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H.M.S. Victory
Moderatore: microciccio
- Tato
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- Che Genere di Modellista?: "vorrei ma non POSTO"
- Aerografo: si
- scratch builder: si
- Club/Associazione: Fa'eDésfa
- Nome: Giorgio
- Località: Provincia di Verona
H.M.S. Victory
Carissimi amici e stimatissimi colleghi marinari e non, buongiorno a tutti.
Ebbene sì, dopo quasi tre mesi (rispetto al poco più di uno, preventivato ad inizio lavori...) ho finalmente terminato (terminato? Vabbè, diciamo che non ho più tempo per lavorarci oltre) il primo e sinora unico veliero della mia attività modellistica, rigorosamente in plastica, come da prammatica.
Purtroppo di navi non saccio nulla, a parte il fatto che normalmente dovrebbero galleggiare... quindi spero perdonerete gli errori, anche i più grossolani. Infatti, nonostante abbia profuso molti sforzi (tramite letture varie e ricerche ad hoc) nel tentativo di capire qualcosa del funzionamento delle imbarcazioni a vela, sono rimasto praticamente al palo: niente da fare, per me la "robba" marinara era, è e rimane una materia arcana. Mi son praticamente perso nella più cupa selva oscura di dantesca memoria, naufragando - letteralmente! - nel (per me) periglioso mare magnum costituito dai tanti, troppi, incomprensibili termini tecnici - e cito a caso e in ordine sparso, senza velleità di completezza: bompressi, scotte, bozzelli, cicale dell'ancora, bitte, coffe, stragli, ragne, gabbie del maggiore, gasse, trinchetti, bigotte, paterazzi, arridatoi, cavigliere, griselle, trozze, bagli, manovre correnti e dormienti...
Ad ogni modo eccoci qua: trattasi di modello in scala 1:180 di un classicone, ovverosia - come si deduce dal titolo - della gloriosa nave di sua maestà britannica nomata Victory. Galeotto fu mio fratello, che in un improvviso raptus marinaresco-libidinoso s'invaghì della bella navigante, e trattone in secca un kit me ne commissionò l'ardua realizzazione (a dire il vero mi ha aiutato un pò dando il primer e alcune sottomani di colore e colorando i cannoni).
Brevi cenni storici, per chi come me non conosce(va) le gloriose imprese di questo vascello (uno di quei casi in cui il modellismo aiuta ad accrescere la nostra cultura, altro che perdita di tempo da nerds!)
Progettata da Thomas Slade e varata il 7 maggio 1765 a Chatham, la nave fu battezzata Victory (anche se durante la costruzione del modello l'ho confidenzialmente soprannominata "ape maia" per via della colorazione, che nessuno si senta offeso) e forse mai nome di natante fu più adatto, considerato che non venne affondata nè subì grossi danni in battaglia. E di scontri sul mare ne vide molti in verità, anche se la sua imperitura fama è indissolubilmente legata alla battaglia di Trafalgar del 21 ottobre 1805 e al suo comandante, l'ammiraglio Horatio Nelson. La sua insolita tattica confuse la flotta nemica – composta da navi francesi e spagnole – e portò gli inglesi ad una memorabile vittoria, mettendo fine ad ogni velleità da parte di Napoleone di poter contrastare la superiorità dei britannici sul mare. Durante le prime fasi dello scontro Nelson fu gravemente ferito da un colpo di moschetto: agonizzante, morì al termine della battaglia, conscio però d'aver reso un grande servigio al suo Paese.
Successivamente la nave fu riparata e restò in servizio attivo sino al 1812. Dal 1824 e fino al XX secolo venne impiegata a Portsmouth (dove si trova tuttora) come nave d'addestramento per i segnalatori della marina. In anni più recenti fu completamente ristrutturata e restaurata nelle condizioni in cui si trovava al momento in cui entrò in battaglia a Trafalgar. Oggi – oltre ad essere la nave da guerra più vecchia al mondo ancora attiva - funge da museo e da attrattiva turistica.
Classe: vascello di primo rango (nave ammiraglia della marina inglese)
Lunghezza: circa 69 metri
Larghezza: poco meno di 16 metri
Altezza: 62,5 metri
Stazza: oltre 3550 tonnellate
Equipaggio: 850 uomini
Armamento: 104 cannoni di 4 differenti misure
Due parole sul kit
Trattasi di uno storico modello della Airfix; e forse dire storico è ancora poco, dato che la sua progettazione risale agli anni sessanta del Novecento. Gli anni purtroppo li sente tutti, il kit a parte rari casi è poco dettagliato, le stampate paiono lavori artigianali fatti in casa, con numeri delle parti piccolissimi e quasi del tutto illeggibili: insomma, reclama a gran voce un bel new tooling. Per non parlare di pezzi piegati, storti, rotti, staccati dagli stampi, uno addirittura mancante (almeno nella mia confezione, ho dovuto costruirmelo a braccio...). A proposito di pezzi, sono oltre 350, sartiame escluso. Della scala - 1/180 - ho già detto in precedenza. Insomma, un bel kittone very vintage per chi come me tutto sommato ancora preferisce l'analogico al digitale. Ne consegue che circa il 60% del tempo impiegato nella costruzione se ne va in cartavetrature, stuccature, limature, raddrizzature, forature, riempimenti, aggiunte, aggiustature, ricostruzioni parziali od integrali, adattamenti vari (della serie "astenersi perditempo"). Fortunatamente, nonostante queste premesse, a parte qualche caso non ci sono gravissime imperfezioni negli accoppiamenti di montaggio (intendo di quelle fuori da ogni grazia di Dio e che ti fanno perdere due serate per riuscire ad incollare decentemente tre pezzi in croce). Un certo numero di pezzi, giudicati troppo scadenti, sono stati sostituiti da altri autocostruiti e maggiormente dettagliati. Le vele originali in plastica, come da tradizione in questi kit, sono state sostituite da altre in tessuto (la teoria di mio fratello è: "meglio una vela brutta ma di stoffa che una bella di plastica", e forse non ha tutti i torti...).
Per chi non ha confidenza col soggetto, ecco uno scatto di "Sua Maestà":
(Nota: questa immagine, inserita al solo scopo di discussione, è tratta da questa pagina web. Tutti i diritti ai rispettivi autori e/o detentori degli stessi).
Ed ecco un bel dettaglio in prospettiva:
(Nota: questa immagine, inserita al solo scopo di discussione, è tratta da questa pagina web. Tutti i diritti ai rispettivi autori e/o detentori degli stessi).
E per concludere (last but not least, come dicono gli inglesi ), qualche foto del modello da me medesimo rovin..., ehm, realizzato. Scusassero lorsignori la pessima qualità delle immagini e la scarsa tecnica fotografica dell'autore - pursempre il me medesimo di cui sopra - ma d'altronde fa il paio con la qualità della realizzazione e la scarsezza tecnica del modellista succitato
Come si può vedere al di sotto del sostegno il kit non è proprio di primo pelo...
Unica foto w.i.p. fatta in quasi tre mesi di lavoro... che deficiente... Indicativamente siamo a circa due settimane dal "lieto evento"...
Foto sfocata:
Com'è dolce il naufragar in questo mare...
dettagli di prua...
...dettagli sul ponte, con le scialuppe...
...dettagli di poppa
altra foto di pessima qualità e di dubbio gusto... comunque son ben visibili l'ancora e le lande catenate del parasartie, queste ultime autocostruite con sottile filo metallico.
Dettaglio di prua, con le curvature sagomate che hanno richiesto non poco extra-lavoro di adattamento per risultare almeno passabili:
Lo specchio di poppa richiede un lavoro di pitturazione piuttosto certosino...
Per ora mi par d'aver detto (quasi) tutto: grassie dell'attenzione e a Dio piacendo arrivederci alla prossima.
Ebbene sì, dopo quasi tre mesi (rispetto al poco più di uno, preventivato ad inizio lavori...) ho finalmente terminato (terminato? Vabbè, diciamo che non ho più tempo per lavorarci oltre) il primo e sinora unico veliero della mia attività modellistica, rigorosamente in plastica, come da prammatica.
Purtroppo di navi non saccio nulla, a parte il fatto che normalmente dovrebbero galleggiare... quindi spero perdonerete gli errori, anche i più grossolani. Infatti, nonostante abbia profuso molti sforzi (tramite letture varie e ricerche ad hoc) nel tentativo di capire qualcosa del funzionamento delle imbarcazioni a vela, sono rimasto praticamente al palo: niente da fare, per me la "robba" marinara era, è e rimane una materia arcana. Mi son praticamente perso nella più cupa selva oscura di dantesca memoria, naufragando - letteralmente! - nel (per me) periglioso mare magnum costituito dai tanti, troppi, incomprensibili termini tecnici - e cito a caso e in ordine sparso, senza velleità di completezza: bompressi, scotte, bozzelli, cicale dell'ancora, bitte, coffe, stragli, ragne, gabbie del maggiore, gasse, trinchetti, bigotte, paterazzi, arridatoi, cavigliere, griselle, trozze, bagli, manovre correnti e dormienti...
Ad ogni modo eccoci qua: trattasi di modello in scala 1:180 di un classicone, ovverosia - come si deduce dal titolo - della gloriosa nave di sua maestà britannica nomata Victory. Galeotto fu mio fratello, che in un improvviso raptus marinaresco-libidinoso s'invaghì della bella navigante, e trattone in secca un kit me ne commissionò l'ardua realizzazione (a dire il vero mi ha aiutato un pò dando il primer e alcune sottomani di colore e colorando i cannoni).
Brevi cenni storici, per chi come me non conosce(va) le gloriose imprese di questo vascello (uno di quei casi in cui il modellismo aiuta ad accrescere la nostra cultura, altro che perdita di tempo da nerds!)
Progettata da Thomas Slade e varata il 7 maggio 1765 a Chatham, la nave fu battezzata Victory (anche se durante la costruzione del modello l'ho confidenzialmente soprannominata "ape maia" per via della colorazione, che nessuno si senta offeso) e forse mai nome di natante fu più adatto, considerato che non venne affondata nè subì grossi danni in battaglia. E di scontri sul mare ne vide molti in verità, anche se la sua imperitura fama è indissolubilmente legata alla battaglia di Trafalgar del 21 ottobre 1805 e al suo comandante, l'ammiraglio Horatio Nelson. La sua insolita tattica confuse la flotta nemica – composta da navi francesi e spagnole – e portò gli inglesi ad una memorabile vittoria, mettendo fine ad ogni velleità da parte di Napoleone di poter contrastare la superiorità dei britannici sul mare. Durante le prime fasi dello scontro Nelson fu gravemente ferito da un colpo di moschetto: agonizzante, morì al termine della battaglia, conscio però d'aver reso un grande servigio al suo Paese.
Successivamente la nave fu riparata e restò in servizio attivo sino al 1812. Dal 1824 e fino al XX secolo venne impiegata a Portsmouth (dove si trova tuttora) come nave d'addestramento per i segnalatori della marina. In anni più recenti fu completamente ristrutturata e restaurata nelle condizioni in cui si trovava al momento in cui entrò in battaglia a Trafalgar. Oggi – oltre ad essere la nave da guerra più vecchia al mondo ancora attiva - funge da museo e da attrattiva turistica.
Classe: vascello di primo rango (nave ammiraglia della marina inglese)
Lunghezza: circa 69 metri
Larghezza: poco meno di 16 metri
Altezza: 62,5 metri
Stazza: oltre 3550 tonnellate
Equipaggio: 850 uomini
Armamento: 104 cannoni di 4 differenti misure
Due parole sul kit
Trattasi di uno storico modello della Airfix; e forse dire storico è ancora poco, dato che la sua progettazione risale agli anni sessanta del Novecento. Gli anni purtroppo li sente tutti, il kit a parte rari casi è poco dettagliato, le stampate paiono lavori artigianali fatti in casa, con numeri delle parti piccolissimi e quasi del tutto illeggibili: insomma, reclama a gran voce un bel new tooling. Per non parlare di pezzi piegati, storti, rotti, staccati dagli stampi, uno addirittura mancante (almeno nella mia confezione, ho dovuto costruirmelo a braccio...). A proposito di pezzi, sono oltre 350, sartiame escluso. Della scala - 1/180 - ho già detto in precedenza. Insomma, un bel kittone very vintage per chi come me tutto sommato ancora preferisce l'analogico al digitale. Ne consegue che circa il 60% del tempo impiegato nella costruzione se ne va in cartavetrature, stuccature, limature, raddrizzature, forature, riempimenti, aggiunte, aggiustature, ricostruzioni parziali od integrali, adattamenti vari (della serie "astenersi perditempo"). Fortunatamente, nonostante queste premesse, a parte qualche caso non ci sono gravissime imperfezioni negli accoppiamenti di montaggio (intendo di quelle fuori da ogni grazia di Dio e che ti fanno perdere due serate per riuscire ad incollare decentemente tre pezzi in croce). Un certo numero di pezzi, giudicati troppo scadenti, sono stati sostituiti da altri autocostruiti e maggiormente dettagliati. Le vele originali in plastica, come da tradizione in questi kit, sono state sostituite da altre in tessuto (la teoria di mio fratello è: "meglio una vela brutta ma di stoffa che una bella di plastica", e forse non ha tutti i torti...).
Per chi non ha confidenza col soggetto, ecco uno scatto di "Sua Maestà":
(Nota: questa immagine, inserita al solo scopo di discussione, è tratta da questa pagina web. Tutti i diritti ai rispettivi autori e/o detentori degli stessi).
Ed ecco un bel dettaglio in prospettiva:
(Nota: questa immagine, inserita al solo scopo di discussione, è tratta da questa pagina web. Tutti i diritti ai rispettivi autori e/o detentori degli stessi).
E per concludere (last but not least, come dicono gli inglesi ), qualche foto del modello da me medesimo rovin..., ehm, realizzato. Scusassero lorsignori la pessima qualità delle immagini e la scarsa tecnica fotografica dell'autore - pursempre il me medesimo di cui sopra - ma d'altronde fa il paio con la qualità della realizzazione e la scarsezza tecnica del modellista succitato
Come si può vedere al di sotto del sostegno il kit non è proprio di primo pelo...
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Dettaglio di prua, con le curvature sagomate che hanno richiesto non poco extra-lavoro di adattamento per risultare almeno passabili:
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Ultima modifica di Tato il 1 febbraio 2015, 18:08, modificato 5 volte in totale.
"It all seems so stupid It makes me want to give up - But why should I give up When it all seems so stupid" M. L. Gore, 1983
- heinkel111
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ma l'importante è divertirsi...
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Re: H.M.S. Victory
Sono affascinato anch io dai velieri. Mi piacerebbe provarci un giorno o l 'altro. Il tuo lavoro considerato che è un kit vecchio più o meno come me, ( e quindi tanto...) e' da applausi commossi
- Warthog
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Re: H.M.S. Victory
Urca a me piace anche se sono forse peggio di te sulla conoscenza delle navi, so che galleggiano (qualche volta anche no..).
comunque rimango sempre affascinato dai velieri, così imponenti, pieni di roba, corde, cordine, vele ecc.
Ho un amico che costruisce quelle in legno comprando solo i disegni, poi taglia in scala il legno, lo piega ecc., un lavoro enorme ma la passione paga perché sono stupende.
Certo oltre la passione e la conoscenza del pezzo ci vuole anche lo spazio dove sistemarle dopo, cosa non facile
ciao da Luca
comunque rimango sempre affascinato dai velieri, così imponenti, pieni di roba, corde, cordine, vele ecc.
Ho un amico che costruisce quelle in legno comprando solo i disegni, poi taglia in scala il legno, lo piega ecc., un lavoro enorme ma la passione paga perché sono stupende.
Certo oltre la passione e la conoscenza del pezzo ci vuole anche lo spazio dove sistemarle dopo, cosa non facile
ciao da Luca
- Tato
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Re: H.M.S. Victory
Considerando che sinora ho costruito quasi sempre auto e veicoli civili in genere, direi che tendenzialmente fare un veliero è meno difficile ma richiede più tempo, specie per realizzare i dettagli e il sartiame. Se si rimane su scale accettabili (intorno a 1:100 o anche meno) si possono ottenere risultati degni di rilievo anche con i kit in plastica, considerando che come giustamente fai notare sono imbarcazioni dotate di una bellezza e una maestosità intrinseche, appassionati di mare o no non importa.heinkel111 ha scritto:Sono affascinato anch io dai velieri. Mi piacerebbe provarci un giorno o l 'altro.
Grassie mille... però ti facevo più giovane, chissà perché... invece sei più "vintage" di me, anche se forse il mitico Luca ci batte tutti...heinkel111 ha scritto:Il tuo lavoro considerato che è un kit vecchio più o meno come me, ( e quindi tanto...) e' da applausi commossi
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Re: H.M.S. Victory
...a proposito di Luca "in fabula", eccolo qua!
Quella del modellismo navale in legno, magari partendo dai piani di costruzione come fa il tuo amico, è un'arte a parte secondo me. Lì sì che non ti puoi arrabbattare, magari con la scusante/complicità della scala, ma devi dettagliare tutto quanto per bene, altrimenti si vede che manca qualcosa. So che esiste anche un manipolo di irriducibili, che si disegnano pure i piani costruttivi andando "a memoria" o partendo dai progetti originali...
vero, ma spesso lì è colpa dello schettino di turno...Warthog ha scritto:Urca a me piace anche se sono forse peggio di te sulla conoscenza delle navi, so che galleggiano (qualche volta anche no..).
Allora fagli i complimenti, da oggi ha un ammiratore in più.Warthog ha scritto:Ho un amico che costruisce quelle in legno comprando solo i disegni, poi taglia in scala il legno, lo piega ecc., un lavoro enorme ma la passione paga perché sono stupende.
Quella del modellismo navale in legno, magari partendo dai piani di costruzione come fa il tuo amico, è un'arte a parte secondo me. Lì sì che non ti puoi arrabbattare, magari con la scusante/complicità della scala, ma devi dettagliare tutto quanto per bene, altrimenti si vede che manca qualcosa. So che esiste anche un manipolo di irriducibili, che si disegnano pure i piani costruttivi andando "a memoria" o partendo dai progetti originali...
Giusto, anche questo va tenuto in conto, ci son modelli che sforano ampiamente il metro di lunghezza. L'ideale sarebbe un grande ambiente espositivo dedicato, ma quanti possono permetterselo?Warthog ha scritto:Certo oltre la passione e la conoscenza del pezzo ci vuole anche lo spazio dove sistemarle dopo, cosa non facile
ciao da Luca
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Re: H.M.S. Victory
Ciao
Ho conosciuto molti modellisti navali nel senso "antico" del termine (no scatola di montaggio, fogli di legno, piani costruttivi, vele di tela, funi annodate a mano ecc ecc) visto che abito a Livorno (dove nel tempo libero sono tutti pittori, pescatori, perditempo o...... modellisti navali) . Purtroppo devo anche dire che molti se ne sono "andati" negli anni vista la loro età senza alcun ricambio generazionale purtroppo. Arrivavano alle mostre con queste vetrine enormi e ti raccontavano che ci avevano messo anche 10 anni a finire il loro Galeone spagnolo o il Vespucci o la HMS Victory ecc ecc. poi ti mostravano le foto (foto vere ovviamente non roba digitale sul cellulare) delle fasi del lavoro (alcune addirittura in bianco e nero dove questi, allora ragazzi, ieri 80 enni, assieme al padre ,oramai defunto, cominciavano il lavoro!!!).
Per il resto il kit Airfix non era lo stesso che veniva regalato a "Mr Bean", a natale, dalla sua fidanzata?????
Spettacolare il modello di sicuro, bravo per averlo portato a termine!
saluti
Ho conosciuto molti modellisti navali nel senso "antico" del termine (no scatola di montaggio, fogli di legno, piani costruttivi, vele di tela, funi annodate a mano ecc ecc) visto che abito a Livorno (dove nel tempo libero sono tutti pittori, pescatori, perditempo o...... modellisti navali) . Purtroppo devo anche dire che molti se ne sono "andati" negli anni vista la loro età senza alcun ricambio generazionale purtroppo. Arrivavano alle mostre con queste vetrine enormi e ti raccontavano che ci avevano messo anche 10 anni a finire il loro Galeone spagnolo o il Vespucci o la HMS Victory ecc ecc. poi ti mostravano le foto (foto vere ovviamente non roba digitale sul cellulare) delle fasi del lavoro (alcune addirittura in bianco e nero dove questi, allora ragazzi, ieri 80 enni, assieme al padre ,oramai defunto, cominciavano il lavoro!!!).
Per il resto il kit Airfix non era lo stesso che veniva regalato a "Mr Bean", a natale, dalla sua fidanzata?????
Spettacolare il modello di sicuro, bravo per averlo portato a termine!
saluti
- Tato
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Re: H.M.S. Victory
Grazie d'aver condiviso ricordi e piacevoli aneddoti.pitchup ha scritto:Ciao
Ho conosciuto molti modellisti navali nel senso "antico" del termine (no scatola di montaggio, fogli di legno, piani costruttivi, vele di tela, funi annodate a mano ecc ecc) visto che abito a Livorno (dove nel tempo libero sono tutti pittori, pescatori, perditempo o...... modellisti navali) . Purtroppo devo anche dire che molti se ne sono "andati" negli anni vista la loro età senza alcun ricambio generazionale purtroppo. Arrivavano alle mostre con queste vetrine enormi e ti raccontavano che ci avevano messo anche 10 anni a finire il loro Galeone spagnolo o il Vespucci o la HMS Victory ecc ecc. poi ti mostravano le foto (foto vere ovviamente non roba digitale sul cellulare) delle fasi del lavoro (alcune addirittura in bianco e nero dove questi, allora ragazzi, ieri 80 enni, assieme al padre ,oramai defunto, cominciavano il lavoro!!!).
Per il resto il kit Airfix non era lo stesso che veniva regalato a "Mr Bean", a natale, dalla sua fidanzata?????
Spettacolare il modello di sicuro, bravo per averlo portato a termine!
saluti
Riguardo mr Bean ricordo il gustoso episodio ma non il modello, ma son sicuro che è come dici.
Almeno lui uno straccio di fidanzata c'è l'aveva!
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Re: H.M.S. Victory
I velieri mi hanno sempre affascinato... e non nego che mi piacerebbe provare a farne uno...
Poi però vedendo tutto il lavoro che c'è da fare e sapendo quanto ci metto a fare un modello in plastica... ci rinuncio
Complimenti, gran bella nave!
Poi però vedendo tutto il lavoro che c'è da fare e sapendo quanto ci metto a fare un modello in plastica... ci rinuncio
Complimenti, gran bella nave!
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Grassie anche a te Matteo, in effetti con queste navi di lavoro da fare c'è né parecchio.
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Re: H.M.S. Victory
Ciao Tato, considerando la scala del modello e la poca conoscenza che dici di avere del settore navale devo dire che hai fatto davvero un buon lavoro, complimenti .
La verniciatura, già molto accurata, che hai realizzato, sarebbe stata a mio avviso ancora più appagante con dei lavaggi con i colori a olio, se prosegurai in questo settore facci un pensierino. Giusta la decisione di sostituire le vele, si possono ottenere ottimi risulati anche con la carta, sopratutto per scale cosi minute.
Ciao Gianca
La verniciatura, già molto accurata, che hai realizzato, sarebbe stata a mio avviso ancora più appagante con dei lavaggi con i colori a olio, se prosegurai in questo settore facci un pensierino. Giusta la decisione di sostituire le vele, si possono ottenere ottimi risulati anche con la carta, sopratutto per scale cosi minute.
Ciao Gianca