per l’Alluminio applico l’Humbrol Metalizer a pennello asciutto, o meglio (come dico io ) “quasi asciutto” così che possa coprire con un velo leggerissimo senza far vedere le pennellate che con i colori metallici sono sempre  in agguato.

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Le parti nere satinate vengono esaltate con un paio di grigi a pennello asciutto, mentre sul blocco motore applico una lavaggio con una miscela di nero e marrone cioccolato per simulare lo sporco dell’olio (pochissimo) ed accentuare le varie nervature e sotto squadri dei pezzi.

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Infine vernicio i vari attacchi delle sospensioni, e i connettori idraulici, con blu e rosso metallici e oro.

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Le scritte sui coperchi delle valvole sono evidenziate con argento a pennello asciutto.

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Vernicio di nero semilucido la parte bassa del cassoncino d’aspirazione e poi passo un mix di oro, nero e marrone molto diluito e lasciando che si vedano i “puntini” dorati per simulare la fibra di carbonio. Dettaglio i connettori con oro, blu e rosso metallici. Passo una mano di argento a pennello “quasi” asciutto sui tromboncini d’aspirazione.

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Passiamo agli scarichi:  dopo il primer e il nero semilucido, stendo ad aerografo il Polished Aluminium Humbrol Metal Cote e, successivamente, con oro trasparente, blu trasparente  e nerofumo (nero satinato + marrone cioccolato), simulo il surriscaldamento delle varie sezioni.

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Vernicio gli ammortizzatori posteriori (in gran parte auto costruiti) secondo le istruzioni Tamiya e le referenze fotografiche.

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A questo punto ho tutto pronto per finire il motore, e procedo ad assemblare tutti i pezzi: coperchi delle valvole, centraline, bobine, ammortizzatori, sospensioni, scarichi, la carrozzeria a carenatura del cambio, semiassi, porta mozzi, barra antirollio, scudi termici fra motore e scarichi, cassoncino d’aspirazione. Inserisco, inoltre, anche alcuni cablaggi: ad esempio quelli fra le testate e il serbatoio dell’olio e fra i radiatori olio cambio e la fusione del cambio. Questi radiatori erano stati dettagliati in precedenza con raccordi Modeler, e sono quelli che vedete assemblati sulle carenature blu del cambio.

Ed ecco il risultato finale, anche se a dire il vero mancano ancora parecchi cablaggi che realizzerò successivamente:

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Il verde è ora ben asciutto e, avendo scartato l’ipotesi di usare le decals blu, preparo le mascherature usando una fotocopia delle decals da cui ricavo delle sagome. Su di esse applico il nastro Tamiya che ritaglio a misura…

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…e che, in un secondo momento, riporto sul telaio e sul cofano motore. A proposito, sul cofano motore non uso la dima ma, essendo la linea di divisione fra verde e blu una semplice linea dritta, la traccio seguendo le referenze fotografiche.

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Nell’alettone anteriore c’è una linea verde chiaro che dovrebbe essere realizzata con una decal; decido, invece di verniciarla, dato che una decalcomania si sarebbe adattata con difficoltà alle varie curvature del profilo dell’ala. Quindi maschero e spruzzo. La parte inferiore non serve mascherarla… andrà poi verniciata di nero.

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Maschero, quindi, tutto il telaio per dare il nero satinato con successiva finitura in oro, nero e marrone per simulare la fibra di carbonio.

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Qui si vedono le parti basse delle fiancate con gli scudi termici realizzati con nastro adesivo di alluminio comprato da un negozio di accessori per automobili.

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Vernicio il fondo piatto con la solita procedura: primer, nero satinato, oro/marrone/nero satinato a simulare la fibra di carbonio, e due toni di grigio a pennello asciutto. Poi realizzo gli scudi termici con nastro adesivo di allumino facendo prima della sagome di carta.  Infine, con dei listelli di Plasticard opportunamente sagomati, creo delle aree di incollaggio, come dire – “maggiorate”, per facilitare l’assemblaggio e la tenuta fra telaio e fondo piatto (in questo modo si evita che la colla debordi sulle parti già verniciate).

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Come ho già detto, auto costruisco le cinture di sicurezza che erano in origine stampate sul sedile  e che avevo rimosso. Le faccio con cerotto di seta (venduto in farmacia) che è bianco e si può facilmente verniciare del colore necessario. La tessitura propria di questo cerotto simula bene la trama delle vere cinture; le fibbie sono fotoincise. Per realizzarle e dipingerle è indispensabile mettere il cerotto su una piastra di vetro anche per non perdere il potere adesivo.

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Le assemblo al sedile, simulo le cuciture a pennello, e dettaglio con il tubo dell’aria medica fatto con sottile cavo blu e con un ago come connettore. Nelle foto si può anche vedere il dettaglio del cruscotto e il filo elicoidale (realizzato con cavo elettrico) che va al volante.

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Decido di rifare i tiranti dello sterzo perché quelli della scatola sono un po’ grossolani e perché avendo auto costruito la flangia di attacco del triangolo superiore della sospensione anteriore, non sarebbe possibile utilizzare i pezzi da scatola. Il tutto utilizzando ,come al solito, fissaggi tramite aghi e quindi senza colla.

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Dopo aver dato il nero sotto al musetto, riproduco con filo di rame questi tiranti secondo le referenze fotografiche. I relativi innesti non sono direttamente nella plastica, bensì ancorati in due spezzoni di ago a misura  per migliorarne e la tenuta.

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Vernicio, sempre in base alle referenze, l’asta di rinvio del cambio ricostruita che sarà fissata da una parte al telaio, e dall’altra alla scatola del cambio negli alloggiamenti che avevo già predisposto.

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Realizzo con Plasticard il filtro dell’aria e lo vernicio secondo la documentazione.

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Ci avviciniamo alla fine!

Faccio le prove a secco mettendo insieme telaio, gruppo motore/cambio/sospensioni posteriori: tutto si assembla alla perfezione e dalla Tamiya non potevo aspettarmi niente di diverso! anche le varie parti riprodotte “in scratch” non danno problemi.

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Assemblo definitivamente le parti inferiori delle pance laterali, il motore/cambio e i  radiatori; prima di incollare il telaio monto anche le sospensioni anteriori con i relativi gruppi porta mozzi/freni, e inizio ad applicare alcune decal.

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Piccola nota tecnica: molti modellisti di auto di F1 solitamente passano il trasparente sopra le insegne. Personalmente non lo faccio mai semplicemente perché, nella realtà questo, non avviene; tutte gli adesivi sono applicati direttamente sulla carrozzeria e per ovvie ragioni di peso non vengono sovra verniciati.

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Nelle paratie laterali dell’alettone posteriore, a livello del bordo d’entrata del profilo più alto, è stato inserito, prima di verniciare, un piccolo spezzone di ago. Stessa operazione è stata eseguita anche sul cofano motore davanti e al di sotto del logo “Ford” (si possono vedere nelle foto sopra). Questi saranno i punti di attacco di un paio di tiranti che servivano per stabilizzare l’alettone e che vedrete nelle foto del modello finito. Decido di non usare le decalcamanie per le scritte “Goodyear” e “Eagle” sugli pneumatici, ma di riprodurre le scritte come nella realtà… cioè aerografandole tramite l’uso di queste fantastiche mascherine in metallo fotoinciso! Le ruote sono poi ulteriormente particolareggiate con due grigi a pennello asciutto. A seguire, appongo le decal e qualche “sgrenzatura” fatta con piccoli e dosati tocchi di Metallic Grey da pennarello Tamiya nelle parti più esposte a sfregamenti. Aggiungo le valvole aria in metallo tornito (aftermarket) e aggiungo a pennello, a mano libera, le scritte secondo le foto della monoposto reale.

Carteggio con grana 400 il battistrada degli pneumatici per simulare l’abrasione della pista.

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Siamo ormai pronti per l’assemblaggio finale. A questo punto, avendo tutti i componenti e i sottogruppi finiti, basta metterli insieme ed ecco cosa viene fuori:

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Il dettaglio delle centraline lato di sinistra…

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…e del lato di destra, in entrambe le foto si vedono, tra l’altro, i “chiodini” fatti con gli aghi che tengono le carenature sopra i radiatori (dove scorrono i cablaggi) e che assumono l’aspetto di rivetti.

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Foto col cofano motore montato, per via di tutte le parti aggiunte non si ha una perfetta chiusura per cui non si riesce ad ottenere un allineamento ottimale fra i fregi della livrea.

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Ed ora i dettagli.

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Qui il tirante dell’alettone posteriore lasciato lento com’era quando la vettura veniva lasciata senza cofano motore. E’ fatto così: spezzone di ago posizionato nello spessore della paratia laterale dell’alettone prima di verniciarla, piccolo occhiello di filo di rame incollato dentro con epossidica bicomponente per evitare i pericoli del cianoacrilato sulla vernice, cavo di rame da 0,15 mm e capocorda con ago da 0,6mm. Stessa lavorazione per l’altra estremità.

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Antennina con filo di rame da 0,15mm, pallina con epossidica bicomponente, “vitine” di fissaggio del pannello con chiodini fatti con i soliti aghi.

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Le ruote.

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Il gruppo motore cambio e la meccanica posteriore.

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E’ stata un gran fatica ma penso che il risultato finale ricompensi di tutto l’impegno e il tempo dedicato a questo bellissimo modello.

Un saluto e buon modellismo a tutti!  Paolo “F14″ Benacci.

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4 Comments

  1. Complimenti,

    Un lavoro veramente eccezzionale!!! da applauso…una vera opera d`arte con tutte le aggiunte…peccato per il confano motore ma succede a volte anche se il kit resta originale.
    (Io sopra le decal metto il trasparente a spruzzo della vallejo, no tamia che te le scioglierebbe,, e cosi` facendo le blocca per sempre evitando che ingialliscano o si stacchino)

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