giovedì, Aprile 18, 2024

A-4F Skyhawk VF-55 “War Horses” – Dal kit Hasegawa in scala 1/72.

E rieccomi qui dopo quattro mesi di assenza dalla “copertina” di Modeling Time, in questi quattro mesi oltre a questo piccolo A-4F ho lavorato a qualcosa di molto più grosso, chi segue il forum lo sa…Ho voluto costruire lo Skyhawk per distrarmi dalle fatiche dell’altro progetto…però torniamo a noi che quello che ci interessa è la storia di questo velivolo e la sua rappresentazione in scala 1/72…

Cenni storici: l’A-4 Skyhawk è un piccolo caccia di costruzione statunitense capace di decollare anche dai ponti delle portaerei. Progettato, sviluppato e costruito dalla Douglas Corporation nei primi anni 50 sotto la supervisione del capo progettista Ed Einhemann.  Era stato ideato come sostituto dell’A-1 Skyraider ad elica, altro riuscito progetto della stessa casa costruttrice. Lo Skyhawk a dispetto delle sue contenute dimensioni (12,29 m di lunghezza per 8,38 di apertura alare) e del suo modesto peso (4.717 kg a vuoto) , è in realtà una macchina molto efficace e ben progettata. Può infatti trasportare sotto alle sue piccole ali una gran quantità di carichi (anche nucleari) e carburante per un peso massimo al decollo di 11.115 kg se imbarcato, da terra poteva sopportare quasi un’altra tonnellata di peso in più. Era infatti concepito proprio a questo scopo, frutto delle decisioni prese dall’intelligence dell’aviazione americana dopo l’apparizione nei cieli di Corea del Mig 15, infatti questo caccia aveva reso obsoleti tutti i progetti americani come il P80 o l’F9-F Panther. Risolto il problema superiorità aerea con l’F86 Sabre, gli stati uniti d’america poterono occuparsi della sostituzione dello Skyraider. Il risultato fu lo Skyhawk, in italiano “Falco del Cielo”, uno dei più longevi progetti della storia dell’aviazione. Era dotato di un motore Pratt & Whitney J-52, un turboventola capace di lanciare il nostro piccolo velivolo a 1.086 km/h pari a mach 0,89. La sua autonomia era di 1480 km ed era dotato di un armamento fisso formato da due cannoni Colt-Browning Mk 12 da 20 mm.

Dello “Scooter” come lo chiamavano i piloti, ne furono costuiti 2.960 in tutte le loro versioni, proprio quest’anno, nel 2009 si ha la ricorrenza del 55° anniversario del primo volo di uno Skyhawk, avendo effettuato il primo volo il 22 giugno del 1954 ed ebbe il suo impiego operativo nel 1956.

La versione in esame la “F” volò per la prima volta nel 1966 ed è stata direttamente sviluppata insieme alla versione “E” dall’A-4C. Il “nostro” A-4F utilizzava il motore P. & W. J52 al posto del J65 e per questo motivo sono cambiate anche le forme delle prese d’aria. Grazie alla potenza in più si è potuto aumentare il carico bellico potendo contare ora su 5 punti di attacco subalare. Rispetto alle precedenti versioni, l’A4-F presenta la caratteristica gobba sul dorso che contiene una nuova serie di apparecchiature elettroniche.

Lo sviluppo dello Skyhawk culminò per gli stati uniti nella versione A-4M, per l’Argentina nell’A-4R che erano poi degli “M” americani aggiornati e per lo Stato di Singapore nell’A-4 SU, versione aggiornata all’estremo di vecchi A-4E (l’A-4 SU già presente in un articolo nel nostro archivio nella sezione Aerei – lo trovate cliccando QUI).

Cronache modellistiche: il kit che ho scelto per omaggiare il progetto di Ed Einhemann, è il vecchio stampo Hasegawa in 1/72, recentemente reinscatolato, anche se i contenuti sono quelli di diversi anni fa. Le stampate in plastica iniettata si presentano molto bene come da standard della “factory” giapponese, ma avvicinando l’occhio inquisitore del modellista, si notano al primo sguardo tremende pannellature in positivo, caratteristica dei vecchi stampi Hasegawa.

Le decal sono le solite che troviamo nei kit di questa marca, ma dato che il kit è stato inscatolato di recente, almeno non ho trovato il solito film ingiallito. La lastrina dei trasparenti prevede il solo canopy, in posizione chiusa. Bene. Cosa fare? Richiudere tutto e prendere lo Skyhawk della Fujimi come mi è stato consigliato appena pubblicato il mio work in progress? Niente affatto…armato di santa pazienza, di una piccola vena di pazzia e tanto amore per i velivoli U.S. Navy vestiti in Bianco / Light Gull Grey mi sono rimboccato le maniche ed ho preso tronchesi e carta abrasiva..

Prima di tutto esaminando le istruzioni e le varie possibilità offerte dalle decal ho capito subito che non avrei potuto costruire la versione “E” in quanto avevo deciso di non buttarmi sull’aftermarket ma di montare il modello da scatola e poi la versione “E” non era contemplata dal foglio delle decal. Pronti-via con questo kit “out of the box”… quasi out of the box, quando costruisco qualcosa da scatola io, il quasi è sempre d’obbligo dato che tradisco sempre le mie buone intenzioni…

Naturalmente si parte dal cockpit che la cara vecchia Hasegawa ha deciso di rappresentare con una piccola vasca, una minuscola cloche, un figurino rappresentante un piccolo aviatore in posizione seduta ed un sedile eiettabile che ingloba la parete posteriore dell’abitacolo. I pannelli degli strumenti sono sotto le sembianze di decal come da standard dei kit da pochi euro come questo. Il pilota in plastica è stato mandato prontamente in licenza e gli ho fatto portare a casa anche il suo sedile che tutto sembrava tranne che un Escapac.

Niente paura, ho provveduto a rimpiazzarlo con l’ottimo Pavla in resina. La parete posteriore è stata ricostruita in plasticard da 1mm, sagomata con non poche difficoltà a colpi di carta vetrata. Dovendola montare inclinata ha necessitato di alcuni supporti, sottoforma di listelli dello stesso materiale e molte prove a secco per far combaciare la vasca modificata alle due semifusoliere.

Lo stesso discorso vale per il pozzetto del carrello anteriore che è inglobato con la vasca del cockpit, nelle prove a secco mi sono accorto che stava almeno un paio di mm più in alto dello scasso fatto nelle due semifusoliere ed ho rimediato ricostruiendo parte delle pareti con altro plasticard da 1mm anche queste carteggiate per farle aderire alle plastiche dell’aereo dalla forma arrotondata.

Al momento dell’unione delle due semifusoliere però c’era ancora luce ed ho dovuto stuccare per benino il tutto. Lavorate tutte le parti si passa alla verniciatura che ho effettuato in grigio scuro (fs 36118), tutto lavato con colori ad olio 50% nero e 50% bruno van dyck. Ho poi schiarito il tutto con del grigio gabbiano chiaro dato a pennello asciutto (fs 36440). Il sedile ha dovuto subire anche qualche colpetto di grigio medio (36320) e qualche colpetto di argento sulle fibbie delle cinture. Devo spezzare una lancia a favore dell’ottimo sedile in resina Pavla, molto ben lavorabile e perfettamente dettagliato. Peccato che a modello finito non si vedrà più nulla se non il poggiatesta!!

Dopo le numerose prove a secco si passa al montaggio che scorre via liscio per quanto riguarda la fusoliera, ma le ali sono un vero e proprio disastro. I due semigusci che le compongono non combaciano e tra sbavature di stampaggio e dimensioni errate in genere, avevo un orribile scalino di almeno un paio di millimetri. Per correre ai ripari sono dovuto ricorrere a carta abrasiva grana 80!

Come immaginerete il dettaglio in positivo è andato a farsi benedire ed ho deciso così di reincidere tutto il modello, operazione non tanto complicata dato che gli sportellini più piccoli li ho lasciati in positivo. Le linee di pannellatura sul dorso dell’ala ed anche quelle inferiori sono completamente errate, in quanto sotto non ci dovevano mettere niente mentre sopra non hanno pensato a tutti quegli sportellini di ispezione tipici dello Skyhawk.

Ho badato infatti a cancellare tutte le linee inutili e quelle inesistenti ma non ho reinciso i pannellini dato che sarebberero stati coperti quasi completamente dalle decal e poi non sarei riuscito assolutamente a mettere dritti decine di sportellini da due o tre millimetri l’uno.. Dopo aver sudato le normali sette camicie del modellista, ho unito le ali alla fusoliera e qui è filato tutto liscio e con un modesta stuccatura me la sono cavata. Tutto ok anche per il montaggio delle prese d’aria e la chiusura degli aerofreni.

In genere questi rimangono chiusi quando l’A-4 è a terra e dato che avevo anche il canopy abbassato, purtroppo per forza di cose, li ho chiusi definitivamente ma la linea generale dell’aereo ne ha guadagnato enormemente secondo me. Poi io gli aerofreni aperti non li posso proprio vedere! Anche montare il piccolo plexiglas da qualche problemino e c’è da lavorare un po di stuccatura e nulla più. Naturalmente con vinavil e dopo avergli fatto fare un bel bagnetto nella cera Future.

Una volta preparato il canopy per la verniciatura, e dopo averlo mascherato con l’ottimo nastro Tamiya, si inizia a dare il primer. Questa volta invece di un grigio chiaro acrilico ho usato il primer Tamiya a bomboletta che è si un po costoso ma è veramente ottimo e prepara il modello per la verniciatura lasciandolo perfettamente liscio e anzi, copre anche qualche piccola sbavatura. Lo consiglio però solo per modelli reincisi o modelli di auto, dato che i primi hanno le linee di pannellatura più profondi del dovuto e le auto hanno superficie per lo più liscia. Per usare correttamente la bomboletta senza dover prima spruzzare il suo contenuto in un barattolino e passarlo dopo ad aerografo basta vedere i numerosi video su You Tube di come la usano gli eroici modellisti giapponesi, mi ha risparmiato un’ulteriore fatica e molte pulizie dell’aerografo…il tutto con una piccola spesa e qualche minuto dedicato a cercare video in rete.

Sopra la bellissima superficie pronta ora per la verniciatura, ho fatto un bel pre-shading sulle linee di pannellatura, con il nero lucido sparato a 0,5 bar, ripeto il nero lo do lucido in questa fase per smaltire una boccetta di colore che altrimenti non avrei mai usato. Il nero opaco andrebbe benissimo lo stesso. In genere i velivoli U.S. Navy nella livrea ad alta visibilità erano molto puliti ma ho trovato foto del mio Skyhawk ed anche degli altri imbarcati sulla stessa portaerei (la Hancock) molto sporchi ed usurati quindi un po’ mi sono fatto prendere la mano. Il preshading l’ho fatto soprattutto per dare maggior tridimensionalità al modello dato che per rimediare alla scarsa qualità delle decal avrei dovuto dare molte mani di trasparente lucido che avrebbe appiattito di molto la finitura dell’aereo.

Si passa poi alla verniciatura vera e propria del modello. Ho steso prima una mano di bianco opaco Gunze, sulla pancia ed anche sopra su tutte le superfici mobili, stando attento a non coprire le linee del preshading, anzi ci ho girato intorno con l’aerografo a bassa pressione per creare un po di luci ed ombre.

Il grigio che va usato per il dorso dell’aereo è il Light Gull Grey FS 36440, che però stacca troppo col bianco rendendo l’aereo un po giocattoloso anche se è il colore preciso degli “Hi-Viz”. Dopo aver guardato e riguardato il mio modello fresco di verniciatura ho deciso che era ora di passare all’invecchiamento, o meglio alla fase che mi da più soddisfazione, anche se la verniciatura mi fa divertire come un bambino!

Ho iniziato l’invecchiamento con un’abbondante mano di trasparente lucido Gunze. Come, direte voi… prima volevi invecchiarlo e mo’ lo lucidi? La lucidatura come in molti sapranno va fatta in relazione a quanto si vorrà giocare con i filtri che vengono fatti dalla stesura dei colori ad olio. Dato che il mio è uno U.S. Navy alta visibilità dovrà presetare alla fine del lavoro una finitura semilucida e una pulizia decente, quindi la prima passata di trasparente dovrà essere piuttosto marcata e più si lucida e più sarà facile togliere i residui d’olio dalla superficie del modello.

La miscela di tempere ad olio che ho usato è stata fatta per formare un grigio medio, con 40% nero e il restante di bianco, il tutto diluito per bene in acqua ragia. Diluito come se avessi preparato una vernice da passare ad aerografo. Ho passato poi l’olio nelle fessure delle pannellature con un pennellino a punta tonda estremamente sottile e per capillarità stando attento a sbavare il meno possibile e facendo scivolare il liquido con la semplice pressione del pennello. Gli eccessi di tempera che non volendo si avranno comunque… verranno tirati via dal verso del vento con uno straccetto in microfibra ed il tutto rifinito con qualche colpetto di cottonfioc. Il filtro che inevitabilmente avremo ottenuto, sarà la base per il successivo post-shading, per filtro si intende la patina di sporco che crea l’olio nella fase di pulizia del modello…ma lo sapete tutti meglio di me…

Per il postshading si usano le stesse tinte usate per dare i colori di base della mimetica, ma schiariti a piacimento, a seconda di quanto effetto si vuole ottenere. Dato che ho usato il grigio 36440 e il bianco, ho schiarito il solo grigio del 30% con il bianco, mentre il bianco l’ho lasciato così com’è con le striature del colore ad olio tirato via dal verso del vento. Ho spruzzato la miscela di grigio desaturato all’interno delle zone da schiarire, ossia nei pannelli a bassa pressione ed in maniera abbastanza aleatoria ed irregolare.. Non mi piace infatti l’effetto che da il post shading se spruzzato dal centro del pannello perchè o mi piastrella troppo il modello o me lo fa troppo “effetto modello a pois”, con le varie mani di trasparente tutto si attenua ma io preferisco darlo in modo abbastanza irregolare stando attento a non sconfinare sopra le pannellature…ora siamo pronti per la posa delle decal…

Prima di posare le decal sullo Skyhawk ho dato ancora una bella mano di trasparente lucido Gunze, una volta ben asciutto…(aspetto almeno 24 ore…) ho iniziato a ritagliare per benino e a filo le decal in modo da ridurre al minimo la superficie del film che avrebbe determinato un notevole effetto silvering. Tra le due versioni che la Hasegawa proponeva ho naturalmente scelto quella U.S. Navy a discapito di quella dei Marines che rimaneva un po troppo sgargiante per i miei gusti…e poi al cuore non si comanda…

Le due livree con cui si può vestire l’A4 contenuto nella scatola sono per il VMAT 102 “Hawks” dei Marines e l’altra (che ho scelto) per il Cag Bird del CVW-21 VF-55 War Horses dell’U.S. Navy. Le decal sono state posate con l’ausilio dei liquidi Miscroscale SET e SOL e con il Mr. Mark Softer. Quest’ultimo è troppo aggressivo anche per le terribili decal Hasegawa ma la coccarda sopra l’ala sinistra non ce l’avrei mai fatta a posizionarla senza questo liquido….non l’avevo mai usato. Risolve problemi ma ne crea anche tanti…quindi per chi lo vuole usare…molta delicatezza…!!!

Dopo le decal un’altra bella passata di lucido per uniformare il tutto. Le decal sembra siano state appena verniciate senza il fastidioso silvering che a volte può rovinare un modello…ho fatto un piccolo selettivo lavaggio nelle pannellature coperte dalle decal per renderlo meno giocattoloso e poi asciugato l’olio una mano di trasparente opaco e via, ma diluito bene e molto leggero perchè il velivolo era semiopaco, o semilucido…non è che poi cambia tanto…

Ultimo capitolo le 6 bombe mk 82 poste nel rack centrale, appartengono al kit e non sono un granchè belle…però con una mano di Olive Drab Tamiya e una puntina di giallo sono pronte da attaccare….

In conclusione posso dire che mi sono divertito molto nel costruire questo “falchetto” due mesi di lavoro, reincisioni, ricostruzioni e molto taglia e cuci ma alla fine ho tirato fuori un bel modello ed ora sta nella mia vetrina di fianco ai miei ultimi lavori, spero che vi piaccia….a presto…al prossimo articolo anche se prevedo lunghi tempi di sviluppo e collaudo per il mio nuovo aereo in costruzione!!!

Mauro “CoB” Balboni….

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1 Comment

  1. muy buenosmtus modelos, io abito a cividale friuli me poi dire dobe trovo un club de modellismo tipo I.p.M.s ITALIA GRACIAS

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