Re: La flotta che fu...
Inviato: 14 dicembre 2012, 10:14
Grazie a tutti.
Sono sempre un po' restio a farle vedere, sembra quasi che uno lo voglia fare per beccarsi degli “ohhhhhh” o degli “ahhhhhhh”...
Ora sono quasi tutte irrimediabilmente danneggiate, ad una mostra sulla marina svoltasi alcuni anni fa nella mia città furono incautamente inscatolate malamente dagli organizzatori che, credendo di farmi un “favore” stavano smobilitando (la mostra) in anticipo... Se avessi avuto un mitra... avrei fatto una strage... ma rimasi impassibile con un self-control decisamente britannico...
@starfighter... il “buco” nella teca fu una genialata. Mi permise di mantenere il dirigibile “per aria” senza l'ausilio di altri supporti, l'effetto è molto realistico.
@errico... l'acqua è realizzata utilizzando una gelatina vegetale. Trattasi di un prodotto della spagnola Nimix dal nome “Agua artificial” è incolore. Sulla basetta creo una “vasca” di 4-5mm di profondità, la coloro e poi verso il prodotto sciolto a bagno maria. Le increspature le do' con la carta stagnola spiegazzata e appoggiata sulla “Agua” quando è quasi compatta. Compatta è una parola “grossa”, non si solidifica e rimane morbida, oltretutto se non viene bene, con un colpo di phon si riammorbidisce lo strato seperficiale e si può ripetere l'operazione.
@microciccio... i 32 P40 vennero caricati così, fu una missione disperata/suicida e dettata più da una scelta politica che militare. Gli olandesi, nel 1942 a Giava, erano messi malissimo e l'unico aiuto aereo che gli americani poterono (o volerono) dare fu questo: caricare qualche caccia e spedire una vecchia “carretta” senza scorta in un mare infestato da giapponesi agguerritissimi! Naturalmente finì male, a 75 miglia dal porto di arrivo la Langley fu attaccata, incendiata e affondata da velivoli nipponici, era il 27 febbraio 1942. Oltretutto l'unica difesa anti-aerea che aveva erano i quattro cannoni piazzati alla benemeglio sul ponte -per l'occasione- e alcune armi automatiche individuali... Rimane epico il racconto dei marinai che sparavano con il Thomson (il famoso mitra con il caricatore rotondo, quello dei “gangsters” per capirci) in mezzo agli aerei in fiamme sul ponte...
@psycho... gli “omini” sono delle fotoincisioni della Gold Medal Models... li ho solo colorati...
Ci ho provato a realizzarli, ma erano troppo anche per me... Comunque colorarli e poi incollarli sul ponte è già un'impresa...
@spillone... mica sono uno “normale” io! Mi piacciono solo le cose strane e sono stato quasi “costretto” a diventare un autocostruttore... di queste navi le scatole non esistevano (e continuano a non esserci).
Tengo però a scrivere che, dopo 10 anni di scratchbuild non ne potevo più... i tempi erano lunghissimi e ogni giorno dovevo aguzzare l'ingegno usando i materiali più disparati, la soddisfazione era tanta e la manualità interessantissima ma... mi stava portando all'abbandono del nostro fantastico hobby e allora ho deciso di “smettere”, passare agli aerei vintage da scatola senza farmi più paranoie. Ormai è storia passata ora sono un aeroplanaro. Un amico non si stufa mai di ripeteremi che il mio è “Tutto talento buttato nel cesso”...
Salutoni
Roberto
Sono sempre un po' restio a farle vedere, sembra quasi che uno lo voglia fare per beccarsi degli “ohhhhhh” o degli “ahhhhhhh”...
Ora sono quasi tutte irrimediabilmente danneggiate, ad una mostra sulla marina svoltasi alcuni anni fa nella mia città furono incautamente inscatolate malamente dagli organizzatori che, credendo di farmi un “favore” stavano smobilitando (la mostra) in anticipo... Se avessi avuto un mitra... avrei fatto una strage... ma rimasi impassibile con un self-control decisamente britannico...
@starfighter... il “buco” nella teca fu una genialata. Mi permise di mantenere il dirigibile “per aria” senza l'ausilio di altri supporti, l'effetto è molto realistico.
@errico... l'acqua è realizzata utilizzando una gelatina vegetale. Trattasi di un prodotto della spagnola Nimix dal nome “Agua artificial” è incolore. Sulla basetta creo una “vasca” di 4-5mm di profondità, la coloro e poi verso il prodotto sciolto a bagno maria. Le increspature le do' con la carta stagnola spiegazzata e appoggiata sulla “Agua” quando è quasi compatta. Compatta è una parola “grossa”, non si solidifica e rimane morbida, oltretutto se non viene bene, con un colpo di phon si riammorbidisce lo strato seperficiale e si può ripetere l'operazione.
@microciccio... i 32 P40 vennero caricati così, fu una missione disperata/suicida e dettata più da una scelta politica che militare. Gli olandesi, nel 1942 a Giava, erano messi malissimo e l'unico aiuto aereo che gli americani poterono (o volerono) dare fu questo: caricare qualche caccia e spedire una vecchia “carretta” senza scorta in un mare infestato da giapponesi agguerritissimi! Naturalmente finì male, a 75 miglia dal porto di arrivo la Langley fu attaccata, incendiata e affondata da velivoli nipponici, era il 27 febbraio 1942. Oltretutto l'unica difesa anti-aerea che aveva erano i quattro cannoni piazzati alla benemeglio sul ponte -per l'occasione- e alcune armi automatiche individuali... Rimane epico il racconto dei marinai che sparavano con il Thomson (il famoso mitra con il caricatore rotondo, quello dei “gangsters” per capirci) in mezzo agli aerei in fiamme sul ponte...
@psycho... gli “omini” sono delle fotoincisioni della Gold Medal Models... li ho solo colorati...
Ci ho provato a realizzarli, ma erano troppo anche per me... Comunque colorarli e poi incollarli sul ponte è già un'impresa...
@spillone... mica sono uno “normale” io! Mi piacciono solo le cose strane e sono stato quasi “costretto” a diventare un autocostruttore... di queste navi le scatole non esistevano (e continuano a non esserci).
Tengo però a scrivere che, dopo 10 anni di scratchbuild non ne potevo più... i tempi erano lunghissimi e ogni giorno dovevo aguzzare l'ingegno usando i materiali più disparati, la soddisfazione era tanta e la manualità interessantissima ma... mi stava portando all'abbandono del nostro fantastico hobby e allora ho deciso di “smettere”, passare agli aerei vintage da scatola senza farmi più paranoie. Ormai è storia passata ora sono un aeroplanaro. Un amico non si stufa mai di ripeteremi che il mio è “Tutto talento buttato nel cesso”...
Salutoni
Roberto