giovedì, Marzo 28, 2024

Lockheed F 104G “Starfighter” ….. ovvero quei favolosi anni ’60 – dal kit Revell in scala 1/48.

 

Premessa:

Eccomi qua ancora a scrivere su quello che io ritengo essere il miglior kit attualmente in circolazione, e cioè, l’F104G Hasegawa 1/48. Si, avete letto bene sia il titolo che l’ultima affermazione in quanto, pur sotto mentite spoglie, l’F104G Revell 1:48 altri non è che l’omologo giapponese reinscatolato. Ovviamente visto il contenuto ed il costo inferiore di qualche Euro la cosa non può che rendere felice qualsiasi appassionato. Quindi se dirò Revell immaginate che abbia detto Hasegawa. Mi ero già riproposto anni fa, dopo averne appena terminato uno, di tornare “sul luogo del delitto” quanto prima, perchè il kit mi aveva lasciato favorevolmente impressionato e poi, parliamoci chiaro, come si fa a rimanere indifferenti alle infinite possibilità di decorazione che questo velivolo può offrire?

Malgrado nel frattempo abbia continuato ad accumulare altre scatole del medesimo kit, l’occasione per rifare un bello spillone è capitata in occasione del Group Build del Forum Modeling Time dedicato all’Aeronautica Militare Italiana dal dopoguerra ad oggi (…e che caldamente consiglio a tutti di visitare vista l’ampia partecipazione e i diversi soggetti proposti – CLICCATE QUI). La scelta del velivolo da riprodurre è stata quanto mai sofferta in quanto volevo realizzare un ‘104 nostrano, particolare e poco visto ma, non amando le colorazioni commemorative e visto che i nostri spilli non hanno mai brillato per originalità o varietà di livree, ecco che la mia attenzione si è rivolta verso alcune foto in B/N dei primi anni ’60 dei nostri F104 pubblicate sia su riviste che su monografie dedicate al soggetto.

In alcune di queste si vede come i primi esemplari (matr.mil. 6502, 6503, 6504, 6505, 6506) usciti dagli stabilimenti “FIAT Aviazione” siano stati fotografati con una particolare colorazione definita “Antiflash”. In altre parole tre quarti della fusoliera e l’estradosso alare vennero dipinti in bianco latte mentre la parte inferiore ed il troncone di coda vennero lasciati in metallo naturale, un po’ alla maniera dei bombardieri B52 del SAC. I motivi? La leggenda vuole che lo scopo di tale colorazione fosse riflettere il lampo provocato in seguito alle esplosioni di ordigni atomici in un conflitto ma, invece, è più verosimile, che tale livrea servisse semplicemente a proteggere dalla calura solare le strutture e gli impianti del velivolo. Vabbè, lo ammetto, io preferisco raccontare la leggenda, evocare spettri di scenari atomici, terza guerra mondiale, il che è sicuramente molto più intricante della realtà credo, anzi, peccato non poter montare sul modello anche una bomba nucleare B61!

I velivoli fotografati alla FIAT con tale livrea, abbiamo già detto, sono stati 5 ma di questi, finiti poi effettivamente ai reparti operativi (o almeno, che abbiano volato inalberandone le insegne), io conosco solo il m.m. 6505 immortalato in varie foto con stampigliato in coda l’immortale Cavallino Rampante dell’allora 4^ Aerobrigata Intercettori Ognitempo di Grosseto, con codice individuale “4-5”.

C’è da dire infine che tale livrea ha avuto vita brevissima diventando subito dopo metallo naturale integrale e lasciando il bianco solo superiormente alle ali prima di passare al definitivo schema NATO .

Un po’ per queste particolarità, un po’ perché affascinato da quegli anni conosciuti come quelli del “boom economico”, forse i migliori anni della nostra Aeronautica militare prima dei successivi tagli di bilancio imposti dalla fine degli aiuti economico/militari USA, ecco che la scelta su quale esemplare riprodurre è stata immediata.

 

Montaggio:

Non starò ad annoiarvi sulle peculiarità del kit Revell/Hasegawa (dei rivetti superficiali sono stati stesi fiumi di parole sulle riviste, quindi fate un po’ voi se volete tenerveli o meno), l’unica cosa a cui porre attenzione durante il montaggio è il sapersi districare tra le differenze esistenti in base della versione, al periodo ed all’utilizzatore. Diciamo subito che la Revell ci offre da scatola una versione “G”, però fornisce anche pneumatici di differente spessore, due tipi di sedili eiettabili (C2 e Martin Baker), scarichi del J-79 differenti, rotaie missili nonchè antennine varie. Riuscire a combinare bene questi particolari può fare la differenza. Troppo spesso infatti si trovano in rete veri capolavori modellistici di F104, “rovinati” però dall’uso di pezzi sbagliati rispetto alla versione proposta. Ovviamente noi italiani siamo particolarmente sensibili a questi errori se non altro perché il ‘104 ce lo siamo visto volare sulla testa per decenni!

Quindi il consiglio è: scegliete “IL” 104 da riprodurre e osservatene tutti i dettagli costruttivi così da stare tranquilli.

 

 

Colorazione:

Se per il montaggio ho sorvolato un poco per la colorazione invece vi tedierò un po’ di più perché è stata un’interessante esperienza per me.

Ho già spiegato i motivi della scelta della livrea per il mio spillo e qui vi descrivo brevemente come l’ho riprodotta (o almeno, ci ho provato!).

All’apparenza sembra molto semplice da dipingere: in pratica bianco, successiva mascheratura ed infine argento. In realtà le cose sono più complicate se non vogliamo limitarci ad avere un ‘104 da scrivania sul piedistallo e vorremmo, invece, qualcosa di più operativo. Allo stesso tempo però dobbiamo tenere conto che questa colorazione venne mantenuta per brevissimo tempo, quindi non si dovrà esagerare troppo nell’invecchiamento.

Fondamentale sarà la stesura del bianco ed a come dargli una “profondità” senza però massacrarlo (scusate se insisto molto su questo). Io ho steso dunque il Bianco opaco della Vallejo (anche con funzione di primer ) su tutto il modello poi ho spruzzato del German grey Vallejo per evidenziare i pannelli (preshading).

 

Dopo ho dato velature successive sempre di bianco puro diluito fino ad ottenere delle ombre in sottofondo non troppo marcate.

A questo punto ho unito al bianco punte di marrone per variare un po’ il tono ed ho fatto (sempre ad aerografo con il colore diluitissimo) strisce veloci sulle ali nel senso del moto. Inoltre sempre la stessa miscela è stata ripassata solo su alcuni pannelli. Ripeto il colore bianco deve essere diluito e variato di pochissimo con correttivi marroni o anche sabbia. A questo punto ho spennellato la Future per proteggere il lavoro svolto. Ora si devono mascherare le aree destinate a rimanere bianche. C’è da dire una cosa: tutti i modelli di F104 che ho visto in tale finitura antiflash (apparsi ahimè su riviste nostrane) sono sbagliati!!! Su questi il colore bianco è stato dipinto fino alla linea di mezzeria del velivolo (avete in mente i velivoli della Marineflieger tedesca?) in maniera simmetrica da entrambi i lati. Invece, come mi è  stato prontamente fatto notare dagli amici del forum (perché ho sbagliato pure io fidandomi della logica e non guardando l’evidenza delle foto) il bianco della parte destra finisce più in basso rispetto alla parte sinistra.

Fatto il bianco si deve mascherare il tutto per bene perché il prossimo colore che andremo a stendere ha il brutto vizio di infilarsi dappertutto come la sabbia dopo una giornata al mare: l’argento. Io uso per le finiture metalliche esclusivamente colori acrilici Tamiya Chrome silver e Flat aluminium. Questi colori sono ideali soprattutto perchè, una volta protetti con trasparenti, resistono bene a mascherature realizzate con lo scotch e questa è una cosa essenziale per me in quanto mi piace molto “quadrettare” il metallo!


La seconda fase quindi sarà dare il chrome silver come base sulle superfici inferiori e sul tronco di coda. A questo punto però il modello è ancora “piatto”. Foto alla mano, magari a colori, si dovranno individuare quali aree differenziare (per simulate le diverse leghe e/o la “cottura” delle aree vicino al motore) che, sul ‘104, sono situate soprattutto nel tronco di coda. Sia con il flat aluminium che con il silver (corretto di volta in volta con marrone, nero o blu) mascherando i vari pannelli daremo così vita ad una specie di scacchiera che, di sicuro, renderà più interessante e meno monotono visivamente il modello.

 

Uso dei colori ad olio:

Non chiedetemi il perché dell’ispirazione del momento che ha voluto che io provassi l’uso dei colori ad olio sia per sottolineare le linee di struttura in corrispondenza del tronco di coda che per variare i toni di alcuni pannelli. Forse inconsciamente ricordavo il fatto che la polvere di gessetto sul color metallo scivola via ….. ma anche a volte, lo ammetto, è la pigrizia del non dover tirar fuori aerografo e compressore (con cui normalmente eseguo gli invecchiamenti) che mi spinge a provare cose nuove.

In poche parole, sul tronco di coda, usando il nero ad olio puro con un pennellino morbido ho “tirato” in verticale il colore seguendo le linee dei rivetti del modello. Alla fine, ripetendo il procedimento, dovremo essere riusciti a riprodurre con un gioco di luci e ombre questo effetto del metallo. C’è da dire che la finitura del modello in questa fase è ancora lucida (ricordate la spennellatura di Future?) e questo permette di tirare il colore a piacimento. Ovviamente consiglio di provare sempre prima su un modello vecchio l’effetto che vogliamo ottenere e solo quando saremo sicuri passare effettivamente al modello.

Sulla parte inferiore del velivolo dipinta in argento io ho differenziato alcuni pannelli, i più grossi, spruzzando Flat alluminium Tamiya e dopo, mediante colori ad olio diluiti con acquaragia (bruno e/o nero) ho creato filtri scuri solo su alcuni pannelli di ispezione. Anche lo sporco nella zona cannone è stato simulato con colore ad olio nero dato puro.

In altre parole nella zona sottostante dovremo riuscire a creare una sorta di patchwork leggero differenziando il colore base ed alternandolo un pannello si ed uno no.

Una volta tolte le mascherature possiamo lavorare ancora sul bianco delle superfici superiori, usando del bianco titanio ad olio puro e lumeggiando il centro di alcuni pannelli, quelli dove la luce dovrebbe battere di più ed inoltre, su alcune zone limitate, ho mischiato al bianco una puntina di bruno o di ocra lumeggiando così altri pannelli a caso.  L’importante, comunque, è non esagerare con i miscugli perché il bianco fa presto a diventare un altro colore.

A questo punto una volta soddisfatti del risultato proteggiamo il tutto di nuovo con la Future e passiamo ai lavaggi. Sul bianco ho usato un lavaggio ad olio grigio medio (mix bianco e nero) mentre sull’argento va benissimo il nero. Manca ora solamente il radome che ho colorato in grigio Gunze 36440 schiarito ed il pannello antiriflesso Nato Black Tamiya. Il lavoro è così terminato!!!

 

Decals:

Le insegne sono ricavate da un mix di fogli Hasegawa/Revell/Sky/ESCI dedicate al ‘104. E’ interessante notare come sui primi esemplari in servizio in Italia le scritte di servizio fossero esclusivamente anglofone e non in doppia lingua come negli anni successivi.

Le coccarde alari però meritano un piccolo appunto: per quanto ne avessi di varia provenienza tutte presentavano un problema: il bianco. Su un modello con una colorazione diversa questo non rappresenterebbe un problema, ma su ali di colore bianco il bianco della coccarda diverso dal bianco sottostante è un pugno nell’occhio!!!  Che fare??? Semplicemente ho preso 2 coccarde Hasegawa, ho scontornato il rosso ed il verde eliminando dunque il “bianco” centrale e ho posto poi sull‘ala la circonferenza rossa e dopo il punto verde. State sicuri che così il bianco sarà veramente IL bianco. Altro discorso meritano le coccarde in coda: se ci fate caso queste insistono sulla zona terminale del raccordo Karman prendendo una curva tutta particolare. Non sono un fan dei liquidi squaglia decals (al limite aggiungo aceto all’acqua tiepida, preferendo di gran lunga scontornare al limite la pellicola delle decals e sfruttando le superfici lucide) quindi per poter riprodurre l’esatto andamento della coccarda in quella zona ho preferito tagliarne via un pezzettino (diciamo un rettangolino di qualche millimetro del rosso), appiccicare la decal e poi, con rosso Vallejo a pennello, ritoccare la zona mancante per riprodurre la  curva.

Conclusioni:

Per me è una vera fissazione ma lo scopo ultimo del modellismo, è quello di riuscire a trasmettere a chi guarda delle sensazioni. Con questo F104 in particolare non volevo evocare tanto la potenza, quanto, invece, far risaltare la finezza e l’eleganza delle linee. La finitura metallica, in questo caso limitata a poche aree, ed il colore bianco, credo, riescano ad assolvere perfettamente questo scopo.

Da queste considerazioni, inoltre, deriva la mia scelta di presentarlo in configurazione pulitissima senza neanche le tip alari, così da potere realmente cogliere l’unicità delle forme, e dell’ala in particolare, nel panorama aeronautico mondiale del progetto di Kelly Johnson.

Ho voluto anche proporre ai miei quattro lettori, che fin qui hanno resistito, qualche scatto del modello in B/N così, tanto per far dare l’idea degli anni ’60.

Chissà perché il B/n di quegli anni sembra sempre allegro e pieno di ottimismo, così diverso dal B/n degli anni ’70 il quale sembra invece trasudare tutte le tensioni e la drammaticità di quegli anni che qualcuno ha giustamente definito “di piombo”.

Questo modello si va ad unire all’altro F104G che ho in vetrina e malgrado sia ancora fresco di vernice sto già pensando di farne un altro…. sempre metallico… tedesco…. questa volta stracarico…. con le croci nere sulle ali bianche…..

Ringraziamenti: ancora una volta non posso fare a meno di ringraziare TUTTI i forumisti (nonchè TUTTI i visitatori occasionali che sono sempre i benvenuti) di Modeling Time che mi hanno veramente aiutato, con le loro conoscenze e critiche competenti, a non fare strafalcioni (nel limite delle mie capacità ovviamente) che su questo soggetto sono  sempre in agguato!

 

Saluti

Massimo Maria “pitchup” De Luca

 

 

 

 

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5 Comments

  1. Non avevo mai visto questa mimetica su un 104. Bravo Max…un super modello! 🙂 😉

    Ciao e B(u)onomodellismoVox a te

  2. Bello lo spillone antiflash!

    Specialmente le foto … d’epoca 😉

    microciccio

  3. Ciao…
    Volevo costruire anch’io il medesimo modello ma in 1/32 dell’hasegawa,e a parte 2 foto,reperite su http://www.asso4stormo.it,non ho trovato nessuna foto dell’esemplare che voglio costruire io,ovvero il 4-1,sapete dove posso reperire foto o altro che riguardano gli esemplari con la livrea in questione.?
    Complimenti per il modello davvero eccezzionale!!!!!

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