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Il mio secondo WIP: Lancia Stratos 1/24

Questa è la sezione "under construction" dove postare le fasi di montaggio dei vostri modelli, e dei suggerimenti tecnici.

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Tato
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Re: Il mio secondo WIP: Lancia Stratos 1/24

Messaggio da Tato »

seastorm ha scritto:Bel modello, Giorgio!
P.S.Il mitico Sandro Munari è nato a 10 Km dal mio paese! ;)
:-000 :-000 :-000

:-oook :-oook :-oook
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Re: Il mio secondo WIP: Lancia Stratos 1/24

Messaggio da Tato »

seastorm ha scritto:Userai gli ''Zero Paints'' per dipingerla?
No, opterò per qualcosa di meno professionale... ovvero la bomboletta di TS26 avanzata dalla Ecto 1A che ho fatto l'anno scorso per mio fratello.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Orsù dunque, cari ragazzi, mettetevi comodi che ora lo zio Tato vi conta 'na bella storia.

Allora, c'era una volta... :-ice :-OOO :-ronf

Il modello stradale della Strato's – o meglio, Stratos, comè più usualmente conosciuta - deriva dal prototipo "Stratos Zero", presentato dalla carrozzeria Bertone nel 1970 al Salone dell'Automobile di Torino. Era una coupè due posti a motore centrale-posteriore caratterizzata da soluzioni tecniche ed estetiche a dir poco futuribili per l'epoca. Particolare ed inconfondibile la linea a cuneo – tipica dei progetti di Marcello Gandini(1) – qui portata all'estremo, tanto che nella vista laterale l'auto ha in pratica la forma di un triangolo che sembra fendere l'aria.

Stratos zero

Quel che sembrerebbe soltanto un esercizio di stile, una dream car da salone dell'auto, suscita invece l'interesse del reparto corse della Lancia, che all'inizio degli anni '70 è alla ricerca di una base per costruire l'auto che sostituisca l'oramai obsoleta Fulvia Coupè HF nel mondo delle corse:

"Tutto cominciò con un foglio di carta bianco. Ce lo consegnò Cesare Fiorio. Lo diede a me, ai tecnici, ai collaudatori, agli altri piloti e ai navigatori della squadra corse, chiedendoci di scrivere come era la macchina che avrebbe dovuto raccogliere l'eredità della Fulvia. Quali caratteristiche avrebbe dovuto possedere. Io su quel foglio di carta scrissi che volevo la trazione posteriore, il motore posteriore, un cambio a innesti frontali, una notevole maneggevolezza per poter girare nello stretto, dunque una vettura a passo corto. Che doveva, anche, dare la possibilità ai meccanici di intervenire rapidamente e facilmente sugli organi meccanici."

A dirlo, in un'intervista pubblicata su Rallysprint Gennaio/Febbraio 2003, è nientemeno che Sandro Munari il "Drago"(2).
Eccola là, dai che la macchina c'è l'abbiamo!, si saran detti tutti entusiasti al reparto corse Lancia. Telefoniamo a Bertone ed è fatta! Eh no, magari le cose fossero così facili nella vita, perchè Munari aggiunge:

"E doveva avere, infine, almeno 300 cavalli. Mi chiesero subito che cosa me ne sarei fatto di tutta quella potenza. Risposi che intanto volevo averla. Poi, se non l'avessi potuta usare completamente pazienza, ma intanto c'era."(3)

Munari, "un uomo che non deve chiedere mai", come recitava una pubblicità di quando ero bambino io, nella preistoria della tv.
Peccato però che alla Lancia un motore tanto potente non lo possiedano: peggio, non lo potrebbero nemmeno progettare, ora che sono vincolati alla Fiat. Inutile girarci attorno, un motore così in Italia ce lo aveva solo la Ferrari, ma l'Ingegner Ferrari – che notoriamente era di suo un personaggio per nulla tenero e poco incline ai compromessi, figurarsi poi a "regalare" qualcosa alla concorrenza – non ne voleva sapere. Insomma di male in peggio, e peggio che andar di notte (a fari spenti con l'asfalto bagnato le gomme da asciutto e le note di navigazione sbagliate)...
Ma ecco – come in un film d'azione che si rispetti – l'incredibile colpo di scena: Enzo Ferrari lancia un diktat che suonava più o meno così: "datemi Munari per le corse stradali e io vi dò i motori della Dino". Detto-fatto, alla Lancia non ci pensano su neanche mezza volta e l'accordo è stretto: Munari corre sulla Ferrari 312 Pb (nel 1972 vince la Targa Florio in coppia con Arturo Merzario) e la Stratos ottiene così i V6 della Dino. Tanto per spiegare meglio il concetto, specie agli amici che a differenza mia bazzicano il mondo del calcio: in pratica è come se il Barcellona vi prestasse Messi per le vostre partitelle coi colleghi di lavoro, sempre che voi in cambio abbiate qualcosa che interessi al Barcellona...

Nel 1972 l'auto è sostanzialmente pronta e fa il suo debutto: va forte ma ha qualche problema di affidabilità dovuto alla gioventù del progetto; risolte le magagne tecniche ottiene la sua prima vittoria internazionale al Rally Firestone del 1973.

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immagine presa da QUI

Nel corso del 1974, al Sanremo, debutta finalmente nel Mondiale e vince subito. Scrivo e sottolineo finalmente perché ci volle un certo tempo per raggiungere il numero minimo di cinquecento esemplari stradali allora richiesti per ottenere l'omologazione nel Gruppo 4. Anche da questo punto di vista la Stratos è la prima auto da rally moderna, antesignana dei prototipi Gruppo B degli anni '80: invece di essere un'auto stradale di grande serie modificata opportunamente per correre, è un'auto nata espressamente per le corse su strada; la produzione in piccola serie di una versione per così dire edulcorata e depotenziata è alla fine soltanto un espediente regolamentare per poter iscrivere ai rally il modello, dato che le norme non prevedono la possibilità di far correre dei prototipi tout-court come accade al contrario in Formula 1.
Nel 1975 un inizio di campionato straripante con vittoria del Drago a Montecarlo e che si concluderà con il Titolo Marche. Dice ancora Munari: "con la Fulvia eravamo degli outsider, potevamo vincere solo in condizioni particolari, cioè fondi misti, non tutto asfalto o tutta neve o tutta terra, ma il mescolarsi di queste cose. Con la Stratos eravamo diventati quelli da battere. Eppure all'inizio la gente non ci credeva che si poteva correre sul ghiaccio a Montecarlo con le slick appena cosparse di chiodini". Certo – aggiungo io – parliamo di uno che sa guidare veramente, per la serie "voi non fatelo a casa, neanche sulla pleistescion".

Eppure all'inizio il V6 Ferrari ha "appena" 240 cavalli o persino meno: la potenza richiesta da Munari arriverà l'anno successivo (assieme a molti altri successi), con le quattro valvole e lo sviluppo del motore si ottennero infatti fino a 320 cv, ossia quanto una moderna WRC a quattro ruote motrici che però per regolamento pesa di più. Questa versione più matura è caratterizzata esteriormente dalle due appendici aerodinamiche, una al termine del tettuccio e l'altra all'estremità posteriore, sul cofano motore, sicché è immediatamente distinguibile.
Sulle caratteristiche tecniche e dinamiche dell'auto non mi dilungo dato che ho già scritto fin troppo, sottolineo solo la grande manovrabilità, anche se nelle curve occorreva un pò d'attenzione a non finire in testacoda dato il baricentro insospettabilmente alto(4) causato dal fatto che il cambio in blocco col motore era posizionato al di sotto di questo; proprio il cambio costituiva poi uno dei pochi punti deboli della meccanica, dato che talvolta si rompeva. A parte questo come si dice "non c'è trippa per gatti", come il sontuoso palmarès sia come auto ufficiale che in mano a piloti privati sta a dimostrare.

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immagine presa da QUI

(1)Se il nome dice poco o nulla a chi non ha pratica con la storia dell'automobile, ricordo tra le auto da lui disegnate la Lamborghini Countach: penso che come "biglietto da visita" possa bastare.
(2)Il soprannome col quale è universalmente conosciuto dovrebbe delineare anche ai più digiuni di corse il carattere e l'incisività di questo grandissimo pilota degli anni settanta.
(3)Ibidem.
(4)Anche se va detto che i piloti di allora sopperivano ampiamente col peso dei loro "attributi"...
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Re: Il mio secondo WIP: Lancia Stratos 1/24

Messaggio da microciccio »

Ciao Giorgio,

ci voleva una bella Stratos. Con livrea Alitalia poi ... :-SBAV :-oook

Valuterei una alternativa all'uso di una bomboletta già usata.

Buon lavoro.

microciccio
Ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare...E tutti quei momenti andranno perduti come lacrime nella pioggia...

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Nota: i siti linkati nei miei post hanno il solo scopo di mostrare i prodotti di cui si discute e non vogliono in alcun modo essere sollecitazioni all'acquisto.
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Re: RE: Re: Il mio secondo WIP: Lancia Stratos 1/24

Messaggio da heinkel111 »

Tato ha scritto:
heinkel111 ha scritto:Allora? è gia trascorso un giorno dall'apertura del wip e non hai nemmeno fatto un up??? Quà si batte la fiacca!!! :-D :-prrrr
Mamma mamma, Marchino mi ha sgridato! :.-(

:-prrrr :-sbraco

Scherzi a parte, Marco, attualmente sei impegnato anche tu in qualche progetto modellistico?
Impegnato in un progetto... Che paroloni!
Sto montando un modellino di aereo!
Il bristol blenheim che trovi in nei wip aperti [emoji3]
Tato ha scritto:
seastorm ha scritto:Userai gli ''Zero Paints'' per dipingerla?
No, opterò per qualcosa di meno professionale... ovvero la bomboletta di TS26 avanzata dalla Ecto 1A che ho fatto l'anno scorso per mio fratello.

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Orsù dunque, cari ragazzi, mettetevi comodi che ora lo zio Tato vi conta 'na bella storia.

Allora, c'era una volta... :-ice :-OOO :-ronf

Il modello stradale della Strato's – o meglio, Stratos, comè più usualmente conosciuta - deriva dal prototipo "Stratos Zero", presentato dalla carrozzeria Bertone nel 1970 al Salone dell'Automobile di Torino. Era una coupè due posti a motore centrale-posteriore caratterizzata da soluzioni tecniche ed estetiche a dir poco futuribili per l'epoca. Particolare ed inconfondibile la linea a cuneo – tipica dei progetti di Marcello Gandini(1) – qui portata all'estremo, tanto che nella vista laterale l'auto ha in pratica la forma di un triangolo che sembra fendere l'aria.

Stratos zero

Quel che sembrerebbe soltanto un esercizio di stile, una dream car da salone dell'auto, suscita invece l'interesse del reparto corse della Lancia, che all'inizio degli anni '70 è alla ricerca di una base per costruire l'auto che sostituisca l'oramai obsoleta Fulvia Coupè HF nel mondo delle corse:

"Tutto cominciò con un foglio di carta bianco. Ce lo consegnò Cesare Fiorio. Lo diede a me, ai tecnici, ai collaudatori, agli altri piloti e ai navigatori della squadra corse, chiedendoci di scrivere come era la macchina che avrebbe dovuto raccogliere l'eredità della Fulvia. Quali caratteristiche avrebbe dovuto possedere. Io su quel foglio di carta scrissi che volevo la trazione posteriore, il motore posteriore, un cambio a innesti frontali, una notevole maneggevolezza per poter girare nello stretto, dunque una vettura a passo corto. Che doveva, anche, dare la possibilità ai meccanici di intervenire rapidamente e facilmente sugli organi meccanici."

A dirlo, in un'intervista pubblicata su Rallysprint Gennaio/Febbraio 2003, è nientemeno che Sandro Munari il "Drago"(2).
Eccola là, dai che la macchina c'è l'abbiamo!, si saran detti tutti entusiasti al reparto corse Lancia. Telefoniamo a Bertone ed è fatta! Eh no, magari le cose fossero così facili nella vita, perchè Munari aggiunge:

"E doveva avere, infine, almeno 300 cavalli. Mi chiesero subito che cosa me ne sarei fatto di tutta quella potenza. Risposi che intanto volevo averla. Poi, se non l'avessi potuta usare completamente pazienza, ma intanto c'era."(3)

Munari, "un uomo che non deve chiedere mai", come recitava una pubblicità di quando ero bambino io, nella preistoria della tv.
Peccato però che alla Lancia un motore tanto potente non lo possiedano: peggio, non lo potrebbero nemmeno progettare, ora che sono vincolati alla Fiat. Inutile girarci attorno, un motore così in Italia ce lo aveva solo la Ferrari, ma l'Ingegner Ferrari – che notoriamente era di suo un personaggio per nulla tenero e poco incline ai compromessi, figurarsi poi a "regalare" qualcosa alla concorrenza – non ne voleva sapere. Insomma di male in peggio, e peggio che andar di notte (a fari spenti con l'asfalto bagnato le gomme da asciutto e le note di navigazione sbagliate)...
Ma ecco – come in un film d'azione che si rispetti – l'incredibile colpo di scena: Enzo Ferrari lancia un diktat che suonava più o meno così: "datemi Munari per le corse stradali e io vi dò i motori della Dino". Detto-fatto, alla Lancia non ci pensano su neanche mezza volta e l'accordo è stretto: Munari corre sulla Ferrari 312 Pb (nel 1972 vince la Targa Florio in coppia con Arturo Merzario) e la Stratos ottiene così i V6 della Dino. Tanto per spiegare meglio il concetto, specie agli amici che a differenza mia bazzicano il mondo del calcio: in pratica è come se il Barcellona vi prestasse Messi per le vostre partitelle coi colleghi di lavoro, sempre che voi in cambio abbiate qualcosa che interessi al Barcellona...

Nel 1972 l'auto è sostanzialmente pronta e fa il suo debutto: va forte ma ha qualche problema di affidabilità dovuto alla gioventù del progetto; risolte le magagne tecniche ottiene la sua prima vittoria internazionale al Rally Firestone del 1973.

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Nel corso del 1974, al Sanremo, debutta finalmente nel Mondiale e vince subito. Scrivo e sottolineo finalmente perché ci volle un certo tempo per raggiungere il numero minimo di cinquecento esemplari stradali allora richiesti per ottenere l'omologazione nel Gruppo 4. Anche da questo punto di vista la Stratos è la prima auto da rally moderna, antesignana dei prototipi Gruppo B degli anni '80: invece di essere un'auto stradale di grande serie modificata opportunamente per correre, è un'auto nata espressamente per le corse su strada; la produzione in piccola serie di una versione per così dire edulcorata e depotenziata è alla fine soltanto un espediente regolamentare per poter iscrivere ai rally il modello, dato che le norme non prevedono la possibilità di far correre dei prototipi tout-court come accade al contrario in Formula 1.
Nel 1975 un inizio di campionato straripante con vittoria del Drago a Montecarlo e che si concluderà con il Titolo Marche. Dice ancora Munari: "con la Fulvia eravamo degli outsider, potevamo vincere solo in condizioni particolari, cioè fondi misti, non tutto asfalto o tutta neve o tutta terra, ma il mescolarsi di queste cose. Con la Stratos eravamo diventati quelli da battere. Eppure all'inizio la gente non ci credeva che si poteva correre sul ghiaccio a Montecarlo con le slick appena cosparse di chiodini". Certo – aggiungo io – parliamo di uno che sa guidare veramente, per la serie "voi non fatelo a casa, neanche sulla pleistescion".

Eppure all'inizio il V6 Ferrari ha "appena" 240 cavalli o persino meno: la potenza richiesta da Munari arriverà l'anno successivo (assieme a molti altri successi), con le quattro valvole e lo sviluppo del motore si ottennero infatti fino a 320 cv, ossia quanto una moderna WRC a quattro ruote motrici che però per regolamento pesa di più. Questa versione più matura è caratterizzata esteriormente dalle due appendici aerodinamiche, una al termine del tettuccio e l'altra all'estremità posteriore, sul cofano motore, sicché è immediatamente distinguibile.
Sulle caratteristiche tecniche e dinamiche dell'auto non mi dilungo dato che ho già scritto fin troppo, sottolineo solo la grande manovrabilità, anche se nelle curve occorreva un pò d'attenzione a non finire in testacoda dato il baricentro insospettabilmente alto(4) causato dal fatto che il cambio in blocco col motore era posizionato al di sotto di questo; proprio il cambio costituiva poi uno dei pochi punti deboli della meccanica, dato che talvolta si rompeva. A parte questo come si dice "non c'è trippa per gatti", come il sontuoso palmarès sia come auto ufficiale che in mano a piloti privati sta a dimostrare.

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(1)Se il nome dice poco o nulla a chi non ha pratica con la storia dell'automobile, ricordo tra le auto da lui disegnate la Lamborghini Countach: penso che come "biglietto da visita" possa bastare.
(2)Il soprannome col quale è universalmente conosciuto dovrebbe delineare anche ai più digiuni di corse il carattere e l'incisività di questo grandissimo pilota degli anni settanta.
(3)Ibidem.
(4)Anche se va detto che i piloti di allora sopperivano ampiamente col peso dei loro "attributi"...
Grande Giorgio! molto bella la storia della Stratos !
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Re: Il mio secondo WIP: Lancia Stratos 1/24

Messaggio da Tato »

microciccio ha scritto:Ciao Giorgio,

ci voleva una bella Stratos. Con livrea Alitalia poi ... :-SBAV :-oook

Valuterei una alternativa all'uso di una bomboletta già usata.

Buon lavoro.

microciccio
Grassie Paolo. Sulla bomboletta ho provato e spruzza ancora bene, siccome poi come diciamo dalle nostre parti son "sparagnino" di mio (probabilmente ho ascendenze scozzesi e genovesi allo stesso tempo :-sbraco ) di certo mica la butto, nuova costa mediamente 7,50 euro; il problema è semmai che non ho ancora imparato ad evitare i goccioloni... :-disperat inoltre nonostante tutte le (misere) accortezze di cui sono capace (tipo spruzzare ben bene tutta l'area di lavoro dal soffitto al pavimento con acqua e spazzolare con pennello antistatico le plastiche subito prima della verniciatura) questi prodotti - almeno i Tamiya, altri non li ho mai provati - hanno un'incredibile capacità elettrostatica, sicché in fase di asciugatura attirano tutte le fibre tessili nell'aria, compromettendo il lavoro... forse ci vorrebbe una camera stagna rivestita in microfibra? :problem: :think:
heinkel111 ha scritto:Impegnato in un progetto... Che paroloni!
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Beh, data la mia totale ignoranza "avionica" il nome mi manda in confusione e per quanto mi concerne potrebbe benissimo trattarsi di una pornoattrice russa, ma Ok, allora devo per forza passare nella sezione aeromodellistica! :-oook
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Re: Il mio secondo WIP: Lancia Stratos 1/24

Messaggio da siderum_tenus »

Grazie per le note tecnico / storiche, Giorgio, ho imparato un po' di cose su un modellino che (proprio con la "livrea" Alitalia) nei decenni mi limitavo a guardare su una mensola :-oook
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Re: Il mio secondo WIP: Lancia Stratos 1/24

Messaggio da noris64 »

Grazie per la storia di questa macchina che ha fatto la storia!!
Vista la passione che hai per questo mondo a 4ruote, prevedo un WIP appassionante!!
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Re: Il mio secondo WIP: Lancia Stratos 1/24

Messaggio da fearless »

un wip assolutamente da seguire! sono appassionato di Rally, anche se non sono espertissimo...
il soggetto è tra i più belli che ci siano.... buon lavoro, e rendigli l'onore che merita!
Odio la plastica bianca!!

AD HOSTES RUGENS! Once a tiger, Always a tiger!

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Re: Il mio secondo WIP: Lancia Stratos 1/24

Messaggio da seastorm »

Ciao Giorgio, interessante soggetto ed interessante wip, naturalmente!

Se, come mi dicevi, utilizzerai la bomboletta per verniciare, il trucco è quello di dare un prima mano ''mist'' cioè appena un velo di vernice come prima mano; una volta asciugata questa mano puoi procedere stendendo mani più coprenti muovendo velocemente la bomboletta senza insistere in qualche punto particolare... pena la formazione della goccia ma sono sicuro che sono cose che ben conosci.

Io scaldo la bomboletta ed agito bene la vernice fra un passaggio e l'altro... [emoji1]
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Re: Il mio secondo WIP: Lancia Stratos 1/24

Messaggio da Tato »

seastorm ha scritto: Se, come mi dicevi, utilizzerai la bomboletta per verniciare, il trucco è quello di dare un prima mano ''mist'' cioè appena un velo di vernice come prima mano; una volta asciugata questa mano puoi procedere stendendo mani più coprenti muovendo velocemente la bomboletta senza insistere in qualche punto particolare... pena la formazione della goccia ma sono sicuro che sono cose che ben conosci.
Grazie dei consigli. In teoria dovrei conoscerle, ma nella pratica faccio solo casini... almeno le bombolette spray sono comode e veloci e "pelucchi" a parte danno una superficie liscia e lucida, adatta ai veicoli civili, senza perdere le mezze giornate con l'aerografo, che tanto non so usare bene neanche quello... :-disperat
seastorm ha scritto:Io scaldo la bomboletta ed agito bene la vernice fra un passaggio e l'altro... [emoji1]
:-000 :-000 :-000

speriamo non nel microonde... :-GAZZ
Sbaglio o è un "trucco" per modificare la pressione del gas di erogazione?
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