Generale di Annibale - 218-201 a.c
Inviato: 19 marzo 2017, 17:30
L'esercito di Annibale fu una vera e propria armata multietnica, dove popoli estremamente diversi fra loro per etnia e costumi fusero le proprie energie in uno sforzo collettivo che fece tremare la potenza di Roma.
Guerrieri celti e iberici, mercenari provenienti dai deserti della Libia e dalle isole greche, nobili Punici figli di Cartagine, cavalieri berberi nativi dell’Africa settentrionale e genti italiche delle più varie etnie si unirono dietro la figura del grande condottiero cartaginese per marciare uniti contro le legioni romane.
Queste, nell’arco di soli tre anni, furono miseramente sconfitte nelle battaglie sul fiume Ticino e
sul Trebbia in Padania, sul lago Trasimeno, in Umbria e a Canne in Puglia, quest’ultima battaglia mirabile esempio di strategia studiato ancora oggi nelle accademie militari di tutto il mondo.
Vittorioso oltre ogni immaginazione, Annibale Barca si acquartierò con il suo esercito composito nelle fertili pianure intorno a Capua, tentando di suscitare nei popoli italici una coalizione che rovesciasse il dominio di Roma sul di mondo conosciuto.
Accanto a lui accorsero i popoli del Sannio, antichi rivali di Roma vinti a suo tempo ma ancora indomiti nell’animo, genti delle Puglie e tutto il mondo della koiné greca che permeava della sua immensa cultura il meridione della penisola italica. In quell’esercito vittorioso ma composito popoli (genti si mescolarono, indossando le spoglie predate al nemico insieme alle armi portate da casa, unendo usanze e costumi in una vera e propria fusione di elementi, emersi poi come reperti dai loro sepolcri in terra (1 Italia. Annibale indugiò a Capua e fu infine sconfitto dai romani, Scipione l’Africano sbarcò in terra d’Africa battendolo a Zama ma di quell'epopea restano 1e armi, compresa la celebre armatura pettorale di origine sannitica conservata oggi nel museo di Tunisi.
03 by Luca Anelli, su Flickr
02 by Luca Anelli, su Flickr
04 by Luca Anelli, su Flickr
01 by Luca Anelli, su Flickr
Il pezzo è della Pegaso Models, scala 75mm, molto bello sia come definizione dei particolari, che come incastri. Praticamente non necessita di stucco.
Io l'ho immaginato sull'Appennino Centrale, dove il freddo la faceva da padrone.
Come al solito a voi i commenti
ciao Luca
Guerrieri celti e iberici, mercenari provenienti dai deserti della Libia e dalle isole greche, nobili Punici figli di Cartagine, cavalieri berberi nativi dell’Africa settentrionale e genti italiche delle più varie etnie si unirono dietro la figura del grande condottiero cartaginese per marciare uniti contro le legioni romane.
Queste, nell’arco di soli tre anni, furono miseramente sconfitte nelle battaglie sul fiume Ticino e
sul Trebbia in Padania, sul lago Trasimeno, in Umbria e a Canne in Puglia, quest’ultima battaglia mirabile esempio di strategia studiato ancora oggi nelle accademie militari di tutto il mondo.
Vittorioso oltre ogni immaginazione, Annibale Barca si acquartierò con il suo esercito composito nelle fertili pianure intorno a Capua, tentando di suscitare nei popoli italici una coalizione che rovesciasse il dominio di Roma sul di mondo conosciuto.
Accanto a lui accorsero i popoli del Sannio, antichi rivali di Roma vinti a suo tempo ma ancora indomiti nell’animo, genti delle Puglie e tutto il mondo della koiné greca che permeava della sua immensa cultura il meridione della penisola italica. In quell’esercito vittorioso ma composito popoli (genti si mescolarono, indossando le spoglie predate al nemico insieme alle armi portate da casa, unendo usanze e costumi in una vera e propria fusione di elementi, emersi poi come reperti dai loro sepolcri in terra (1 Italia. Annibale indugiò a Capua e fu infine sconfitto dai romani, Scipione l’Africano sbarcò in terra d’Africa battendolo a Zama ma di quell'epopea restano 1e armi, compresa la celebre armatura pettorale di origine sannitica conservata oggi nel museo di Tunisi.
03 by Luca Anelli, su Flickr
02 by Luca Anelli, su Flickr
04 by Luca Anelli, su Flickr
01 by Luca Anelli, su Flickr
Il pezzo è della Pegaso Models, scala 75mm, molto bello sia come definizione dei particolari, che come incastri. Praticamente non necessita di stucco.
Io l'ho immaginato sull'Appennino Centrale, dove il freddo la faceva da padrone.
Come al solito a voi i commenti
ciao Luca