TA 152 H1 Aoshima 1/72
Inviato: 28 aprile 2011, 0:51
Romain Hugault è un grande fumettista francese appassionato di aeronautica, tra i suoi lavori, veri must per gli appassionati del genere, mi è piaciuta molto la trilogia "Le Grand Duc", il protagonista maschile è Wulf, un tenebroso e disincantato asso della Luftwaffe che odia il nazismo tanto da far colorare le code dei caccia da lui pilotati di nero per obliterare la svastica che le adorna.
Alla fine delle sue avventure l'ultimo aereo da lui pilotato è il TA 152 H che mi ha ispirato per la realizzazione del kit della Aoshima.
Ci troviamo di fronte a un bel modellino che ha nel bene e nel male le stesse caratteristiche dei kit della Hasegawa, stessa plastica, ottime stampate con pannellature in negativo precise e che non ha bisogno praticamente di stuccature, il cockpit è spoglio e le decal sono parecchio spesse.
Ho utilizzato un cockpit proveniente dal FW 190 D9 della Academy, sufficentemente dettagliato vista l'intenzione di rappresentare un'aereo in volo e quindi con canopy chiuso.
L'unico neo del kit sono gli sportelli del vano dei carrelli che sono sottodimensionati e per riempire gli spazi che si formano dopo averli incollati ho utilizzato un bel po di stucco bicomponente e Mr. Surfacer.
Le nache a disposizione sono due una con i flabelli chiusi (errata in quanto sottodimensionata) e quella che ho utilizzato con i flabelli aperti, per riempire lo spazio che si viene a formare tra la stessa e la fusoliera ho autocostruito i braccetti di retrazione dei flabelli ed ho abbozzato il radiatore anulare con del plasticard.
La colorazione con acrilici Gunze e Tamiya e cominciata dalla coda in nero, ho giocato un po con luci e ombre utilizzando grigio scuro, medium blu e nero puro.
Per le superfici latero-inferiori in RLM76 ho provato un preshading accentuato soprattutto sotto ma alla fine si nota ben poco, credo che soprattutto in scala 1/72 sia più efficace il postshading ma forse sono io che ho la mano troppo pesante, riproverò con qualche altro modello.
La tecnica del postshading è stata utilizzata per gli RLM81-82-83 delle superfici superiori, tra una mano e l'altra ho infatti interposto un velo di Buff Tamiya sulle linee delle pannellature, la mimetica è stata fatta tutta a mano libera.
Croci e numeri in Nato Black e bianco sporco sono colorati ad aerografo grazie a mascherine tagliate nel nastro Tamiya, alla fine ho abbozzato i fumi di scarico con velature diluitissime di Smoke, Red Brown e nero, verranno poi ripresi con gli oli e i pigmenti.
Le uniche decal utilizzate sono i triangolini gialli del carburante fissate tra due gocce di Future.
Con l'RLM 02 Agama ho simulato delle scrostature, gli Agama sono acrilici vinilici come i Vallejo, ho scoperto che questi colori si cancellano con l'airbrush cleaner della Medea senza intaccare gli acrilici sintetici come i Gunze o i Tamiya.
Con i colori a olio ho utilizzato la tecnica cara ai carrarmatari del filtro, ho utilizzato piccole quantità di bianco e grigio fusi insieme con un penellino inumidito di diluente Humbrol seguito da un lavaggio selettivo di tutte le pannellature con una mistura di nero e marrone, una volta asciutto questo colore è stato tirato sui pannelli e integrato con il filtro precedente. Questa tecnica è efficace soprattutto se non si usa nessun trasparente protettivo, il rischio è quello che il colore della mimetica può essere cancellato se si insiste con il diluente ma non c'è problema, alla fine ho ripreso l'aerografo e i ritocchi hanno movimentato ancora un po le tonalità dei colori.
I lavaggi hanno cancellato quasi totalmente le scrostature e così dopo una mano di trasparente satinato Vallejo le ho rifatte con un pastello silver della Karisma.Pigmenti marrone e nero della Tamiya sono stati utilzzati per sporcare alcune zone della pancia e per enfatizzare i fumi di scarico.
Una mano finale di trasparente satinato Vallejo e il fissaggio dei piccoli particolari come le antenne, i cannoni e il pitot hanno concluso i lavori.
P.S. Per questo modello ho utilizzato per la prima volta il mio nuovo aerografo Harder and Steenbeck Evolution CR Plus 0.2
Un vero gioiellino, ha il cappelletto copri ago aperto, questo accorgimento permette di mirare meglio nei lavori di fino conservando comunque una buona protezione dell'ago, ma è la morbidezza del grilletto che è impressionante, ben superiore a quella dell'altro mio aerografo Iwata HP-B Plus che pure non è l'ultimo arrivato. Questa caratteristica che credo sia comune a tutti gli Harder and Steenbeck ne fa l'arma perfetta per dei maniaci della precisione come i modellisti.
Alla fine delle sue avventure l'ultimo aereo da lui pilotato è il TA 152 H che mi ha ispirato per la realizzazione del kit della Aoshima.
Ci troviamo di fronte a un bel modellino che ha nel bene e nel male le stesse caratteristiche dei kit della Hasegawa, stessa plastica, ottime stampate con pannellature in negativo precise e che non ha bisogno praticamente di stuccature, il cockpit è spoglio e le decal sono parecchio spesse.
Ho utilizzato un cockpit proveniente dal FW 190 D9 della Academy, sufficentemente dettagliato vista l'intenzione di rappresentare un'aereo in volo e quindi con canopy chiuso.
L'unico neo del kit sono gli sportelli del vano dei carrelli che sono sottodimensionati e per riempire gli spazi che si formano dopo averli incollati ho utilizzato un bel po di stucco bicomponente e Mr. Surfacer.
Le nache a disposizione sono due una con i flabelli chiusi (errata in quanto sottodimensionata) e quella che ho utilizzato con i flabelli aperti, per riempire lo spazio che si viene a formare tra la stessa e la fusoliera ho autocostruito i braccetti di retrazione dei flabelli ed ho abbozzato il radiatore anulare con del plasticard.
La colorazione con acrilici Gunze e Tamiya e cominciata dalla coda in nero, ho giocato un po con luci e ombre utilizzando grigio scuro, medium blu e nero puro.
Per le superfici latero-inferiori in RLM76 ho provato un preshading accentuato soprattutto sotto ma alla fine si nota ben poco, credo che soprattutto in scala 1/72 sia più efficace il postshading ma forse sono io che ho la mano troppo pesante, riproverò con qualche altro modello.
La tecnica del postshading è stata utilizzata per gli RLM81-82-83 delle superfici superiori, tra una mano e l'altra ho infatti interposto un velo di Buff Tamiya sulle linee delle pannellature, la mimetica è stata fatta tutta a mano libera.
Croci e numeri in Nato Black e bianco sporco sono colorati ad aerografo grazie a mascherine tagliate nel nastro Tamiya, alla fine ho abbozzato i fumi di scarico con velature diluitissime di Smoke, Red Brown e nero, verranno poi ripresi con gli oli e i pigmenti.
Le uniche decal utilizzate sono i triangolini gialli del carburante fissate tra due gocce di Future.
Con l'RLM 02 Agama ho simulato delle scrostature, gli Agama sono acrilici vinilici come i Vallejo, ho scoperto che questi colori si cancellano con l'airbrush cleaner della Medea senza intaccare gli acrilici sintetici come i Gunze o i Tamiya.
Con i colori a olio ho utilizzato la tecnica cara ai carrarmatari del filtro, ho utilizzato piccole quantità di bianco e grigio fusi insieme con un penellino inumidito di diluente Humbrol seguito da un lavaggio selettivo di tutte le pannellature con una mistura di nero e marrone, una volta asciutto questo colore è stato tirato sui pannelli e integrato con il filtro precedente. Questa tecnica è efficace soprattutto se non si usa nessun trasparente protettivo, il rischio è quello che il colore della mimetica può essere cancellato se si insiste con il diluente ma non c'è problema, alla fine ho ripreso l'aerografo e i ritocchi hanno movimentato ancora un po le tonalità dei colori.
I lavaggi hanno cancellato quasi totalmente le scrostature e così dopo una mano di trasparente satinato Vallejo le ho rifatte con un pastello silver della Karisma.Pigmenti marrone e nero della Tamiya sono stati utilzzati per sporcare alcune zone della pancia e per enfatizzare i fumi di scarico.
Una mano finale di trasparente satinato Vallejo e il fissaggio dei piccoli particolari come le antenne, i cannoni e il pitot hanno concluso i lavori.
P.S. Per questo modello ho utilizzato per la prima volta il mio nuovo aerografo Harder and Steenbeck Evolution CR Plus 0.2
Un vero gioiellino, ha il cappelletto copri ago aperto, questo accorgimento permette di mirare meglio nei lavori di fino conservando comunque una buona protezione dell'ago, ma è la morbidezza del grilletto che è impressionante, ben superiore a quella dell'altro mio aerografo Iwata HP-B Plus che pure non è l'ultimo arrivato. Questa caratteristica che credo sia comune a tutti gli Harder and Steenbeck ne fa l'arma perfetta per dei maniaci della precisione come i modellisti.